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Autore: Ya_mi    01/10/2013    3 recensioni
"La cara Victoria ha molto a cuore la sua Inghilterra, ma pare che nemmeno lei possa fare granché per fermare questa crudeltà. [...] probabilmente è già finita nello stesso modo in cui è cominciata: in silenzio e senza preavviso, lasciando l’intera popolazione nel panico."
9 novembre 1888, in una Whitechapel sconvolta dai delitti di Jack lo squartatore Mary ha paura. Potrebbe essere lei la prossima, o forse no. E' sicuro rimanere fuori di casa anche se è passato tanto, troppo tempo dall'ultimo omicidio?
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SENSORIUM

La cara Victoria ha molto a cuore la sua Inghilterra, ma pare che nemmeno lei possa fare granché per fermare questa crudeltà. Forse sono solo pessimista, in fin dei conti è da più di un mese che non succede nulla, e probabilmente è già finita nello stesso modo in cui è cominciata: in silenzio e senza preavviso, lasciando l’intera popolazione nel panico.
L’East End non è mai stato un luogo sicuro, men che meno questa fogna che è Whitechapel, ma chi vive qui sa cosa è davvero pericoloso, ciò di cui bisogna davvero avere paura.
Almeno fino alla fine di agosto, quando tutto è cambiato e quest’ultima parte del 1888 è diventata un periodo di puro terrore.
La morte, anzi, l’omicidio di Mary Ann Nichols del 31 agosto ha instillato la paura in ogni abitante di Whitechapel e in particolar modo ha complicato la vita a noi donne di piacere. Non che all’improvviso ci siano venuti a mancare i clienti, questo non succederà mai. I londinesi di ogni stampo non rinuncerebbero mai ai nostri cortesi servigi e Whitechapel permette di compiere i loro peccati più inconfessabili al riparo dalla pudicizia della buona e onorata società vittoriana. Inoltre le strade strette e male illuminate consentivano un minimo di riservatezza e permettevano anche alle meno carine tra noi di avere almeno un cliente per notte.
Questo prima che quel pazzo di Jack lo squartatore iniziasse a colpire, il che ha portato ad una sorveglianza costante da parte di quegli imbranati di Scotland Yard, che nel loro lavoro sono davvero dei falliti ma sanno come rompere le scatole ad una donna che sta lavorando.
Ovviamente non è stato nemmeno questo a crearci grandi problemi, non basta certo qualche poliziotto mezzo addormentato a fermare i nostri ‘acquirenti’ e in ogni caso una soluzione alternativa la si trova sempre. La vera complicazione è la paura crescente che mi invade ogni volta che un uomo mi si avvicina.
Non riesco a non pensare che ad uccidere quelle donne, tutte prostitute, potrebbe essere stato un cliente, magari uno un po’ fuori di testa. Così ho sempre paura, prima, durante e dopo la prestazione, e aspetto sempre con ansia il momento in cui il tizio di turno si liscia gli abiti, mi allunga il mio compenso e se ne va.
Persino adesso sono inquieta, dopo aver preso le monete dalle mani del mio ultimo cliente, un ragazzo magro, dalla carnagione olivastra, abbastanza inesperto da far quasi tenerezza, l’ho guardato mentre si allontanava con quel suo andamento un po’ zoppicante finché non è scomparso dietro l’angolo.
Aspetto ancora qualche secondo, poi mi volto e inizio a dirigermi verso il mio alloggio. Ultimamente mi sto limitando ad un solo cliente per sera, mi fa troppa paura restare fuori tutta la notte come facevo una volta. Scuoto la testa mentre mi stringo lo scialle intorno alle spalle.
“Ah Mary, Mary. Tutta questa paura rovinerà i tuoi affari!”
sospiro tra me e me.
Ormai da giorni cerco di convincermi ad aumentare gradualmente il tiro perché non posso andare avanti con così pochi guadagni.
Ripenso per l’ennesima volta alle vittime e alle date in cui sono state trovate, impressemi a fuoco nella mente dalla mia paura cieca: Mary Ann Nichols, la prima vittima che ha dato il via a questo ciclo di omicidi il 31 agosto a Buck’s Row; Annie Chapman, trovata morta in un cortile di Hambury Street l’8 settembre, schifosamente vicino a dove vivo io; Elizabeth Stride e Catherine Eddowes, morte entrambe nella notte del 30 settembre e ritrovate in due luoghi molto distanti tra loro, il che ha sollevato un polverone di ipotesi e congetture.
Da allora non è successo più nulla, nessuna prostituta è stata uccisa. L’autunno inizia a stringere i suoi freddi artigli su Londra e i suoi abitanti. Forse Jack lo squartatore ha davvero esaurito la sua brama di morte e quelli che mi sto facendo sono solo problemi inutili.
Mentre cammino ricapitolo nella mia testa: questa è la notte del 9 novembre, dall’ultimo omicidio sono trascorsi 40 giorni. Decisamente tempi così lunghi non rientrano nel modus operandi adottato fino ad ora da quel pazzo assassino seriale.
Tutto questo dovrebbe portarmi ad una sola conclusione: le mie ansie sono ormai totalmente inutili e ingiustificate. Continuo a ripetermelo e cerco di convincermene.
Domani potrei provare a restare fuori un po’ di più e magari concedermi due o tre clienti, per cercare di rimpinguare un po’ i miei ormai miseri guadagni.
Mentre penso queste cose entro in Dorset Street e mi avvicino sempre di più alla mia dolce, piccola dimora.
Sono ormai praticamente arrivata quando vedo una figura che emerge dalle ombre e mi viene incontro. Al momento rabbrividisco e faccio istintivamente qualche passo indietro, ma poi lo sconosciuto alza le mani per farmi capire che non intende farmi del male e quindi mi fermo e decido di vedere che cosa voglia.
Alla fine si rivela essere un semplice uomo dai modi inoffensivi che cerca solo un po’ di ‘compagnia’. Mi prendo qualche secondo per considerare la questione e i suoi rischi. Ma in fondo sono fuori pericolo, giusto?
Così accetto e lo invito nella mia stanza in Miller’s Court, dove potremo stare più tranquilli, senza che quei rompiscatole di Yard vengano a ficcare il naso. Non ho bisogno che qualcuno vigili sulla mia sicurezza. Perché io sono fuori pericolo, non c’è più niente da temere.
Faccio entrare il mio cliente e chiudo la porticina di legno. A causa dell’oscurità e della leggera foschia non sono riuscita a vederlo in viso, ma avrò tutto il tempo di fare le cose con calma, accendere una candela e dedicarmi al lavoro in tutta serenità.
Perché ormai non c’è più niente da temere e io sono al sicuro.

Mary Jane Kelly fu ritrovata la mattina seguente nella sua stanza in Miller's Court: viso, gola, petto e addome erano seriamente mutilati e molti organi erano stati asportati, tra cui fegato, intestino e cuore (quest'ultimo non fu mai individuato). E' l'ultima vittima ufficiale attribuita a Jack lo squartatore.
Nei due anni seguenti gli furono ricondotti alcuni altri brutali omicidi di prostitute, ma senza alcuna prova certa.
L'identità di Jack lo squartatore è a tutt'oggi sconosciuta.

 

Author's corner: do il benvenuto a voi coraggiosi che avete deciso di avventurarvi nei meandri di questa strana storia, decisamente fuori dai miei standard ma assolutamente necessaria alla sua autrice per districarsi in quello che è l'incubo di ogni scrittore: il blocco. Non so se vi sia piaciuta (spero davvero che sia così, in ogni caso sarei lieta di sapere come l'avete trovata!), per me è stata senz'altro una ventata di aria fresca che mi ha aiutata a liberare un po' la testa, quindi in un certo senso, quali che siano le opinioni di voi lettori, possiamo dire che questo mio lavoro ha raggiunto il suo obiettivo!
Mi sento in dovere di fornire un paio di note tecniche, così da non creare dubbi:
  • mi rendo conto che il linguaggio utilizzato nella stesura della fiction è davvero un po' troppo elaborato per essere quello di una prostituta analfabeta abitante della Whitechapel di fine '800, ma vi prego di essere clementi con me da questo punto di vista: per rendere efficaci certi aspetti e certe dinamiche non sono riuscita a trovare dei termini più semplici di quelli che ho utilizzato (a volte può essere più difficile utilizzare un lessico elementare rispetto a uno più complesso, ve lo giuro!);
  • gli omicidi di Jack lo squartatore sono fatti storici realmente accaduti, ciononostante tengo a sottolineare che i contenuti di questa storia (esclusi nomi, luoghi e date di morte delle vittime) sono di mia esclusiva fantasia, eventuali incongruenze con le testimonianze e i documenti ufficiali sono da ricondurre alla totale invenzione di fatti, dinamiche e psicologia dei personaggi descritti in questo breve racconto;
  • nota sul titolo: 'Sensorium' è una parola di derivazione latina che indica, in una concezione fisiologica, una sorta di coscienza elementare derivante dalla confluenza delle varie attività sensitive e, in alcuni casi, sensoriali. Dato che le paure e le riflessioni di Mary si basano soprattutto da una forma di paura "di pancia" (banalmente parlando) l'ho trovato un titolo appropriato (ma anche in questo caso dovrete avere pietà di me, che sono una frana con i titoli!); mi è stato in particolar modo ispirato dall'omonima canzone degli Epica, che vi invito ad ascoltare, se ne avete voglia.
Concludo questo chilometrico angolo autrice ringraziandovi di cuore per aver dato un'occhiata a questo piccolo prodotto della mia mente e invitandovi a lasciarmi qualche recensione per farmi sapere cosa ne pensate.
Per chi di voi fosse un fan di D. Gray-man mi farebbe piacere se volesse passare a dare un'occhiata alle mie storie relative a quel fandom;
a tutti voi invece segnalo una originale che ho pubblicato tempo fa, nel caso qualcuno volesse darci una sbirciatina (è strana almeno quanto questa, vi avverto!): link.
Ancora GRAZIE di cuore per la vostra attenzione!
Yami =^.^=
   
 
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