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Autore: piperina    30/09/2013    5 recensioni
«Amici miei, di certo vi starete chiedendo il motivo di questo invito» disse Klaus, apparentemente felice come non mai di avere ospiti a cena e non per cena.
«Spara la proposta.»
Klaus continuò a sogghignare, forse divertito da ciò che stava per dire.
«Un legame.»
Stefan corrugò la fronte.
«Un legame magico, intendo. Certo, se lei avesse un fidanzato umano opterei per la procreazione adolescenziale, ma purtroppo non ho fortuna neanche con questa strada, quindi creerò un legame magico tra me ed Elena.»

Klaus/Katherine; Damon/Elena; Caroline/Tyler - Stefan, Bonnie, Matt, Elijah, Rebekah.
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Katherine Pierce, Klaus, Originari, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler, Damon/Elena
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Vampire Stories'
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Salve a tutti!

Dunque, eccoci qui alle prese con una long fiction. Per esigenze di trama ho evitato di mettere in mezzo Esther e Mikael, non sarei riuscita a gestire le cose come volevo.
La cena di questo primo capitolo sostituisce quella della 3x13 con Klaus, Elijah, Stefan e Damon, leggendo vedrete chi partecipa e chi no e la questione di cui si parlerà. Affronterò comunque i problemi e le storie degli altri personaggi e coppie, ma la nota di interesse l’avranno Klaus&Katherine e Damon&Elena.
Jeremy è a Denver e Rick in giro a fare altro (lo adoro, ma non sono riuscita a inserirlo nella storia dandogli lo spazio che merita, quindi ho preferito non inserirlo affatto che farlo male).
Non volevo modificare troppo le condizioni di base della storia, ma non potevo fare altrimenti o non sarei riuscita a far quadrare tutto quanto e sarebbe risultato troppo uguale al telefilm.

Una dedica speciale a Venenum, perché sì, e un saluto a Rebekah, che mi ha incoraggiata.

 

Buona lettura!


 

 

*Act I*

Guess who?

 

 

 

 

 

Elena sentì bussare alla porta di casa. Si chiese perché a Mystic Falls, nonostante l’avanzamento della tecnologia, la gente non riuscisse a usare il campanello e preferisse distruggersi le mani colpendo le porte, rischiando inoltre di non essere uditi.

Aprì e lasciò entrare i suoi ospiti. «L’avete ricevuta anche voi» constatò, notando che entrambi avevano una busta in mano.

Sventolò la sua in aria e la posò sul tavolo della cucina, poi si sedette e si passò le mani tra i capelli.

«Cosa vorrà?»

«Una donazione?» suggerì Damon, appoggiandosi al tavolo con i fianchi.

«Un accordo, forse» propose Stefan, ignorando il fratello e sedendosi di fronte alla ragazza.

Quella mattina avevano tutti e tre ricevuto un invito a cena nella villa di Klaus per la sera successiva. Appena letto il messaggio, Elena aveva chiamato Stefan e Damon, che si erano precipitati a casa sua, ma quando avevano aperto la porta di casa… ecco in bella vista sul tappeto d’ingresso due buste indirizzate a loro.

Klaus era stato a dir poco telegrafico, non aveva specificato nulla se non il giorno e l’ora.

«Lo credo anch’io» annuì Elena, d’accordo con Stefan. «Ma non capisco di che accordo possa trattarsi.»

«Te lo diremo domani sera quando torneremo dalla cena.»

Damon si sentì un tantino osservato.

«Che c’è?» alzò le braccia al cielo, in una posa teatrale. «Non vorrai davvero portarla nella tana dell’ibrido?» indicò la ragazza con un dito.

«Ha ricevuto un invito» rispose Stefan con voce pacata, «deve decidere lei.»

Al solito, i fratelli Salvatore non erano mai d’accordo sul da farsi: ogni volta che Elena veniva coinvolta in feste e inviti potenzialmente pericolosi, Stefan alzava bandiera bianca, mentre Damon si batteva per evitare che lei uscisse di casa.

Una doppelganger circondata da vampiri, streghe, licantropi e ibridi desiderosi del suo sangue era in pericoloso a prescindere, non era proprio il caso di farle accettare l’invito di Klaus. Al contrario, per quanto fosse preoccupato e pronto ad agire in caso di bisogno, Stefan non voleva imporle nulla.

Entrambi sapevano che lei avrebbe comunque fatto di testa sua, ma non potevano evitare di discutere a riguardo.

«Ehi!» li interruppe Elena agitando un braccio per aria. «Ci sono anch’io. Damon, so che ti preoccupi per me, ma non puoi decidere al posto mio.»

Lui la fissò con l’espressione di chi meditava di sedarla e legarla alle fondamenta della casa. «Scommettiamo?»

 

 

 ***

 

 

«Buon appetito.»

«Non posso credere che siamo davvero qui» sussurrò Damon, seduto alla destra di Elena, prima di spostarsi di lato per permettere ad una ragazza poco vestita di posare il suo piatto sul tavolo.

Un giorno intero di insistenze non aveva portato a nulla: Elena aveva deciso di accettare l’invito di Klaus, affermando di sentirsi sicura ad avere i suoi due vampiri preferiti a farle da guardia del corpo.

Il maggiore dei Salvatore aveva scalpitato ancora un po’ quel pomeriggio, mentre Stefan sembrava essersi rassegnato in partenza all’ovvia scelta che aveva poi fatto la sua ragazza. Probabilmente era stato più furbo del fratello, immaginando che lei non si sarebbe fatta mettere in una bolla di cristallo, aveva preventivamente accettato la cosa.

«Amici miei, di certo vi starete chiedendo il motivo di questo invito» disse Klaus, apparentemente felice come non mai di avere ospiti a cena e non per cena.

«E vuoi dircelo ora?» rispose Damon. «Siamo solo alla prima portata, io aspetterei caffè e ammazzacaffè.»

«Sempre spiritoso» si limitò a commentare l’ibrido, sogghignando.

Elena, seduta tra Stefan e Damon, non sapeva cosa dire. Non era insolito che Klaus organizzasse feste in grande o cene intime con tanto di signorine più nude che vestite, logicamente soggiogate fino al midollo, ma lei non era mai stata invitata ad uno di questi incontri.

Di solito facevano tutto Stefan e Damon, in stile “cose tra uomini”, un po’ perché Klaus finora aveva invitato solo loro, un po’ perché nessuno dei due voleva metterla ulteriormente in pericolo.

Nessuno, però, sembrava aver fatto caso alla sedia vuota accanto all’ibrido. La tavola era grande, c’era posto per una decina di persone, ma quello era chiaramente riservato a qualcuno. Chi? Non poteva fare  meno di chiedersi lei.

«Elena, love, gradirei che partecipassi alla conversazione.»

La voce di Klaus la scosse dai suoi pensieri.

«Mi chiedevo…» in realtà si stava chiedendo se fosse una buona idea porre quella domanda «…a chi è riservata quella sedia vuota? Un ospite ritardatario?»

Klaus sorrise e le famose fossette-killer si formarono sulle sue guance. «Nessun ritardatario, non li apprezzo particolarmente» si sporse in avanti sul tavolo e posò il mento sulle mani incrociate. «Il nostro ospite speciale arriverà per il dolce.»

I fratelli Salvatore si scambiarono uno sguardo interrogativo. Gli invitati erano tutti lì, più il padrone di casa e le cameriere della serata. Chi doveva ancora arrivare?

Elijah? No, lui era partito pochi giorni prima per andare a fare qualcosa di misterioso per conto del fratello.

Rebekah? Non si sarebbe mai persa un’intera cena per stuzzicare Elena sul suo rapporto con Stefan e al contempo litigare con Klaus e flirtare con Damon.

Nessuno dei loro amici aveva ricevuto un invito, se così fosse stato loro tre l’avrebbero saputo subito.

Venne servito anche il secondo, consumato e portati via i piatti.

«Allora, ci spieghi come mai hai voluto questa rimpatriata? Ti mancavamo, forse?»

«Vedi, Damon, dato che con te e il caro Stefan è alquanto difficile trattare circa il futuro della dolce Elena, ho deciso di parlarne direttamente a tutti e tre. Lei ha diritto di dire la sua, in fin dei conti.»

«Klaus, smettila di girarci intorno. Dicci cosa vuoi.» Pragmatico Stefan, quando si trattava di Elena e di discutere sul da farsi con lei – il suo sangue più che altro – e l’intenzione di Klaus di creare ibridi, non aveva nessuna voglia di sentire inutili giri di parole.

«Dunque, sappiamo tutti che non ho intenzione di lasciar perdere la creazione di altri ibridi» iniziò a spiegare Klaus. «E sappiamo tutti che, volente o nolente, avrò il sangue della mia doppelganger per farlo.»

«Non sono tua neanche nelle doppie punte che non ho» sparò Elena senza controllarsi.

«Oh, qualcuna ce l’hai, dovresti fare qualcosa in proposito» la stuzzicò l’ibrido indicandola con la forchetta. «La soluzione più semplice sarebbe quella di lasciare Elena con me. Nessun dramma, nessun pianto, dovrebbe solo fare qualche donazione quando necessario e magari viaggiare con me ogni tanto.»

«Non è un’opzione» sbottò Damon. «Spara la proposta.»

Klaus continuò a sogghignare, forse divertito da ciò che stava per dire.

«Un legame.»

Stefan corrugò la fronte.

«Un legame magico, intendo. Certo, se lei avesse un fidanzato umano opterei per la procreazione adolescenziale, ma purtroppo non ho fortuna neanche con questa strada, quindi creerò un legame magico tra me ed Elena.»

«Tu sei completamente fuori» Damon fu il primo a parlare dopo un breve attimo di silenzio. «Credi davvero che te lo lasceremo fare? E poi a cosa ti serve un legame magico con lei quando hai bisogno del sangue?»

La cosa era sempre meno chiara per tutti e tre. Stefan fissava Klaus e si chiedeva se fosse impazzito lui o l’ibrido. Elena cercava di capire, ma era ancora sotto shock per la proposta appena sentita.

«Si tratta di un legame smile al sirebond, caro Damon. Quando avrò bisogno di lei, Elena verrà da me e la magia la terrà sempre al sicuro da possibili incidenti, sia magici che non.»

La spiegazione sembrava semplice, anche comprensibile e l’idea, tutto sommato, non era del tutto malvagia. Di certo era preferibile al viaggio intorno al mondo di Elena&Klaus, cosa che lui aveva tentato più volte di fare, fallendo, dato che c’era sempre qualcuno pronto a riportare a casa la ragazza dopo l’ennesimo rapimento.

«Io cosa ci guadagno?» chiese la diretta interessata. «Che posso vivere la mia vita tranquillamente e correre da te solo al momento del bisogno? Mi lasci la libertà di non averti intorno un giorno sì e l’altro pure?»

«Non pensare neanche di prendere in considerazione la cosa, Elena» intervenne Damon. «Ci saranno mille fregature in questa proposta.»

«Di certo non ti daremo una risposta stasera» continuò Stefan, cercando di placare i toni.

«Oh no, tranquilli, c’è tempo per decidere» rispose sorridente Klaus. «Fino a che non faremo il legame – perché lo faremo – avrò bisogno solo di un paio di donazioni, niente di più, e voi avrete tempo per decidere.»

Elena non aveva nessuna intenzione di regalare il suo sangue a Klaus, ma era stanca di essere rapita almeno una volta al mese e in quelle occasioni le venivano comunque fatti dei prelievi forzati. La situazione era sempre la stessa.

Aveva il presentimento che ci fosse qualcosa che non quadrava in tutta quella storia. E il presentimento le diceva che aveva a che fare con quella sedia vuota.

«Allora perché ce lo dici adesso? Cosa vuoi chiederci veramente?»

«Le Petrova, acute in ogni generazione» commentò l’ibrido, mimando un applauso verso la ragazza. «Potrei aver bisogno della cara Bonnie.»

«Bonnie non farà mai un incantesimo simile» replicò lei: decisamente la strega non avrebbe mai acconsentito a una cosa del genere.

«Infatti mi serve per spezzarne un altro.»

Ci fu un attimo di silenzio prima che Damon parlasse.

«Hai già un legame magico con qualcuno?»

Il cuore di Elena prese a martellarle nel petto ed essendo circondata da creature sovrannaturali, sicuramente tutti a tavola l’avevano percepito. Stefan le strinse dolcemente la mano e le sorrise per rassicurarla.

«Non sapevo di questo legame fino a pochi anni fa, è stata una sorpresa anche per me» ammise il padrone di casa.

«Raccontaci, allora» lo incalzò Stefan. «Se Bonnie deve aiutarti a rompere questo legame, avrà bisogno di informazioni. E dell’altra persona.»

«Direi che è il momento di farla entrare» Klaus si alzò e allungò un braccio verso il corridoio. «Prego, sweetheart, vieni pure.»

Si udì un rumore di passi. Tacchi. I vampiri percepirono un profumo conosciuto.

«Permettetemi di presentarvi qualcuno che già conoscete, anche se non in queste vesti: mia moglie

Il rumore di tacchi si fermò e lei apparve da dietro l’angolo.

«Katherine?»

 

 

 

 

 

   
 
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