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Autore: LightsWillGuideYou    02/10/2013    0 recensioni
Nel 1832 Rose entra a far parte de Les Amis, dove incontra tante nuove persone, scettiche all'inizio di avere una donna nel gruppo, ma successivamente simpatiche e rispettose nei suoi confronti. Solo uno sembra non voler avere molto a che fare con il resto delle persone. Si occupa solo dei suoi progetti di cambiare il mondo. E quest'uomo si chiama Etienne Enjolras
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rose camminava per le buie vie di Parigi. Erano circa le 11, e la maggior parte della città era chiusa nella propria casa, ad aspettare chissà quale miracolo che li liberasse da quella povertà che ormai li affliggeva da mesi. I bambini mangiavano poco o nulla normalmente, per non contare le volte dove venivano costretti dai morsi della fame a rubare cibo ai più ricchi in visita della città. Si sentiva che qualcosa stava cambiando, che il popolo stava cominciando a capire che non era possibile continuare a vivere in quella continua tortura che altre persone avrebbero chiamato ''vita''. Ed era per questo che Rosie si era unita a Les Amis. Perchè aveva scoperto che quei ragazzi, studenti universitari, avevano intenzione di ribellarsi. E poi anche perchè aveva sentito la famiglia di un certo Combeferre discutere con i suoi genitori su quanto fosse pericoloso e sul fatto che avessero disconosciuto il figlio. Le avevano ordinato di rimanere a letto, ma era stata svegliata dalle parole ''rivoluzione'' e ''pericolo''. Adorava i pericoli! Non sapeva sicuramente chi Combeferre fosse, e lui non sapeva di lei, ma era abbastanza sicura che, una volta visto, lo avrebbe riconosciuto.

Venne fermata un paio di volte da degli stupidi mendicanti che tentavano di derubarla, ma entrambi i ladri rimasero abbastanza scioccati quando scoprirono che la ragazza non aveva niente, con se'. Magari da lontano poteva sembrare chissà quale aristocratico, ma da vicino era solo una ragazzina vestita come un uomo in cerca di guai. Passò da Rue Plumet, fino ad arrivare davanti al locale che le era stato detto. ''Le Cafè Musain''. Si guardò un po' intorno, in cerca di qualcuno con cui parlare o a cui richiedere indicazioni. Solo dopo si accorse della luce accesa al secondo piano e del numeroso numero di persone al suo interno. Chiuse gli occhi e prese un bel respiro, dandosi un minimo di coraggio. Non che avesse paura, ci mancava altro, ma l'unico problema era che, in quel gruppo, sarebbe stata circondata da uomini, e la cosa non la rendeva poi più di tanto entusiasmata. E se uno di loro non avesse avuto buone intenzioni? Se non fosse stata accettata come donna? Se l'avessero messa da parte perchè non considerata nelle capacità di tenere in mano un fucile? Sospirò, pensando a quelle cose, e, amareggiata, si girò per andarsene. Non riuscì a fare neanche un passo, che si trovò davanti un ragazzo non molto più alto di lei, dagli occhi verdi e, particolare fieramente in mostra, una piccola bandierina francese sulla parte destra della sua giacca marrone scuro, probabilmente uno dei segni che caratterizzava Les Amis. Lui la squadrò dalla testa ai piedi, in un attimo, notando il suo abbigliamento e supponendo che il motivo per la quale una ragazza come lei fosse fuori a quell'ora era un solo.

-Sei qui per unirti a Les Amis?

Dopo un attimo di incertezza, Rose mise il petto in fuori ed acquistò un postura fiera, degna di una rivoluzionaria, e disse fieramente ''Sì'', facendo ridere il ragazzo davanti a lei.

-Cos'hai da ridere? Non hai mai visto una ragazza vestita come un uomo?
-No no, è solo che sei un po' ridicola così!
-Ah...

Subito la ragazza si chiuse a riccio. Aveva ragione. Non era posto per lei, quello. Tutti fieramente pronti a combattere, e lei riusciva solo ad apparire ridicola quando, in qualche modo, cercava di dare un tono alle sue parole. Quei pensieri vennero, però, fermati, da quello che il ragazzo le disse successivamente.

-No, aspetta, cos'hai capito? Io intendo che noi non facciamo parte di questo gruppo perchè dobbiamo dimostrare qualcosa a qualcuno.. Non serve che ti atteggi così tanto! Tranquilla, presto vedrai che dentro quel locale si è formata una seconda casa per tutte le persone che la vogliono.. Comunque, io mi chiamo Marius Pontmercy..

-Il mio nome è Rose..
-Bene, Rose! Vuoi che ti accompagni dentro? Magari avere qualcuno dalla tua parte potrà farti comodo, là dentro.

Rose sorrise e seguì il ragazzo, entrando nel Cafè. La prima impressione fu un micidiale puzzo di vino, che subito venne giustificato dalle innumerevoli botti che il locale conteneva. Si guardò intorno e vide il piano terra completamente vuoto. C'era solo un bancone con dietro varie bottiglie e delle sedie. Si girò un po', notando finestre di vetro ed un sacco di uscite secondarie, fin quando la voce di quel Marius non la richiamò alla realtà.

-Ehi! Ci sei? Vieni! La festa è al piano di sopra!

Rose sorrise e salì le scale velocemente, cercando di non far caso al preoccupante schricchiolìo che si sentiva ad ogni scalino pestato, fino a vedere cosa succedeva al secondo piano.

Vide un sacco di giovani intenti ad armare pistole e fucili, ed un altrettanto numeroso numero, invece, se ne stava ad un bancone poco più piccolo di quello al piano di sotto e beveva da piccoli picchieri di metallo, brindando e cantando canzoni che dovevano probabilmente essere l'inno del gruppo. A Rose rimase impressa una in particolare, che faceva:

 

Do you hear the people sing?
Singing a song of angry men
It is the music of the people
who will not be slaved again
When the beating of your heart
echoes the beating of the drums
There is a life about to start
When tomorrow comes!

 

Sorrise nel vedere che anche Marius si unì al coretto, fin quando questo non richiese l'attenzione di tutto il gruppo.

-Ascoltatemi! Abbiamo una nuova compagna! Vi presento Rose.

Ed indicò con un sorriso la ragazza che fece un piccolo sorriso. Sicuramente la reazione del gruppo fu quella che si era immaginata. Alcuni la guardarono alzando un sopracciglio, altri si misero a ridere, e ad altri ancora andò di traverso il vino che stavano bevendo. E poi ci furono un paio, che sopo aver guardato bene Rose, si girarono verso un punto dove si trovava, probabilmente, una persona che la ragazza non riusciva a vedere bene. Marius cercò di rompere il silenzio momentaneo.

-Andiamo, ragazzi! Non è diversa da noi!
-Marius, questa è un'altra delle tue amichette, vero?

Si alzò una risata generale e Rose inquadrò il ragazzo che aveva detto quella pessima battuta. Trovò, nella mischia, l'origine della frase in un ragazzo dai capelli non molto corti di un color biondo scuro. Eccolo, Combeferre! Rose si fece coraggio e disse, con voce sicura:

-In realtà l'ho conosciuto solo pochi minuti fa, ma, Combeferre, sono sicura che non sarà un problema per te, dato che anche io ho rinunciato alla mia famiglia per entrare qui.. o sbaglio?

Quelle parole lasciarono il ragazzo a bocca aperta, che si limitò ad annuire e a guardarsi dietro, verso quella persona che, ormai, tutti stavano guardando

-E, che ne dici?

Dalla folla Rose vide alzarsi nello sfondo un uomo dai capelli biondi e gli occhi più azzurri del mare. Il classico Apollo che ogni donna avrebbe desiderato. La guardò con quegli occhi che sembravano fatti di ghiaccio, e lei riuscì a vedere in quello sguardo una certa freddezza nei confronti dei suoi compagni. Quello era il capo di tutto il gruppo, il famoso Enjolras di cui tutti parlavano. Di avvicinò alla ragazza che, per l'ennesima volta, venne osservata ed analizzata dal capo di quella rivoluzione

-Tutti coloro che condividono i nostri ideali e sono pronti alla battaglia sono apprezzati, a prescindere dal sesso. Quindi, benvenuta.

Detto questo, si girò e tornò a lavorare sui suoi progetti insieme a Combeferre, che lanciò un ultimo sguardo di sfida alla ragazza, e ad un altro ragazzo di probabilmente qualche anno più piccolo.
Rose fece un sorriso, mentre il locale cominciava a riprendere vita, con risate e discorsi sulla politica attuale. Alla ragazza venne offerto un bicchiere di vino, che si mise a bere lentamente in un angolo, mentre osservava il resto del gruppo. Parlò solamente quando Marius si avvicinò nuovamente a lei.

-Allora, Rose, buon modo di cominciare! Credimi, Combeferre continua ancora a mangiarsi la lingua per quel che ti ha detto ma, dimmi, come facevi a sapere il suo nome?
-Storia troppo lunga da spiegare.. Sono felice di aver dato una buona impressione!
-Eh già.. Sembra che tu piaccia anche al nostro Etienne, anche se non lo da molto a vedere
-E-Etienne? Parli di Enjolras? Si chiama veramente Etienne?
-Sì, ma non dire a nessuno che te l'ho detto o mi ucciderà! Non vuole che si chiami per nome.. Lo odia quando qualcuno lo fa senza il suo permesso.

Rose stava cominciando a conoscere un po' di più quel gruppo, nonostante fosse lì da solo un'ora, ma l'unica persona che ancora non aveva fatto fuoriuscire qualche indizio sulla sua personalità, era proprio quel leader che le ricordava tanto un Apollo greco. Così, nel sapere il suo nome, si sentì un po' più sicura che quell'uomo fosse reale

-Capito...
-Ah, quasi dimenticavo, qual'è il tuo cognome? Mi hai detto solo di chiamarti Rose e, sicuramente, senza famiglia non sarai..

La ragazza sorrise per un attimo, prima di dire velocemente:

-Grantaire... Rose Grantaire...



Piccola avvertenza. NON DATEMI ADDOSSO PER IL FATTO CHE HO CAMBIATO IL PERSONAGGIO DI GRANTAIRE. Voglio solo scrivere qualcosa di diverso dal solito, e preferisco farlo in questo modo, rendendo a mio parere la storia più interessante. So che non è come la storia originale e molti di voi non apprezzeranno, quindi evitate di scrivermi tutti nelle possibili rcensioni la stessa cosa. A me piace così, e spero piaccia anche a voi, con il proseguimento della trama!

  
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