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Autore: Ruth Spencer    01/10/2013    2 recensioni
Sembriamo fatte su misura, per stare insieme ed essere amiche: ognuna con i propri sogni da realizzare e le sue paure intrappolate sotto il cuscino ma, comunque frammenti di uno stesso mosaico, uniti da una promessa che intendiamo mantenere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sono morta, no. Lo scrivo soprattutto per i lettori di Tomboy e Penfriends, in attesa di un mio aggiornamento. Sono successe molte cose...no, in realtà solamente una che però mi ha scombussolato parecchio e per un po' ho smesso di scrivere. Niente di brutto, anzi, ma ero roppo distratta per avvicinarmi ad un computer. Il titolo "Torno a fango" è chiaramente ispirato ad una canzone dei Negramaro, "Cade la pioggia", che vi consiglio di ascoltare perchè bellissima. Con questa One Shot si chiude il cerchio, ri ricongiunge un po' tutto; parla principalmente di...me, ma non come potreste immaginare. E' uno squarcio, un frammento, un piccolo ritaglio, eppure c'é ed è una sensazione con cui devo convivere molto spesso. Ero curiosa di sapere in quale personalità vi siete ritrovati di più o quale vi ha colpito maggiormente . Insomma, ditemi, qui o su ask che presto ritornerò ad usare (GIURO!). 
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno continuato a seguirla, chi dal principio, da "Vetro", chi più in là. Grazie davvero a tutti, a chi lascia sempre una sua recensione, chi mi fa sapere su ask, chi segue o preferisce questa raccolta.

Grazie infinite,
Ruth <3   
                                                                     
 
                                                                                              



                                                                                              Torno a fango



                                                                                                                                                                                                                                                            

                                                                                                                                          A Ruth, la mia parte migliore

Secondo Duncan MacDougall l’anima di un essere umano pesa ventuno grammi. Ma, cosa sono ventuno, miseri grammi in confronto agli strati di ossa, muscoli e pelle che ci rivestono? Cosa sono rispetto ai diecimila affluenti del Rio delle Amazzoni, o agli ottomila e ottocento metri dell’Everest?
Nulla, un pugno di sabbia, una zolletta di zucchero, una moneta da cinque centesimi. Neppure un bacio peserebbe così poco.
Dobbiamo accontentarci di ventuno grammi e poco tempo a disposizione per conoscere noi stessi: è una corsa infinita, una scoperta continua di nuove sfumature, combinazioni mai provate prima e straordinarie.
Cerco me stessa tra queste righe, in mezzo alle pagine, tra le parole velate d’ironia, sulla carta ingiallita dal tempo e quella che ancora odora d’inchiostro.
Cerco il collante che riesca a tenere insieme i frammenti di un quadro che non torna, l’ago di una bilancia tarata male.
-Non ci riesco-.
-Hai paura di soffrire-.
Si, ho paura. Non ci dormo la notte al pensiero di ripercorrere le orme di una vita che non mi appartiene, di voltarmi indietro e capire di aver preso le scelte sbagliate. Vorrei poter fermare le lancette dell’orologio, smettere di correre dietro ad un fantoccio di fumo, riprendere fiato, trovare me stessa qui e adesso, perché come afferma Eric Draven, “non può piovere per sempre”.
In quest’anestesia totale, in questo sogno annichilente e profondo, ho scorto una parte di me in quattro casi umani. Sembriamo fatte su misura, per stare insieme ed essere amiche: ognuna con i propri sogni da realizzare e le sue paure intrappolate sotto il cuscino ma, comunque frammenti di uno stesso mosaico, uniti da una promessa che intendiamo mantenere.
E allora non mi resta che destarmi e tornare a fango. Torno a fango, si e spero che ventuno grammi bastino. Devono per forza.

 
   
 
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