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Autore: Freya Crystal    02/10/2013    2 recensioni
Tutto inizia con un'insolita telefonata...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'anima vola








<< Pronto? >>
<< We, sono Andrea! >>
Rischio di andare a sbattere contro un palo della luce.
<< Hai contratto una bronchite acuta? Guarda, lo sa che fa schifo e preferiresti recitare preghiere in aramaico antico nudo in Piazzale delle Rose, però ti assiucuro che funziona: metti del latte a bollire e tuffaci dentro uno spicchio d'aglio, poi bevi, senza masticare l'aglio, ovvio, altrimenti ti viene un alito che neanche la mia titolare c'ha al mattino quando si sveglia e si accende subito una sigaretta! Così ti passa tutto nel giro di un paio d'ore. Garantito! >>
Non ricevo alcuna risposta.
<< Andrea... mi senti? >>
Zero. 
Inarco un sopracciglio scettica. Forse la bronchite gli sta violentando le corde vocali.
<< Scusa, ho sbagliato numero. >>
Ci vado a sbattere da sola contro il palo. Preferisco una botta in fronte all'alternativa di dover affrontare questa stramega figuraccia di merda.
Lo sconosciuto si gode il mio imbarazzo senza accennare a riattaccare, cose che io dovrei fare subito. 
<< Credevo che... Perché ho un amico che si chiama Andrea, solo che lui ha una voce più squillante. Ecco, tutto qui, ti avevo scambiato per lui! Mi sembrava strano. Beh almeno so che sta bene! >>
Naturalmente non ho riattaccato. Ha la straordinaria capacità di ingrandire il raggio d'azione delle mie figure di merda e di sguazzarci dentro con inconscia allegria.
<< Già, l'ottimismo è quello che ci vuole... >>
Mi sta pigliando per il culo?
<< Bravo! L'ottimismo è il profumo della vita! Lo diceva anche quel vecchietto della pubblicità dell'Enel, solo che dopo un piccione gli cagava in testa - o cagava in testa a Gianni? non mi ricordo... Ma tanto la cacca porta fortuna, quindi gira e riprilla sempre di positivo, fortunato e ottimista si parla! Dovrei chiamare mio figlio Positivo, anzi meglio Fortunato, perché Positivo è fuori moda e poi lo piglierebbero tutti in giro chiamandolo Siero-Positivo. >>
Fermatemi. Questa era veramente triste. L'ho sempre detto che Dio non esiste.
<< Non ci avevo mai pensato. >>
<< Perché anche tu vorresti chiamare tuo figlio Positivo? >>
<< Io ho già un figlio, si chiama Gianni. >>
<< Uh, pensa! Come l'amico del vecchietto! Gli strani casi della vita! >>
Sento ridacchiare.
<< Guarda che stavo scherzando. Sono troppo giovane per avere un figlio. >>
Perché scusa, quanti anni hai? Ci sono ragazzi che diventano padri da giovanissimi.
<< Ho ventitrè anni >>, mi informa, leggendomi il pensiero, << e tu quanti ne hai? >>
Riattacco. Ma che diamine! Di questo passo gli avrei raccontato tutti i cazzi miei! Non è un fatto normale quando sbagli numero iniziare a chiacchierare. Tanto che mi frega 'sto tizio... Figuriamoci se dovevo stare a sentirlo. Sarà meglio che mi muova, o di questo passo pranzerò alle cinque del pomeriggio. 
Arrivo a casa e come al solito c'è odore di articoli cinesi. Se d'inverno tengo aperte tutte le finestre per sei ore, mi entra un plotone di insetti che nemmeno nella foresta equatoriale si riesce ad incontrare. Di conseguenza, o mi trovo un coinquilino che non abbia un cacchio da fare quando vado a lavorare, o mi tengo la puzza di articoli cinesi.
Mi dirigo in cucina, spalancando la finestra, con l'intento di assediare il frigo, quando un rumorino di sottofondo proveniente dalla stanza adiacente mi fa tendere le orecchie e alzare i pugni in posizione di autodifesa. Sto prendendo troppo seriamente la boxe. Mi sento come Malocchio Moody, quel professore paranoico della saga di Harry Potter che ad ogni minimo battito d'ali iniziava a lanciare incantesimi stana-attentatori. Ciliegina sulla torta, apro il cassetto delle posate e impugno un coltello che mi porta sulla buona strada per trasformarmi nel sosia di Edward Mani di Forbice. Però anche Sweenie Teddy potrebbe sembrare il mio gemello, adesso...
Deglutisco, mi faccio coraggio e faccio il giro della sala per arrivare alla mia camera. Inclino il coltello pronta a conficcarlo in testa ad un eventuale malintenzionato e spalanco la porta con un calcio. Resto di sasso sulla soglia, la mia posizione stona un tot con la mia espressione facciale riflessa nello specchio che ho di fronte. Mi trema il labbro, il braccio armato mi si affloscia come un burattino dai fili rotti, mentre la signora Benedetti picchia la scopa contro il soffitto dal piano inferiore. Distinguo la parola Beautiful in mezzo ad una colorita sequela di bestemmie. Sia maledetto quel programma e sia maledetta quell'insopportabile vecchiaccia che richiede religioso silenzio ogni volta che è attaccata alla tivù. Mi sa che la proprietaria del mio appartamento all'anagrafe ha pagato fior di quattrini per modificare le prime tre le lettere del suo cognome. 
<< Cosa cazzo ci fai tu qui!? >>, squittisco con i toni più pacati di cui riesco ad usufruire, considerato lo shock, per impedire alla vecchia di inalberarsi ulteriormente. 
La vittima sbatte le palpebre un paio di volte, la bocca leggermente socchiusa, poi apre un occhio e lo punta su di me. << Uh, stai preparando il pesce? >>
Cosa diavolo glielo fa pens- ah. Il coltello.
<< Ti ho fatto una domanda. >>
<< Oooh, stavo dormendo, non ho sentito! >>
<< Invece il tuo russare si sentiva eccome... Beh allora te la ripeto! >> ingiungo, sbattendo il coltello sulla scrivania, << Cosa cazzo ci fai tu qui!? >>
Andrea fa una smorfia scocciata e si mette seduto, sprimacciandosi il cuscino per garantire alla sua testa vuota il massimo del comfort. 
<< Sto male. >>
Devo ricordarmi di farmi restituire la copia delle mie chiavi di casa.
<< Uh, tu pensa che un tizio poco fa mi ha chiamata, aveva sbagliato numero, ma dato che si chiama anche lui Andrea, l'ho scambiato per te, quindi ho fatto una figuraccia di merda! >>
<< Cosa gli hai detto? >>
<< Ho iniziato a fare la crocerossina, perché questo qui aveva una voce roca e pensavo che ti fosse venuta la bronchite! >>
<< Ma allora me le mandi! >>
<< Io non porto iella, sei tu che mi fai fare delle figure di merda... >>
<< Non è colpa mia se sei così idiota da partire in quarta ogni volta che qualcuno ti dice "A". Quando parli neanche un trapano ti tiene testa. >>
Afferro la prima cosa che mi capita a tiro e gliela lancio. L'orsacchiotto di Winnie the Pooh gli rimbalza sul ciuffo morbido di piega appena fatta e gli ricade sulle ginocchia. Andrea sbuffa. Poi fa una cosa che mi lascia di merda. Fissa il pupazzo come se lo stesse radiografando internamente, se lo porta in grembo e comincia a piangere.
Di solito le lacrime ci mettono un po a formarsi agli angoli delle palpebre. Invece adesso sto assistendo alla formazione delle Cascate del Niagara. Andrea piange in silenzio. 
Nessun singhiozzo, nessun mugolio, nessun verso strano. Peggio ancora. 
Mi sciolgo come crema sul fuoco.
In certi momenti mi sento talmente fuori posto che vorrei essere un'ameba. Ignara di tutto e unicamente impegnata a sguazzare nel mare.
Le persone che piangono, soprattutto se voglio loro bene, mi disarmano. 
Rimango immobile, aspettando che Andrea smetta, pregando perché dica qualcosa, sperando che il suo unico problema sia che Alex non ha capito come voleva rasarsi i capelli. Ma so che il problema è ben più grave. 
Andrea è come un bambino, l'attimo prima ride, l'attimo dopo mette il broncio, ma quando è ridotto così non cambia umore alla stessa velocità. 
<< Alessio mi ha lasciato. >>
<< ... Io lo ammazzo. >>
Non mi rendo nemmeno conto di aver parlato, finché lui non mi risponde. 
<< No, ti prego, non dire niente! Lascia perdere, guarda... non devi dire e non devi fare niente! Chiaro? >>
Demolisco la diga che blocca il flusso dei miei pensieri e gli sono accanto. Lo abbraccio di slancio, non ascoltando le sue parole. 
Potrei estrargli i testicoli senza anestesia e utilizzarli come palline da tennis- anche se non sono un chirurgo e non so giocare a tennis -, o potrei fargli una plastica facciale a suon di pugni - anche se, ripeto, non sono un chirurgo e nonostante sia mancina, cosa che solitamente gioca a favore dei pugili, ho una mira patetica-, o potrei cavargli gli occhi con un puntaspilli e servirli in pasto alla signora Benedetti - anche se poi mi sentirei in colpa nei confronti della suddetta vecchia, perché in questa situazione persino una come lei mi pare dolce, carina e simpatica - o potre-
<< Doveva andare così. Alessio ha ragione, sono un codardo... >>
Aspetta, sto cercando di escogitare il metodo migliore per torturare quel cesso del tuo fidanzato, non mi distrarre! 
<< Ha ragione e basta... >>
Bum.
Andrea tira su col naso ed io mi riprendo dal mio stato di trance. 
<< Cos'hai detto? >> La mia voce è un sussurro mortifero. 
Come diamine si fa a dire che Alessio ha ragione? Non voglio neanche saperlo il motivo per cui quell'idiota ha deciso di lasciare Andrea, insomma, è scontato di chi è la ragione! Andrea è intelligente, eccentrico, spiritoso, figo da paura, non gli manca niente! Mentre Alessio è spocchioso, burbero e pigro. L'avevo sempre detto che quei due non erano fatti per stare insieme... Non so, è come mettere di fianco Megan Fox al buon Fabio. In questo caso mi proporrei come cheerleader della Wanna Marchi, non c'è pezza che tenga, quel tizio è pagato solo per mostrarci il suo faccione.
<< Ho detto che Alessio ha ragione! >> 
Stavolta scoppia. Poggia la testa sulla mia spalla e comincia a singhiozzare senza ritegno. Mi ritrovo a fargli pat pat sulla schiena con aria patetica, mentre fisso una cimice che zampetta sul vetro della finestra che ha tutta l'aria di volersi fare una capatina nella mia cameretta.
<< Ti ha drogato, per caso? >>
<< Ma no! >>
<< Senti Andrea >>, prorompo, continuano a fargli meccanicamente pat pat sulla schiena, << non voglio sapere cos'è successo, perché tanto lo so che la colpa è di quel troglodita macchiettato- >>
<< Ehy, non offendere le sue lentiggini! >>
Sospiro, alzando gli occhi al cielo. << Beh, quello che volevo dire, è che ormai vi prendere e vi mollate talmente talte volte, tu e quel... quel simpatico coglioncello, che non hai motivo di preoccuparti. Nel giro di due giorni vi sentite per telefono e fate pace, parola mia. >>
<< Allora non ci conterei tanto... >>
<< Stai dicendo che la mia parola non vale? >>
Andrea ha smesso di piangere da un po. Lo noto con sollievo, mentre lo sento borbottare contrariato. 
<< Ora, mio caro, se non ti dispiace devo spostare le mie chiappe da questo letto, ho una missione da compiere. >>
Andrea alza la testa di scatto, dandomi una botta sul mento. << Cosa cucini? >>
Lo fisso con occhi serpentini, sciogliendo l'abbraccio. << Un bel niente, mi sono fermata in rosticceria. >>
Sento il suo grido di giubilo mentre schizzo a prendere mezzo rotolo di carta igienica in bagno. Ritorno in camera e mi dirigo a passi decisi verso la finestra, ma Andrea balza giù dal letto e mi afferra un polso. 
<< Non ucciderla! La tolgo io, mamma mia, quante storie per una bestiolina. >>
<< Se mi fa schifo... mi fa schifo! >>, replico incassando le spalle e alzando il capo orgogliosamente.
Andrea prende la cimice tra il pollice e l'indice con delicatezza e l'appoggia sul davanzale. 
<< Che diavolo fai? >> Lo fisso perplessa, mentre vedo che muove lentamente il mignolo avanti e indietro. 
<< Ecco, vai a farti un giro, così ti passa il freddo. >>
<< La stai... accarezzando? >>
Andrea chiude la finestra e sorride. << Dovevo prima chiederti il permesso? >> 
Mi si è disarticolata la mascella. Malgrado tutto, un mucchio di neuroni ancora funzionanti, mi avvertono che Andrea ha intenzione di abbracciarmi e io scappo, richiudendo la porta del bagno a chiave. 
<< Non azzardarti a toccarmi con quelle mani immonde! >>
Andrea ride. << Intanto che mediti il mio omicidio sulla tazza del cesso, vado a mangiare. >>
Dalla fretta che ho di girare la chiave nella toppa impiego il doppio del tempo. Il cretino sembra che stia soffocando nel tentativo di celarmi il suo divertimento. Ma quando finalmente riesco ad aprire la porta e gli sono di fronte lo colgo di sorpresa e non riesce a ricomporsi dignitosamente. 
Perlomeno ha le lacrime agli occhi per il troppo ridere. 
<< Dovresti lavorare nell'FBI. >>
<< Questa non l'ho capita. >>
<< Nessuno mi capisce, Merion, questo è il mio lato più affascinante! >>



 
**



Spazio dell'autrice: ho deciso di cimentarmi in una long-fiction comico-sentimentale. Spero che abbia stuzzicato il vostro interesse, non ho molto altro da aggiungere perché questo è solo il prologo, quindi vi saluto :) Lasciate un commento se vi va ^^

 
  
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