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Autore: Shinkocchi_    27/09/2013    2 recensioni
[Senyuu]
“Morirò per te” è ciò che dicono i deboli.
Se ami qualcuno, vivi per loro.

[RosuAru]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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for people that you love
 
                                                            
 
                                                                                           “Morirò per te” è ciò che dicono i deboli.
Se ami qualcuno, vivi per loro.
 

Erano parole sue, vero?
Uscite dalla sua bocca, dalle sue labbra, dal suo pensiero. Parole di Ros.
Quand’è che le aveva pronunciate, esattamente? Forse quel giorno, tempo prima, quel giorno…
Quel giorno. Che giorno?
Ah, non ricordava, in quel momento. Era tutto così annebbiato. Peccato. Davvero un peccato.
Ros ci credeva in fondo in quelle parole. In qualunque luogo e momento le avesse pronunciate, non erano state dette così per dire, non era una stupida constatazione gettata al vento, quella.
Non avrebbe stretto i pugni per una stupida constatazione.
Eppure davvero, ripensandoci in quel momento gli scappava da ridere.
Avrebbe riso, se solo avesse avuto un poco più di fiato di quello necessario al semplice respirare.
Non si era neanche mai accorto quanto fosse faticoso, fino ad allora, un atto abituale come quello. Dentro, fuori. Dentro, fuori. Dentro e ancora fuori.
Pensandoci poi, era da tanto che non si soffermava ad osservare un cielo così nero, più nero di quanto avesse mai visto.
O forse era solo la sua immaginazione? La sua vista che si oscurava? Già più probabile.
Stava morendo, in fondo, no?
Dischiuse gli occhi a fatica, gocce su gocce che cadevano pesanti sul suo corpo stanco, sporco, abbandonato al suolo come una marionetta a cui erano stati strappati via a forza i fili. Inutile. Da buttare. Che marionettista crudele, che era, il destino.
Poi fu come un lampo.
Pensò ad Alba, pensò forse non era stato così male incontrarlo, diventare il suo soldato, che il destino qualcosa di buono lo aveva riservato anche a lui, alla fine.
Pensò a quanto tutto ciò fosse assolutamente ridicolo.
Voltò lentamente il capo, incontrando la figura dell’altro riversa a terra poco distante da lui: sembrava davvero un idiota, l’eroe, privo di coscienza e sporco di terriccio.
Un eroe di nome ma non di fatto, rise o almeno avrebbe voluto, perché non era l’eroe quello a dover salvare tutti alla fine di una storia?
Storia. Racconto. Fiaba. Favola.
Un “C’era una volta”, riecheggiò fra le pareti di stanze del suo inconscio che credeva da lungo tempo ormai sigillate, un “E vissero tutti felici e contenti” gli fece pensare che gli uomini non avessero ancora capito nulla di come girasse il mondo. O forse a loro semplicemente piaceva illudersi. Anche a lui sarebbe piaciuto, pensandoci bene, ma non era più sicuro di ricordarsi come si faceva dopo tutto quel tempo.
Eppure cercò comunque di trovare una morale a tutto ciò, perché pensò ingenuamente che proprio quel tutto ciò fosse terribilmente insensato.
Che lieto fine era quello che non lasciava nessuno che lo potesse ammirare?
«Yuusha-san.» lo chiamò con il poco fiato che aveva in corpo, socchiuse gli occhi e serrò le labbra, allungando il braccio sinistro verso di lui, quello destro si strinse sulla stoffa insanguinata della maglia nera, sporcandone le dita pallide.
Avrebbe voluto toccarlo in quel momento, si ritrovò a pensare, e subito dopo si risolse ad ammettere fosse davvero un pensiero stupido fra tanti da fare, prima di morire.
«Yuusha-san.» però proprio non riuscì a fare a meno di tendere la mano verso la sua, abbandonata al lato del corpo, soffocando quel rantolo spezzato che gli mozzò il respiro nel petto nel ripetere quella parola con cui era solito chiamarlo.
Il titolo di eroe, quello che accomunava settantacinque di loro, di cui il suo protetto non era che un numero sperso, nulla più che un quarantacinque vuoto inciso sulla medaglia che portava al collo.
Non l’aveva mai chiamato per nome, ora che ci pensava. Non ne aveva mai sentito il bisogno, né ci aveva mai minimamente pensato a dire il vero. Gli sembrava una cosa insensata verso cui provare anche il minimo sentore di dispiacere.
Eppure gli dispiaceva.
Sfiorò quasi impercettibilmente le dita dell’altro con le proprie, intrecciandole, trovandole incredibilmente calde rispetto alle sue, che tremavano e nemmeno lui sapeva perché.
Sentì sulle labbra nascergli spontaneo uno stupido sorriso infranto e il respiro tremò.
Aprì la bocca. Prese fiato. Mosse le labbra.
Chissà se Alba avrebbe pianto per lui una volta ripresa coscienza.
Però ora che ci faceva caso aveva davvero un bel suono, il nome dell’eroe, anche se appena udibile sotto l’incessante e imperterrito scoscio della pioggia. Se solo ne avesse avuto la forza avrebbe voluto pronunciarlo ancora e sentirne l’eco sulle labbra e nelle orecchie.
Premette per quanto poteva i polpastrelli contro i suoi, lo cercò ancora, ancora e ancora una volta, poi chiuse gli occhi.

 
                                                                                           “Morirò per te” è ciò che dicono i deboli.
Se ami qualcuno, vivi per loro.
 
Rise, questa volta sul serio. Se dopo tutta quella tiritera finiva per crepare così doveva essere davvero debole.
 
A l  b   a.
 
Eppure Ross pronunciando il suo nome, non riuscì a dispiacersene davvero.
 
 















*

L'episodio 5 fu uno di quegli episodi della prima stagione che più mi uccise. No, sul serio, la frase di Ros -quella in corsivo con cui inizia la fic- fu un colpo al cuore. Cominciai a rantolare e ranicchiarmi rotolando (?) e decisi di doverci scrivere qualcosa, così quest'estate, quando mi girò bene mi ci misi e la buttai giù abbastanza di fretta. Insomma, Ros è un personaggio che a livello di caratterizzazione mi affascina un casino, mi piaceva l'idea di porlo in contraddizione con sè stesso per amore di yuusha-san. Di Alba. Quando la scrissi chiaramente non sapevo Ros lo avrebbe fatto davvero nell'episodio 26, di chiamarlo per nome intendo, anche se comunque sarebbe "what if", dato che Ros qui muore in un ipotetica battaglia per salvarlo, e quell'"Alba-kun" pronunciato nell'episodio 2 non lo considero seriamente- era una presa per il culo, ecco, non c'era lo stesso sentimento che aveva nell'ultimo episodio-- *s'affoga nelle lacrime ;A; E poi ho notato di avere inconsapevolmente una fissa per la combinazione RosAru-cielo-gocce ma ok (?)
Ah, sì, mi odio. Ma questo è un dettaglio secondario e farò finta di non aver scritto io questa cosa brutta e cattiva e picchiatemi ok, OK? (?) -no, vabbè, magari no-
E grazie a chiunque abbia letto o avrà il cuore di recensire o idk (?)
Spero vi sia piaciuta <3 *inchin *fugge

Fede



 

 

 
  
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