Anime & Manga > Ranma
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Autore: PepsiCola    28/09/2013    5 recensioni
Mamihlapinatapai: "Guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente ma che nessuno dei due vuole fare per primo" se siete curiosi... Leggete :)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era l’alba di un nuovo giorno a Nerima. Un giorno molto importante per due abitanti della città….

La piccola Akane era già sveglia da parecchio,si girava e rigirava nel letto e non si può dire che la sua nottata fosse stata una delle più tranquille. Sapeva di aver fatto scoppiare il putiferio in casa con la sua decisione e si chiedeva come avrebbe affrontato gli altri e soprattutto Lui. A meno che Lui non avesse già deciso di andarsene. Non voleva ammetterlo ma quella era l’ipotesi che più le faceva paura. Averlo perso per sempre per colpa del suo stupido orgoglio. *Proprio oggi poi, sembra uno scherzo del destino!*…. Anche se erano appena le sette e mezzo, non ce la faceva più a stare sdraiata, doveva muoversi. Si alzò di scatto e indossando degli shorts e una canotta, andò a fare una corsetta. Non contenta, dopo un’ora tornò nel Dojo e cominciò a prendersela con dei “poveri” mattoni spaccandoli uno ad uno! –Ehi Kasumi!, Nabiki! Akane!- Soun gridava a gran voce il nome delle figlie. Nabiki, era intenta a leggere una rivista in camera sua, gustando un gelato, mentre Kasumi era in cucina a tagliare un grosso cocomero. –AHA! Non male, uff!!!!!- Akane era concentratissima a frantumare tutto. – Eccoti qui, lo sapevo, ecco perché non sai nemmeno tenerti un fidanzato! Sei violenta.- Nabiki era andata a cercarla. –E sai che me ne frega?!- Akane si stava arrabbiando. –Davvero? Allora sicuramente non ti interesserà perché sono venuta a chiamarti…- Akane si fermò guardando con aria interrogativa la sorella –Andiamo, papà vuole parlarci.- -Mie care, ma soprattutto Akane- disse rivolgendo lo sguardo alla più piccola…

-Ranma se n’è andato. Non so a che ora sia rientrato, ma le sue cose non ci sono più. A questo punto, data la tua decisione non possiamo certo biasimarlo.- Ecco, lei lo sapeva, se lo sentiva e la cosa che più le faceva rabbia era che poteva prendersela solo e unicamente con se stessa. Cosa pretendeva? Che sarebbe restato a fare “l’amico di famiglia”? Forse era meglio così, lo avrebbe dimenticato. Una volta per tutte. Ma QUEL giorno, non sembrava il giorno giusto per cominciarlo a fare. –S-scusatemi ho bisogno di fare una passeggiata.- Raggiunse il parco, e si sedette su una panchina. Lo stesso parco che aveva visto mille volte lei e Ranma correre verso scuola o tornare a casa, lo stesso dove il giorno di Natale lui l’aveva fermata per darle i suoi regali, sotto un manto di neve. Insomma, lo stesso posto di sempre, con una persona in meno…… Perdendosi in questi pensieri, non sapeva nemmeno che ora si fosse fatta, forse le due, le tre di pomeriggio. E pioveva, pioveva a dirotto. Sicuramente chiunque l’avesse vista lì, immobile, bagnata fradicia, avrebbe pensato che fosse pazza. –Ti ammalerai di brutto, lo sai vero?- Akane spalancò gli occhi, fino a quel momento socchiusi, e lo vide. Era triste, molto triste. La coprì con il suo enorme ombrello. –Ryoga, grazie ma vorrei stare sola. Non mi importa se mi bagno.- -In realtà, ti cerco da stamattina, ma non sono molto bravo ad orientarmi lo sai eheh…- -E perché mi cercavi?- -Beh sono venuto a dirti di andare a quest’indirizzo. E’ tutto spiegato sulla piantina.- -Ma..continuo a non capire!- -Akane, va’ e basta, sai che non ti metterei mai in pericolo, fidati, corri!- Ryoga si dileguò in meno di due secondi, le aveva lasciato l’ombrello ma di lui nemmeno l’ombra. Un piccolo P-Chan spiava Akane da dietro un albero *Sii felice, piccola mia.* La piccola Tendo era spaesata, ma decise comunque di seguire le indicazioni sulla mappa. Si era ritrovata di fronte ad un condominio molto carino, e sul pezzo di carta che aveva in mano, c’era scritto di suonare al primo campanello in basso. Così fece. Il portone si aprì e così anche una porta alla sua sinistra. Entrò, molto titubante. –Chi-chi c’è?- -Akane, sei arrivata finalmente.- Ranma. Ranma era lì. –Ho chiesto io a Ryoga di farti venire, sai ho spostato la mia roba qui, per ora. Ryoga mi ha prestato l’appartamento dato che lui non c’è mai.- Lo sguardo di Akane si indurì –Quindi è vero, te ne vai.- -Prima, voglio solo che mi dici quello che hai detto l’altra sera. Se ne sei convinta, la risposta è sì me ne vado.- -Vuoi essere sicuro di essere libero per davvero? Tranquillo Ranma, è vero, puoi fare ciò che vuoi, non era un sogno!!!- Ranma si stava innervosendo –Ma lo vedi che sei proprio stupida? Non è questo quello che volevo dire!- -Stupido sarai tu! E comunque ti sei già organizzato no?! Rimani qui e sposa Shan-Pu, meglio così!- -Dannazione, non ti ho fatta venire per litigare!!!- -E allora per cosa mi hai fatta venire, Ranma?!- -Ma lo sai che giorno è oggi Akane?- Come poteva chiederle una cosa così, era ovvio che lo sapeva. –Diamine, lo so benissimo.- Tremava. E non solo perché era tutta bagnata e infreddolita, ma anche per la stranezza della situazione. Lui se ne accorse. Si avvicinò piano a lei. – Stammi a sentire, perché non lo ripeterò una seconda volta. A me non va bene che tu abbia rotto il nostro fidanzamento.- Akane smise di tremare. –Se è per i nostri genitori, tranquillo se ne faranno una ragione.- -Non centrano loro. Si tratta di noi. Quindi dimmi se davvero vuoi finirla, e la finiamo.- La ragazza non sapeva cosa rispondere. Non si aspettava delle richieste così dirette da Ranma, non era mai stato il tipo. – Io non ho mai voluto finirla, baka.- Ranma era ancora teso, e aveva un aria dura, ma quest’ultima frase della ragazza, fece spuntare sul suo viso un sorriso impercettibile. –Bene, perché nemmeno io voglio finirla.- Avrebbero potuto parlare ancora di tante cose, ma lo stomaco di Akane iniziò a farsi sentire. Era fuori da molte, troppe ore e non aveva messo nulla sotto i denti. –Hai fame? Quell’idiota di Ryoga non ha nulla di commestibile in casa!- Akane posò il suo sguardo sul tavolo della cucina. –Ranma, quella cos’è? Sembra una confezione di dolci!- Il codinato si apprestò ad aprire la scatola che effettivamente conteneva dei dorayaki (pancake ripieni di salsa di fagioli rossi simili ai nostri kraphen.) che avevano un’aria molto invitante. –Strano, io non li ho portati, figurarsi Ryoga!- -Che buoni, ho troppa fame.- Akane addentò uno di quei succulenti dolci e dopo aver dato due o tre morsi, si accorse che al centro della leccornia non vi era nessun ripieno, bensì uno strano foglietto di carta. Anche in quello di Ranma, il ripieno era un delizioso fogliettino. Akane fu la prima ad aprirlo: -…”MAMIHLAPANTAPAI “ ma…che lingua è?- Ranma girò il suo foglio. –Guarda, leggi dietro: “dal lessico Yahgan, guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l’altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ma che nessuno dei due vuole fare per primo.”- Ranma era diventato rosso come un pomodoro, mentre Akane rideva divertita. –C-cos’è che ti diverte tanto?- -Non c’è nulla che vorresti fare, Ranma?- Il ragazzo si avvicinò a lei con aria di sfida, non senza un lieve imbarazzo nello sguardo –E tu Akane, tu non desideri nulla?- i due scoppiarono a ridere insieme, e sempre insieme dissero –Mamihlapantapai!- continuando a sorridersi a vicenda. –Sai maschiaccio, in realtà una cosa che voglio c’è.- -Maschiaccio a chi?- Ranma le tappò delicatamente la bocca con una mano e avvicinandosi all’orecchio di lei le sussurrò –Io voglio te… anche se ti faccio arrabbiare.- Akane lo abbracciò –Scusa se ho rotto il fidanzamento, baka, senza di te io..- -Sssssh…- Il primo vero bacio. Akane l’aveva immaginato più e più volte, ma la realtà era al di là di ogni aspettativa: un bacio leggero, delicato, che sapeva di zucchero e Ranma. Non avrebbe potuto desiderare di meglio e soprattutto, non in quel particolare giorno. – Tre anni di noi.- Ranma sorrise, ricordando l’esatto giorno di tre anni prima, quando era appena arrivato a Nerima. Era un pomeriggio di luglio esattamente come questo, piovoso esattamente come questo, ma bello sicuramente trenta volte meno di questo, con il suo maschiaccio fra le braccia e una nuova consapevolezza: lei c’era, era lì per lui, e non l’avrebbe mai delusa. E i dorayaki? Ranma se lo domandava da quando li avevano mangiati e la risposta non tardò ad arrivare: la sua amica, quella degli okonomijaki beh se la cavava anche con i dolci e quando era piccolo lo deliziava sempre con degli ottimi dorayaki, ripieni di vera salsa, però!


E così si è conclusa la mia prima ff, spero di non avervi deluso, e grazie a chi ha letto :D P.S.: se siete stati attenti, all’inizio del capitolo ho voluto ricreare la prima puntata di Ranma ½ prima dell’arrivo del nostro eroe! :D
  
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