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Autore: Jiulia Duchannes    29/09/2013    5 recensioni
Paring: Leonetta Naxi Marcesca Fedemilla
ispirata alla Twilight saga questa ff piena di misteri e amore.
Nata si è appena trasferita a Forks con sua sorella Lena.
Lì rivede il suo amico di infanzia Leon Vergas e la sua ragazza Violetta. Conosce Francesca e Marco innamorati come pochi. E poi Maxi, che la aiuta in tutto ma che spesso si comporta in modo strano. Come tutti quelli che conosce del resto.
Ludmilla ferro è la bellissima ed inquietante reginetta della scuola con la sua banda di ragazzi decisamente troppo pallidi per essere umani.
E poi arriva il momento in cui Nata scopre che il suo migliore amico è un lupo mannaro e che l'amore che lega Violetta e Leon e Marco e Francesca è frutto di una magia, l'impinting. Arriva il momento in cui scopre che il ragazzo che le piace è un membro del branco di Leon e arriva il momento in cui scopre che Ludmilla è in realtà una vampira. Arriva il moneto in cui l'arrivo di vampiri mette in pericolo la vita della compagne dei licantropi è in pericolo. Arriva il moneto in cui nata scopre di essere legata ad uno di loro dalla stessa magia che lega tutti gli altri.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1
Mi sudano le mani per il nervosismo, l’idea di trasferirmi in un’ altra città non mi ispira molta sicurezza, non che ci siano molte sicurezze nella mia vita.

Mi chiamo Natalia Navarro ho 17 anni e sto andando a vivere in un buco di città chiamato Forks assieme a mia sorella Lena e mio padre Charlie.
I miei genitori sono separati, mia madre Clara è spagnola e io ho vissuto con lei dopo il divorzio, la spagna mi piaceva ma dovevo comunque vedere mio padre, quindi mi toccava passare l’estate nella cittadina più piovosa al mondo. Ma oggi non è un piovoso giorno d’estate a Forks, è solo settembre e io sono in macchina diretta verso quella che sarà la mia casa per i prossimi.. per i prossimi cosa? Mesi, anni o forse per l’eternità? Non oso immaginare un futuro in una città dove è impossibile distinguere inverno ed estate e dove la giornate di sole sono più uniche che rare.
Mio padre parcheggia davanti quella che sarà la mia dimora, in una città che probabilmente diverrà la mia prigione. La grande casa bianca è più grande di come la ricordavo, sarà che sono passati anni dall’ultima volta che sono venuta, per il resto mi sembra uguale.

Lena è sicuramente più entusiasta di me, bhè per lei è facile farsi degli amici per me no, io sono timida e mi vergogno di tutto quindi credo, anzi sono sicura, che passerò gli ultimi anni del liceo nella totale solitudine etichettata come la “ Sfigata asociale”.
Charlie prende le valigie dalla macchina ed entra in casa seguito da Lena, mi guardo intorno e incontro lo sguardo curioso della vicina che mi scruta dalla finestra, la ignoro ed entro in casa.
Lena è già  comodamente seduta sul divanetto verde, le chiedo di farmi posto e mi siedo accanto a lei.
-Domani comincerete la scuola- Ci grida papà dalla cucina dove sta tentando di preparare una merendina per la sua piccola Lena, neanche avesse un anno. Al suono della parola scuola Lena si mette diritta e mi fissa inquietante.
-Tu sai che significa scuola vero?- Mi chiede.
-Mmm fammi pensare.. compiti, verifiche, professori da odiare a si e ragazze pon-.pon  pronte a criticare ogni singola cosa che fai. Non vedo l’ora- le rispondo ironica sprofondando tra i cuscini del divano.
-Come sei pessimista sorellona. Scuola significa amici, ragazzi, amore, vita- Ecco, lo dovevo immagine, il chiodo fisso nella mente della mia piccola sorellina sono i ragazzi. Spiegatemi perché poi? Insomma se sono cresciuti qui, dubito che i ragazzi del posto siano un esplosione di vitalità. Secondo me saranno tutti molto noiosi, chiacchieroni e dannatamente irritabili.
-Ragazze, lavatevi, fate la merendina e poi vi devo portare a La Pusch. Il mio amico Billi vorrebbe rivedervi-Papà entra in salone con una fetta di pane con la nutella per Lena.
In meno di mezz’ora siamo di nuovo in macchina dirette verso la riserva indiana dove vive lo storico amico di papà: Billi.

L’ho visto solo una volta, da bambina, non mi ricordo assolutamente di lui ne tanto meno di suo figlio Leon, del quale Lena si ricorda stranamente tutto.  Io mi chiedo come sia possibile, insomma era addirittura più piccola di me.
Siamo arrivate a la Pusch in pochissimo tempo.
Fuori la piccola casa rossa ci aspettano un anziano sulla sedia a rotelle, che dovrebbe essere Billi, e un giovane con ipnotici occhi verdi e i capelli castani con un sorriso divino. Vi giuro che non esagero dicendo che potrebbe essere un dio greco.  Saluti, baci, abbracci e ci sediamo a tavola per la cena. In tutto questo lasso di tempo io sono rimasta muta mentre Lena continua  a blaterare ancora e ancora finchè non le dico di tacere, senza ottenere alcun risultato.
-Allora Leon verrai a scuola con noi?-Chiede Lena fissando intensamente il bel ragazzo.
-No, io studio qui nella riserva- Risponde Leon sfoderando un sorriso tanto bello che Lena rischia di svenire.
-Peccato- E’ l’unica cosa che riesce a dire la mia sorellina quindicenne in preda ad una tempesta ormonale.

Finita la cena ci tratteniamo un po’ per chiacchierare del più e del meno, naturalmente parlo solo se mi domandano qualche cosa.  Devo dire che Billi è veramente simpatico, anche se le sue battute fanno un po’ pena, mentre Leon è gentilissimo e molto cortese anche con mia sorella che non fa altro che fissarlo e parlare e di nuovo fissarlo. Se fossi stata in lui l’avrei mandata a quel paese,  poco ma sicuro.
Mentre vediamo un vecchio video di me, Leon e Lena che giochiamo sulla spiaggia di La Push quando avevamo circa 7 anni, bussano alla porta con una certa impazienza. Leon fa entrare una ragazza. E’ della riserva, almeno credo. Ha gli occhi neri e i capelli lisci dello stesso colore.
-Salve Billi- Saluta la ragazza
-Ciao Francesca- Risponde il vecchio Billi.
-Salve- Si rivolge a noi Francesca.
-Io sono Lena e lei è Nata- Ci presenta mia sorella.
-O la so..Charlie non ha fatto altro che parlare di voi queste settimane. A Buonasera Charlie- Nostro padre è alquanto famoso a Forks, essendo il capo della polizia, per ciò non mi stupisco che lo conoscano tutti.
-Leon devo dirti una cosa importante e ti vogliono vedere anche i  ragazzi… sei quel fatto che ti dicevo no?- Balbetta Francesca gesticolando nervosamente con le mani.
Leon la segue  a ruota salutandoci in fretta e chiudendo la porta con un sonoro schianto.


Pov Leon
Seguo Fran che mi conduce fino alla radura dove ci sono tutti gli altri ragazzi.
-Che succede?-Chiedo
-Vampiri, sono stranamente aumentati e molti dei nostri ragazzi si trasformano in licantropi…ma non riusciamo ad intercettare nessun vampiro. E’ questo che ci spaventa- Spiega Marco, uno dei membri migliori del mio branco. Francesca, se ve lo state chiedendo è l’imprinting di Marco. E ora scommetto che vi chiedete cosa diamine è l’imprinting. Imprinting è magia, una magia potente che ti lega inevitabilmente ad una persona. Per lei faresti qualsiasi cosa, per lei saresti qualsiasi cosa. E’ una cosa incontrollabile e più potente dell’amore perché quando hai l’imprinting non puoi vedere altro che lei e soprattutto l’imprinting è per sempre, se ce l’hai te lo tieni e la cosa bella è che ti piace anche averlo. E purtroppo anche il grande capo branco Leon Vergas ha avuto l’imprinting con una ragazza di origini argentina che vive a Forks, si chiama Violetta Castillo ed è il mio “per sempre”.

-Potrebbe darsi  che sua maestà regina zanna abbia invitato i suoi amichetti-Risponde Maxi riportandomi alla realtà. Per voi che non lo sapete sua maestà regina zanna è semplicemente la vampira più egoista, viziata e incredibilmente umana del mondo, se volete la potete anche chiamare Ludmilla Ferro.
-Se fosse così avrebbe violato il patto e potrei  finalmente staccarle la testa-Afferma Napo, il membro più gracile e idiota del gruppo.
-Nessuno stacca la testa a nessuno- Dico. Il patto che dura da anni tra i licantropi e  il clan della Ferro non potrà mai essere distrutto. Anche perché non converrebbe affatto ai succhiasangue, noi siamo più forti è poco ma sicuro. Il patto prevedo che il clan della Ferro non beva sangue umano ma animale, che non trasformi alcun essere umano in vampiro e che nessuno di loro entri nella riserva. Poche semplici regole che vanno rispettate.
 
 
 Leon
  
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