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Autore: Una Certa Ragazza    01/10/2013    0 recensioni
"Tutto andava bene", questa è la frase con cui si conclude la storia di Harry. E quella con cui inizia la storia dei suoi figli e dei figli dei suoi amici, un'intera generazione di maghi e streghe che ancora devono trovare la propria strada nel mondo. Ma in un mondo in cui tutto va bene, quanto è facile esattamente trovare questa strada? Forse, dopotutto, le avventure non sono finite...
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ciao! Sorprendentemente ho un altro capitolo da postare, ma temo che il prossimo ci metterà un po' ad arrivare. Spero che fin qui la storia vi sia piaciuta! Come sempre, grazie a tutti. In fondo al capitolo trovate un paio di note che magari possono chiarire alcuni punti.


 
 

CAPITOLO 2

Rose

 

«Un'altra volta papà!» si lamentò Albus, aprendo una cioccorana «Ne ho a dozzine. Papà non le sopporta, perciò Lily ha detto che quando ne avrà collezionate abbastanza lei...»

«Lily?» lo interruppe Scorpius.

«Lily Luna. È mia sorella.» spiegò Al, parlando a fatica a causa di tutto il cioccolato che aveva in bocca. Nonostante fosse sempre rimasto mingherlino, ad Al piaceva mangiare. Moltissimo.

Scorpius aggrottò leggermente le sopracciglia.

Non aveva proprio idea di come potesse essere una persona che si chiamava Lily Luna, e avendo l'incrollabile convinzione che i nomi somigliassero alle persone che li portano era curioso di scoprirlo.

«Com'è...?» stava dicendo, ma venne interrotto dall'apertura – o meglio, da quella che sembrava l'esplosione – della porta.

«Eccoti qui, Al!» fece la proprietaria di un'assurda massa di capelli rossi che aveva appena fatto irruzione nello scompartimento.

Sì, proprio irruzione, come quando si svaligia una banca. A parte il fatto che i ladri dovevano essere meno rumorosi, di sicuro.

«Ti ho cercato dappertutto!» disse il tornado rosso, sventolando qua e là una trasportina di cuoio al cui interno era accoccolato un gattino color mezzanotte dall'aria traumatizzata «Dov'eri finito?»

«Qui, Rosie.» fece Albus, roteando gli occhi e accennando allo scompartimento dove era stato fino a quel momento «Tu, piuttosto, dov'eri? Sono ore che sei sparita!»

«Ho incontrato Maud Finnigan, e naturalmente mi sono dovuta fermare a parlare con lei, poi...» si interruppe, vedendo Scorpius, o meglio, realizzando chi Scorpius fosse e rendendosi conto che Al doveva aver parlato con lui fino a quel momento.

Albus approfittò saggiamente del fatto che Rose per una volta in vita sua non stesse parlando.

«Rose, questo è Scorpius. Scorpius, questa è Rose, mia cugina.» disse gioviale. Non gli capitava spesso di poter essere lui a presentare qualcuno a qualcun altro.

«Ma papà ha detto...» iniziò Rose, ma si fermò perchè Albus le stava lanciando un'occhiataccia.

La ragazza allora distolse l'attenzione dal cugino e soppesò Scorpius con lo sguardo. Diventare amica del figlio di uno che papà non sopportava, di uno che papà le aveva detto espressamente di non frequentare... sembrava divertente.

In ogni caso sembrava amico di Al, per cui tanto valeva sedersi lì e vedere cosa sarebbe successo.

«Molto bene, penso che mi fermerò qui.» decretò la ragazza, acchiappando una cioccorana e lasciandosi cadere pesantemente su uno dei sedili.

Scorpius, invece, era turbato da tutto un altro genere di questioni. Rose, Rose Weasley... Quel nome gli riportava alla mente un ricordo, quando molti anni prima una conversazione tra lui e suo padre si era spostata sui figli dei maghi che avevano la sua età e che un giorno sarebbero andati a scuola con lui...

«Poi c'è la Weasley. Rose Weasley.» suo padre sedeva sulla sua poltrona davanti al caminetto, con le mani sui braccioli e la schiena negligentemente accomodata sull'imbottitura «Una volta ero innamorato di sua madre.» aggiunse distrattamente, perso nel ricordo di una ragazzina che sapeva tirare incantesimi e schiaffi come nessuno.

Gli occhi di Scorpius si spalancarono increduli «E la mamma?»

Draco rise dell'espressione del figlio «La mamma è venuta dopo: ha quattro anni meno di me, quando andavo a Hogwarts era ancora una bambina...»

Scorpius ancora non sembrava convinto, e suo padre sbruffò una risata «Che c'è, ti sembra strano? Beh, ti assicuro che non funziona come credi. La prima ragazza che ti piacerà non sarà certo quella che sposerai, sarebbe troppo semplice...»

Scorpius mise il broncio, come spesso capita ai bambini di sette anni quando vengono contraddetti nelle loro credenze fondamentali «Non è vero, non succede sempre così. Si può anche non sbagliare e scegliere subito la mamm... La persona giusta!»

Draco era sempre più divertito «Vedrai, succederà anche a te. Ne riparleremo quando sarai più grande.»

«E invece ti dico di no!» fece Scorpius, alzandosi dal tappeto su cui stava a gambe incrociate «Io sceglierò subito quella che sposo, vedrai se non lo faccio!»

Dalla porta che dava sul corridoio giunse la voce di Astoria: «Draco?» era la sua voce da mamma-drago «Stai ancora parlando a tuo figlio come se fosse un adulto?»

«Io? Nah...»

«Senti, Rose, tu somigli tanto a tua madre?» chiese Scorpius, lievemente preoccupato.

Rose parve pensarci un po' su «Beh, sì e no. Somiglio un sacco a lei quando aveva la nostra età, ma io ho i capelli rossi e gli occhi azzurri come papà, penso che questo ci renda piuttosto diverse...»

«Non è solo questo» disse Albus con un ghigno «zia Hermione ha anche un cervello.»

Questo gli fruttò una poderosa spinta da parte della cugina.

Scorpius decise che tra madre e figlia c'era una distanza ragionevole e si tranquillizzò un po'. D'altronde lui si immaginava la signora Weasley come una donna bellissima e di incredibile fascino – se aveva fatto innamorare suo padre non poteva che essere così, e si vociferava anche che fosse stata il primo amore del grande Victor Krum! – mentre non credeva che quella ragazzina rumorosa sarebbe diventata una ladra di cuori in un prossimo futuro.

«Anche a Rose piacciono le pozioni.» annunciò Albus all'amico.

«Davvero?» Scorpius osservò la ragazzina con rinnovato interesse.

«Scì!» disse Rose, con la bocca piena di cioccolato «Non vedo l'ora di farle, ad Hogwarts. Mamma non è troppo contenta che mi eserciti a casa, ad esempio la settimana scorsa ho preparato una semplice Pozione Nauseante, che ovviamente mi è riuscita, ma Hugo l'ha trovata e l'ha bevuta, così...»

«Sta anche zitta, ogni tanto?» sillabò divertito Scorpius ad Albus, di nascosto. Lui era abituato a gente quieta che si guardava bene dal fare chiasso.

«Sì.» rispose Albus, ripensando a come quella mattina Rose fosse stata insolitamente zitta, sul binario nove e tre quarti «Quando è preoccupata, o quando pensa.»

«E non c'è stato verso di farle capire che non era colpa mia! Così ho passato il resto dell'estate a leggere i libri per quest'anno scolastico, più naturalmente qualche testo aggiuntivo che mi sono fatta consigliare, ma è inutile dire che preferisco la pratica... Insomma, immagino che anche voi siate d'accordo con me!»

«Solo una domanda» fece Scorpius, pensando ad una cosa che Rose aveva detto prima «Hugo è il tuo gatto?»

 

Algernon Dursley sarebbe stato a prima vista molto simile al padre, se non fosse stato che era magro e mago. Le due cose, forse, andavano di pari passo, considerato che percentualmente c'erano al mondo meno maghi sovrappeso che babbani obesi, e forse in qualche modo la magia c'entrava.

Quando la lettera di Hogwarts era stata depositata nel tinello di casa sua da una civetta bianca, Algie non era del tutto estraneo all'idea di essere un mago: da quanto aveva causato il suo primo incidente suo padre aveva deciso che fosse l'ora di fargli passare un po' più di tempo in casa Potter.

Ovviamente Vernon e Petunia avevano protestato, e ovviamente Dudley – che era sempre stato bravo a fare i capricci – l'aveva spuntata.

Quindi Algernon Dursley era biondo, dodicenne, alto per la sua età e, cosa altrettanto importante, Grifondoro.

E in quel momento stava entrando nello scompartimento di suo cugino James assieme ai suoi amici, Thomas Jordan e Jordan Thomas.

Costoro avevano, per un caso singolare, lo stesso nome al rovescio. Non aiutava il fatto che avessero entrambi la pelle color cappuccino, essendo che i loro padri – Lee Jordan e Dean Thomas rispettivamente – erano di carnagione scura e avevano entrambi sposato una scozzese.

Buffamente avevano caratteri, se non proprio opposti, quantomeno molto diversi.

«Ehi, Algie!» fece James vedendolo entrare «Ma dove ti eri cacciato?»

«Non ti abbiamo nemmeno visto alla stazione.» rincarò Alice.

Algernon scrollò le spalle «Siamo stati presi in ostaggio da Lorcan.» spiegò.

«Intende dire, davvero presi in ostaggio» aggiunse Thomas «aveva fatto non so che incanto allo scompartimento e l'ha riempito di fumo giallo, poi qualcosa è andato storto e siamo rimasti chiusi lì dentro per ore.»

«E alla stazione...» iniziò Algie.

«...Ti hanno portato Vernon e Petunia.» concluse James, improvvisamente ricordando la lettera che Algie gli aveva mandato qualche giorno prima.

«Già. Mamma e papà sono dovuti andare in Germania per conto della Grunnings.»

Algie era un ragazzo piuttosto saggio, e aveva ritenuto che fosse meglio non far incrociare i suoi nonni e la famiglia dei suoi cugini.

«Uh, Algie, hai visto Al in giro?» chiese James, improvvisamente sentendosi un po' in colpa per non essere andato a controllare neppure una volta che il fratello stesse bene. Ma solo un po'.

«Oh, l'ho visto in uno scompartimento qui vicino.» fece Algie «Era con Rose e con un ragazzino biondo.»

«Era Scorpius Malfoy.» fece notare quietamente Jordan Thomas.

Thomas Jordan scoppiò a ridere «Ma che scemenza! Figurati se il fratello di James – il figlio di Harry Potter, per Merlino! – sta davvero parlando con Malfoy. Fantascienza, amico, fantascienza!»

«Cos'è la fantascienza?» chiese interessato Fred, a cui piaque il suono della parola.

«È qualcosa di disgustoso, no?» ribatté sua sorella, nel tono di chi sta dicendo un'ovvietà.

«Veramente è un tipo di storia babbana in cui si parla di oggetti futuristici e mondi improbabili.» spiegò Algernon, che naturalmente era il massimo esperto di Babbanologia lì dentro «Ci sono film di fantascienza, oppure romanzi di fantascienza... Tipo le storie con gli alieni o con i mondi paralleli o con le astronavi, non ne avete mai sentito parlare?»

«Ma allora per i babbani noi siamo fantascienza!» esclamò Fred, esultante.

«No» lo contraddisse Thomas «noi siamo una cosa che si chiama fantasy. Credo.»

Alice si nascose il viso con una mano, ben sapendo quale sarebbe stata la reazione della sua migliore amica.

«Come Twilight?» fece infatti Roxanne, deliziata. Per il suo compleanno un'amica nata babbana le aveva regalato il primo libro della serie, e lei da allora non aveva più smesso di... Fare la twilighter, insomma.

«Bleargh!» fecero James, Algie e Fred, simulando contemporaneamente un conato di vomito.

 

Dopo che Scorpius ebbe appreso che il vero nome del gatto di Rose era Menabò, e che Hugo in realtà era il fratello della ragazza, i tre cominciarono discussioni molto più interessanti.

Saltarono a piè pari il consunto argomento "in quale casa vorresti andare?", come per un tacito accordo: nessuno aveva davvero voglia di parlarne a parte Rose, che comunque avrebbe parlato più o meno di qualsiasi cosa, ad esempio...

«Bacchette!» fece lei trionfante, tirando fuori con malcelato orgoglio la sua Olivander nuova di zecca dall'astuccio in cui l'aveva riposta, senza accorgersi che Scorpius sbiancava «La mia è di biancospino, undici pollici, sibilante e leggermente flessibile. Nucleo di corde di cuore di drago.» guardò con amore il legno ben lavorato. I suoi genitori e il signor Olivander le avevano detto che è la bacchetta a scegliere il mago, e quella bacchetta fra tutti aveva scelto proprio lei. Erano destinate ad andare d'accordo, a compiere assieme tutti gli incantesimi del mondo.

Rose pregò di non romperla mai.

«A che serve, Rose?» sospirò Albus «Non sappiamo neppure che cosa vogliono dire, tutte queste cose...»

«Io sì. » lo contraddisse la cugina, altezzosa «Mamma ha letto un libro al riguardo – un libro molto raro, certo – e mi ha spiegato tutto! E la tua, Al, è una bacchetta davvero eccezionale.» aggunse, con una punta d'invidia.

«Eccezionale?» chiese Albus, un po' speranzoso, tirando fuori di scatto il suo astuccetto «Che cos' ha di speciale la mia bacchetta?»

«Beh, non mi hai detto tu che è di Agrifoglio e coda di fenice? È una combinazione molto rara, e si dice che faccia incantesimi potentissimi!» spiegò la ragazza.

«Sarà una leggenda...» fece Albus, scettico. Non c'era verso che una bacchetta del genere avesse scelto uno come lui, dopotutto.

Rose scrollò le spalle. Se Al non ci credeva erano affari suoi.

«E tu, Scorpius?» domandò all'altro ragazzo, rendendosi conto che era un po' che non apriva bocca «Non ci hai ancora detto che bacchetta hai.»

Scorpius spostò lo sguardo fuori dal finestrino «Sambuco.» mormorò «Sambuco e coda di fenice.»

Si aspettava di vedere riflessi sul vetro gli sguardi orripilati di Albus e Rose, dietro di lui. Invece il suo amico aveva solo un'aria confusa, e la bocca di Rose era paralizzata in una piccola "o" di meraviglia.

«Ma è incredibile!» esclamò la ragazza, in un tono quasi urlato che lo fece voltare nuovamente verso lo scompartimento «Solo le persone con un destino specialissimo vengono scelte da una bacchetta di sambuco, non lo sai?»

«Un destino specialissimo» disse lentamente Scorpius, cupo «o un destino terribile?»

Tutti – beh, quasi tutti, considerata l'espressione vacua di Albus – sapevano che una bacchetta di sambuco era considerata un segno infausto, oltre che di predestinazione a qualcosa di grande, ed era soprattutto per questo che Scorpius, già ragazzino non chiassoso per natura, si era chiuso in sé stesso negli ultimi giorni prima della partenza. Se ne rendeva conto, e si accorgeva che così facendo non aveva ottenuto altro risultato che aumentare la preoccupazione dei genitori, ma cosa sarebbe successo quando qualcuno avesse saputo che il figlio di un ex-mangiamorte aveva una bacchetta di sambuco?

Si riscosse dai suoi pensieri quando udì la voce di Rose, le cui sopracciglia si erano avvicinate l'una all'altra «Questo sta a te deciderlo!»

Scorpius si lasciò andare ad una risata amarognola: «Ma come faccio a deciderlo, se è destino?»

«Non lo so, ti inventerai qualcosa, immagino.» asserì Rose, facendo spallucce.

Scorpius rimase per un attimo a guardarla, colto di sorpresa da quella replica assurda, e vide con la coda dell'occhio che la bocca di Albus si incurvava in un sorrisetto; alla fine scoppiò a ridere di nuovo, questa volta di cuore.

«A questo punto, credo proprio che sarò tua amica» decretò Rose in tono leggero, come se stesse parlando di un paio di scarpe che aveva deciso di mettere «sono sicura che standoti attorno succederanno un sacco di cose, vero Al?»

Il sorriso di Albus si allargò. Di questo era più che convinto.




NOTE di FINE CAPITOLO: Beh, spero vi sia piaciuta l'idea di includere un mago nella famiglia Dursley perché, come direbbe un inglese "it was strangely fitting", e per di più trovavo la situazione irresistibilmente ironica. Spero che non crediate che Rose sia la copia sputata di Hermione: sarebbe una mia grave mancanza come autrice, perché non lo è e non vuole in alcun modo esserlo. Certo, come potete vedere in questo capitolo hanno tratti caratteriali simili, ma aspettate di vedere le differenze! XD
Le considerazioni sulle bacchette sono state prese di peso da Pottermore, e le combinazioni in questione non sono state assegnate a caso, spero che andando avanti questo si capirà meglio... Grazie a tutti per aver letto fin qui: nessuno vuole davvero leggere le note di fine capitolo, io stessa spesso le salto e me ne vergogno! Consiglio di lettura della settimana: date una letta a "Come non sposare un milionario", una fanfiction che si basa su un what if piuttosto interessante: e se Tom Riddle fosse cresciuto come una persona normale? Molto ben scritto e divertente! E no, l'autrice non è né mia sorella né il mio gatto né la mia migliore amica né sono io in incognito, tra noi non esiste altro che la relazione che c'è tra uno scrittore e un lettore capitato per caso sulla storia in questione.
Altra cosa piuttosto importante: non sbavo per le Dramione, ma qui c'è un dato di fatto, cioè è stata zia Row a dichiarare che Draco si era preso una cotta per Hermione, durante la sua adolescenza. Poi, come spesso accade, non se n'è fatto niente.  

 

   
 
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