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Autore: _Coco    28/09/2013    3 recensioni
1. «Geloso, Tomlinson?» Harry si infervorò, come faceva sempre quando qualcosa non gli piaceva.
«Neanche fra un milione di anni.»
Per un paio di secondi ci fu il silenzio – silenzio in cui Zayn, Niall e Liam si guardarono perplessi, non capendoci nulla – poi si sentì lo strisciare di due sedie.
«Bene!» urlò Harry, dirigendosi in cucina.
«Bene!» rispose Louis, correndo su per le scale.
«Bene!» proruppe Zayn, ancora seduto e con ancora un trancio di pizza in mano «qualcuno mi spiega che cazzo è successo?»
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come farsi scoprire in cinque semplici passi - e scamparla ogni volta
 
 


1.
 
 
Niall si accorse che qualcosa non andava una sera di novembre, quando il sole non era ancora tramontato e i ragazzi avevano avuto la malaugurata idea di mangiare la pizza. Malaugurata perché mangiare la pizza con quei quattro era più o meno come buttarsi a pesce in un oceano di cibo e spazzatura – ma Niall non aveva mai bisogno di precisarlo, visto che bastava guardare il peperone giallo sulla spalla di Liam a mo’ di grado da generale o i baffi di maionese sul viso di Zayn.-
Ma nonostante tutto, quella sarebbe stata una serata normalissima, se non fosse stato per quell’unica frase.
«Trovo che Josh sia molto simpatico.»
Non era un’esclamazione così scandalosa, anche perché certe sparate senza capo né coda erano normali in Harry, lo fu invece la reazione discordante di Louis che, da sorridente, si fece subito serio e pensieroso, contraendo la fronte e le labbra.
«E allora perché non vai con lui?» esclamò, pungente
«Geloso, Tomlinson?»  Harry si infervorò, come faceva sempre quando qualcosa non gli piaceva.
«Neanche fra un milione di anni.»
Per un paio di secondi,  ci fu solo il silenzio – silenzio in cui Zayn, Niall e Liam si guardarono perplessi, non capendoci nulla, ovviamente – poi si sentì lo strisciare di due sedie.
«Bene!» urlò Harry, dirigendosi in cucina.
«Bene!» rispose Louis, correndo su per le scale.
«Bene!» proruppe Zayn, ancora seduto e con ancora un trancio di pizza in mano «qualcuno mi spiega che cazzo è successo?»
Fu in quel momento, mentre dava pacche consolatorie a un più che sconvolto Malik, che Niall si accorse che qualcosa non andava.
 
 
 
 
 
 
2.
 
 
 
 
Il secondo ad avere dei sospetti fu Zayn; forse perché certe cose le sentiva a pelle, forse perché quei due rincoglioniti si facevano scoprire con poco o forse perché Niall aveva insistito talmente tanto con questa storia che alla fine anche lui era finito con il crederci.  Liam, lui invece non era al corrente di nulla e continuava a vivere sereno e felice nel suo piccolo mondo di verità. Ma Niall sapeva  - e probabilmente la colpa era dei due idioti – che non sarebbe durata a lungo.
Ecco perché non fu per niente sorpreso quando, una sera, sentì un urlo agghiacciante rimbombare fra le pareti, subito seguito da un altro urlo e un suono soffocato, quasi strozzato. Il biondo corse subito a vedere – infatti aspettava questo momento da almeno una settimana – perché non voleva assolutamente perdersi il mezzo infarto che di sicuro – di sicuro! – avrebbe preso il povero Liam.
Anche Zayn – che gli si era affiancato nella corsa – aveva gli occhi febbricitanti di curiosità. Una curiosità maligna. Una curiosità maligna e ai danni di Liam, per giunta. Peccato che entrambi i geni del male si trovarono davanti una scena che mai – ma tipo mai, mai, mai, mai, mai – avrebbero immaginato di poter vedere. Harry e Louis erano appoggiati al muro, entrambi con i capelli sparati in aria, le gote arrossate e le braccia uno sui fianchi dell’altro, e avevano la bocca talmente spalancata da avere la buffa somiglianza con un particolarmente traumatizzato pesce palla. Per tutta risposta, al capo opposto, c’era Liam, che invece di essere turbato, disgustato o anche solo sorpreso, si spanciava dal ridere, tenendosi lo stomaco con un mano e coprendosi la bocca – forse nel vano tentativo di non far rumore – con l’altra.
Le lacrime gli scorrevano sul viso, mentre mandava tutto al diavolo e, accasciandosi a terra, si rotolava letteralmente dalle risate.
«Tu sapevi?!» esclamò Niall, con occhi spalancati – e anche un po’ delusi.
Harry e Louis si risvegliarono dal torpore. «Voi sapevate?!»
«Ovvio, ma non sapevamo che Payne sapeva!»
«LIAM!»
Si girarono tutti verso il poveraccio, che dopo una nuova ondata di risate, si stava rialzando, appoggiandosi al muro e zoppicando verso la porta in un vano tentativo di fuga.
«Hey!» lo richiamò di nuovo Niall, non capendo ancora che Liam – che non considerava così intuitivo – li aveva fregati tutti.
L’amico si girò, mentre ancora il suo petto veniva scosso dalle risa. «Che rincoglioniti.» riuscì a dire, spiaccicandosi una mano in fronte, con vera esasperazione. Poi, ridacchiando, li lasciò.
I rimanenti della band si guardarono insicuri su cosa fare, chi offeso, chi deluso, chi ancora turbato.
«Questa,» sussurrò Louis, alla fine, più a se stesso che agli altri, con ancora lo sguardo fisso e vuoto «è davvero una casa di pazzi.»
 
 
 
 
 
3.
 
 
 
 
L’intervista durava da così tanto tempo che Louis era già annoiato a morte (in realtà era iniziata da tipo cinque minuti ma il ragazzo aveva l’attenzione di un alga morta e dopo dodici secondi in croce aveva già perso il filo del discorso). L’intervistatore era simpatico ma Louis proprio non ce la faceva a starlo a sentire, così gli toccava sorridere in maniera spropositata e annuire a casaccio. Solo quando Harry parlò, tornò attento.
«Cosa cerca in una ragazza, signor Styles?»
Harry ci pensò su per qualche istante, indeciso.
«Cerco qualcuno…» e iniziò un lungo elenco di sciocchezze che fecero perdere di nuovo l’attenzione di Louis, che si concentrò con maniacale curiosità su una donna coi baffi in seconda fila, finché « Comunque non è che cerco! Se la trovo, bene. Altrimenti, pazienza.»
Il giovane Tomlinson, a quel punto, non riuscì a trattenersi, girò la testa verso la sua sinistra e proruppe in un suono a metà fra uno sbuffo, una risata e un colpo di tosse.
Tutti si fecero silenziosi.
«Qual è il problema, Louis?»
Il diretto interessato stiracchiò un sorriso.
«Tosse.»
Liam, ridacchiando, mentre l’intervista andava avanti, si spalmò una mano in fronte e l’ultima cosa che Louis gli sentì dire  - prima di ritornare alla signora con i baffi – fu un appena sussurrato «Che scemo.»
Sorrise.
 
 
 
 
 
4.
 
 
 
 
«Sei un idiota.» gorgogliò Harry, sorridendo a trentadue denti e lanciandogli uno sguardo più malizioso che seccato.
«Il motivo?» Louis aggrottò la fronte, perché non aveva ancora capito cosa avesse fatto di sbagliato – o forse lo sapeva ma non voleva farselo ricordare.
«Come va la tosse, sciocco?»
«Ah, quello.»
«Ah, quello.» lo imitò il riccio, ridacchiando appena e facendo strofinare i loro due nasi «Ma ti perdono.»
«Perché sei innamorato perdutamente di me?»
«Perché sono troppo buono, scemo.»
Il più grande – ma non per questo meno bambino – mise su un lungo broncio capriccioso, mentre con la mano accarezzava il collo di Harry.
«Mi stai dicendo troppe parolacce, essere spregevole.» sussurrò a pochi centimetri dalle labbra del riccio.
«Essere spregevole? Non ero un puttaniere, fino a ieri?»
«Lo sei ancora oggi, Styles.»
Harry, sorridendo, gli mollò un leggero schiaffo sulla nuca, allontanandosi di poco da lui.
«Ma Tommo!» disse, con fare scherzoso «se io sono un puttaniere, tu sei una puttana.»
Louis ghignò, sbarazzino.
«Chi ti ha detto che mi dispiaccia?»
Poi lo spinse sul letto e gli leccò il naso.
«Se un idiota.» bisbigliò Harry, mordendogli la mascella e ribaltando la situazione.
«E allora perché stai con me?»
«Stai attento, Tomlinson, potrei ripensarci.» gli sbottonò la camicia e la sfilò con impazienza.
«Non..» rispose l’altro con il fiato corto «non potrei essere io a ripensarci?»
«No.»
«Perché?»
Harry rise, ancora e con felicità.
«Perché sei un idiota!»
Si prospettava una serata fantastica – e anche qualcos’altro di fantastico, visto come Harry gli mordeva le labbra – ma negli ultimi tempi – ultimi tempi iniziati ad X Factor e ancora non finiti – erano, in quei momenti, perseguitati dalla sfiga più nera.
Infatti, molto probabilmente, almeno un atomo del loro corpo non fu affatto sorpreso da quello che successe in seguito.
«No, non entrare!» infatti l’urlo di Zayn trafisse entrambi, come una freccia particolarmente velenosa ma i due non ebbero il tempo nemmeno di rialzarsi che la porta venne spalancata.
Il sorriso, ancora fresco e pieno di ingenua curiosità, di Perry si dissolse quasi subito in un’espressione profondamente stupita, con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite, mentre il basso piagnucolio di Zayn «Mi lascerà, mi lascerà, mi lascerà.» riempiva la stanza.
«Posso dire un’ultima parolaccia, Louis?»
«Sì, Harry.»
«Cazzo.»
 
 
 
 
 
5.
 
 
 
 
Erano riusciti a fuggire, se dal mondo, dalle telecamere o semplicemente dal senso di prigionia che li opprimeva, ancora non lo capivano.
Ma sapere – e soprattutto sentire – di poter stare soli, senza nessuno a dirli come vivere la vita, li faceva sentire vergognosamente liberi. E si nascondevano, fra i vicoli scuri, e si tappavano la bocca a vicenda con le mani per non farsi scoprire e ridevano ancora, e ancora, e ancora e con più forza e con più bisogno, ubriachi di felicità.
Stavano così bene e, anche con i segreti e le bugie e i mille sacrifici, anche con la paura e l’odio della gente, il loro mondo era completo. E tanto bastava a renderlo perfetto.
«Perry è stata gentile.»
«Ci ha dato i biscotti.»
«E un bacio sulla fronte.»
«E’ una brava persona.»
«Ti amo.»
Louis trovò adeguato il modo in cui Harry lo disse, piano e senza pensarci, in mezzo a un discorso quotidiano, come se fosse una cosa normale, come se glielo volesse dire da sempre e per sempre.
Ed era meraviglioso, mentre lo diceva, con le mani nelle tasche del giubbotto e le guance arrossate, con la fronte corrucciata e gli occhi socchiusi.
Poi ci furono due fari.
«Attento! Una macchina! Giornalisti!» e Harry lo spinse in un cespuglio.
Louis si vide scaraventare indietro e, nel vano tentativo di non cadere, si aggrappò al braccio del riccio, trascinandolo con lui fra i rami e le foglie.
«Poco paranoico, mi dicono.» lo punzecchiò Louis, infilandogli un dito fra le costole.
«Molto prudente, ti confermano.»
Silenzio.
«Usciamo dal cespuglio?»
«No.»
«Perché?»
«Ti amo, Styles.»
E quando Harry sorrise – di un sorriso leggero, di quelli che scivolano sotto le porte e si perdono fra la folla – Louis capì che non importava.
Avrebbe passato cento ore con Eleanor, pur di averne anche solo una con lui.
Si sarebbe fatto dare del bugiardo e del buffone e del pazzo, pur di avere la consapevolezza che Harry non se ne sarebbe mai andato. Lo amava, davvero. Non per la sua bellezza né per la sua voce o per il suo sorriso. Louis lo amava, perché non c’era nessuna vita che potesse immaginarsi senza la sua presenza.
Harry era casa, era non sentirsi mai soli, era il suo domani.
In quel momento, Louis lo baciò, perché la notte era ancora lunga e i suoi occhi troppo belli.







































Angolo di Coco



Salve a tutte, se siete arrivate fino a qua - e sopratutto se state leggendo queste righe - è mio dovere farvi i complimenti. La storia non è un capolavoro, lo so, ma mi piace, perché mi sono divertita moltissimo a scriverla. Spero che la cosa sia uguale per voi. 
Ovviamente, è tutto inventato da me e per i personaggi non ho idea se siano davvero come li ho immaginati ma in fondo non importa. 
Una recensione al giorno, toglie il medico di torno, ricordatelo.


Vostra,


Coco.
 
 
  
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