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Autore: deniefn    02/10/2013    3 recensioni
Johanna, una ragazza pura e coraggiosa, si allontanerà da suo paesino per scoprire le cause delle violente scosse che stanno avvenendo.
L'aspetterà un viaggio ricco di magia e di sorprese.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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maròòòòòòò C'era una volta.. una ragazza che vive su una collina nel paese di Crollandia.
Questo non era il vero nome di quel paesino così delizioso. Il fatto è che lì vicino abitava un gigante che aveva paura degli uccelli. Ogni volta che ne vedeva uno cominciava a correre e ad urlare, così facendo faceva tremare la terra e così colpiva anche Crollandia.
Gli abitanti di questo paese non sapevano cosa causasse tutte quelle scosse e quindi davano la colpa al paese vicino che, ironia della sorte, si chiama Sismaland.
Perciò si era creata una dolorosa guerra. Una guerra che causava molti morti, molto dolore; ogni giorno ormai era così e la poveretta, che da quando era nata si trovava alla vista di avvenimenti tanto tristi ed angoscianti, decise di allontanarsi.
Prima però salutò tutti i suoi amici cacciatori, gli amici pescatori, che lavoravano vicino al ruscello, e tutta la gente che era rimasta in quel paesino, un tempo tanto grazioso.

Lei era proprio bella: aveva i capelli biondi lunghi con due occhi verde smeraldo. Cantava sempre in onore del sole che l'era amico.
Purtroppo questa ragazza, non sapendolo neppure lei poverina, era vittima di un incantesimo: tanto tempo fa, mentre lei gustava un delizioso gelato vicino allo stagno, incontrò un mago, un bel mago, che si innamorò di lei. La poverina, che faceva nome Johanna, se ne innamorò subito, appena lo vide.
Loro vissero tanto giorni insieme felici e spensierati. Il suo amore per il mago, di nome Carlus, cresceva sempre di più quando un giorno.. tutto cambiò.
Una sera il mago Carlus bevve una pozione di un'altra ragazza folle di lui. Allorché lui si dimenticò dell'esistenza di Johanna.
Dopo una settimana che il mago non si faceva vedere, Johanna andò a cercarlo, con gli occhi pieni di paura e tristezza, gonfi di lacrime. La ragazza dopo poche ore di viaggio lo vide tra le braccia di quest'altra ragazza, che fa di nome Fedra. E di colpo sentì un dolore al petto. Il suo cuore si spezzò in due.
Per lui non scese nemmeno una lacrima, ma ella non parlò per due mesi.
Un giorno di primavera al mago capitò di vederla per strada: l'incantesimo infatti si spezzava alla vista della vera amata. Così subito l'abbracciò e le chiese perdono, e si scusò. La ragazza non lo guardò nemmeno in faccia. Per due giorni il mago Carlus le mandò doni e chiese perdono. Ma Johanna faceva finta di non conoscerlo.
Allora il mago, reso folle dalla rabbia, gli lanciò un incantesimo << Se lei non ama me, non amerà più nessun altro! >>
Di colpo il cuore della ragazza si trasformò in ghiaccio, e non amò più nessuno. Volere bene si, ma amore per un altro uomo no.
E così pur non sapendolo era incapace di amare ma noi sappiamo che non c'è antidoto più forte che il vero amore.

Camminava lentamente, incuriosita da fiori, piante, roccie mai viste prima. Per la strada incontrò creature fatate che le regalarono fiori tanto profumati che quell'odore gli rimase per tutta la vita. Si costruì una coperta con i fili dell'erba perché più camminava, più le temperature si abbassavano. Finché le nuvole divennero talmente fitte che non vide più il suo amico sole. Inizò a sentire un po di inquetudine, quini si fermò ai piedi di un albero molto grande che, sentendola stremare, le sussurrò dolci parole.. parole che
non posso scrivere perché troppo pure. Cosìcché la ragazza si tranquillizzò e si addormentò.
Dormì un sonno profondo, e si risvegliò al tramonto, per colpa di violenti scosse che stavano avvenendo. Vide gli animali scappare dentro una grotta e li seguì.
Impaurita chiese spiegazioni e uno scoiattolo gentilmente ma con aria seria, le raccontò che lì vicino viveva un gigante spaventoso che si cibava di poveri animali indifesi, era feroce e cattivo. La ragazza allora si fece accompagnare per vederlo. Da dietro una rupe scorse solo la possente schiena. Il gigante fortunatamente dormiva e Johanna sperò che non si svegliasse più.
Allontanatasi da quel luogo, poco dopo, calò la notte. Ella si posizionò vicino all'albero, suo amico. Accese un fuoco e si cibò di fragole e lamponi, colti poco prima nel bosco. Raccontò tante belle storie sul ruscello, sulle creature fatate, ma anche brutte su Crollandia e le cattive persone che aveva incontrato nella sua vita. L'albero non parlava, ma lei sapeva che ascoltava.

La notte non riusciva a prendere sonno, allora si aggirò per il bosco. All'improvviso, da lontano, vide una creatura brillare alla luce della luna. La fanciulla rimase meravigliata.
La creatura con fare molto docile e pacifico giaceva sull'erba, senza vestiti, e dedicava una melodia, suonata con il clarinetto, alla sua amica luna.
Johanna rimase a lungo a gurdarlo, prima di accorgersi che si trattava di un essere umano. D'un tratto, cercandosi di avvicinare, spezzò un ramoscello posato sul terreno.
La creature allorché si girò spaventata e alla vista di Johanna fuggì. La ragazza sentì una fitta al cuore. Voleva rivedere quel ragazzo strano e misterioso. Corse dall'albero amico e con molta dolcezza gli raccontò cosa aveva visto e cosa meravigliosamente aveva provato. L'albero la tranquillizzò ancora una volta e lei si addormentò.

Il giorno dopo il re del bosco, Capo Orso Bruno, l'andò a trovare. Dopo aver gustato una deliziosa banana, le chiese di partecipare alla guerra contro il gigante.
Dovete sapere che inizialmente l'orso era bianco, ma un giorno il gigante, molto affamato evidentemente, uccise la sua amata e suo figlio piccolo.
L'orso ne rimase così tanto addolorato che si rinchiuse in una grotta per molti inverni e ,stando sempre al buio con la sporcizia e l'umidità, l'orso cambiò colore del pelo.
La ragazza, vedendo l'odio e il dolore negli occhi dell'amico orso e ricordandosi degli occhi pieni di terrrore e dei corpicini esili dei suoi amici animali, accettò.
Era un attacco a sorpresa. Ne fecero parte: animali, Elfi, Gnomi. Gli Gnomi erano i più arroganti, ma Johanna vedeva che in realtà avevano un grande cuore.
Le sue amiche fate, incontrate lungo il cammino, le crearono uno scudo e un' armatura formata da acqua di ruscello vetrata misto con polvere di stella per darne lucentezza e polvere di roccia per darne resistenza.
A lungo la ragazza sentì le terribili storie dei suoi amici animali: alcuni avevano perso casa, alcuni famiglia, ad altri l'unica cosa che rimaneva era l'odio.
La sera la passò insieme al suo amico albero, preoccupato per lei.

La notte Johanna raggiunse di nuovo quel luogo incantato. Questa volta il ragazzo stava in silenzio e guardava l'orizzonte.
Johanna si avvicinò con molta calma all'estraneo e gli mise la coperta di fili d'erba addosso e gli porse la mano. Il ragazzo subito si girò e la sorrise.
La ragazza si sentì sciogliere il cuore. Ebbene si, l'incantesimo era spezzato. Era lui il vero amore.
Il ragazzo, in maniera molto affettuosa, le raccontò di lui: si chiamava Francisko, aveva i capelli neri neri, gli occhi color nocciola e la pelle chiara come la luna. Diceva che non aveva memoria del suo passato, da quel che si ricordava, lui era sempre vissuto nel bosco. Si cibava di tutto quel ch'era commestibile.
Parlarono fino all'alba. Poi, allo spuntar dei primi raggi, lui la salutò frettolosamente e scappò.
Lei ritornò dal suo amico albero che però dormiva.

Mancavano 4 giorni al grande scontro con la belva. Ma lei aveva la testa solo per quel misterioso ragazzo senza origini.
Per 3 sere consecutive lei si vide con lui, e il suo cuore batteva come da anni non aveva mai battuto prima. Lui le presentò la sua amica Luna e lei gli presentò il suo amico
albero. Finché arrivò il giorno dello scontro.
Capo Orso Bruno preparò l'esercito. Johanna allora sentì una paura tale che si bloccò dal terrore. Non riusciva a muoversi tanto che le sue amiche fate dovettero prepararle una miscela con succo di papavero.
Dopo essersi vestita con l'armatura, Johanna e gli animali si incamminarono. E camminarono e camminarono così tanto che Johanna inziò a sentire male ai piedi e iniziò a capire quanto era dura la guerra. Camminarono così tanto perché il gigante si era spostato in un posto più lontano.
Arrivati al monte, costruirono tanti piccoli nidi e Johanna si stabilì in una piccola grotta.


Il giorno dopo ci sarebbe dovuto essere lo scontro. Essendosi mossa, lei non poteva raggiungere quel luogo magico dove incontrava sempre Francisko, il ragazzo misterioso.
Ma con sua grande sorpresa, quella notte, lo vide seduto su una roccia a guardare la luna. Appena vide Johanna rimase sorpreso.
<< Che ci fai quì?! >> urlava. << Mi hai tradito! Sapevo che non dovevo darti fiducia! >>
Johanna non capiva. Rimase in silenzio incredula, poi disse docilmente << Ma.. io non ho fatto nulla .. >>
<< Bugiarda! Con me hai chiuso! >> e se ne andò.
La ragazza ancora non capiva. Iniziò a piangere chiedendosi cosa avesse fatto. Rimpiangeva le dolci e tranquille parole del suo amico albero, ma ormai non poteva più nulla.
Ritornò nella grotta e, piangendo, si addormentò.

Ecco il giorno dello scontro: Johanna si svegliò con il rumore di una lama affilata. Era lo Gnomo Elbert che stava facendo tutto quel casino.
Gli Elfi e le Fate stavano creando elisir guarenti per gli eventuali feriti. Capo Orso Bruno rifletteva.
La ragazza rientrò dentro la grotta e uscì con indosso l'armatura. Dopo essersi tutti riuniti e preparati, a notte fonda s'incamminarono verso la tana del gigante. Ma non vi trovarono nessuno. Allora decisero di aspettarlo dietro una grossa collina.
Alle prime luci dell'alba si iniziarono a sentire le prime scosse e Johanna vide, in un primo momento, solo uno stormo di uccelli che si allontanavano velocemente.
Subito dopo il gigante uscì in preda al terrore. Iniziò a prendere dei bastoni appuntiti e a lanciarli dritto nel cuore di alcune di quelle povere bestiole. Dopo averne uccise una decina, prese i corpi e accese un fuoco.
Capo Orso Bruno lo studiava insieme alle antilopi che conoscevano meglio di chiunque altro le motagne.
Johanna era incantata dai suoi gesti, sebbene bruschi.. ordinati e composti.
Circa mezz'ora dopo, Capo Orso Bruno dette il segnale dell'assalto. Erano circa 1.000 tra animali, Gnomi ed Elfi. Allorché il gigante si girò e subito cominciò a buttare calciagli animali più piccoli. Gli Elfi gli lanciavano frecce sul viso, sul petto ma sopratutto sui piedi.
Johanna non faceva niente. Lo guardava, guardava i suoi capelli, già conosciuti, i suoi occhi che davano un tono dolce.

Circa 2 ore dopo, il gigante era catturato e rinchiuso dentro un enorme grotta senza luce. A fare la guardia c'eranp 2 Elfi e uno Gnomo, che si racconta divennero grandi amici. Johanna aveva curiosità nel rivederlo e così fece.
Poco dopo il tramonto, guardata un po con disapprovazione dalle creature per il poco aiuto dato durante la battaglia, entrò nella grotta e l'iniziò a guardare.
Il gigante aveva uno sguardo triste ma, alla vista di Johanna, divenne arrabbiato, furioso. La ragazza, anche se impaurita, non si muoveva: primo perché era incatenato; secondo perché lo guardava cercando di capire quei lineamenti già conosciti.
Ma il gigante si dimenò così tanto che fece tremare la grotta e di conseguenza scappare Johanna.
Impaurita, pensò che era una creatura spregevole, che sarebbe vissuta per sempre senza amore e sarebbe morta da sola.
Ma già due sere dopo, lei si ritrovò in quel punto dinanzi alla soglia della grotta con un cesto pieno di frutti in mano. Era notte fonda, le guardie dormivano. Lei entrò e lo vide seduto a guardare il terreno. Appena vide la fanciulla avvicinarsi con il cesto di frutti in mano, cominciò a piangere silenziosamente.
Johanna allora posò subito il cestino e, con la sua piccola mano, iniziò ad accarezzargli un dito, essendo le altre parti del corpo troppo grandi. Guardò il gigante negli occhi, e lui fece la stessa cosa.
Poi con voce possente e roca disse << Johanna.. >>
Lei si meravigliò, come conosceva il suo nome? All'improvviso il gigante frugò tra le taschee prese un minuscolo oggetto, lo diede a Johanna: era un clarinetto!
La ragazza capì tutto d'un tratto. Gli occhi gli si gonfiarono di lacrime improvvisamente << Come sei finito in questo stato?! >>
Il gigante, allora, con il dito puntò verso l'alto. La ragazza non capiva. Allora lui con il dito disegnò una luna sul terreno. Johanna con un cenno del capo fece capire che aveva capito, tonrò all'ingresso della grotta e con molta astuzia e con molto silenzio riuscì a prendere le chiavi delle catene che tenevano rinchiuso il gigante dalle guardie che dormivano. Si avvicinò a lui, le aprì. Lui la prese con una mano e la portò con sé fino alla soglia di quel luogo così cupo e umido. La poggiò a terra e non appena il suo corpo fu a contatto con i raggi della luna.. si rimpicciolì diventando di nuovo Francisko. La ragazza corse ad abbracciarlo e gli porse il suo scialle.
Fu allora che Francisko cominciò a parlare: in passato lui lavorava presso la regina del cielo, una signora metà donna, metà uccello che incuteva cattiveria e terrore.
Per garantirsi un riparo, il povero giovane doveva lavorare per lei commettendo numerose cattiverie. Ma il cuore di Francisko, non essendo cattivo, dopo un po si stancò e decise di scappare. Ma la Regina lo scoprì e gli innescò una maledizione pronunciando queste parole:
"Cuore grande pur essendo malvagio
ti ha donato casa e ti ha fatto sentire a tuo agio.
Se con questo gesto tu mi offri la tua gratitudine
allora io ti obbligo a morire in solitudine"
Essendo sera, quando Francisko si allontanò velocemente dal castello, non notò niente di particolare. Pensò potesse essere un virus e con l'anima in pace si addormentò.
Però il giorno seguente, quando si alzò, notò di essere altissimo, di essere possente ed estremamente forte. Si specchiò sull'acqua calma di uno stagno e fu lì che vide il suo viso sfigurato, la sua bruttezza.
Provò a cercare aiuto ma invano: appena le persone lo vedevano, scappavano in preda al terrore. Provò a lungo a comunicare con la gente, ma nessuno aveva il coreggio di avvicinarsi. Così il ragazzo si nascose nel bosco.
In più la Regina degli Uccelli, ogni settimana, mandava stormi di uccelli a fargli del male ed è per questo che lui aveva paura.
Johanna rimase tutto il tempo ad ascoltarlo affascinata dalla storia e da lui. Finito il racconto, lei con voce molto sicura lo rassicurò dicendogli che l'avrebbe aiutatp a sciogliere l'incantesimo.
  
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