‘Signor Kurt Anderson – sussurra Blaine mordendo il labbro di Kurt, signor Kurt Anderson; suona bene’ e non lo lascia più.
Questo lo tiene stretto a sé, con le mani sui suoi fianchi, con le unghie sulla sua pelle. Non ti lascerò andare mai più.
 
Erano passati pochi minuti da quando Blaine aveva raccolto il coraggio e aveva chiesto a Kurt, al suo Kurt, di sposarlo.
Ora erano nella sua macchina a fare quello che non facevano da troppo tempo.
 
‘Ti ricordi al matrimonio di Schuester? Eravamo in questa stessa macchina – e Kurt lo bacia sul collo strozzando le sue parole, e poi in quella stanza…’ ‘Ed io mi ostinavo a dire che non era niente’ sussurra Kurt ad occhi chiusi. ‘Mi dispiace per quella notte – sospira poi, ma tu non ti immagini quanto male mi avevi fatto, così come non ti immagini quanto mi hai reso felice oggi’ sorride felice.
Ed è una felicità che gli sale dal cuore e gli attraversa tutte le cellule, una per una, e gliele accarezza.
Ma Blaine per un attimo si stacca dalle labbra dell’altro e lo guarda dritto negli occhi: ‘Non me lo perdonerò mai, Kurt, mai’.
Kurt gli slaccia piano la camicia, lo bacia e lascia che la sua lingua si spinga dove sa che gli piace, dove sa che è stato solo lui; ‘Io ti ho già perdonato’ gli sussurra all’altezza dei pantaloni, con un sorriso dolce e malizioso allo stesso tempo, uno di quelli che Blaine conosceva a memoria.
 
E dopo pochi secondi sono entrambi nudi, spogli, felici.
Blaine entra piano in Kurt, sempre attento, sempre accorto. Ti faccio male?
 
‘Sai perché ti ho detto di sì?’ chiede Kurt riallacciandosi la camicia.
Blaine non risponde; lo guarda.
‘Perché, signor Anderson – e gli prende il viso tra le mani e lo porta all’altezza del suo, lei mi fa sentire protetto, al sicuro. E amato. E pieno d’amore da dare. E io l’amo, signor Anderson’
‘Io la amo di più, signor Anderson’ risponde Blaine con gli occhi lucidi e sinceri come quelli di un bambino. E siamo anime gemelle.