Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: SmartieMiz    29/09/2013    5 recensioni
Spoiler! 5x01
Thad sospirò, affranto. Cosa c’era dietro quel comportamento freddo e distaccato che Sebastian aveva assunto nei suoi confronti?
Non lo sapeva, e questo lo stava ferendo.

Thadastian/Niff/Klaine - Feelings ♥
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: All they need is love
Rating: giallo
Genere: commedia/sentimentale/romantico
Spoiler: 5x01


 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 


All they need is love
 

 
There's nothing you can do that can't be done.
Nothing you can sing that can't be sung.
Nothing you can say but you can learn how to play the game.
It's easy

("All You Need Is Love", The Beatles)



Era una mattina come tante altre alla Dalton Academy, senza considerare l’insofferenza di Jeff Sterling e il malessere di Thad Harwood; Jeff aveva la febbre alta ed era rannicchiato su se stesso sotto le coperte; Thad, invece, non riusciva ad alzarsi dal letto e si sentiva di vomitare.
«Sesso fin troppo sfiancante, eh? Ti sto uccidendo lentamente», fu quello il dolce buongiorno di Sebastian Smythe.
Thad lo guardò, torvo. «Piantala. Non mi sento bene», mugugnò, arcigno.
Sebastian inarcò un sopracciglio. «Che cos’hai?».
«Ho la nausea».
«Ti faccio schifo?».
«Diamine, Sebastian, mi lasceresti parlare?!», si alterò Thad, poi proseguì: «Devo aver mangiato qualcosa di strano ieri a cena. Mi sento bruciare tutto dentro…».
Sebastian si risparmiò le sue battutine sconce e si avvicinò a Thad, premendo le proprie labbra contro la sua guancia. «Assenza?», sussurrò, semplicemente: «Restiamo qui?».
Thad chiuse gli occhi, beandosi di quel lieve contatto. «Per me va bene, ma tu devi andare: hai quell’importante test di storia da recuperare».
Sebastian sbuffò, rumorosamente. «Me ne ero completamente dimenticato», fece, poi disse: «Ma comunque vado bene in storia, basteranno un battito di ciglia e ammiccamenti vari e la prof. chiuderà un occhio anche per questa volta».
Thad lo fulminò con lo sguardo. «Il tuo sex appeal non funzionerà in eterno».
«Con te sì. Sempre», Sebastian lo baciò dolcemente sulle labbra, poi si alzò di malavoglia dal letto: «Quindi mi toccherà stare da solo stamattina».
«Esattamente».
«E chi tormenterò durante le ore di lezione?».
«Sterling, no? Dargli filo da torcere ti diverte sempre», rispose Thad, divertito.
«Sterling ed io abbiamo un patto, ricordi? Ho promesso di non dargli fastidio per almeno due settimane e di smetterla di chiamarlo Barbie o di chiedergli che tintura usa».
«Allora vorrà dire che per questa volta non tormenterai proprio nessuno».
«Già. Anzi, ci sarebbe Clarington e quella rivoltante palla di pelo!».
«Mr. Puss è l’amore! Il contrario di Hunter».
«Odiosi entrambi. A dopo, beau garçon».
 
«Sto morendo».
«Non stai morendo».
«Sì, invece. Sto male».
«Jeff, dai!».
«Ho la coperta fin sotto il naso, ho un freddo cane. Avrei bisogno delle tue coccole».
«Ah, ma che dolce».
«Davvero, anche se rischierei di contagiarti. Ma aspetta… ora ci sto pensando: ma come stai facendo a parlarmi se l’altro giorno Richard ha rotto il tuo cellulare?».
«Cabina telefonica della scuola, infatti non posso stare a lungo».
«Ahm, sì, la cabina, giusto… mm… sai cosa sto pensando?», la voce di Jeff si fece improvvisamente più calda e sensuale.
«Ti fa male la tregua con Smythe, sai?».
«Davvero! Come ho fatto a non pensarci mai prima d’ora?».
«Jeff, pensa prima a guarire».
«… è un ?».
«È un smettila di parlare di cose imbarazzanti in momenti inopportuni. Piuttosto, te la sei misurata di nuovo la febbre?».
«Nick, non sono un bambino. So badare a me stesso».
«Sicuro. Non sono di certo io quello che cammina sotto la pioggia con soltanto i boxer e la canottiera addosso».
«Stavo facendo un esperimento!».
«Stavi sperimentando un modo pratico e veloce per morire?».
«Ti stai smythizzando anche tu. Stai diventando più acido di uno yogurt scaduto».
«Chi ti prepara i waffle ogni santa mattina?».
«Sì, tu, ma…».
«E la cioccolata calda in inverno?»
«Okay, tu, e con questo?».
«E con questo shh. Ti amo».
Jeff dovette sorridere, e Nick sorrise a sua volta. «Ti amo anch’io», rispose il biondo, dolcemente.
«Bene, Jeff, allora a do…», Nick s’interruppe; dei ragazzi e delle ragazze erano in fondo al corridoio della scuola. Nessuno di loro indossava il blazer, e da quando alla Dalton c’erano degli individui di sesso femminile, escludendo alcune docenti?
Nick riconobbe alcuni membri delle New Directions, e poi vide lui, l’ex Warbler, il celebre Blaine Anderson.
«Jeff, c’è Blaine!», disse Nick con stupore.
«Da quando hai le visioni?».
«Te lo posso giurare! Sta con alcuni compagni delle New Directions e con gente mai vista prima. Non so cosa ci facciano qui».
«Magari sarà venuto a salutarci?».
«E perché mai tutta questa gente vorrebbe salutare noi?».
«Siamo famosi, no? Siamo i Warblers!».
«Jeff, davvero, ti richiamerò quando ti sentirai meglio».
«Ma sto bene!».
«Non stavi morendo?».
«Fisicamente. Mentalmente sono sempre io».
«Che peccato».
«Sempre più simpatico».
«Ci amiamo anche per questo».
Jeff rise. «Ora devo proprio andare. Ci vediamo dopo, okay? Guarisci presto», lo salutò Nick.
«Grazie, Nicky, a dopo».
 
La cosa più assurda di quella giornata fu trovarsi un saltellante e canterino Blaine Anderson bisognoso di aiuto sulle note di Help insieme alle New Directions e ad altri Glee Club.
Sebastian, appoggiato pigramente al Tavolo del Consiglio, stava tranquillamente cercando informazioni per i compiti di letteratura sul suo tablet quando si ritrovò coinvolto in quell’improvvisa invasione aliena.
L’avevano sempre detto che Blaine era un tipo piuttosto eccentrico.
Sebastian, sconvolto, si affrettò a posare il tablet sulla scrivania per evitare che quel tappetto lo travolgesse e dovesse pagargli i danni.
Quando Blaine terminò di cantare, Trent, Nick, Richard e gli altri Warblers entrarono in aula canto.
«Abbiamo bisogno di una votazione ufficiale ma, nello spirito della fratellanza e per ripulire la nostra reputazione, saremmo felici di aiutarvi», iniziò Trent, rivolto a Blaine.
«Trent?», Sebastian si intromise, interrompendo il ragazzo: «Non avevamo detto che avrei parlato io?».
Trent alzò gli occhi al cielo e Nick gli diede un colpetto sulla spalla.
«Tutti favorevoli ad aiutare Blaine?», domandò Sebastian, e tutti alzarono la mano, compreso lui.
Sorrise, e Blaine lo ringraziò e lo abbracciò.
 
Quell’atteggiamento parve insolito a Nick che, non appena trovò un secondo libero, parlò con Sebastian. «Come mai hai accettato di aiutarlo?».
«Un modo per riscattarci, no? Trent ha ragione», rispose il francese.
Nick inarcò un sopracciglio. «Solo per questo, quindi? Mica c’è… dell’altro?».
Sebastian sembrò non capire. «Altro? Cosa intendi per altro?».
Nick scosse il capo. «No, niente, lascia stare. Su, andiamo a vedere cos’ha da dirci, allora».
Blaine finalmente parlò: «Bene, ragazzi, devo annunciarvi una grande notizia e ho assolutamente bisogno del vostro aiuto!».
«Parla pure, Blaine», lo incitò Trent con un piccolo sorriso.
«Io chiederò a Kurt di sposarlo!».
Il primo ad applaudire entusiasta fu Trent. «Blaine, ma è una splendida notizia!».
«Ma non vi eravate lasciati?», disse invece Sebastian, perplesso.
«Siamo tornati insieme, ora siamo ufficialmente una coppia!», rispose Blaine, felice. I suoi occhi erano illuminati e Sebastian riuscì a vedervi gioia e amore.
«Jeff avrebbe già fatto i salti di gioia per questa notizia, ma… ma non credi sia un po’ troppo presto? Insomma, Blaine, siete così giovani…», fu l’opinione di Nick.
A quelle parole, Blaine sorrise amabilmente. «Kurt… Kurt è la mia anima gemella. È la persona che amo di più al mondo. Questa scuola mi è molto cara perché ci siete voi che considero una famiglia, ed è anche il luogo in cui ho incontrato lui su quelle scale. Da quel giorno si è creato un legame, indissolubile, e io desidero ardentemente coltivare questo legame fino all’eternità. So che il matrimonio non è affatto un gioco o una cosa semplice e che è un traguardo importante e molti mi hanno detto che sono stato affrettato e che il mio gesto è anche incosciente e immaturo, ma non mi tirerò indietro. Voglio trascorrere il resto dei miei giorni con lui, su questo non ho mai avuto dubbi, e ora che c’è anche la possibilità, voglio coglierla. Kurt ed io saremo felici, ci sposeremo e, chissà, un giorno avremo anche dei bambini. E questo è quello che auguro ad ognuno di voi. Non so se avete già trovato la vostra anima gemella, ma quando accadrà lo capirete e credetemi, non c’è cosa più meravigliosa».
A quelle parole ci furono degli applausi.
Sebastian batté le mani lentamente.
Non aveva rimpianti su Blaine, in quel momento non desiderava essere Kurt. Anzi, forse poteva anche definirsi felice per loro.
Ma dopo quel discorso era confuso, incredibilmente confuso e turbato.
 
Quel pomeriggio, dopo aver parlato con Blaine e dopo aver studiato un po’, Nick entrò in stanza e vi trovò il suo ragazzo sul letto sommerso dalle coperte nella stessa identica posizione di quella mattina, con una montagna di fazzoletti sul comodino.
«Ahi ahi, vedo che stiamo peggio», disse Nick, apprensivo.
«Mi sento uno schifo», rispose Jeff, senza giri di parole: «Sto misurando di nuovo la febbre».
Nick annuì, poi si sedette accanto a lui e gli lasciò delle carezze sul braccio. «Allora? Che ci faceva Blaine?», Jeff, visibilmente curioso, cambiò argomento.
«Vuole sposare Kurt e vuole il nostro aiuto», rispose Nick.
Jeff quasi saltò dal letto. «Oddio, Kurt e Blaine si sposano! Nick, hai capito?! Si sposano, si sposano, si sposano!».
«Sì, lo so, te l’ho appena detto!».
«Ma è fantastico! Ti ricordi che appena li vidi vicini ti dissi “Oh, questi due si metteranno insieme?”. È bellissimo ricevere una notizia del genere, è come aver raggiunto un traguardo!», Jeff era visibilmente entusiasta.
«La stai prendendo troppo sul personale, nemmeno fossi tu a sposarti, eh», ridacchiò Nick.
Jeff rise, poi si bloccò improvvisamente.
Nemmeno fossi tu a sposarti, eh.
«Nick, tu cosa ne pensi? Non sei felice per loro?», indagò Jeff, ritornando serio.
Nick sospirò. «Certo che lo sono, certo. Solo che… insomma, Blaine deve ancora compiere diciotto anni, figurati! Non credi siano ancora un po’, ehm… giovani?».
«Nick, Kurt e Blaine sono anime gemelle, si completano. Non è mai troppo presto per dire al mondo intero “oh, io amo questa persona e voglio trascorrere la mia vita con lei, solo e unicamente con lei”. Non sono molte le persone ad avere il coraggio di farlo, in particolare a quest’età».
Nick rimase colpito da quelle parole. «Sei bellissimo. Quando dici queste cose, lo sei ancor di più», gli sussurrò con un sorriso gentile, accarezzandogli i capelli.
«Ho detto semplicemente quel che penso», Jeff ricambiò, e immediatamente i dolori e i disagi causati dalla febbre e dal raffreddore passarono in secondo piano. Fu come se le dolci carezze di Nick lenissero il suo malessere.
C’era Nick al suo fianco, il suo migliore amico, il suo ragazzo, la persona che amava più di ogni altra cosa al mondo, e il resto non contava.
 
«Come sta il mio piccolo pasticcino andato a male?».
Thad spalancò gli occhi. «Oddio, Sebastian, sei rivoltante. Chiudi quella bocca o te la stacco quella lingua».
«Stavo tentando di fare il sentimentale, ma a quanto pare preferisci le maniere più forti quindi sì, staccamela pure quella lingua, Harwood, se ne hai la forza».
Thad sbuffò. «Quello non è essere sentimentali, Smythe, è essere ridicoli».
«Non ti piacevano le smancerie?».
«Credo che nessun essere umano dotato di cervello che non si sente bene voglia farsi chiamare dal proprio ragazzo pasticcino andato a male», rispose Thad, sarcastico.
Sebastian si limitò a ridere, poi si avvicinò al suo letto. «Allora? Come ti senti?».
«Male, ho anche vomitato due volte».
Il francese serrò i denti. «Vuoi che vada a prenderti qualcosa in infermeria?», chiese, premuroso.
«No, grazie, non ne ho bisogno. Più tardi dovrò misurarmi la febbre, invece», disse Thad, con un sospiro.
«Comunque, è appena giunta una notizia che potrebbe risollevarti il morale».
«Gli One Direction sono in Ohio?».
Sebastian lo guardò, inorridito. «No», disse, secco: «Grazie al cielo no».
«Smettila, fanno buona musica!», protestò Thad.
«Blaine è venuto alla Dalton e ci ha chiesto aiuto per la sua proposta di matrimonio per Kurt».
Thad ci pensò un attimo prima di rispondere. «Proposta? Di matrimonio? Si sposeranno?».
«Beh, se Hummel accetterà, sì», rispose Sebastian.
Thad sorrise. «Oddio, come sono felice per loro! È una notizia meravigliosa, davvero! È una notizia belliss… oh».
Thad s’interruppe: sul volto di Sebastian non traspariva nessun sorriso, ma soltanto tanta insicurezza.
Improvvisamente Thad ebbe paura di fargli quella domanda.
«Vado a farmi un giro, non tornerò tardi», disse infine Sebastian, riportandolo alla realtà: «Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami pure, va bene?».
Thad non riuscì a dire , si limitò ad un cenno del capo. Vide Sebastian scomparire dalla sua stanza, e sentì la preoccupazione e l’angoscia avvolgergli e bruciargli le membra come fiamme ardenti.
 
Passò qualche giorno. Thad e Sebastian si parlavano poco, molto poco, o meglio, Sebastian evitava di farsi vedere da lui. Thad aveva ancora quella domanda di cui gli fremeva sapere la risposta, che ogni giorno lo consumava, che lo stava distruggendo interiormente con voracità.
C’era agitazione alla Dalton: quel pomeriggio Kurt era stato invitato lì per la grande proposta, e i Warblers avevano trascorso tutto il loro tempo disponibile a ripassare la coreografia e la canzone, capitanati da un Blaine infervorato che voleva raggiungere la perfezione.
Hunter Clarington, che era stato espulso dai Warblers e che si era salvato dal riformatorio per un pelo, seduto comodamente su una poltrona in aula-canto come ai vecchi tempi e con Mr. Puss sulle sue gambe, osservava i suoi compagni divertiti, sminuendoli con commentini acidi su quanto fossero ridicoli.
Jeff si sentiva peggio: quel giorno la febbre era salita notevolmente e aveva fatto mille storie con Nick perché anche lui voleva essere presente in quel momento così importante della vita dei suoi amici.
Thad, invece, che si sentiva leggermente meglio ma non abbastanza per poter ballare e cantare insieme ai suoi compagni, restò nella propria camera, sentendosi quasi male per non essere lì con loro dato che Kurt e Blaine non avevano alcuna colpa.
L’inno della Francia, inizio della canzone All you need is love, si sentì fin sopra nei dormitori.
Francia. Maledetto quel francese!, pensò Thad, arrabbiato.
 
Hunter camminava tranquillamente per il corridoio del piano di sopra, quello che portava ai dormitori, con le mani nelle tasche del blazer. Avvertì un’improvvisa stretta al polso e si sentì tirare all’interno di una stanza.
«Thad, ma sei cretino?!», lo ammonì Hunter, un po’ sorpreso.
«Hunter, devi farmi un piccolo favore», iniziò Thad.
«Perché mai dovrei, scusa?», chiese Hunter, altezzoso.
«Ti prego!», lo supplicò Thad: «Riguarda Sebastian».
«Thad, ma quanto la fai lunga, credevo l’avessi capito che tra me e Smythe non c’è mai stato nien…».
«No, non è questo il punto!», lo interruppe Thad: «Vorrei che lo controllassi e che gli parlassi. Stanno cantando per Kurt e, appena ne avrai l’occasione, vorrei che tu gli parlassi e…».
«Thad, non fare il paranoico. Sebastian ama soltanto te», lo fermò Hunter: «Sta’ tranquillo».
Hunter fece un cenno di saluto per poi dileguarsi.
Thad sospirò, affranto. Cosa c’era dietro quel comportamento freddo e distaccato che Sebastian aveva assunto nei suoi confronti?
Non lo sapeva, e questo lo stava ferendo.
 
«Capito, allora? Non dobbiamo farci vedere. Mamma Nick mi ha intimato minacciosamente di restare a letto», mormorò Jeff a Thad, mentre camminavano furtivamente per la Dalton.
«E ci credo, hai la febbre alta!», rispose Thad.
«Ma Thaddy, questo è un momento imperdibile! Non sei anche tu emozionato?».
«Sì… tanto».
I ragazzi si nascosero dietro un muretto: videro Kurt, vestito d’azzurro e con una camicia viola, sulle scale con Rachel Berry e altri membri delle New Directions. I Warblers facevano da sottofondo alla splendida voce di Blaine che, vestito di giallo e con uno dei suoi deliziosi papillon, non smetteva di sorridere teneramente alla sua dolce metà.
«Che palle, ci siamo persi tutta l’esibizione!», si lamentò Jeff, beccandosi un buffetto da Thad.
«Shh, sta per parlare!», lo zittì l’amico.
Thad si sporse leggermente dal muretto per sentire meglio; li vedeva, tutti belli e sorridenti, Blaine emozionato e Kurt con le lacrime agli occhi.
 
Le parole di Blaine furono toccanti, veritiere, magnifiche.
Kurt e Blaine si erano incontrati per la prima volta lì, alla Dalton, su quelle scale.
Erano destinati a ritrovarsi, sempre.
Erano destinati a trascorrere il resto della loro vita insieme, perché si amavano, perché era quello che volevano, perché era giusto così, perché era quello che desideravano più di ogni altra cosa al mondo.
Per un momento, Sebastian chiuse gli occhi, e vide se stesso al posto di Blaine e Thad al posto di Kurt.
Thad, la sua metà.
Thad, la sua anima gemella.
Thad, la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
Thad, la persona che amava più di ogni altra cosa al mondo.
Thad.
 
“Kurt Hummel… mio fantastico amico, mio unico amore… vuoi sposarmi?”.
“Sì… sì!».
 
Gli applausi, il bacio, l’anello, la gioia, l’allegria, l’amore.
Sebastian si voltò verso quel muretto, e lo vide: Thad aveva gli occhi lucidi per l’emozione, e per un momento i loro sguardi s’incrociarono.
I Glee Club avevano organizzato una festa in aula canto. Sebastian aspettò che la sala si liberasse per salire le scale e raggiungere il suo ragazzo.
«Io… io credo che mi rimetterò a letto e fingerò di dormire!», fece Jeff, poi diede un colpetto amichevole a Thad: «Avrete di sicuro qualcosa da dirvi voi due, e poi chi lo sente Nick! A dopo, amico!».
Jeff sgattaiolò via, e Sebastian si ritrovò di fronte Thad.
«Ciao», lo salutò il francese.
«Ciao».
«Come ti senti? Stai meglio?».
«Sì, abbastanza bene, grazie».
Silenzio.
«È stato bello, vero?», chiese Sebastian, quasi imbarazzato, mordendosi il labbro inferiore.
«Sì, magnifico. Kurt è davvero fortunato ad avere uno come Blaine, non trovi?».
«Thad, chiariamo una cosa».
«No, Sebastian, è tutto okay, sta’ tranquillo! Vado a farmi un gi…».
Sebastian lo fermò, bloccandolo delicatamente per il polso. «No. Ascoltami. Per favore».
Thad lo guardò, interrogativo. «Avrai di certo notato che sono stato un po’ freddo in questi giorni», iniziò Sebastian: «Non è colpa tua. Scusami».
Thad lo ascoltò, senza interromperlo. «Qualche giorno fa, Blaine aveva detto altre parole bellissime su Kurt, forse un po’ simili a queste. In pratica Nick gli aveva chiesto se non era troppo presto per pensare al matrimonio. Quel discorso mi ha lasciato un po’ perplesso, perché pensavo a te. Non ho mai avuto dubbi su di te, e questo mi ha quasi preoccupato. Non so se avete già trovato la vostra anima gemella, ma quando accadrà lo capirete e credetemi, non c’è cosa più meravigliosa. Queste sono state le parole di Blaine. Poco fa lo hai sentito anche tu, e questa volta il suo discorso non mi ha turbato, ma mi ha emozionato, e sai meglio di me che è difficile che io mi commuova. Ho immaginato noi, Thad, io e te. Mi sono allontanato da te qualche giorno per riflettere, per capire, ma non c’era niente da capire perché è da quando mi sono innamorato di te che ho capito che sei tu quello giusto e quello che un giorno vorrò sposare».
Le lacrime di Thad non erano più di amarezza, ma di gioia.
«Thad, so bene la domanda che avresti voluto farmi. Se mi piacesse ancora Blaine, pensi davvero che avrei appoggiato con così tanta facilità l’idea del matrimonio con Faccia-da-Checca? Sai che in quel caso avrei sabotato il matrimonio con gran stile, essendo un inguaribile megalomane».
Thad rise, divertito. «Hai ancora dubbi, Thad?».
«No. Sono stato stupido a dubitare di te. Sono un paranoico incurabile».
«Ti amo anche per questo».
Si scambiarono un bacio sulle labbra, assaporandosi lentamente e sentendo i loro cuori così vicini.
«Andiamo insieme in aula canto?», chiese Thad, con un sorriso.
«Certamente», rispose Sebastian, dandogli un bacio sulla guancia e tendendogli la mano: «Insieme».



Angolo Autrice

Buona serata a tutti!
Che dire... ho visto la 5x01 - bellissima - e non ho resistito a scrivere la mia versione dei fatti per quanto riguarda i Warblers :) Insomma, ho cercato di trovare un modo per giustificare anche l'assenza di Thad, Jeff e Hunter, e ci ho ricucito sopra una Thadastian/Niff :) E vabbè, abbiamo anche i Klaine che erano d'obbligo dopo tutto questo ♥
Thad, come suo solito xD, in questa OS incomincia a farsi mille paranoie e, giustamente, a preoccuparsi, ma alla fine abbiamo la spiegazione di Seb.
Come avrete notato... LA PRESENZA DELLE CABINE TELEFONICHE ALLA DALTON! xD No, davvero, quelle cabine ormai mi ispirano mille altre storie. *fugge via*
Spero vi sia piaciuta e spero di sapere cosa ne pensate!
Ringrazio anticipatamente chi leggerà, alla prossima! <3 :)
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SmartieMiz