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Autore: SunshineKiki    01/10/2013    5 recensioni
Stufa di una vita che non la soddisfa e la fa sentire ogni giorno più sola, Kimberley decide di voltare pagina, portando una grossa notizia a tutti ignota e il caos nella già poco tranquilla Beacon Hills.
Dal prologo:
«Ti riformulo la domanda: posso fare qualcosa per te?» Il tono di Peter è più scocciato adesso, dal momento che ha notato il borsone abbandonato ai piedi della giovane.[...]
La ragazza alza di scatto lo sguardo su di lui, quasi con timore, e gli porge con mano tremante il foglio stropicciato.
La guarda con aria scettica ma alla fine prende il documento e lo legge con attenzione e velocemente il suo cervello comincia a non connettere più e lo sgomento lo assale velocemente, tanto da lanciarlo quasi nel panico.
«Io...» Mormora la ragazza riabbassando lo sguardo e tornando a fissare la punta dei suoi stivali «...sono tua figlia.»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un tiepido sole sbuca timidamente da dietro delle leggere nuvole bianche, le foglie cadono pigramente sotto il tocco leggiadro del vento che soffia debolmente, danzando fino a toccare l'asfalto e li rimanere.
Un piccione se ne sta appollaiato sopra ad un lampione, guardando con poca attenzione i passanti che ignorano la sua presenza.
Un ciuccio cade dalle mani di un bambino placidamente addormentato nel passeggino, rotolando fino a cadere dal marciapiede in una piccola pozzanghera.
Nessuno fa caso a quei dettagli, ma lei si, non riesce a farne a meno.
Guarda ogni cosa con estrema attenzione dal finestrino del pullman, imprimendosi nella mente la diversità di quella città, estremamente opposta alla sua.
In grembo giace il giornale stropicciato che aveva letto durante il tragitto e sulle quali aveva fantasticato, come ormai fa spesso. Sempre più frequentemente, infatti, si legge di un gruppo di ragazzi e delle loro “imprese”, cosa che l'affascina oltre ogni limite.
Le piace come vengono descritti, le foto che rubate che li ritraggono nelle loro maschere veneziane, e ancora di più le piace leggere di quanto la polizia brancoli nel buio.
Ma quel giorno non è riuscita a godersi a pieno la sua lettura, tanto è emozionata.
Volta un poco lo sguardo, osservando una coppia di anziani sedersi vicini senza mai lasciarsi la mano. Guarda i loro sguardi felici e non riesce a trattenersi dall'immaginarsi come si siano incontrati ed innamorati, agli alti e bassi che hanno dovuto affrontare, alla famiglia che hanno messo su e dell'orgoglio che hanno provato nel vedere i loro figli crescere.
Un leggero fremito d'invidia la percuote dal profondo, facendole voltare di scatto la testa verso le strade affollate.
Lei non ha avuto tutto quello.
Non ha avuto una coppia di genitori che glielo raccontassero.
Non ha avuto una coppia di genitori fieri della sua crescita.
No.
Ha avuto solo una madre troppo presa dal lavoro per considerarla più di venti minuti al giorno.
Ha avuto una madre che le ha raccontato di come è stata concepita in una discoteca con un semi-sconosciuto.
Ha avuto una madre che non le ha mai detto 'brava' per una sua conquista, in qualsiasi campo.
Ha avuto una madre capace solo di ricordarle quanto non è stata all'altezza delle sue aspettative e di quanto le abbia rovinato la vita.
Ma per fortuna aveva Vicky, la sua migliore amica.
Ma poi è cambiata, come impazzita tutto in un colpo, e ancora una volta si è sentita sola. Certo, non ha smesso di frequentare lei e le altre del gruppo, però non c'è più quel sentimento profondo che un tempo le legava, almeno non da parte sua.
Il pullman riprende la sua marcia, lento e pesante, e con sguardo attento osserva i cambiamenti dovuti all'autunno, sua stagione preferita.
Fermi al semaforo abbassa lo sguardo su una jeep blu cielo, dove scorge la figura di un ragazzo con dei capelli castani dal taglio sbarazzino gesticolare animatamente mentre parla.
Un sorriso divertito le increspa lievemente le labbra, ma non dura molto. La jeep con lo strano ragazzo riparte e lei rimane di nuovo sola con i suoi pensieri, che cerca di sostituire con quelle colorate ed eleganti maschere che da mesi infestano i giornali.
Ma non ha il tempo neanche per quello, dal momento che arriva alla sua fermata.
Il cuore comincia a batterle all'impazzata nel petto, tanto che ha quasi l'impressione che potrebbe sfondarle la cassa toracica per darsela a gambe.
Il respiro le muore in gola quando realizza che da li a poco succederà, ma non si lascia inchiodare dalle emozioni. Si alza in maniera rigida dal sedile e si issa in spalla il grosso saccone da viaggio e scende.
Una folata di vento tiepido le accarezza la pelle chiara e le scompiglia i corti capelli biondi. Si sistema con le dita affusolate la ciocca più lunga dietro l'orecchio, liberando così i suoi dolci occhi chiari.
Trae un altro respiro profondo, chiudendo gli occhi e facendosi coraggio.
Ormai sono qui, non posso tirarmi indietro.
Dopo un lungo momento d'incertezza si muove, incamminandosi verso la via che le è stata fornita da Maximilian, quello che nel gruppo sa sempre tutto e scopre ogni singola cosa, anche la più assurda e segreta.
Il centro è molto affollato, le persone vanno e vengono senza neanche degnarla di uno sguardo, come se fosse un fantasma.
Cammina con la testa china, il borsone fisso in spalla e il passo deciso, finché non si trova davanti al tanto agognato palazzo.
Sembra essere stato costruito di recente, le pareti sono ancora di un brillante giallo chiaro, la maniglia del portone -lasciato per sua fortuna aperto- è praticamente nuovo.
Si affretta ad entrare, sfilandosi dalla giacca nera e larga il pezzo di carta che per lei significa tutto da quando ne è venuta in possesso e sale di corsa le scale, fino ad arrivare di fronte all'appartamento 9A.
Prega ogni divinità conosciuta affinché sia lì dentro, che le apra la porta senza tante storie e che la stia ad ascoltare per cinque minuti. Non pretende nient'altro, solo quello.
Bussa piano e con mano tremante, per poi portarsi le mani dietro la schiena, dondolandosi leggermente su sé stessa.
La testolina bionda scatta in su quando la porta si apre e il cuore per un attimo smette di battere, mentre le budella si aggrovigliano come serpi.
Non ci posso credere... è davvero lui.
«Posso fare qualcosa per te?» Peter, non abituato a ricevere visite, si trova vagamente spaesato di fronte a quella ragazzina dal visetto angelico che lo fissa come se avesse appena visto Dio.
Sorride lievemente, con quell'aria arrogante che solo lui ha, poggiandosi con la spalla contro lo stipite della porta e osservandola con divertimento.
Osserva il suo viso a cuore circondati da corti capelli biondi -evidentemente tinti-, leggermente più lunghi sul davanti, i suoi grandi occhi chiari, cerchiati da una linea nera e da lunghe ciglia nere che sbattono a scatti, il piccolo naso dritto, leggermente all'insù e quella bocca carnosa che si apre a scatti per cercare le parole.
E' poco più bassa di lui, circa un metro e settanta, dal fisico tonico e asciutto, vestita con una camicetta bianca senza maniche, una larga giacca nera e una gonna di jeans a vita alta e un paio di stivali neri alti fino al ginocchio.
«Io- Tu- Cioè, voglio dire, lei- Cioè, no, aspetta- Io!» Balbetta la ragazza, torturandosi le mani per l'emozione. Non ci posso credere!
«Ti riformulo la domanda: posso fare qualcosa per te?» Il tono di Peter è più scocciato adesso, dal momento che ha notato il borsone abbandonato ai piedi della giovane. Che Derek sia così incompetente e sciocco da aver trasformato un'altra adolescente e abbia pensato di appiopparla a me perché non ha più idea di come comportarsi?
La ragazza alza di scatto lo sguardo su di lui, quasi con timore, e gli porge con mano tremante il foglio stropicciato.
La guarda con aria scettica ma alla fine prende il documento e lo legge con attenzione e velocemente il suo cervello comincia a non connettere più e lo sgomento lo assale velocemente, tanto da lanciarlo quasi nel panico.
«Io...» Mormora la ragazza riabbassando lo sguardo e tornando a fissare la punta dei suoi stivali «...sono tua figlia.»



Angolo autrice:
Salve a tutti! Questa è la prima fic che pubblico in assoluto, spero di non aver fatto un completo disastro!
Vedrò di aggiornare con regolarità (sempre ammesso che qualcuno decida di leggerla e seguirla) e cercherò di non deludervi. Ho tante idee per questa storia! Alcune mie -come l'idea della paternità di Peter o il nuovo personaggio in sé-, alcune tratte da un film visto di recente -presto scoprirete quale-.
Vi chiedo gentilmente un parere su questo esperimento.
A presto, SunshineKiki!

  
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