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Autore: syssy5    29/09/2013    1 recensioni
Era buio dentro, il sole era oramai sceso e gli ultimi bagliori del crepuscolo non erano sufficienti a permettere di poter vedere la stanza, motivo per cui alcune candele erano state accese. Sulla lavagna erano ancora presenti le istruzioni per eseguire un Prior Incantatio, alla sua destra giaceva la gonna blu della divisa scolastica, sgualcita e abbandonata a se stessa. La Green si avvicinò all’indumento, scoprendo passo dopo passo altre cose: una camicia bianca – impossibile definire se di uomo o donna – un paio di pantaloni, due calzini spaiati. Poi li vide.
[ Questa storia si è classificata nona al contest ‘New Generation Contest’ indetto da June_ sul forum di EFP ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Prior Incantatio'
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Prior Incantatio

Rose Weasley era una studentessa al 6° anno nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Come sua madre era molto diligente e prendeva sempre il massimo in tutte le materie. Non solo, metteva tutta sé stessa in ogni cosa che faceva. Per questo non gli piaceva arrivare seconda, soprattutto se doveva cedere il primo posto a un Serpeverde.
Scorpius Malfoy era uno studente eccellente e non si sentiva mai in competizione. Qualcuno però avrebbe dovuto dirlo a quella ragazza dai capelli rossi. Gli lanciava sempre strane occhiatacce ogni volta che si incontravano nei corridoi della scuola.
Due ragazzi, uguali e diversi, con un destino in comune. Destino che si chiamava Sandra Green, Grifondoro, una ragazza che si fingeva amica della Weasley solo per rovinarle la vita. E fu proprio il giorno in cui si rivelò per quello che era a dare il via agli eventi che sconvolgerà la vita degli altri due.
— Il mio diario? — la voce di Rose era sì stupita, ma anche piuttosto arrabbiata.
— Esatto, il tuo diario. Anche volessi cercarlo non lo troveresti. L'ho nascosto, non si trova nemmeno nella torre di Grifondoro. — rispose quella.
— Cosa vuoi da me, Sandra? — disse sempre più arrabbiata.
— Una scommessa. Scommetti con me. —
— Scommettere? Non sai più cosa dici. —
— Scommetti con me — ripeté la Green — o tutti verranno a conoscenza dei tuoi più intimi segreti. —
— Lasciami in pace Sandra, so già come riprendermi ciò che è mio. Accio diario. — disse poi all'aria scuotendo la bacchetta e attese che il diario arrivasse volando da chissà dove e finisse nelle sue mani. Ma non venne nulla e Rose ne fu visibilmente dispiaciuta.
— Credi forse che mi sarei fatta fregare così? — la voce dell'altra arrivò a scuoterla dalla sua delusione riaccendendo la rabbia latente — Incantesimo Anti Appello. Solo io posso ridartelo. Ora scommetti. —
— Cosa vuoi? Giocare a gobbiglie come i ragazzi? —
— Ma per chi mi hai presa? Noi siamo ragazze, le nostre sono scommesse di seduzione. —
Eccolo l'inghippo. Più ascoltava la compagna – perché amica non si poteva più definire – più si rendeva conto di quanto le sembrasse infantile. Ma non aveva scelta, avrebbe accettato le sue condizioni, era una ragazza in fondo, anche se studiosa sapeva come conquistare un uomo.
— Bene. Chi vuoi che seduca? —
— Lo sai già chi: Scopius Malfoy. —

Quella Grifondoro era una vera serpe. Lei sapeva quanto Rose si sentisse in competizione verso il compagno Serpeverde. Come osava farle una proposta del genere. Quello che le aveva sentito dire poi era il peggio del peggio: se avesse perso il suo diario sarebbe stato recapitato proprio a Scorpius. Era un ricatto, ma non poteva fare diversamente, per questo aveva accettato la scommessa.
Per accettare la cosa cercava di pensare a questa “impresa” come fosse un qualsiasi compito scolastico e tirò fuori la sua grinta. Sì, avrebbe vinto, l'aveva promesso a se stessa. Per questo le fu del tutto normale smettere di guardarlo in cagnesco, iniziando prima a ignorarlo del tutto e proprio poco tempo prima che lui iniziasse a chiedersi il motivo della sua indifferenza, Rose iniziò a fissarlo ogni volta che ne aveva la possibilità. Tutto questo rese il Serpeverde sempre più stupito.
La giusta occasione si creò nel periodo natalizio. Doveva rimanere a scuola perché i suoi genitori avevano deciso di fare un viaggio in compagnia dei suoi zii; il che voleva dire che anche suo fratello e i suoi cugini erano a scuola, ma in ambito scolastico frequentavano compagnie diverse. Scorpius invece era rimasto per aiutare l'insegnante di Pozioni, a cui serviva un assistente, nella preparazione di un preparato piuttosto difficile. Era l'unico Serpeverde, il che rendeva le cose per Rose più facili del previsto.
Era un freddo pomeriggio e tutti gli studenti rimasti a Hogwarts giravano per il castello senza la minima di voglia di uscire all'aperto. Contemporaneamente l’edificio era stato riscaldato all'inverosimile così che all'interno sembrava quasi fin troppo caldo.
Rose stava uscendo dalla biblioteca quando vide un ciuffo di capelli biondi svoltare l'angolo. Incuriosita prese quella direzione. Il ragazzo scese ai piani inferiori, snobbò la Sala Grande dove si trovavano la maggior parte degli studenti e si diresse versi i sotterrai, verso la sua Sala Comune.
E così aveva visto giusto, Scorpius gli era passato davanti. Non voleva farsi sfuggire quell'occasione così prese una scorciatoia per arrivare prima di lui. Poi attese, appoggiata al muro a due passi dall'ingresso della Casa dei Serpeverde.
— Salve Malfoy. — lo salutò non appena svoltò l’angolo.
— Weasley? — chiese lui stupito.
— Proprio io. E’ strano, non trovi? Tu e io qui, ora. E senza – scusa l’affermazione – quell’oca della tua ragazza. —
— Strano dici? — disse avvicinandosi all’ingresso cercando di ignorarla. Lei per tutta risposta si mise proprio sul suo cammino per intralciare i suoi propositi col suo stesso corpo.
— Sì, è strano che lei ti abbia lasciato solo al castello per andarsene chissà dove a festeggiare il Natale. Non sa che il suo ragazzo può essere facile preda di quegli avvoltoi in gonnella che a casa non sono tornati? — continuò Rose.
— E tu saresti uno di questi avvoltoi, per caso? —
— No, io sono una donna. — la distanza tra loro si era oramai annullata e lei colse l’occasione per premere il suo corpo su quello dell’altro a conferma delle proprie parole.
— Weasley, ti senti bene? —
— Mai stata meglio. — gli rispose cercando di annullare anche la distanza tra le loro labbra, ma Scorpius la prese per le spalle e la allontanò da sé.
— Credo che tu debba tornare nella tua Sala Comune, non credo ti senta molto bene in questo momento. —
— Vuoi dire che non mi vuoi? — chiese lei mortificata.
— Non sei questa persona Rose, torna in te. —
Solo in quel momento la ragazza si rese conto di quello che stava accadendo e si riscosse.
— Ma... cosa sto facendo? Io... scusami. —
Mosse qualche passo indietro spaventata da se stessa e mentre le prime lacrime iniziavano a scendere sul suo volto, corse via. Rose Weasley aveva perso la scommessa.
L’umiliazione le aveva fatto dimenticare la strada per la propria Sala Comune, così si era infilata nella prima aula che aveva trovato dopo aver corso a lungo senza meta. Ma cosa le era preso, aveva quasi baciato Scorpius Malfoy. Meglio ancora: voleva baciare Scorpius Malfoy.
Si era accucciata in un angolino a piangere in silenzio; lì, in quel posto, si sentiva al sicuro. Ma Scorpius l’aveva seguita e non ci mise molto a trovarla.
In un’aula – che poi si rivelò essere quella di Incantesimi – da dietro la lavagna, si sentivano provenire dei singhiozzi mal celati. Il ragazzo si avvicinò cauto.
— Rose? — chiese. Era strano sentirgli pronunciare quel nome, sulle sue labbra assumeva un significato diverso. Era come se la sua voce riuscisse a riprodurre la morbidezza di setosi petali e il vellutato profumo di rose scarlatte.
— Lo so che sei qui. E’ solo in un’aula che ti senti al sicuro. — continuò lui sempre avanzando.
Nessuna risposta.
— Non ce l’ho con te, voglio solo parlarti. —
— Sì, ma sono io che ce l’ho con me stessa. — la sua flebile voce giunse lontana.
Il ragazzo l’aveva finalmente raggiunta. Se ne stava lì, seduta con le spalle alla porta, ad abbracciare le proprie gambe.
— Non devi. —
— Quella non ero io, io non sono una ragazza facile. —
— Lo so. — le disse.
— Non so cosa mi sia preso, tu sei il mio rivale a scuola. —
— Qui ti sbagli, invece. Io non mi sono mai sentito in competizione con te, non capisco perché tu ce l’abbia tanto con me. —
A quelle parole Rose alzò gli occhi per guardare il suo volto. Era sincero. Cercò allora di ripercorrere gli anni passati, cercare di capire da dove era nata quella vocina che le ripeteva che doveva sempre fare tutto meglio di lui, poi realizzò: nessuno le aveva imposto quella rivalità, se l’era creata da sola.
— Io... —
— So che vuoi essere la migliore, ma non devi sentirti messa in secondo piano se ci sono io. Ora asciuga quelle lacrime Rose Weasley, sei bella quando sorridi. — le porse un fazzoletto e una mano per aiutarla a tirarsi su. Lei accettò volentieri, ma una volta in piedi lui non la lasciò andare. Si chinò su di lei e la baciò.
— Ma... perché? — gli chiese.
— Era quello che volevi, no? —
Lo volevo? si chiese. E mentre cercava di darsi una risposta, il suo corpo agì per volontà propria: gli si gettò al collo per baciarlo nuovamente. Sì, lo volevo. le rispose quella stessa vocina che una volta le avrebbe detto “devi fare questa trasfigurazione meglio di Scorpius” oppure “devi scrivere più rotoli di quel bellimbusto Serpeverde”. Non si accorse di quanto tempo passò, le sembrarono pochi istanti, ma il sole che prima illuminava la stanza stava scendendo oltre l’orizzonte e una luce rossa faceva capolino dalle finestre.
— Ma cosa stiamo facendo, Malfoy? Siamo a scuola, tu hai una ragazza. —
— Occhio non vede, cuore non duole, Weasley. — disse lui.
— E se ci scoprono i professori? —
— Non succederà nulla, stai tranquilla Rose. —

Ci stava mettendo troppo tempo e Sandra Green non era una tipa paziente. Le sarebbe piaciuto andare da lei e dirle che il tempo era scaduto, ma non le pareva giusto: le avrebbe concesso solo fino alla ripresa delle lezioni. E a questo proposito si chiese dove fosse finita la sua compagna di Casa, in Sala Comune non c’era così come in Sala Grande. Non aveva voglia di cercare all’esterno, così iniziò dentro il castello, iniziando dalla Biblioteca. La trovò dopo aver perlustrato diverse aule scelte a caso.
Era buio dentro, il sole era oramai sceso e gli ultimi bagliori del crepuscolo non erano sufficienti a permettere di poter vedere la stanza, motivo per cui alcune candele erano state accese. Sulla lavagna erano ancora presenti le istruzioni per eseguire un Prior Incantatio, alla sua destra giaceva la gonna blu della divisa scolastica, sgualcita e abbandonata a se stessa. La Green si avvicinò all’indumento, scoprendo passo dopo passo altre cose: una camicia bianca – impossibile definire se di uomo o donna – un paio di pantaloni, due calzini spaiati. Poi li vide.
Distesi su un mucchio di coperte arrivate lì chissà come, Rose e Scorpius continuavano a fissarsi negli occhi, entrambi felici ed entrambi nudi. A fare da contorno gli ultimi indumenti, compresi la biancheria intima.
— Ma... ma... — disse lei, ma i due non si accorsero della sua presenza. — Ma cosa sta succedendo qui? — riuscì infine a dire Sandra. A quel suono gli altri si riscossero e si voltarono verso la sua direzione. Rose arrossì. Ci pensò Scorpius a rispondere.
— Tu cosa credi, Green? —
— Ma tu... lei... tu hai una ragazza Scorpius. —
— Chi Amelia? A dire il vero ci siamo lasciati prima che lei tornasse dai suoi per Natale. Non poteva funzionare tra noi. —
— Ma allora... quello che mi hai detto è... —
— Io non ti voglio Sandra, è meglio se mi lasci perdere. —
Rose aveva assistito allo scambio di battute voltando il viso ora dall’una, ora dall’altra parte come una partita a ping pong. Non era riuscita a capire il loro discorso, ma in fondo sapeva che non erano affari suoi, così si era limitata a starsene zitta e aspettare che i due si chiarissero.
— Vi odio, tutti e due. — poi sfoderò la bacchetta. Scorpius attese, mentre Rose corse a recuperare la sua; invece l’altra fece un breve gesto sopra la propria mano e un piccolo libricino con su scritto “Di proprietà di Rose Weasley” apparve tra le sue mani.
— Riprenditi il tuo stupido diario. — urlò scagliandoglielo addosso. Poi corse via.
La ragazza riprese ciò che era suo, poi si rivolse all’altro.
— Di cosa stava parlando Sandra? —
— Nulla, ha solo detto di voler stare con me, ma al tempo ero ancora fidanzato. — rispose lui, prima di voltarsi e mettersi seduto di fronte a lei.
— E poi le ho detto che se mi fossi messo con qualcun’altra quella saresti stata tu. —
Le ultime parole furono illuminanti. In quel momento Rose capì il motivo del ricatto di Sandra: voleva separarli facendo leva sulla competizione che lei provava nei confronti del Serpeverde, senza sapere che invece li aveva fatti avvicinare.
— Ti amo, Rose Weasley. — fu le ultime parole che gli sentì dire prima che appoggiasse nuovamente le labbra sulle sue.
Rose Weasley aveva perso la scommessa. Rose Weasley aveva vinto qualcosa di più importante.



Perchè pubblicare oggi una storia di due anni fa? Primo perchè dovevo farlo e non l'ho mai fatto, secondo perchè avevo bisogno di postare la seconda versione che non avrebbe avuto senso senza la prima (e onestamente io preferisco questa, anche se la storia è mediocre come la maggior parte che ho scritto due anni fa).
Questa storia fu scritta per il ‘Rose/Scorpius Clichè Contest’ indetto da _Mademoiselle, annullato perchè abbiamo consegnato solo in due (in cui dovevo scrivere di una scommessa di seduzione, della gonna blu della divisa scolastica e usare il proverbio "Occhio non vede cuor non duole"), ha così partecipato al ‘New Generation Contest’ indetto da June_ dove si è classificata nona.
Domani metto su la nuova versione, se vi va di scrivermi un commento ve ne sono molto grata. ^_^
syssy5




Grammatica e lessico: 13,90/15.
Allora, alla tua storia mancavano undici virgole (-1,10) e un piccolo errore di distrazione, cioè “Scopius” anziché “Scorpius”.

Stile e forma: 15/15.
Uno stile semplice, vocaboli non molto ricercati, storia non troppo lunga… Beh, direi che va bene. Non avendo usato parolone complicate, rendi la lettura della tua storia molto più piacevole, e la cosa può solo contribuire a una, chiamiamola così, buona impressione.

Caratterizzazione: 14,50/15.
La caratterizzazione è buona, l’unica cosa che mi ha perplesso un secondo è stato il repentino cambiamento di Rose. Cioè, lei sapeva che cosa doveva fare, ma allora perché si ‘riscuote’ quando Scorpius la prendere per le spalle? Anche Scorpius, comunque, è trattato bene, ma c’era qualcosa in lui che non mi convinceva fino in fondo…

Originalità: 13,50/15.
Ahia. Le scommesse sono ‘mezzi’ molto usati nel fandom di Harry Potter, forse anche troppo. Diciamo che è una cosa che dopo un po’ può anche dar noia, anche se nel mio caso non è stato del tutto così, anzi, quasi per niente.

Gradimento personale: 14,50/15.
Sei brava a scrivere, ma, sebbene io sia una RoseScorpius convinta, la tua storia non mi ha preso. Forse è che ho letto troppe storie che trattano di scommesse o cose del genere, o forse qualcos’altro che ancora non ho ben identificato. Fatto sta, che la tua storia mi è, sì, piaciuta, ma non mi è ‘entrata dentro’, per così dire. C’era qualcosa che mi lasciava comunque ... perplessa.

Totale: 71,40/75.
   
 
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