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Autore: PinkBiatch    29/09/2013    10 recensioni
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti.” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
"Sì."
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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19.

 

 

 

Quando Rose si svegliò, si svegliò di soprassalto e completamente, come se fosse suonata la sveglia, come se fosse impaziente di vivere un giorno migliore.
I ricordi di ciò che era successo, però, le arrivarono in testa troppo veloci perché lei potesse davvero sperare in un giorno migliore.
Era un'assassina.
Ed aveva ucciso una delle poche ragioni che la tenevano radicata su quella terra, che la rendevano talmente felice da non avere preoccupazioni, da aver potuto pensare fino all'ultimo istante prima di entrare in quel labirinto che ce l'avrebbe fatta. Che sarebbe arrivata alla fine della gara felice e vittoriosa, che una volta uscita, ad aspettarla, ci sarebbe stato Scorpius.
Lui l'avrebbe guardata con un sorriso, le avrebbe messo le mani fredde e morbide sulle spalle, le avrebbe fatto l'occhiolino e le avrebbe riservato un altro dei suoi sorrisi migliori, poi l'avrebbe tirata a sé e le avrebbe dato un bacio sulla fronte, nello stesso punto di sempre, e l'avrebbe stretta un po' prima di fondere le sue labbra con le sue in una danza che ormai conoscevano a memoria.
Poi sarebbe arrivato il turno degli altri, sua madre le avrebbe riservato una lacrima di commozione prima di stringerla forte, avrebbe provato a dirle qualcosa e poi sarebbe arrivata Sugar ad abbracciarla e le sarebbe saltata addosso tanto forte che lei sarebbe caduta a terra, sporcandosi di fango più di quanto non lo fosse già.
Sarebbero arrivati i suoi cugini ed avrebbero cominciato a vantarsi con la folla del fatto che era loro cugina, James l'avrebbe abbracciata e le avrebbe tirato un pugnetto affettuoso sulla spalla, proprio mentre Albus tirava un altro pugnetto affettuoso sull'altra. Avrebbero fatto foto insieme per ricordare quel momento e quando sarebbe tornata a casa per Natale avrebbe trovato la foto sul comodino di uno dei due.
Sarebbe arrivato suo zio, l'avrebbe abbracciata e le avrebbe detto che prima di aver visto la sua prova pensava davvero che sarebbe rimasto nella storia come il Campione con più fegato, ridendo. Ci sarebbero stati tutti, perfino la professoressa McGranitt l'avrebbe stretta a sé, anche se per poco, e forse quel formale professor Malfoy le avrebbe stretto la mano in modo quasi distaccato, regalandole poi in gran segreto un bel sorriso, perché anche lui era un po' fiero di lei, forse perché aveva usato uno degli Incantesimi che le aveva insegnato lui stesso.
Avrebbe visto Nicolas e Danica, dopo, entrambi un po' malconci ma entrambi entusiasti della riuscita della prova, e poi Nicolas l'avrebbe presa da parte e l'avrebbe rassicurata dicendole che si era solo fatto prendere dal panico prima di entrare nel labirinto e aveva detto cose senza senso, e non ci sarebbe mai stato niente detto da lui che l'avrebbe in qualche modo fatta preoccupare.
Avrebbero dato i punteggi, e tutti sarebbero stati felici anche con punteggi bassi, anche arrivando ultimi. Tanto c'erano altre due prove da affrontare con serietà ma anche serenità, ormai a conoscenza del fatto che nulla in quel labirinto avrebbe davvero potuto far loro del male.
Invece no.
No.
Questa parola riportò Rose indietro, alla realtà, a lei che non sapeva se Nicolas e Danica stessero bene, lei che aveva ucciso Scorpius, sua madre ancora imprigionata lì e lei che non aveva potuto far niente per aiutarla, perché era svenuta dallo shock. Si chiese se fosse ancora lì, sdraiata per terra, su quel pavimento di erba compatta, in attesa di essere risucchiata da una siepe e morire lì, dove si era spento Scorpius, per causa sua.
Adesso c'era davvero qualcosa che avesse senso? Qualcosa che non avesse i colori di Scorpius, i suoi occhi, la sua voce? Le mancava perfino la parte fredda di lui, la parte che non la voleva, che non riusciva ad accettarla. Le mancavano quei gesti che non ci sarebbero stati, non di nuovo. Le mancava quel maglione rosso, adesso impregnato dell'odore di morte che hanno addosso quelli che se ne vanno senza fare mai ritorno.
Le mancavano i suoi baci sulla fronte, in quel punto dove sentiva freddo, dove la pelle era più morbida, dove la pelle sentiva vuoto perché non abituata e sentirvi l'aria sopra, se non quel leggero respiro di Scorpius ogni volta che vi appoggiava le labbra. Un po' come togliere un anello dopo anni che si tiene, come una fede di matrimonio. La pelle lì sotto rimane debole, e soffre al minimo soffio di vento al contrario del resto delle mani.
Ci sarà sempre quella parte di Rose a cui farà male anche solo il vento, perché ogni volta spererà che porti con sé l'odore di Scorpius, quell'odore perso per una stupida Gara a cui non avrebbe dovuto partecipare, non avrebbe voluto.
Voleva aprire gli occhi, ma il coraggio e la forza parvero mancarle, e decise di rimanere così, ad occhi chiusi, a fissare il buio nel vuoto che sarebbe sempre stato presente nella sua vita, ora che Scorpius non c'era più, e non c'era più per causa sua.
Sentì dei passi in lontananza, e durarono talmente tanto tempo che riuscì ad ascoltarli, sempre senza aprire gli occhi, e capire che stavano risuonando su un pavimento, forse quello asettico dell'Infermieria. Erano passi lenti, calmi, e non le erano particolarmente familiari, anche se ogni tanto li aveva sentiti risuonare tra la pietra del Castello.
Si chiese chi potesse essere, chi non osasse a tal punto camminarle troppo vicino, chi facesse su e in giù sul freddo pavimento senza osare ad avvicinarsi a lei, al suo corpo che sentiva freddo, freddo dentro.
Passarono minuti interminabili, in cui i passi incerti si fecero sempre più vicini, fino a fermarsi su ciò che doveva essere una sedia, posizionata vicino a lei. Lei non dette un minimo segno di vita, non voleva che fosse quello sconosciuto a sapere che era viva, che c'era, che l'ascoltava e l'osservava, ma solo con le orecchie. In effetti, si disse, non voleva che nessuno lo sapesse, ma prima o poi avrebbe dovuto rivelarsi.
“Rose.” Quella voce si fece chiara in un istante, e una fitta allo stomaco di Rose le ricordò qualcosa di familiare ed andato, che non avrebbe sentito mai più se non nei suoi più grandi sogni, quelli che lasciano più vuoto di prima nello stomaco, quando finiscono e ci abbandonano.
“Tua.. tua madre, tuo padre, tuo zio, tutti gli altri sono.. sono ancora fuori. Immagino tu.. tu volessi vedere prima loro, ma stanno passando guai per ciò che ha fatto il labirinto. Voglio dire, è.. è stato terribile, e mi dispiace che tu abbia sofferto così.” Quella voce era grave, incerta, sembrava fare un passo e poi inciampare su se stessa, per ricominciare da capo. Come se non trovasse le parole per dire ciò che avrebbe voluto dire.
La prima cosa che Rose provò verso l'uomo seduto vicino al suo letto fu pietà, ma subito dopo un sentimento ben più grave la risvegliò, di colpo, e le fece spalancare gli occhi.
“Professore!” Gridò, “Come può sapermi dire solo questo? Come può non piangere accanto a me, oppure maledirmi? Ho ucciso suo figlio! E' tutta colpa mia!”
Rose scoppiò a piangere, era un pianto fragoroso, di chi di colpo ha deciso di liberarsi, come una nuvola che aspetta di coprire tutto il cielo e diventare nera prima di bagnare il mondo, come una nuvola che arriva allo stremo e comincia a perdere gocce d'acqua prima ancora che voglia farlo, prima che riesca a coprire tutto il mondo.
Qualcosa si fece spazio negli occhi di Malfoy, in quello sguardo che era stato troppo tempo impassibile, e che adesso era pieno di colori, emozioni nuove, che non provava da moltissimi anni, e che aveva provato di nuovo, tutte insieme, senza poterle frenare, senza volerle frenare. Spalancò gli occhi e la colpì, la colpì con la stessa sfumatura di grigio che avrebbe ritrovato negli occhi di Scorpius se lui fosse stato ancora più di un sogno.
“No!” Gridò, guardandola e sfiorandole il polso con la mano fredda, fredda quanto lo era stata quella di Scorpius, ma non per via della morte.
“Che cosa?! Sembra che non le importi niente! Mi uccida! Mi uccida adesso! E' quello che ho fatto io con suo figlio! Mi uccida!” Gridò Rose, afferrando la mano che pochi attimi prima si era posata sul suo polso e tirandola verso il suo collo come per farsi strozzare, come per voler vedere che c'era qualcuno al mondo che voleva vendicare Scorpius come lei.
“Sei una pazza!” Le gridò contro Malfoy, mentre si ritraeva con violenza dalla stretta di Rose e la guardava incredulo e triste allo stesso tempo.
Madama Pomfrey uscì dal suo ufficio e corse come la sua età le permetteva in contro a Rose e Malfoy, guardandoli strabuzzando gli occhi.
“Cosa sta succedendo qua?” Chiese.
“Non c'interrompa!” Gridò allora Malfoy.
“Come osa! Sono in questo castello da più tempo di quanto lei è su questa terra, non venga a dare ordini a me solo perché è un Professore! Io stessa ho curato molte sue ferite quindi ora non si creda superiore a me e se ne vada immediatamente!”
“La ragazza deve sapere!” Gridò Malfoy mentre veniva spinto con forza fuori dall'Infermieria.
“Cosa? Cosa devo sapere?” Gridò a sua volta Rose, che aveva smesso di capirci qualcosa e che si era stupita dalla violenza con cui avrebbe voluto essere trattata.
“Scorpius è vivo!” Gridò Malfoy, nello stesso istante in cui Madama Pomfrey sbatteva la grande porta alle sue spalle.
Rose non ci vide più.
“Mi faccia parlare! Mi faccia parlare con il Professor Malfoy!” Gridò, correndo verso Madama Pomfrey ed ignorando i dolori che cominciava a sentire lungo tutto il corpo.
“Non se ne parla!” Gridò Madama Pomfrey, spingendola verso il letto come aveva fatto poco prima con Malfoy.
Non poteva ostacolarla, non adesso.
Rose sfoderò la bacchetta e la puntò verso Madama Pomfrey prima che lei potesse reagire.
Stupeficium!”
E pochi attimi dopo era fuori, nel corridoio, alla ricerca di non uno ma due Malfoy.
“Professore! Professore!” Gridò vedendo la figura scura e chiara allo stesso tempo svoltare l'angolo del corridoio.
“Weasley! Come hai fatto a scappare?”
“Non potevo.. io.. non.. avevo bisogno di.. spiegazioni.. io.. l'ho.. ho Schiantato Madama Pomfrey!”
“Merlino, Weasley! Io.. devo.. devo andare da lei, la devo risvegliare.. tu.. tu.. Scorpius è ancora in cortile, c'è anche tua madre. Raggiungili e dì loro cos'è successo, okay?”
“Grazie, professore.”
E stava già correndo per uscire fuori dal Castello, ancora la divisa del Tremaghi addosso.
L'immagine che le si parò davanti mentre correva fuori, proprio mentre attraversava quella porta immensa che le era sembrata troppo piccola per passarci e vedere davvero Scorpius, le rimase dentro tutta la vita, come una promessa, una sfida, come il ricordo più bello di tutti.
Se mai Scorpius se ne sarebbe di nuovo andato, lei avrebbe avuto per sempre per sé quell'immagine di stupore negli occhi gonfi di lacrime, avrebbe sempre avuto per sé il momento di indecisione in cui non sapeva se correrle in contro, se camminare. Avrebbe avuto per sempre per sé Scorpius che le correva in contro, l'inizio della corsa, la fine, quando l'aveva stretta e buttata per terra, e lei non aveva avuto la forza per alzarsi e scuoterselo di dosso nemmeno quando le è piombato sopra con tutto il suo peso e lei aveva ancora i dolori per la gara appena sostenuta.
Ben presto, rendendosi conto che la stava schiacciando, Scorpius si mise di lato e stettero fronte contro fronte a guardarsi, senza riuscire a dire niente, perché quelle parole ancora li spaventavano.
“Credevo te ne fossi andato.” Disse lei, serissima, abbassando lo sguardo.
“Non sono mai entrato nel labirinto.” Disse lui, una risata amara si bloccò nella sua gola incapace di uscire.
Rose strabuzzò gli occhi.
“Cos'è successo allora?”
“Il contatto mentale fra te e me è stato compromesso, ed io sentivo delle parole dentro la mia testa, pronunciate da me.. erano tutte cattivissime ed avevo paura che la cosa che mi stava controllando potesse riuscire a parlarti così ti ho chiesto di chiudere il collegamento. Solo che dopo non hai resistito, il labirinto ha sentito ciò che dicevi ed ha cominciato a parlarti, e poi sono arrivato io.. ed io non capivo più niente, perché io ero lì, sugli spalti, non mi ero mai mosso.. E quando ho visto che la gente cominciava ad avere più paura per me che per te mi sono chiesto se i responsabili, mio padre e tua madre compresi, sapessero che io non ero lì.. Così sono sceso, e quando sono arrivato giù tu eri già stata trasportata priva di sensi in Infermeria.”
“Loro pensavano tu fossi lì, come me..”
“Lo so.”
Rose lo guardò e non riuscì a credere di averlo lì, di averlo sempre avuto lì ed essere stata troppo cieca, troppo desiderosa di averlo nel labirinto con lei che non si era accorta quando Scorpius fosse sempre strano, non solo durante i momenti in cui diceva di essere posseduto..
Ricacciò indentro una lacrima, due lacrime, tre lacrime, quattro lacrime, e quando gli occhi erano colmi delle lacrime non uscite, Rose le lasciò cadere, una ad una, mentre Scorpius la guardava e la stringeva.
“Io sono qui..”
“Lo so, Scorpius. Ma io.. io ti ho ucciso.”
“Non l'hai fatto! Hai dovuto farlo! E poi non ero io.. è tutto apposto, Rose, tutto apposto.”
“Non so se riuscirò mai a superarlo.” Disse lei, lo sguardo sempre bagnato che puntava in basso, senza il coraggio di guardare Scorpius in faccia.
“Ehi, lo supererai. Insieme a me.” Mise l'indice sul mento di Rose e lo tirò delicatamente in su, costringendola a guardarlo negli occhi. “E' una promessa.” Disse, e la baciò.
Tutto ciò che accadde dopo, Rose non riuscì mai a ricordarlo con chiarezza. Erano momenti sfocati, momenti vuoti, che ogni tanto la sua testa modificava, e da particolare a particolare le situazioni cominciavano a cambiare totalmente. Era così stordita, così assolutamente e irrimediabilmente stordita. Niente avrebbe potuto riscuoterla da quella trance in cui era caduta ripensando alla morte di Scorpius, a quanto in realtà fosse irreale.
Ad un certo punto, mentre passeggiava per il parco, ma dalla parte opposta rispetto a quella dove si era svolta la Gara, Scorpius le aveva accennato all'argomento Nicolas e cosa fosse successo, ma lei gli disse che non avrebbe capito, che era ancora troppo stordita e l'avrebbe ascoltato perlomeno l'indomani, così lui ben presto si rassegnò e stettero a farsi le coccole, a stringersi forte l'uno nell'altra per ricordare a se stessi che c'erano, che erano reali, che ce l'avrebbero fatta, che nessuno dei due era morto, e che avrebbero superato altre cose, più avanti, e avrebbero dimenticato gran parte di ciò che era stato.

 

 

Quando, l'indomani, Rose, dopo essersi alzata ed essere andata a fare colazione molto presto non incontrando nessuno che non fosse Scorpius, che già la aspettava, scoprì ciò che era successo il giorno prima nel Labirinto dove Nicolas aveva gareggiato, desiderò non aver saputo niente, non aver chiesto a Scorpius la verità.
“Il fatto è che.. ha stupito veramente, veramente tutti. Non è successo come.. come immagino sia successo a me e te, che davvero si vedeva che io ero reale.. Ma abbiamo scoperto che.. sì, insomma, Nicolas non fa il filo a te come sembra.”
Un grande macigno si staccò dal petto di Rose e lei si sentì di colpo più leggera, sebbene qualcosa dentro, molto simile ad un senso di tradimento, si stesse facendo spazio nel suo petto al posto di quel macigno.
“Ah sì?” Chiese, dopo aver scacciato dal suo petto quella nuova sgradevole sensazione, cercando di risultare il più fredda e distaccata possibile.
“Beh, sì. E adesso.. sì, insomma.. adesso sappiamo che la sua più grande paura era perdere questa persona perché voleva che lui rendesse pubblica la loro relazione.”
“Che intendi?”
“Che, in parole povere, Nicolas aveva una relazione con una ragazza, e mentre questa voleva renderla pubblica, Nicolas aveva paura ad esternarsi e raccontarla in giro, e la sua più grande paura era perdere questa ragazza perché non trovava il coraggio di dire a tutti che stavano insieme.”
“Ma perché non poteva dirlo? Qual è il problema?”
Scorpius abbassò lo sguardo, imbarazzato, come per cercare le parole più adatte per dirglielo, per spiegare a Rose cosa lo bloccasse, anche se immaginava che una volta che lei avesse saputo l'identità della ragazza avrebbe capito di colpo anche perché non voleva chi si sapesse.
Dal canto suo, Rose si scervellava, provava a pensare chi potesse essere.
Poteva essere Danica? Sì, si disse. Probabilmente era lei, ed entrambi avevano paura ad esternare la loro relazione perché sarebbe sembrato solo un gigantesco pettegolezzo ed i giornalisti ci avrebbero sicuramente marciato sopra.
Ma di colpo si ricordò di come aveva detto categoricamente a se stessa che non poteva esserci il ragazzo del cuore di Danica lì, ad Hogwarts, perché non tradiva niente che potesse farlo capire.
“Il problema è che.. non li accetterebbero.”
“Senti, io ci ho pensato, e secondo me sono comunque carini insieme.”
Scorpius strabuzzò gli occhi.
“Perché mi guardi così?” Chiese allora Rose.
“Perché.. cioè.. tu non sai di chi si tratta.. non sai chi è la ragazza..”
“Sì, ma immagino sia Danica.”
Scorpius la guardò e scoppiò a ridere, stavolta.
“No, no, non è Danica, te l'assicuro. E' una persona a te cara, e molto, molto vicina..”
Rose lo guardò senza capire, storcendo un angolo della bocca. “Non ho idea di chi possa essere.”
“Chi pensi che possa essere?”
“Te l'ho detto.”
“Ma lei non è in confidenza con te.”
“E' uguale.”
“Vuoi altri indizi?”
“Certo che sì.”
“Ha la tua età e frequenta il tuo stesso anno.”
Rose lo guardò di nuovo, ad occhi spalancati, cercando di ricordare tutti i nomi dei suoi coetanei e frequentanti del suo anno.
“Non lo so.” Rispose dopo un po'.
“E' la tua migliore amica.”
“No, ti sbagli. La mia migliore amica è Sugar!”
Scorpius tossì violentemente e la guardò dritta negli occhi, per farle capire che era proprio Sugar di cui stava parlando.
“No, Scorp, ti sarai confuso.” Disse ridendo e guardandolo.
“Rose.. io.. ti dico di no.”
“Ma andiamo, lei sta con James da così tanto tempo! Sono mesi ormai!”
“..Più di noi.” Affermò Scorpius guardando il cielo e cercandovi un'altra nuvola a forma di cuore, sorridendo dentro di sé, perché ormai cominciava davvero a passare un po' di tempo da quando lui si era deciso ad aprire il suo cuore a Rose. “Ma non è questo il punto.” Disse dopo qualche minuto di silenzio passato a contemplare con uno sguardo vacuo il paesaggio intorno a lui, l'erba, il cielo, il castello in lontananza.. ed ovviamente Rose.
“Allora qual è il punto?”
“Il punto è che davvero Nicolas stava con Sugar.”
“Ma non è possibile! Ogni indizio.. ogni cosa che Nicolas mi ha detto, ogni singola volta.. era sempre riguardante me! Si capiva da lontano un miglio che.. sì, insomma, che io gli piacevo.. anche se avevo messo in chiaro le cose, anche se lui sapeva benissimo che stavo con te! Era agitatissimo quando siamo entrati in Sala Grande per mano, come la spieghi? E Sugar.. Per Godric, come può Sugar aver mentito a James, aver mentito a me per tutto questo tempo? Non è possibile, Scorp, non può essere possibile e basta!”
“Ma se ti dico che è vero!” Sbottò Scorpius, stanco del fatto che Rose non fosse pronta ad accettare la verità nonostante lui gliela avesse posta davanti più e più volte.
“Allora spiegami! Spiegami come può essere possibile!”
“Allora, dunque.. Da quel che si è capito ieri, Sugar e Nicolas hanno cominciato a piacersi sin dalla prima volta che si sono visti, ma James era molto preso da lei, e lei, così su due piedi, ha pensato che James fosse la scelta giusta, il più affidabile, quello per cui avrebbe dovuto soffrir di meno perché non sarebbe mai stato lontano o in pericolo, e sarebbero stati bene insieme, accontentando tutti.”
“Ma..”
“Ma non ce la faceva più, così ha ricominciato a sentirsi con Nicolas, col quale aveva troncato ogni contatto appena si era fidanzata con James, e da lì ha capito che non sarebbe mai riuscita a stare con James, perché il suo cuore, perlomeno per adesso, batteva solo per Nicolas, e così sarebbe stato.” Scorpius sospirò e posò la mano su quella di Rose, che aveva smesso di guardarlo e fissava un punto lontano, molto lontano, al di là dei loro corpi e di tutto il resto. Si aspettò che lei dicesse qualcosa, ma forse lei non trovò parole adatte da dire mentre le veniva raccontato che due delle persone a cui teneva di più le avevano mentito spudoratamente.
“Il fatto era che in quello stesso periodo tu eri in crisi per me e per il Torneo, James era in crisi per te perché eri in crisi per le cose che ho detto prima, e insomma ad Hogwarts c'erano già stati troppi scandali, e anche Nicolas era molto teso, per cui hanno deciso di tenere la cosa segreta, perlomeno fino a che non si sarebbero un po' calmate le acque.
Poi, starai pensando tu, le acque si sono calmate, ed in effetti è vero. Alla fine sapevamo cosa avreste dovuto fare, certo non la data ma sapevamo che non poteva accadere tutto da un giorno all'altro, e così loro avrebbero potuto rivelarsi e Sugar avrebbe potuto lasciare James. Eppure c'era qualcosa che non andava, Nicolas aveva finto per tutto quel tempo di avere una cotta per te per non far vedere a nessuno che in realtà la cotta era tutta per Sugar, e dal canto suo, Sugar non si sentiva psicologicamente pronta per dire a James, con il quale aveva ormai condiviso così tanto, che in realtà non provava niente per lui se non un grande sentimento d'amicizia.
Così hanno deciso di rimandare, rimandare ancora, forse sperando che quella cotta passasse.. fino a che non hanno annunciato del Torneo, e nessuno dei due ha avuto più un secondo per respirare ed il labirinto ha pensato bene di fare ciò che loro due non avevano avuto il coraggio di fare, ovvero confessare al mondo della loro relazione.”
Molte cose attraversarono la mente di Rose tutte insieme, investendola, travolgendola totalmente fino allo stordimento.
Era stata presa in giro fino al ridicolo, e si rese conto di essere stata solo una delle tante vittime di quella ridicola commedia che, sapeva, aveva già causato il dolore di molte persone.
Si chiese come potesse stare James, così dolce, così ingenuo e così pronto ad amare.. si chiese quanto sarebbe riuscito ad amare dopo quest'ennesima batosta, quanto avrebbe desiderato fidarsi di qualcun altro dopo che una ragazza di cui tutti, e davvero tutti, si fidavano, non si era fatta scrupoli a prendersi gioco di lui.
Era forse uno scherzo, per Sugar e Nicolas? Davvero potevano credere di prendere in giro le persone così, di poterle deridere, di poterle muovere a loro piacimento come pedine, all'interno dei loro giochi?
Quanto ancora poteva dimostrarsi crudele il mondo, agli occhi di Rose? Quante cattiverie ancora potevano passarle sotto gli occhi e rimanere impunite mentre guardavano lei, una vittima, con sfida? Quanto cattive potevano essere le persone, quanto piacere potevano provare a distruggere il mondo?
Scorpius le accarezzò un braccio e si avvicinò a lei, lei per un attimo rabbrividì.
Si ricordò di quanto anche lui si fosse preso gioco di lei, quanto lui si fosse precedentemente compiaciuto di tutto il dolore che le aveva causato, di tutte le ferite inflitte mentre lui rideva alle sue spalle, ma abbastanza forte da farsi sentire e farle ancora più male. Forse anche lui era stato cattivo, e forse una parte di lui, in fondo, lo era ancora. Ma forse tutti abbiamo una parte cattiva in noi stessi, e tutti siamo progettati, almeno una volta nella nostra vita, a distruggere qualcuno.
Un'altra carezza di Scorpius la costrinse a voltarsi e guardarlo negli occhi.
Sguazzò in quel grigio metallico e vi si immerse, beandosi di quella gioia infinita che provava sempre e solo buttandosi in quello sguardo, anche solo per pochi secondi.
Si chiese adesso, se davvero, invece, potesse esistere il male nel mondo, come potesse il male convivere con degli occhi così.
Si chiese dove fosse il male, e mentre le braccia di Scorpius le cingevano la vita si disse che non le importava dove fosse il male, che adesso, era comunque a milioni di anni luce da lì.
Adesso le mani di Scorpius erano strette intorno alla sua vita.
“La mia vita nelle tue mani.” Sussurrò piano Rose, alzando lo sguardo e guardandolo di nuovo.
“Cosa?” Chiese lui, guardandola e sorridendo, mostrando una punta di curiosità perché voleva davvero capire cosa avesse detto.
Ripensando a ciò a cui aveva pensato prima, Rose si accorse di nuovo di quanto il tono di Scorpius fosse cambiato da prima, da quando si divertiva a farle male, a distruggerla.
Lui la baciò, delicatamente, in fronte.
A volte ciò che amiamo ci distrugge, e poi ci ricostruisce da capo.”






Nota dell'autrice: Ebbene sì signori e signori, stavolta è finita davvero, non mi avrete più tra i piedi per un po'! Ahaha! Questa volta, quest'ultima volta, la nota va in fondo, dopo la fine di tutto, perché questo è un addio (o forse no! "in fondo questo non è un vero addio.."), e volevo ringraziare tutti voi che mi avete letto, sopportato, seguito, ricordato, che mi avete recensito, mi avete un sacco fatto ridere con le vostre parole, e anche riflettere, mi avete saputo consigliare, mi avete dato idee grandiose.. in poche parole, vi adoro sul serio. E' stato bellissimo avere lettori come voi, dico sul serio. Ci sono delle cose che vorrei chiarire su questo capitolo, che in effetti non chiarisce una cippa ma è l'ultimo capitolo, perché? Perché lo decido io! Eheheh! Allora, first of all, mi sono chiesta se qualcuno potesse domandarsi davvero perché Nicolas era agitato dopo l'entrata in scena ufficialissima di Rose e Scorpius, così ve lo dico: dopo che anche loro si sono sciouati e hanno sciouato il loro amore a tutti, non ci sono più scuse! Devono farlo anche lui e Sugar! (anchesepoiovviamenteno), pooi, il Torneo è sospeso cicci, nessuno vince e nessuno perde, e soprattutto NESSUNO MUORE! (volevo farlo dire a Scorpius ma non sapevo dove infilare quella battuta e quindi nah, non l'ha detto, Rose sarà sempre ignara); poi ci sono due citazioni, "la mia vita nelle tue mani", adattata, l'ho vista in giro però e non so dirvi da cos'è tratta :/ se la googlate sicuramente trovate qualcosa però, stesso vale per "certe volte ciò che amiamo ci distrugge, e poi ci ricostruisce da capo", che penso di aver visto proprio in un collage dramione trovato somewhere on Tumblr, e... penso di aver finito, sul serio. Grazie di avermi sopportata, aver sopportato i miei problemi, le mie note lungherrime (anche se con questa ho superato me stessa!) ed ovviamente i miei termini italiani britishizzati (?). Sto pensando di TORNARE (non vi libererete così facilmente di me!) con qualche oneshot sempre su Hp e forse, e dico forse, sulla Dramione collegata a questa storia (ebbenesì u.u) che terminerà con la fine di questa, e chiarirà davvero tutto (per questo sto ancora pensando a come farla e.e) quindi, comunque sia, non è un vero addio!
Vi ho amati tutti, vi amo e vi amerò sempre!
Vostra,
Ester. <3

  
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