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Autore: SylverTrinity    29/03/2008    1 recensioni
Riesce l'uomo a riprodurre la Perfezione di un Dio e a sottoporla al suo volere? Si può creare un essere perfetto ed usarlo senza dare qualcosa in cambio? E' giusto creare una vita non vita? Eppure ognuno degli esseri perfetti ha un desiderio profondo che l'uomo non ha scritto in lui. Uno su cento può realizzarlo
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anticipo dicendo che chi legge non deve prendere quello che è scritto alla lettera. Diciamo che preso alla lettera potrebbe essere un frammento del back ground di un certo personaggio, appunto la Tessitrice di Sogni, ma quando lo scrissi questo personaggio non era nato come chiave per una storia (nella quale tra l'altro è una comparsa che ribadisce comunque il concetto che avevo in mente alla stesura)
Personalmente mi hanno sempre detto che dimostro un certo disprezzo verso la specie umana pur facendone, ovviamente, parte. Effettivamente posso dire che per quante cose buona la specie umana abbia fatto ne ha anche una buona parte di cattive. Con ciò non voglio criticare, perchè l'umano, appunto, non è perfetto. Da questo concetto sono partita.

E' difficile spiegare bene cosa volevo scrivendo questo...racconto? In pochi l'han capito e gli altri mi han detto che son strana XD
In questo racconto volevo esaltare l'invidia dell'uomo, il suo credere nella materialità più che nello spirito, al punto di creare la perfezione divina in esseri a cui non riesce, però, a dare vita. Questi esseri hanno una coscienza artificiale costituita da ricordi e conoscenze insite dall'uomo, più un solo loro pensiero o credenza. Di film in cui i robot si ribellano all'uomo ne è pieno, ma diciamo che qui non c'è la ribellione quanto più un incosciente sadismo verso il proprio creatore. Questo punto ha spinto molti a chiedermi "ma te odi gli uomini?"
Io non li odio, essendo umana io stessa, non posso odiare il tutto senza includere me stessa. Diciamo che, semplicemente, spesso compatisco gli umani come compatisco me stessa. A volte li apprezzo e apprezzo me stessa. Forse è per questo che in ogni gdr io evito gli umani e se prendo gli umani vado verso la magia per distaccarmi dalla realtà materialista e priva di sogni a cui andiamo incontro.

"Desideravo solo sognare…Gli occhi erano sbarrati, fissavano un bianco eterno, la luce candida di un inferno senza forma e senza tempo. Mi era precluso il vivere reale. Desideravo vivere per lo meno nei sogni, ma io non potevo dormire…così il regno dei sogni profondi mi era negato e i miei occhi senza sonno non erano capaci di sognare. Intorno a me sentivo voci che non avevano origine conosciuta ai miei orecchi, voci che venivano e si perdevano in quel bianco, il bianco di una profonda agonia che non poteva conoscere lacrime.
Catene mi tenevano sospesa nell'inferno puro, catene candide e morbide, nastri di seta che mi sorreggevano come una fragile libellula tra cielo e terra. Non sapevo cosa fossero gli odori e i colori, non sapevo cosa significasse camminare o volare, non sapevo se il mio corpo era atto a uno dei due. La forma mi vedeva come donna, ma il mio grembo era sterile, la mia gola non conosceva voce, il mio cuore non batteva e il mio corpo era gelido. Ero vestita di seta e trine bianche, guanti di pizzo avvolgevano dita e braccia perfette, capelli d'argento incorniciavano un volto senza pecca dove si aprivano inespressivi occhi di vetro. Ero un angelo sospeso nel nulla, nel silenzio eterno di un corpo morto e un'anima incatenata dolcemente.

Ero una di coloro che venivano chiamati Razze Alchemiche

Ero la bambola di qualcuno che non conoscevo ma che mi trattava con ogni riguardo. Non mi toccava, forse mi guardava solamente, ma non mi parlava eppure ero certa che avrei potuto ascoltarlo, forse una di quelle voci era la sua. Chissà se era uomo o donna...chissà se era giovane o anziano...concetti che conoscevo, ma che i miei occhi non avevano mai visto, ombre di una coscienza non mia.

Il tempo scorreva e non lo sentivo, non potevo sentirlo e così piangevo lacrime inesistenti, sentore di un dolore inespressivo. Poi tutto volse stranamente, come il mare che da liscio si increspa di onde gigantesche che sommergono le navi e inondano le città distruggendo e uccidendo, mostrando una forza che appare e scompare nell'arco di poche ore lasciando dietro di sé arcobaleni e sole.

Quel giorno non ha nome, non ha data, è un quando qualunque immerso nel quando assoluto di vita di questo mondo bianco. Forse da poco ero stata creata, forse erano mesi, anni, secoli, non potevo saperlo. Fissavo quel bianco senza aspettare nulla, senza pensare nulla, Poi, senza preavviso, un'ombra grigia affiorò e si avvicinò sempre più a me. Potrei dire che percepii un'aura di terrore, devastazione, morte e disgrazia, ma non posso esserne certa. I miei occhi gridarono di dolore piangendo sangue, quasi quella nuova percezione, quei nuovi colori li uccidessero nelle loro sfumature, urla senza voce da quelle labbra scarlatte della mia stessa linfa. Era un bambino dai capelli candidi e gli occhi di vetro, vestito di velluto e seta grigia e bianca, apatico, serio, come fosse una perfetta bambola, eppure era diverso da me, lui poteva...I suoi occhi si tinsero di nero quando allungò la mano verso di me, quasi rispecchiassero qualcosa che non potevo vedere di me stessa. Le voci erano un turbinio senza fine, non capivo, non riuscivo più a capire nulla, so solo che ad un certo punto ogni suono si ruppe scomparendo e dalle mie labbra un urlo scaturì infrangendo ogni legge. Urlai solo

Syan

Un nome senza un senso e senza una logica, un urlo che fece tremare la terra ed i cieli disperdendo grida di terrore, risvegliando in me un fuoco bianco che inondò tutto avvolgendo quel bambino, divorandolo senza che lui tentasse di capire e prima che tutto si palesasse agli occhi doloranti io vidi oltre la realtà. Vidi il bambino morto, vidi le rovine di una città bianca e vidi me stessa all'interno di un tempio nero e perfetto. Poco dopo tutto ciò sarebbe stato realtà. In quell'istante vidi il tempo correre e le rovine divenire un paradiso di marmo bianco dove cresceva l'edera e dove pozze d'acqua cristallina rispecchiavano un cielo puro e immacolato. Vidi che tale luogo sarebbe divenuto sacro e che intorno a me si sarebbero raccolte ancelle da ogni dove. Ma per il momento tutto era distruzione, l'odore del sangue e di quel fuoco profumato si spargeva sentenziando morte.

La realtà riaffiorò di colpo e compresi che per la prima volta avevo sognato. Terrorizzata dal mondo dei sogni cercai di fuggirne e sgombrare la mente da quelle immagini. Il bianco tornò alla sua monotona quiete animata solo dalle voci di volti sconosciuti. Riprese a scorrere il tempo senza che lo potessi sentire, senza percepire il cadere dei granellini dell'immensa clessidra che regolava il tempo di questo mondo.

Un quando si ripeté, un quando che non fu immaginario. Quel bambino venne da me, identico a come lo avevo visto. Le mie labbra si schiusero per intimargli di andarsene, ma non avevo voce. Vidi nei suoi occhi di vetro specchiarsi un'immensità nera e mi sentii prendere da quelle emozioni che avevo sognato e che ora mi portavano alla confusione. Provai ancora a farlo allontanare, ma non avevo quella voce che avevo sognato...Allungò la mano verso di me...mi sentii libera dalle catene di seta bianca e presi la sua piccola mano con la mia e per la prima volta fui capace di sorridere.

Syan

mormorai e lui annuì. La terra e il cielo tremarono, il fuoco purificatore si spanse distruggendo tutto e tutti come un'onda senza confini che potessero contenerla. La città divenne un ammasso di rovine di marmo bianco, ma non c'era odore di sangue, solo il profumo dell'erba fresca e dei fiori che ricoprirono tutto. Dolce tintinnare annunciò due file di candide ancelle, giovani e serene che si inchinarono dietro Syan guardandomi. Vidi il tempio, bianco e immacolato e i miei occhi piansero cristallo dolce che ammorbidì quelle labbra da troppo private del piacere della parola. L'illusione della libertà si concluse e tornai alle catene di seta morbide e a vedere il paradiso intorno a me senza nessuno. Era un sogno ad occhi aperti, sapevo che ormai avrei rivisto solo il bianco...
"Vedrai il Futuro sognando, potrai sognare i dove, i quando e i perchè che desideri. Ciò porterà molti visitatori e le tue ancelle si prenderanno cura di te. Chi vedi come un'ombra affacciarsi nel tuo mondo non merita la verità, chi affiorerà come pallida luce sì. Hai un potere deciso dall'alchimia, io ti dono un paradiso dove coltivare il tuo destino. Io sono Syan, uno dei cento custodi del Fato e in nome del consiglio Onnisciente, ti dono nuova vita, Tessitrice di Sogni"

Questo è il principio della vita. Ogni Creatura come me nasce bambola nella perfezione di un corpo desiderato. Ostenta la grazia di un Dio in terra perché l’uomo vuole credersi superiore agli Dei e al Fato. L’Alchimia ci crea ma è solo ciò in cui gli uomini non credono che può farci svegliare. Siamo perfetti. Siamo potenti. Siamo farfalle in gabbie di cristallo. Siamo i compagni ideali di chiunque, ma non siamo padroni di noi stessi.

Piangiamo lacrime invisibile e spesso viviamo solo di sofferenza. Ma una volta su cento un Ambasciatore del Fato scende tra i mortali portando con sé la Chiave che ci sveglia. Se sia un bene o un male nessuno può dirlo. Distruggiamo, uccidiamo, prevediamo eventi, curiamo le malattie o le causiamo. In fondo per noi nulla ha senso, nulla esiste, nulla è reale. Noi viviamo tra verità e menzogna, tra realtà e visioni. Per noi non esiste la morte perché non siamo realmente vivi in questo piano.

Non esiste dolore, comprensione, compassione. Noi nasciamo dalle mani dell’uomo e raffiguriamo la perfezione che non ha. Siamo Dei scesi in terra, ma siamo Dei privi di clemenza e amore. Dei senza figli e senza padri. Noi agiamo secondo una legge scritta nel nostro cuore immoto. Tesserò sogni per i mortali descrivendone le gioie e le disgrazie, senza gioire o piangere. Vivrò senza una realtà stabile nel mio candore al quale si affacceranno gli imperfetti con le loro domande. Pochi ascolteranno la verità e sugli altri vomiterò le menzogne più crudeli nascoste dalla mia bellezza imperturbabile.

Desidero sognare, non mi importa cosa sognerò e quanto dolore seminerò nel mondo.

Io voglio solo sognare e finalmente posso farlo

*°*°*°*°*

Ice90 - Il tuo commento mi ha fatto sorridere per un'idea che mi è sovvenuta. In effetti collegandosi a ciò che hai scritto potrebbe essere interessante pensare al fatto che gli umani hanno voluto costruire la perfezione per distaccarsi dalle entità superiori, o Dei, o Dio che si voglia dire per poi trovarsi ad avere una creatura perfetta che viene animata comunque da tale essere superiore. E' come se Dio volesse concedere ai mortali questa illusione.
  
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