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Autore: Sehlene    30/09/2013    3 recensioni
A pensarci bene tutti gli innamoramenti sono dei clichè.
Ti innamori del cattivo ragazzo.
Ti innamori del tuo migliore amico.
Ti innamori di quello che ti odia.
È tutto già visto. E tutti i miei innamoramenti sono dei banalissimi clichè.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'Dolci deliri'
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Clichè
 
 
 
A pensarci bene tutti gli innamoramenti sono dei clichè.
Ti innamori del cattivo ragazzo.
Ti innamori del tuo migliore amico.
Ti innamori di quello che ti odia.
È tutto già visto. E tutti i miei innamoramenti sono dei banalissimi clichè. Innamorata dapprima del mio miglior amico, poi del cattivo ragazzo e, per ultimo, ancora persistente, del ragazzo che mi odia.
Tutti e tre impegnati.
Altro clichè.
E forse mi sono innamorata del clichè, del poter cambiare la situazione.
Il punto è che quando ti innamori nessuno ti consiglia quale sia la persona più adatta a te, nessuno ti dice che è meglio lasciar perdere, il punto è che l’amore non bussa al tuo cuore, non ti chiede permesso. Arriva e irrompe dentro di te e basta.
E in meno di un secondo ti accorgi di essere fottuta.
Ricaduta nel più squallido dei clichè.
Ma se credi che i clichè si adempiano appieno, ti sbagli. Dal suo punto di vista non c’è nessun interesse. Lui ti odia e basta. A lui servi solo per farti scordare la ex. Lui ti vuole solo per un’amicizia, per non rovinare il rapporto.
E fanculo a chi ha inventato questi fottuti clichè.
Perchè non posso avere un lieto fine e basta?
Nel bel mezzo dei miei sedici anni sono ancora qua, ferma ad aspettare qualcuno.
E sinceramente non spero più.
E lo so che ho ancora tutta la vita davanti, ho esperienze da fare e tutte queste scusanti.
Ma se non sei bella in viso, se non hai un bel culo, delle gambe lunghe e dritte o una quarta di seno non ti nota nessuno.
E cazzo,  io sono nata con un viso che sembra da cavallo, un culo inesistente, delle gambe normali e (forse unica cosa positiva) una terza.
E a volte sei (o ti sembra) di essere invisibile.
La ragazza brutta.
Clichè.
Invisibile.
Clichè.
Peccato che non si trasformi in una stra figa che vogliono tutti.
Fottutissimo clichè a metà.
Nell’arco dei miei sedici anni ho versato lacrime inutili, mi sono interessata alle persone sbagliate, ho fatto di me una persona acida e stronza.
Peccato che non sono quell’acida e stronza stra figa che fa battere il cuore a tutti.
Sono quella acida e stronza che è acida e stronza.
Punto.
E con la mia stronzaggine non mi becco cuori infranti ma solo insulti e inimicamenti.
La stronza, però, vorrebbe amarti con tutto il suo cuore.
La stronza vorrebbe stringerti fra le sue braccia e non lasciarti più andare.
La stronza ti vorrebbe per sempre.
Anche solo per litigare.
Dio, quanto sono patetica.
Sono una di quelle ragazze allergiche al romanticismo. Rabbrividisco solo a pensare ai ragazzi che chiamano le proprie ragazze: cucciola, vita ma, piccola.
Per favore, evitate. Mi sale il diabete solo a pensarci.
E comunque ti odio anche io.
Ti odio perchè odio che tu mi odi e perchè ogni volta che mi odi mi innamoro sempre più di te.
Ti odio perhè mi piaci.
Ti odio perchè mi prendi in giro.
Ti odio e basta, le spiegazioni sono troppe.
Ma saremmo al massimo del clichè se anche tu fossi innamorato di me.
E non lo sei. E lo so di per certo.
Quello che non so, è come farti innamorare di me.
Non tanto perchè mi odi e ti sto antipatica, quanto perchè non so che mostrarti di buono in me.
Non so che cosa potrei avere in più della tua ragazza.
Io saprei amarti ma anche lei lo sa fare, presumo.
Io saprei farti ridere.
Ehm no, non sono mai riuscita a farlo.
Io saprei darti tutta me stessa.
Ecco, questo sono brava a farlo.
Ma lei è migliore.
Credo.
Io non sono la migliore, ma potrei diventare la migliore per te, te lo assicuro.
E perchè io e te (o almeno tu per me) siamo legati fin da prima che ci conoscessimo.
Perchè quando per la prima volta sentii il tuo nome, pensai a te come mio ragazzo.
Che clichè.
E il primo giorno che ti vidi non pensai a quanto mi avresti cambiato la vita.
Perchè sei tu. Sei sempre stato tu.
Anche quando mi piacevano gli altri ragazzi tu mi facevi salire mille dubbi.
Perchè quando litigavi con me, mi illudevo di interessarti.
Perchè mi illudevo che ti importasse qualcosa di me.
Perchè credevo che volessi la mia attenzione.
Ma ora, è cambiato tutto.
O meglio, è cambiata la situazione, noi no.
Noi siamo sempre gli stessi: litighiamo, ci insultiamo, ci (mi) odiamo (odi).
La situazione, però, è diversa.
Tu sei impegnato, io ho fatto chiarezza sui miei sentimenti.
E ora ho la certezza che di me non te ne è mai fottuto niente.
E mi odio perchè mi sono innamorata della persona sbagliata. Un’altra volta.
Maledetto clichè, fanculo.
Perchè tutte le volte in cui i nostri occhi si incontrano penso a cosa tu stai pensando.
Perchè io mi sciolgo e mi sento piccola, quando li vedo.
Tu come ti senti?
E a pensare a quanto siamo simili mi viene da sorridere.
E questo non è un clichè, perchè, come da clichè, gli opposti si attraggono.
Ma noi siamo uguali. Noi siamo le pecore nere, gli antipatici, i rompiballe.
E la gente simile non si sopporta.
Noi siamo quelli che amano fare gli idioti per essere al centro dell’attenzione.
Noi siamo un clichè a metà. O forse più a tre quarti, direi.
Ci odiamo.
Mi odi.
Ti odio.
Mi piaci, in realtà.
E fin qua tutto okay.
Peccato che manchino tre punti fondamentali.
Io ti piaccio.
Stiamo insieme.
E viviamo felici e contenti con un gattino adorabile.
 
E mentre scrivo, ti avvicini.
E penso a come vorrei che mi parlassi e che non mi ignorassi. E vorrei che mi amassi, almeno un pochino.
‘Che cosa stai scrivendo?’
E mi prendi il quaderno.
Scoprirai tutto.
Clichè.
 

 
   
 
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