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Autore: Artemisia17    30/09/2013    6 recensioni
Ned ha fatto una promessa sul letto di morte della sua amata sorellina Lyanna. Di che genere? Tutti, chi più, chi meno, si sono posti La domanda. Molti idee e filoni di pensiero si sono sviluppati e ognuno ha la propria teoria personale. Ma.
Voi avete idee di quante cose possono cambiare per un solo,unico, infinitesimo dettaglio? Uno solo? Vite, storie, pensieri, narrazioni, stravolte per un sì o per un no, per un gameto o per un altro.
E quindi, se Jon fosse nato con gli occhi viola?
Se nelle vie imperscrutabili della genetica, gli dei del Nord avessero deciso un destino diverso per il bastardo di Ned Stark? Occhi viola, dolci come la pervinca, affilati come la metista, occhi così tipicamente Targaryen, occhi pericolosi nel mondo dell'Usurpatore ... vi ho incuriosito?
Capitolo XIII: numero non scelto a caso, Jon cavalca verso la Barriera accompagnato dal Folletto, cercando di scappare dai sicari del re, ma un corvo è più veloce sia delle lame che del veleno
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eddard Stark, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ned respirò piano, deglutendo a tratti.
Si aspettava da un momento all’altro che il suo alito evaporasse nell’aria frizzantina, formando una nuvola calda, dispersa nella brezza del mattino tra i fiori di gelsomino e il canto dell’allodola.
Eppure ogni volta, ogni maledetta volta che ciò non accadeva, le spalle dell’uomo si scuotevano, a tratti, senza tregua, un singulto che minacciava di sopraffarlo come una mano nera sulla gola, che premeva, stringeva sempre più forte.
Lui non era più al Nord.
Il Nord faceva paura a tutti gli altri; così imprevedibile, duro, letale, una stilettata sottile di ghiaccio e vita. Il suo manto candido di bellezza sopraffina splendeva agli occhi dei forestieri, li intorbidiva con le sue spire di morte, per poi colpire. Potente, implacabile, senza lasciare scampo, uccidendo.
L’Inverno aveva una sua ineluttabile ingiustizia, assai più onorevole di quella degli uomini.
Una delle prime cose che suo padre gli aveva insegnato era di non temere l’inverno. Nelle oscure notti del gelo, quando la bruma calava sopra i pini centenari e neppure il battito del suo cuore bastava a rassicurarlo, le antiche storie della sua balia lo cullavano.
Lui era un uomo del Nord. Un discendente dei Primi Uomini. L’inverno era il suo maestro più severo e rigoroso, ma mai suo nemico. L’estate con la sua finta gioia e sete di vita, poteva essere letale per un metalupo.
Loro erano i figli del Nord. Ma ora, adesso, loro non erano più al Nord. La logica di questo fatto lo devastava.
Ned respirò affannosamente, tentando invano di arrestare le lacrime che calde scorrevano sul volto. Erano tutti morti. Da suo padre a Brandon, il suo fratellone, il vero erede di Grande Inverno. Dai soldati che lo aveva accompagnato giù dalle vette degli Arryn ai suoi compagni lungo i viottoli di Approdo del Re.
Da Rhaegar a lei. La luce del Nord. Che risplendeva fugace e immobile in un remoto angolo del Sud.
Prometti, Ned, prometti!” E lui aveva promesso, stringendola forte a sé, baciandole le mani, sussurrandole le loro malefatte infantili, con quella tacita speranza nel cuore. Vivi, Lyanna, vivi. Perché lei doveva vivere. Per il mondo che gli stava crollando addosso – e sarebbe rimasto solo lui a raccoglierne i cocci- per quel fagotto adagiato su un lato, per tutto il sangue versato e perché, scioccamente, lei era la sua sorellina.
Prometti, Ned, prometti.”
 Anche se è suo figlio. Erano aleggiate fra loro quelle parole, mai dette, taciute, ferendolo per sempre.
Lui aveva scosso la testa, stringendole forte la mano. Lontano da loro, adagiata sul tavolino, vi era una corona di lillà e rose, seccata, sfiorita. Abbandonata. Proprio come il loro amore.
Ned non le raccontò che Rhaegar era morto sul Tridente per mano di Robert. Ironico, no?
In altra occasioni, in altre ere passate, Lyanna ne avrebbe riso con quella sua risata, così simile a una frusta. Il suo unico vero amore, il grande erede del reame, così cortese e raffinato, ucciso dal suo promesso sposo, un ribelle, immagine stessa della virilità villosa e orgogliosa di esserlo. Ne avrebbe riso. Ora potevano solo piangere.
Lei era sempre stata una vera figlia del Nord. I suoi capelli castani che s’infiammavano di note dorate sotto il calore del sole, il suo corpo slanciato e scattante come la corda di un arco, la sua lingua maliziosa e sfrontata e i suoi occhi. I suoi occhi. Come ghiaccio puro, prelevato dai recessi più oscuri della Barriera, saettanti e intelligenti. Nessuno la batteva nella corsa a cavallo e per lungo tempo sembrò che nessuno potesse rapire quel cuore di ghiaccio.
Fino ad Harrenal. Fino a quando il principe Targaryen non fermò quel maledetto cavallo bianco davanti alla tribuna, fissando con quei suoi occhi color pervinca, ametista incastonata in un volto da dio, la sua sorellina.
E per uno sciocco momento, Ned aveva pensato che Lyanna avrebbe riso e allontanato sfrontatamente quel spasimante ramingo, così come aveva fatto con centinaia di giovani prima di lui.
Perché lui era Rhaegar Targaryen, erede al trono, le cui dita danzavano fluide sulle note dell’arpa e il suo nome diventava di paese in paese, di vittoria in vittoria il nome di un eroe. Sposato con Elia Martell, padre di due figli piccoli, figlio di un pazzo, ma forse quello era il male minore.
Lyanna avrebbe dovuto inchinarsi e respingere il dono con educata fermezza e pudicizia.
Lyanna non avrebbe dovuto essere lì a dire il vero.
Niente di tutto ciò sarebbe dovuto accadere. Eppure lei gli aveva sorriso.
Ned lo vedeva ancora nei suoi sogni quel sorriso aperto e allegro, diverso dai ghigni lupeschi lanciati nelle gare di corsa, in cui lei prontamente vinceva; diverso dalle risa sciocche delle dame di compagnia, pudiche lascive civetterie da cortigiane, diverso da ogni altro: perché era il loro sorriso, il dolce e caldo amore, che scorreva in quegli occhi freddi, era riservato solo ai suoi fratelloni, i suoi compagni di brigata. Solo Brandon e Ned avevano mai potuto godere del calore di quei raggi. E ora anche il principe.
Dopo, quando era finito tutto, dopo ancora il cicalare fastidioso delle dame e la rabbia mal celata del re, Ned aveva capito finalmente capito. Sembrava una fiaba. Il giovane e bellissimo re che s’innamora della lady ribelle, contro ogni tradizione e buon senso, contro tutto e tutti. E la fiaba si sarebbe presto trasformata in un incubo. Non ci sarebbe mai stato un lieto fine. Mai. Per nessuno di loro. Per loro due, soprattutto. Per un momento era stato tenato di arrabbiarsi, di prendere Lyanna, issarla a forsa su un cavallo e portarla al Nord, dove sarebbero stati tutti al sicuro. Nessuno le avrebbe fatto del male e lei sarebbe rimasta insieme a lui. Lui l'avrebbe protetta. ma, come al solito, lui aveva sbagliato. Di nuovo. Stupido, Ned, stupido.
Niente, nulla sarebbe dovuto accadere, ma ora erano lì. Non erano più al Nord, non erano più da nessuna parte. 
Strinse angosciosamente il corpo rigido. Gli ricordava tanto il freddo dei corridoi di Grande Inverno, dove i piccoli fratelli sgattaiolavano a piedi scalzi e l’odore della prima colazione risvegliava il loro appetito. Quanto tempo.
Ned non avrebbe mai saputo dire quanto tempo rimase lì, stringendo spasmodicamente il corpo inerte.
Pianse, gridò, con la dolorosa consapevolezza che non sarebbe servito a niente. Pianse di una disperazione tremante e furibonda, chiedendosi quale dei permettessero una tale atrocità.
Pianse. E come tutti i pianti finì. Ned aprì piano gli occhi rossi, richiudendoli subito dopo.
Il fagotto, adagiato sul petto immobile, si mosse piano. Ned lasciò lentamente andare il corpo freddo.  Le braccia bianche colpirono le lenzuola fradice mentre il collo si rovesciava sul cuscino in un posa innaturale. Restistendo all'impulso di gettarsi sulla sorellina, il giovane si diresse verso le coperte macchiate di sangue.
 Il neonato piangeva piano, singhiozzando a stento mentre scuoteva i pugnetti chiusi nell’aria.
Il suo vagito era così flebile, il suo corpicino così piccolo. Sarebbe stato facile. Avrebbe potuto nasconderlo sotto il mantello foderato di pelliccia, nascondendolo. Avrebbe trovato un balia, nessuno lo avrebbe visto. Ma non sarebbe stato per sempre così piccolo.
L’uomo lo prese tra le mani. Era prematuro e gli stava in una sola mano, notò appena. Sotto la sottile pellicola di sangue i capelli erano scuri, la boccuccia stretta in una smorfia. Aveva le sue stesse labbra.
Ned se lo strinse al petto, coprendolo con il mantello. Cullandolo. Senza neanche accorgersene, cominciò a piangere di nuovo. Non poteva permetterlo. Non lui, non suo figlio. Avrebbe dovuto nasconderlo, proteggerlo, amarlo. Sì, sì. Per il mondo sarebbe stato suo figlio, il suo bastardo, Snow.
“ Perdonami.” soffiò sulla pelle candida di Jon. Perdonami se sarai sempre un bastardo. Perdonami se non sarò mai tuo padre.
Prese tremante la corona di fiori, baciò la fronte di Lyanna e scappò. Scappò dalla verità, scappò dall’ignomia. Scappò per amore.
Cavalcò per un giorno intero da quella maledetta alba di sangue fino al limitare di un villaggio a poco più di un giorno da Approdo del Re.
Confiscò una casupola in nome del Re Robert e affittò una balia per il piccolo Jon. Lyanna aveva sussurato quel nome fino allo spasmo, stringendosi il ventre ormai vuoto. La sua ultima parola non era stata per il suo fratellone, no, un altro nome aleggiava nel suo cuore. Jon.
Mentre mangiava qualche tozzo di pane, una contadino lo informò che il re aveva condotto a rotta di collo la sua avanguardia verso la Torre della Gioia e lì aveva trovato il corpo esamine della sua promessa sposa, Lyanna Stark. Ned deglutì sommessamente e licenziò il servo.
In teoria sarebbe dovuto accorrere anche lui. Cosa avrebbero pensato i grandi Lord, ma specialmente cosa avrebbe detto Robert? Accecato dal dolore, avrebbe visto tutto quel sangue? Difficile non vederlo. Ancora più difficile non capire. Ma Eddard sapeva che un uomo che non vuole vedere la verità è assai più cieco di un invalido. E Robert a volte era più stupido di un folle. Ma accanto a lui ci sarebbe stata una persona assia più sveglia, in gradi di osservare oltre la coltre di dolore. Jon Arryn avrebbe voluto vedere?  
Jon squittì, richiamando la sua attenzione. La donna, dolorante, cambiò lato, prima di sorridergli educatamente, mostrando una lunga fila di denti sconnessi.
“Il bambino è sano e forte, my Lord. Anche se è prematuro. Una maschietto. Ha dei bellissimi occhi viola, il piccolino.” Ned lasciò cadere il pugnale da caccia, con già un boccone infilzato a metà. Il mondo gli era appena caduto completamente addosso.


Avete idea di quante cose, dalle idee alle intere vite, possono cambiare per un solo unico dettaglio? Un dettaglio può cambiare il corso dell'intera storia. Personalmente lo trovo molto eccitante per la mia mente arida di idee. Che altro? Non scrivo da ben cinque mesi. Cinque. Sono un enormità. Vi sarei molto grata se mi faceste sapere che cosa ne pensate, soprattuto perchè volgio vedere se sono ancora in grado di scrivere. Ergo, le critiche sono molto ben accette. Certo anche un piccolo commento non guasterebbe. A domani!
  
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