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Autore: Gretel85    29/09/2013    14 recensioni
Ranma era furioso, non tanto per lo spavento preso e il conseguente urlo -assai poco virile- uscito dalla sua gola. No. Lui era ansioso, preoccupato e infuriato perché il maestro lo aveva sentito pensare a voce alta. E questo non andava bene. Non andava mai bene in casa Tendo, ma soprattutto, non andava bene con Happosai.
-Allora Ranma, dicevi di Akane?-
Ecco appunto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doubt thou the stars are fire;
Doubt that the sun doth move;
Doubt truth to be a liar;
But never doubt I love.”


William Shakespeare, Hamlet


 

 

 

8. Non dubitare mai.
 

-Akane, io..- Velocemente Ranma si tirò su per guardarla meglio. -È tutto il giorno che cerco di parlarti e...-
-Sì, immagino. Ti dispiace e ti scuso. Ti senti meglio così?-
-No.-

Per un attimo la sicurezza della piccola Tendo vacillò. Era arrabbiata con lui e offesa. Aveva sfogato la sua frustrazione tra rabbia e lacrime tutto il giorno. Sì ok, lui l’aveva liberata da Kuno, ma l’intera giornata era stata orribile. Lo aveva visto baciarsi con le altre; vedendola lì, rodersi per la gelosia, non aveva fatto niente per mettere un punto a quello stupido gioco, non l’aveva mai cercata per chiederle un bacio…ecco sì, questo era il punto che più le faceva male in quel momento. Tante parole si era preparata nella sua mente come discorso da fargli e ora solo -E allora?- A braccia conserte, a mo' di difesa, si accucciò seduta, immediatamente seguita da lui.

-È vero... mi dispiace. Tanto.- Quanto era difficile. Ripensò alle parole di Ryoga. -Mi dispiace di essere stato un idiota e di esserlo sempre con te, anche se non vorrei mai.-

Ora Ranko la fissava. La profondità del suo sguardo era la stessa di quello di Ranma. Per lei, loro erano e sarebbero sempre stati una persona sola, indipendentemente dall’apparenza fisica del momento. Al pensiero delle parole che lui aveva appena espresso, le si attorcigliò lo stomaco. Gli era costato moltissimo dire quelle cose e lei lo sapeva.

*Possibile che dopo tutto quello che mi hai fatto io stia ancora qui ad ascoltarti?*
-Solo questo?-

Ranma era spiazzato. *No, non è solo questo…* Non si aspettava una domanda tanto diretta quanto tagliente. Non era da lei. Aveva fatto davvero un gran pasticcio.

-No, non è solo questo, Akane.- Ammise dopo qualche secondo, sospirando profondamente.
-Io...beh, ecco... per quella storia dei baci...- Continuò guardando con improvviso interesse le tegole. -... io sapevo che con le altre non avrebbe mai funzionato.-

Se un turbine di emozioni sconvolse Akane in quel momento, lei non lo diede a vedere. Intenta com’era a sistemarsi le pieghe della gonna arancione, cercò di fermare il cuore nel petto. Nonostante l’apparenza, credeva seriamente di morire di imbarazzo o di gioia. Volle provare a risultare più dolce e accondiscendente.

-E perché non lo hai detto prima, stupido!- Senza riuscirvi, come al solito.
-Perché, perché…beh, perché…- Ormai l’imbarazzo sembrava aver preso il sopravvento su Ranko.

*Possibile che non ci arrivi?*
*Ranma, dimmelo!*

Silenzio.

Non stava andando bene.

-E soprattutto perché ti sei fatto baciare da Kodachi e Shampoo, se già sapevi che con loro non avrebbe funzionato? E il fingerti svenuto? Pensavi che non me ne accorgessi? Volevi divertirti alle mie spalle? Volevi provocarmi? Volevi provocare gli altri? Beh, allora sarai contento del risultato che hai ottenuto con Mousse e, soprattutto con Kuno! Vanne fiero! Complimenti, Ranma!-

Le ultime parole furono quasi gridate. Akane era ormai sull’orlo delle lacrime, non si conteneva più. Più parlava e più sentiva la rabbia risalirle fino alla punta dei capelli.

-Ma è possibile che tu non abbia ancora capito?- Sbottò l'altro improvvisamente. -Perché devi sempre fraintendere tutto? Ma sei stupida o cosa? Ah!Lascia perdere...-
-Si, sono proprio stupida, hai ragione! Ho sbagliato a venire sul tetto stasera; me ne vado a dormire, buonanotte, Ranma!-

-No, tu adesso mi stai a sentire!- E con un gesto inaspettato le afferrò un lembo del vestito, rischiando di farle perdere l'equilibrio. Akane rimase di sasso. Tanta rabbia e decisione nella voce di Ranma non le aveva mai sentite. Suo malgrado si ritrovò inginocchiata; gli dava le spalle.

Ancora silenzio.

-Se hai qualcosa da dire, fai in fretta, comincio ad avere sonno!-

A Ranma girò per un momento la testa; dopo una giornata come quella cominciava ad accusare le continue trasformazioni. Non gli era mai capitato di mutare il suo aspetto così tante volte in meno di ventiquattro ore. Scrutandosi come un chiromante il palmo sinistro, ora più ampio e forte, inspirò quanta più aria possibile e, cercando di imitare Ryoga nell'accurata selezione delle parole, iniziò a dire la sua.

-Se posso avere la tua attenzione cinque minuti, signorina “so tutto io”, ti spiegherò come sono andate le cose. È vero, hai ragione, ho lasciato che due delle mie spasimanti mi baciassero e ho lasciato che lo facessero davanti a te. E per questo ti chiedo scusa. Ho finto di essere svenuto, perché ero imbarazzato e, per piacere, guardami! Che sono un idiota te l'ho già detto, mi pare. Ma non volevo ferirti. E poi...quando ti ho vista tra le braccia di quell'idiota di Kuno, non ci ho visto più. Credi forse che mi abbia fatto piacere?!- Con un movimento rapido, si accostò ancora di più alle spalle della fidanzata. Quasi a volerle sussurrare all'orecchio le ultime parole.

Al diavolo Ryoga e i suoi consigli. Ranma cominciava ad alterarsi e forse, proprio per questo, a borbottare e farfugliare. Come al solito.

-Quello che volevo che tu capissi è che io non provo niente per le altre e...e che se mi sono prestato a questo stupido gioco, era perché speravo che fossi tu a...beh, si insomma, ecco... a darmi quel bacio. E poi...accidenti, Akane! Come vuoi che mi sia sentito stamattina quando ti sei rifiutata a priori?-

Non fece in tempo a continuare il suo discorso. Akane si era girata di scatto, trovandoselo a un palmo dal volto e, ovviamente, era su tutte le furie. Non era brava a trattenersi nemmeno lei. In compenso era una campionessa olimpionica quando si trattava di considerare solo ed esclusivamente le uscite più infelici del fidanzato.

-Io mi sarei infuriata a priori? A priori, Ranma? “Io speravo che fossi tu a...beh, sì insomma, ecco...a darmi quel bacio?”- Scimmiottò con successo la voce del fidanzato. -Ma ti sembra il modo di esprimersi? E, poi, perché non me lo hai chiesto con più gentilezza, idiota! Come posso pensare che tu voglia un bacio da me, se per te sono solo un maschiaccio, privo di sex appeal e...-

E si bloccò improvvisamente.

Con la coda dell'occhio aveva appena visto un piccolo meteorite brillare nel cielo, proprio dietro l'orecchio destro del giovane.

E risalendo lentamente con lo sguardo da quel piccolo punto, si ritrovò inevitabilmente occhi negli occhi con lui. Non si era accorta di quanto fossero vicini. Fu una questione di una manciata di secondi. Non la vide nemmeno arrivare la carezza di lui, inesperta quanto delicata, sulla sua guancia.

-Quanto sei scema...- Un sussurro strozzato, ma inaspettatamente dolce.

E prima che lei potesse replicare, le impedì di continuare, zittendola del tutto.

Con un bacio.

Un suo bacio, stavolta.

*E quanto sei bella...*

Un secondo bacio.

E poi? Un terzo. Ancora più lungo, desiderato.

Gli occhi completamente chiusi, perché non finisse mai.


 

E poi un Click.

*Un click?*

Click. Click. Click. A ripetizione.

*Che...diavolo?*

-Ma guarda che bei piccioncini abbiamo qui! Fate pure con comodo, ho scattato e registrato a sufficienza! *Questi ulteriori piacevolissimi sviluppi mi frutteranno un gruzzoletto ancora più cospicuo!*

-NABIKIII!-

-N-n-non è possibile!-

-Ohohoh! Amico Tendo! Non ti sembrano proprio una coppia perfetta i nostri ragazzi?- Dalle fronde dell'albero giunsero le solite e fin troppo note voci.

-Papà!!!-

-Oh quanto hai ragione, Saotome! Che bella gioventù! Fate pure con comodo ragazzi! E Ranma, mi raccomando, mi fido di te, eh? Ahahah!-

*Oddio, che vergogna...*

-Papà! Signor Saotome! Fate attenzione quando scendete, mi raccomando!- Si preoccupò la maggiore delle sorelle Tendo, mentre stendeva i famosi panni di mezzanotte. Del tutto casualmente.

-Nabiki, sei la solita volpe...non avrei mai dovuto fidarmi di te! Ora per questo bacio totalmente inutile non potrò abbracciare i tuoi zuccherini per due mesi!- Frignava il vecchio, picchiando i piccoli pugni contro il comignolo.

*Aspetta un momento.*

-Ehi vecchio maniaco! Che significa “totalmente inutile”, eh?-
-Dunque vediamo un po'... - Si riprese prontamente il maestro, tamburellandosi le dita su una guancia. -Ah sì! Beh ecco, te la farò breve, Ranmuccio caro: domani mattina ti sveglierai e sarà tutto come prima, contento? Eheheh! E comunque bravo, hai vinto il gioco, non l'avrei mai detto!- E così dicendo con sospetta noncuranza e impassibilità, cominciò ad allontanarsi saltellando.
-Ma allora, questo vuol dire che...- Akane sgranò gli occhi. Quanta perspicacia.

-...la storia dei baci era solo un gioco, sorellina.- Si affrettò a concludere Nabiki, scendendo rapidamente la scala, per mettere al sicuro se stessa, ma soprattutto la macchinetta fotografica e la videocamera.

-Maledetto di un vecchiaccio!!! Vieni subito qui che ti distruggo!- Si trovò a urlare scattando in piedi una sensuale fanciulla dai capelli rossi.

Mentre il fidanzato rincorreva il maestro per tetti, Akane rimase impietrita, ferma ancora nella posizione in cui aveva ricevuto il suo primo bacio. Va bene, forse non era il primo primo. Ma il primo, vero, con lui. Quello che contava, insomma.

Ancora non poteva crederci: tutto questo scompiglio per niente. Ma comunque era stato lui ad averla baciata e non il contrario. Il solo pensiero di questa piccola conferma le diede un ulteriore piacevole senso di stordimento. Che però durò molto, ma molto poco.

-Ehi, aspetta un secondo... chi è che hai chiamato “scema”, Ranma? Vieni subito qui!-

Fine della magia.

* * *

Alle due del mattino a casa Tendo era ormai sceso il silenzio. Tutto era tornato alla normalità. O quasi.

Alla quinta bottiglia di Saké, Soun e Genma si erano addormentati in soggiorno, felici come non mai. Già immaginavano il dojo addobbato a festa; dove festa è sinonimo di matrimonio, chiaramente.

Nabiki dormiva della grossa nel suo letto; macchinetta, video e rullini vari, al sicuro sotto al cuscino. Era un tesoro troppo prezioso per lasciarlo incustodito. Domani avrebbe pensato a sviluppare le compromettenti immagini e a scovare il modo per trarne il massimo profitto.

Happosai si era rintanato in camera sua, qualche bernoccolo e livido in più, ma anche lui aveva partecipato al festino in soggiorno e tutto sommato si era divertito molto. -Ne è valsa la pena, pivello...- Mugulò felice nel sonno, abbracciando il suo cuscino di sofisticata e accurata biancheria femminile.

Ancora sul tetto, un bel ragazzo con il codino guardava il cielo e sorrideva scioccamente, contento ed emozionato. Gli sembrava di essere Ryoga, nei suoi momenti peggiori, con quelle paresi facciali assai inquietanti. E forse l'eterno disperso, il vecchio e gli altri avevano ragione. Non era proprio bravo con le parole e anche stasera l'aveva ampiamente dimostrato. Però aveva recuperato; aveva fatto di meglio e non per questo si sentiva meno uomo. Perdendosi nei suoi pensieri si ritrovò a tirare un piccolo sospiro e, proprio in quel momento, comprese il perché la sua Akane amasse fissare le stelle tanto a lungo. *Non dubitare mai...* Si ritrovò a pensare.

Ripensandoci poi il vecchio aveva ragione. Gli aveva fatto un favore enorme. Ma domani? Cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe comportato? E Akane? Scrollò leggermente la testa, divertito; domani ci avrebbe pensato.

Sorrise ancora alla notte. Una notte calda e bellissima. Ma mai quanto lei.

E ovviamente non si riferiva al suo alter ego femminile.

Poco sotto di lui, nel suo letto, Akane si era da poco addormentata. Seppure sfinita, non era riuscita a prendere sonno immediatamente. Tanti pensieri, mille emozioni. Che giornata!

Vergogna, ira, umiliazione, lacrime.

Ma poi quel bacio. E per lei il mondo aveva smesso di girare.

Istintivamente si sfiorò le labbra, ripensando a quelle di lui; se si sforzava era certa di poterne rievocare il profumo e la consistenza. Due secondi dopo, constatò che il cuscino non sarebbe mai stato sufficiente a nascondere il volto infuocato al solo ricordo.

Nel buio, sorrise. Guardare le stelle quella sera non sarebbe stato necessario.

Non per sognare, almeno.


 

* * *

E finalmente è giunta la fatidica conclusione di questa breve e caotica avventura d'amore. Spero tanto e sinceramente di non aver disatteso le aspettative di nessuno. Era la mia primissima fan fiction ed ero sinceramente un po' (si legga “molto”) timorosa di confrontarmi con i meravigliosi personaggi della divina Takahashi. Tante visite e recensioni non me le sarei mai aspettate. Nuovamente, umilmente e di cuore, quindi, ringrazio tutti voi che mi avete seguita fino a qui. Siete stati davvero preziosi e simpaticissimi.

Baci baci e... alla prossima!

Gretel.

  
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