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Autore: lunatique    30/09/2013    7 recensioni
Eviterò di annoiarvi con il solito discorso lungo chilometri sulla mia vita, anche se mi piace molto parlare di me.
Sono Selena Marie Gomez,mi piace come suona il mio nome, l’ho sempre amato.
Ho 16 anni, si, i 16 sono arrivati anche per me finalmente.
Vivo in Grand Prairie, una delle tante città che si trovano in Texas.
La mia vita? In questo momento non mi va di raccontarvela, vi do solo un aggettivo per descrivervela: perfetta.
Si, avete letto bene, sono ricca, popolare, una migliore amica ed un fidanzato. Meglio di così non potrebbe andare.
Ma come in ogni vita perfetta ci deve essere sempre quel puntino nero che rovina il tutto, quello che io chiamo “brufolo sul sedere”. Nel mio caso, il suo nome è Justin Drew Bieber. Nulla di importante, uno sfigato che mi viene a fare ripetizioni di matematica.
Ho finito con la presentazione, se volete sapere altro su di me vi consiglio di leggere la mia storia.
***
[JELENA]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3





Camminai per i corridoi, andando verso l’aula d’Arte quando incontrai il preside.
“Buongiorno.” Sorrisi cordialmente.
“Buongiorno.” Rispose lui ricambiando il sorriso. “Le devo dire una cosa, vuole venire nel mio ufficio?” Mi disse quella frase che non mi aspettavo.
“Ho fatto qualcosa che non va?” Chiesi provando a sembrare il più calma possibile.
“Oh no, nulla si grave.”
Ormai eravamo già entrati nel suo ufficio, mi fece segno di sedermi su una delle sedie girevoli mentre lui si metteva in quella dietro alla cattedra.
“Volevo parlarle del suo rendimento.” Iniziò.
“Ma io sono sempre andata bene a scuola, i miei voti sono abbastanza alti.” Dissi non capendo a cosa volesse mirare.
“Lo so, mi congratulo con lei dato che è una brava studentessa e va bene in ogni materia, eccetto matematica, i suoi voti stanno calando in quella materia, salta le lezione, non sta attenta in classe…” Mi spiegò.
“Che ci vuole fare? La matematica non fa per me.” Sorrisi provando ad assumere un’aria innocente.
“Ma questa cosa potrebbe rovinarle la media, oggi ho parlato con sua madre.”
Ha parlato con mia madre? Cazzo.
“Ed abbiamo deciso di assegnarle un tutor, per il suo bene.” Finalmente arrivò al punto.
Quindi ora mi tocca anche sorbirmi uno sfigato che mi da lezione di matematica? Fantastico.
“Il suo nome?” Chiesi facendogli capire che intendevo il nome del tutor.
“L’ha scelto sua madre, si chiama Justin Bieber.” Mi rispose il preside.
Justin Bieber? Che nome da nerd.
“Okay, arrivederci preside.” Dissi alzandomi e fingendo un sorriso.
“Arrivederci.” Rispose lui.
 
“Mandy Dawn Cornett!” Urlai il nome completo di mia madre entrando in casa e sbattendomi le porta alle spalle, proprio come faceva lei quando mi doveva sgridare.
“Dimmi.” Si fermò davanti a me.
“Cos’è questa storia del tutor? Non lo voglio, avresti dovuto parlarne prima con me.” Le urlai contro.
“Ma, Selena, ne ho parlato con preside e doveva farlo, poi questo Justin sembra un bravo ragazzo, ha tutti ottimi voti a scuola.” Mi disse lei con tono calmo.
“Si ma è uno sfigato, qualsiasi persona vada bene in matematica lo è, ed io non voglio neanche parlarci con i nerd!” Urlai esasperata.
“Non mi interessa, tu ora vai in camera ed inizi almeno ad aprire il libro di matematica dato che sarà qui fra un po’.” Ora mia madre si stava alterando.
“Cosa?” Le urlai contro.
“Vai!” Mi ordinò indicando la mia camera.
Le obbedii sbuffando, aprii il libro di matematica su una pagina a cazzo, presi il cellulare e mi distesi sul letto, iniziando a girare un po’ su Facebook e Twitter.
Dopo una mezz’oretta sentii il campanello suonare, non mi scomodai neanche dato che sarà già andato ad aprire qualche domestico.
Sento dei passi farsi sempre più vicini, probabilmente è Justin e gli avranno detto di venire qui.
Sento qualcuno bussare.
“Avanti.” Dico senza staccare gli occhi dal cellulare.
“C-ciao.” Dice mentre entra, alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti il nerd che fissava Elizabeth in mensa, quello con la scodella in testa.
“Sei tu Justin?” Dico allarmata sgranando gli occhi.
“S-si.” Risponde abbassando lo sguardo.
“Non ci posso credere, sei una persecuzione!” Alzo la voce facendo roteare gli occhi al cielo.
Lo vedo mordersi le labbra.
“V-vogliamo c-cominciare?” Chiese lui ancora in piedi, nel bel mezzo della mia stanza, incapace di spicciare una frase di senso compiuto senza mordersi il labbro o giocherellare nervosamente con le mani.
“Ho un’idea migliore, perché non te ne vai?” Dissi con un sorriso amaro.
“M-ma mi ha chiamato p-per farti da tutor.” Mi risponde lui, in modo insicuro.
“Mi hai scocciato, non me ne frega un cazzo ne di te ne della matematica, quindi ora ritornatene a casa a giocare con la calcolatrice.” Gli sputo quelle parole addosso.
Forse avevo esagerato, dato che le sue venette del collo si stavano gonfiando.
“Adesso ascoltami bene, io non vorrei essere qui e non vorrei avere a che fare con una come te, mentre tu non vorresti che io fossi qui. Quindi che ne dici di studiare un po’ di matematica così recuperi e non sono più costretto a darti lezione private? Tutto questo non è colpa mia, è solo tua, perché sei tu che non studi!” Mi urla contro.
Wow, il gattino impaurito ha tirato fuori le unghie.
Obbedisco e mi metto seduta sulla sedia davanti alla scrivania, lui si mette vicino a me prendendo un’altra sedia.
Justin iniziò a sfogliare le pagine del libro davanti a noi, fermandosi ad una.
“Disequazione quadratica.” Lesse il titolo della pagina. “Bene, possiamo iniziare da questo argomento.” Annunciò soddisfatto.
“Allora, una disequazione si dice disequazione di 2° grado o quadratica se in essa, una volta ridotta in una delle forme seguenti compaiono termini quadratici, cioè potenze di ordine massimo uguale a due.” Iniziò a leggere.
“Fin qui ci sei?” Si fermò per pormi quella domanda.
Alzai il pollice fingendo di capire, ma in realtà ero rimasta ad “allora…”
Lui continuò a leggere e a parlare di queste disecomesichiamano, così ne approfittai per tirare fuori il cellulare e messaggiare, dicendo ogni tanto un “ok” per far finta di ascoltarlo.
All’improvviso, si girò verso di me togliendomi il cellulare dalle mani.
“Hey! Ridammelo!” Gli dissi.
“Non te lo ridarò finchè non avremmo finito la lezione!” Disse duro.
“Chi sei? Mia madre?” Risi e questo sembrò infastidirlo, restammo in silenzio per un po’ finchè lui non si decise a continuare a leggere dal libro, mi spiegò tutto e devo ammettere che è anche bravo come tutor.
All’improvviso qualcosa comincia a fare bip, lui alza il polso e guarda l’orologio.
“Il mio tempo è finito, ci vediamo dopodomani.” Mi disse.
“Sei talmente sfigato che hai anche l’orologio giocattolo che fa bip.” Lo presi in giro, lui se ne andò via richiudendosi la porta alle spalle.
Ed il primo giorno di quell’agonia con Justin era passato, finalmente.
 
Entrai a scuola, la mia vita era talmente monotona ormai.
Aprii annoiata l’armadietto, con ragazzine che mi continuavano a chiedere se volessi diventare loro amica o dove avessi comprato le mie scarpe, neanche fossi una specie di star di Hollywood.
Che stress essere popolari!
Riuscii a togliermele di torno, andai nello spogliatoio per indossare i miei pantaloncini rosa e la canotta bianca, abbinata a delle scarpe da ginnastica del medesimo colore.
Entrai nella palestra della scuola seguita da altri ragazzi in tuta anche loro.
“Buongiorno.” Ci salutò la professoressa Clark.
“Buongiorno.” Rispondemmo in coro.
“Allora ragazzi, oggi vi dividerò in squadre da tre giocatori ognuna, per allenarci a pallavolo.” Disse mentre ci contava.
Sbuffai, avevo problemi con gli sport in cui rientrava un pallone, come football, basket, pallavolo e palla avvelenata.
La prof mi mise in squadra con un ragazzo ed una ragazza abbastanza bravi, di sicuro più di me.
Dall’altra parte della rete notai Sophie Williams, capitano della squadra di pallavolo della scuola, con due delle sue amiche, Caitlin e Brooke.
Vidi Sophie girarsi verso di me facendo scuotere la sua chioma di capelli biondi tendenti al rosso, si avvicinò con aria superiore alla rete che ci divideva.
“A noi due, Gomez.” Sputò con acidità.
Sono nella merda. Non so perché ma da quando ho messo piede in questa scuola Sophie mi odia, quindi di sicuro non avrà pietà per me nel caso avesse l’occasione di schiacciarmi in testa.
Il suono del fischio della prof segnò l’inizio della partita, la ragazza della mia squadra iniziò con la battuta. Tra Sophie e le sue due amiche ci fu uno scambio di passaggi che io neanche capii, poi mi resi conto che Caitlin stava schiacciando, e sembra mirasse a me. Mi spostai velocemente e la palla mi passò accanto colpendo il pavimento, il punto era loro.
Il moro della mia squadra lanciò la palla alle altre, Brooke si mise alla battuta mandando la palla dalla nostra parte, la ragazza dai capelli ricci vicino a me riuscì a rimandarla nel loro campo con un palleggio. Brooke la alzò verso Sophie, quest’ultima fece un salto colpendo con una schiacciata la palla, che mi finì in testa. Caddi all’indietro iniziando a vedere tutto nero.
 
“Hey Sel.” Sentii una voce vicino a me.
Aprii di poco i miei occhi, avevo la vista annebbiata.
“Selena!” Mi chiamò di nuovo questa ragazza.
Chiusi le mani a pugno strofinandomi gli occhi, li riaprii notando che vicino a me si trovavano Elizabeth e Logan, che mi fissavano.
“Che è successo?” Chiesi massaggiandomi la testa.
“Sophie ti ha schiacciato in piena faccia e quando sei caduta hai sbattuto la testa e sei svenuta.” Spiegò la mia amica.
Mi guardai intorno, capendo che mi trovavo su un lettino dell’infermeria della scuola.
Indossavo ancora i pantaloncini e la maglietta per fare ginnastica ed i miei capelli erano avvolti in una coda.
“Quanto tempo è passato?” Domandai, ancora scossa.
“Un’ora, almeno hai saltato il compito di Inglese.” Mi informò Logan.
“Almeno questo...” Risposi stiracchiandomi.
In quel momento l’infermiera fece irruzione nella stanza.
“Come va cara? Stai meglio?”
“Si si mi sento molto meglio.” Sorrisi.
“Perfetto, non hai nulla di grave, hai preso solo una botta. Puoi andare ora.”
Mi alzai ed accompagnata da Elizabeth me ne andai fino in bagno, mentre Logan ci aspettava fuori, mi diedi velocemente una sciacquata mettendomi i vestiti che la mia amica mi aveva portato, preparandomi per affrontare le ore successive.
Entrai nell’aula di matematica, sorpassando velocemente Justin che era seduto al primo banco e facendo finta di non conoscerlo.
Il prof quel giorno decise di interrogarmi. Quel bastardo, me lo fa apposta. Come sempre andai male, vidi con la coda dell’occhio Justin scuotere la testa e passarsi le mani tra i capelli ripetutamente.
Che palle. Quest’interrogazione andata male significa minimo altre due lezioni in più da quel secchione.
 
Entrai nella mensa, camminando velocemente verso il tavolo dove si trovava Dave, con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
“Buongiorno.” Mi sedetti vicino al mio ragazzo, troppo impegnato a parlare con quelli della sua squadra per rispondermi.
Okay Selena, fai finta di niente ed inizia a mangiare.
“Hey, come va?” Mi chiese George, seduto accanto a me, anche lui della squadra.
Lo conoscevo poco, ma potevo dire che era davvero un ragazzo gentile ed educato, non giocava quasi mai perché lo tenevano sempre in panchina, ma per me è piuttosto bravo.
“Tutto bene, tu?” Sorrisi.
“Idem.” Sorrise anche lui, intenerendomi con quel faccino da angioletto.
Almeno lui, si accorge della mia esistenza.
“Oh baby, da quanto sei qui?” Mi chiese Dave all’improvviso, girandosi verso di me.
“Cinque minuti, all’incirca.” Risposi.
“Bene, senti mi potresti andare a prendere un altro pezzo di pizza?” Chiese porgendomi il suo vassoio vuoto.
Faci un sorriso tiratissimo.
“Certo.”
Feci come mi aveva detto, stavo per ritornare al tavolo da Dave ma qualcuno mi fermò. Alzai lo sguardo, era Justin.
“Hey Selena ti devo dire una cosa.”
“Fermo un attimo, mi pare di averti fatto capire che non volevo che la gente pensasse che ti conosco, quindi dentro scuola non mi parlare. Grazie.” Feci per superarlo ma mi fermò.
“Si si, come vuoi tu, ma mi ascolti almeno per un minuto?”
Sbuffai.
“Vieni.” Lo portai in uno degli angoli più isolati della mensa.
“Parla, ma ti concedo mezzo minuto.” Incrociai le braccia al petto.
“Senti, oggi pomeriggio non posso venire perché ho un impegno. Siccome che abbiamo tanto lavoro di fare, che ne dici se dopodomani facciamo due ore di lezione ansi che una?” Mi spiegò.
“Due ore sono troppe, io ho una cosa che tu non conosci,  si chiama vita sociale.” Sbuffai, ancora.
“Più ore mi vedi adesso e meno me ne vedrai in futuro.” Provò a contrattare.
 “E va bene.” Alzai gli occhi al cielo.
“Selena ti stavo cercando ovunque!” Elizabeth piombò vicino a me.
“Lui è?” Chiese, girandosi verso il ragazzo davanti a me, che sembrava nervoso e continuava a sistemarsi la chioma che aveva in testa.
“Justin Bieber, piacere.” Disse il giovane, allungando la mano.
“Elizabeth Green.” Gli sorrise lei, stringendola.
Vidi Justin quasi diventare completamente rosso, mi trattenni dallo scoppiare a ridere.
“Vabe andiamo.” Trascinai dietro di me la mia amica, dopo aver detto quella frase.
“Ci si vede,  Justin.” Lei continuava a sorridere, salutando quella sottospecie di nerd.
“Non essere cattiva con lui Sel, è un ragazzo così adorabile.” Mi sgridò, appena fummo lontane dal castano.
“Si, certo come no. Comunque è cotto di te, si vede.” La presi in giro.
“E allora, che c’è di male? Se gli piacessi ne sarei felice.” Aggrottò la fronte. “Almeno lui è gentile, al contrario di Dave.” Ecco, aveva colpito il punto più dolente e lo sapeva bene.
“Dave è gentile con me.” Mormorai.
“Ti tratta come fossi la sua servetta.” Aggrottò la fronte.
“Senti Liz, no voglio ricominciare con questa storia, okay?” Finii il discorso, sapevo che andando avanti, avremo litigato per colpa di Dave, come sempre.
***
Hooola.
Allora, inanzi tutto mi scuso per aver fatto ritardo di, umh, tre mesi?
Davvero,non mi sorprenderei di trovare recensioni tipo "fai cagare,ritirati".
Ecco qui che iniziano le prime litigate di justin e selena ahahahaha.
Secondo voi justin ha una cotta per elizabeth?Mh,chissà se la cosa a lungo andare farà ingelosire selena...
Comunque,grazie alle ragazze che hanno recensito,siete dolcissime (anche se poche lol)
Esprimente il vostro parere,non esitate a dare dei giudizi,acetto anche le critiche
Comunque amo tutte quelle 8 persone (lo so,sono poche uu) che seguono la mia storia aw
Adiooos, alla prossima e prometto che aggiornerò presto.




 

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