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Autore: Ehybastaldo_    02/10/2013    2 recensioni
"Cascasse il mondo, io domani confesserò ad Harry Styles i miei sentimenti."
Un tuono risuonò nel cielo, facendo perfino tremare le finestre della mia stanza. La mia pelle rabbrividì e mio fratello, Liam, scoppiò a ridere alla mia reazione.
"Ehy, sorellina, vacci piano con le parole." Disse ridendo.
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa os a Desy, che praticamente
mi stalkera da tutte le parti, ma che mi fa 
davvero piacere :3

A lei che mi sopporta ogni giorno e che mi fa
sorridere con nulla. Grazie <3



"Cascasse il mondo, io domani confesserò ad Harry Styles i miei sentimenti."
Un tuono risuonò nel cielo, facendo perfino tremare le finestre della mia stanza. La mia pelle rabbrividì e mio fratello, Liam, scoppiò a ridere alla mia reazione.
"Ehy, sorellina, vacci piano con le parole." Disse ridendo.
Mamma mia che spavento, il cuore sembrava non voler cessare di battere così forte, quasi mi usciva dal petto.
"No, sono seria. Domani c'è il ballo della scuola e ho deciso di dirgli tutta la verità; prima lo invito, ovvio."
Un altro suono sordo di un tuono che sguarciava il cielo.
"E che minchia!" Imprecai come un'assatanata verso la finestra della mia stanza dopo che questa venne illuminata da un nuovo lampo.
Liam sorrise scuotendo la testa.


*  *  *
"Buongiorno sorellona! Non credi che questa nuova suoneria ti sveglierà come si deve? Ricordati di usare della buona crema nutriente, di metterti un fondotinta leggermente più chiaro; non voglio sembrare il fratello di un'africana. Ah, sbrigati a vestirti che non voglio fare tardi a scuola. Ti voglio bene."
Bastardo Payne.
Sganciai un destro, quasi distruggendo l'apparecchio metallico posto sul comodino al lato del letto.
L'avrei ucciso, lui e le sue manie da protagonismo. Non poteva semplicemente mettere un fastidioso tic tic come sveglia?
No, la sua irritante vocina. Era il numero uno in campo di scartravetramento di ovaie.
Come al solito, mi alzai di malavoglia, abbandonando il mio bel letto caldo, strisciai fino alla porta del bagno e mi chiusi dentro per una buona mezz'ora, vestendomi e preparandomi per la mia tortura giornaliera.
Per fortuna, quel giorno, tutto sarebbe cambiato! Avrei invitato al ballo di quella sera stessa, ci saremmo divertiti, magari l'avrei fatto anche un pochino ubriacare e infine gli avrei confessato i miei sentimenti.
Non ci conoscevamo da molto, era vero; ma tutte le ore di francese, biologia e matematica le passavamo insieme, ridendo e scherzando, prendendo in giro il professore di matematica quando si addormentava durante la spiegazione.
Avevo aspettato a lungo che mi invitasse lui; ma alla fine, quando dopo tante preghiere senza risultato, mi ero decisa io di fare il grande passo.
Harry Styles era la persona più stimata e adorata nella scuola, sia da maschi che da femmine, e nessuno sapeva per quale assurdo motivo aveva rifiutato le tre proposte di tre ragazze bellissime per andare al ballo.
Il giorno prima, casualmente, mi aveva confessato che con me si trovava bene, mi trovava una ragazza simpatica e solare. Magari aveva dimenticato il giorno in cui lo feci affogare accidentalmente con l'acqua e che la Stoner ci aveva buttato subito dopo fuori dalla classe perchè stavamo disturbando la lezione. Ma io lo ricordavo benissimo, perchè fu la prima volta che lo vidi -e che gli diedi una gomitata non voluta-, la prima di una lunga serie.
Un clacson attirò la mia attenzione.
"Ora lo uccido." Digrignai a denti stretti, mentre mi affrettavo a recuperare l'Iphone e lo zaino dal pavimento.
Mentre scendevo le scale come una pazza, mi misi a leggere il monologo della mia migliore amica sui suoi soliti problemi mattutini.

'Rosa o fuxia? Questo è il problema!'

Insomma, rosa e fuxia non sono lo stesso colore? Va bene che uno è leggermente più scuro dell'altro, ma davvero Megan si svegliava due ore prima per questo?
Per fortuna il messaggio seguente mi fece sorridere come un ebete.

'Buongiorno principessa, ci vediamo a scuola. xx Harry'

Potevo morire? Ovviamente no! Mamma aveva fatto i muffin quella mattina e non potevo di certo perdermeli! Ne afferrai uno, salutai mia madre troppo presa a litigare con il telecomando della televisione e uscii di casa rispondendo solo al messaggio di Harry.

'Buongiorno a te, principino. xx'

Mi maledii mentalmente quando mi arrivò immediatamente un messaggio con su scritto del mio scarso credito. Dovevo fare una ricarica, per forza!
Ogni volta i nostri messaggi avevano certi nomignoli da far venire il diabete; forse era proprio per questo che mi ero convinta ad invitarlo. Come si comportava con me, non faceva con nessuno.
Ero la tua principessa, tsk.
Alla fine del vialetto, l'auto nera di Liam era pronta per partire per una nuova giornata. La mia giornata.

Come sempre, Liam dovette rispettare i semafori, stop, precedenze e quella mattina si era fermato perfino per far attraversare un vecchietto sulle strisce pedonali. Se ci avesse messo due minuti di più ad attraversare, mi sarei fossilizzata sul sedile dell'auto di mio fratello.
Inoltre, gli avevo dato una cinquina non appena ero entrata nell'abitacolo, giusto per ricambiare il buongiorno non molto gradito.
Eravamo abituati entrambi ai nostri caratteri contrastanti: lui dolce e premuroso, io acida e menefreghista; lui attento a tutto e secchione, io sbadata fino alla punta dei capelli e vedevo la scuola come un carcere minorile. 
Non avevo ragione?
Appena parcheggiati nello spazio addetto ai studenti, salutai mio fratello ed entrai nel tabacchino lì vicino. Il mio telefono piangeva elemosina da ben due settimane e visto che mamma finalmente si era decisa a darmi la paghetta, prima di tutto, dovevo farmi una ricarica.
Poi mi inoltrai nella folla che stava davanti le porte in vetro della scuola, entrando infine nel carcere e raggiungendo in poche falcate il mio armadietto, posto vicino ai bagni maschili del secondo piano.
Se il primo giorno pensavo che quel posto facesse accapponare la pelle, adesso la pensavo molto diversamente. La numerosità di ragazzi che mi passava di fianco durante le ore di cambio lezione era allucinante.
"Desy!"
Sentendomi chiamata, mi voltai di scatto. I miei lunghi capelli scuri mi arrivarono dritti in faccia e qualcuno anche dentro il naso, facendomi tossire.
La risata di Megan -chiusa nella sua striminzita gonna rosa shocking- invase le mie orecchie, mentre provavo a respirare normale. Ma tutte a me? Ci ero abituata.
"Ho visto tuo fratello, e quello gnocco di Horan, e mi ha detto del tuo folle piano!" Disse poco dopo, sognando ad occhi aperti solo avendo pronunciato il cognome di Niall, il migliore amico di mio fratello. Erano culo e camicia, come li chiamavo io.
Meg aveva una cotta per lui dal primo giorno in cui aveva messo piede nella scuola; era zuppa d'acqua a causa della pioggia, e le solette delle sue converse non l'avevano aiutata molto per il ritardo che stava già facendo. Scivolò non appena mise piede dentro la scuola, cadendo addosso ad un ragazzo. Appunto, Niall.
Era stato amore a prima vista, o caduta come la chiamavo io.
"Uh uh, ci sei?"
La mano di Meg che sventolava davanti ai miei occhi mi risvegliò dai miei pensieri, facendomi sorridere appena.
"Perchè non lo inviti al ballo?" Provai a suggerirle. Sapevo che Niall non aveva invitato nessuna; oltre ad essere un tipo molto loquace, Niall era anche molto riservato e timido. Come aveva fatto a diventare amico di mio fratello? Bo.
"Chi?"
Per fortuna era una bella ragazza, Meg: alta, capelli biondi, occhi azzurrissimi e una miriade di ragazzi che le andavano dietro. Il numero esatto opposto ai neuroni che aveva in testa.
"Il mio cane. Niall, idiota!" Quasi sbraitai, beccandomi una brutta occhiataccia da parte di Ashley, la capo cheerleader, che stava passando -sfilando- in quel momento proprio al mio fianco, forse perchè anche lei era single per quel ballo della sera.
"A fare?"
Oh mio Dio, era messa anche peggio di quanto previsto.
Mi massaggiai le tempie appoggiandomi nel frattempo con le spalle all'armadietto. Davvero, come avevo fatto a diventare amica di una persona così?
Forse era proprio quello che ci aveva unito, la sua sbadataggine, visto che mi aveva colorato la maglietta di rosa grazie al suo frullato caduto accidentalmente sulla mia maglietta il primo giorno di mensa.
"Non so... Ballare?" 
Nell'esatto momento in cui pronunciai quella parola, al mio fianco passò un dio greco, alias Harry Styles.
Ragazzo popolare, nonostante lui non lo sapesse, bellezza disarmante, sorriso... Beh, basta dire che ogni volta che lo vedevo nel mio stomaco esplodevano dei giochi d'artificio?
"Ah sì! E tu invita Harry, muoviti."
Dal mio stato di trance mi risvegliò Meg, spingendomi verso quello che avrei dovuto -e lo volevo, davvero- invitare al ballo di quella sera.
"No, aspetta. Fammi preparare un discorso."
Me la svignai dalle minute mani della mia migliore amica, arrivandole proprio davanti al volto.
Sospirò stancamente e ondeggiò una mano.
"Avanti, prova con me e poi vai dal tuo futuro boyfriend." Disse lei, posando le mani sui fianchi.
"Beh, allora. Ciao."
"Ciao?" Fece eco lei, confusa.
"Certo, non è che posso andare lì e dire 'Ehy Harry, io, tu, stasera, ballo, eh?', ammiccare e andare via!" Alzai lo sguardo al cielo.
Lei sorrise, ma poi si bloccò di colpo fissando intensamente oltre le mie spalle.
"Cos'è successo?" Mi girai di scatto, curiosa di sapere cosa avesse paralizzato la mia amica.
Di solito erano le scarpe a farle certi effetti; ma non penso che a scuola si erano messi a venderne.
"No."
La mia bocca per poco non arrivò al pavimento, tanto era lo stato di shock.
Ashley me la tiro sempre stava parlando sbarra ridendo sbarra civettando con Harry, il mio Harry!
"Se lo frega, muoviti." Meg provò a spingermi verso i due, ma quando arrivai al fianco del riccio era ormai troppo tardi.
"Ok, Stizza, ci vediamo stasera a casa mia." L'oca stampò il suo lucida-labbra sulla guancia perfetta di Harry e mi rivolse un'altra brutta occhiata, stavolta però piena di soddisfazione.
Mi aveva fregato l'accompagnatore, per di più il deficiente dopo tre rinunce aveva accettato proprio quella dell'ape regina che nessuno sopportava, se non le sue compagne di squadra.
"Buongiorno principessa!" Mi salutò calorosamente Harry appena mi notò.
"Buongiorno un cazzo!" Sbottai infastidita. E senza aggiungere altro alla mia reazione, girai i tacchi e mi infilai nella classe di geografia. Almeno avrei potuto dormire o maledirmi mentalmente, mentre il professore spiegava un nuovo paese. Tanto, qualsiasi paese o regione avessimo studiato quel giorno, di sicuro c'era la barbabietola da zucchero.

Inutile dire che quella sera, al ballo, tutti si divertirono tranne me, troppo intenta a maledire con la mente quella strega di Ashley e provare ad odiare col cuore quello stronzo di Styles.
Ma come si era permesso? 
Rideva e scherzava con la strega come se nulla fosse, come se tutte le volte che mi aveva fatto battutine poco eleganti su lei erano acqua passata.
Gliel'avrei fatta vedere io l'indomani, quando avrebbe provato a riavvicinarsi. Stavolta aveva sbagliato persona e non mi andava di certo di stare con uno che mi aveva voltato le spalle per allearsi col nemico.
Sembravo una psicopatica, ma ultimamente era questo l'effetto che Harry aveva su me. Idiota. Lui e quell'altra che adesso rideva come se non ci fosse un domani. Li odio.

Per fortuna, la festa finì alle dieci puntuale. L'indomani ci sarebbe stata la scuola e i professori non volevano degli alunni addormentati sui banchi durante le loro interessantissime -alias noiosissime- lezioni.
Seguii in silenzio mio fratello Liam, Niall e Meg, che alla fine era riuscita a fare il grande passo e invitare Niall alla festa prima di qualunque altra ragazza.
Sempre la solita culata.


*  *  *


"Buongiorno sorellona! Non credi che questa nuova suoneria ti sveglierà come si deve? Ricordati di usare della buona crema nutriente, di metterti un fondotinta leggermente più chiaro; non voglio sembrare il fratello di un'africana. Ah, sbrigati a vestirti che non voglio fare tardi a scuola. Ti voglio bene."
Bastardo Payne. E bastarda anche la sveglia che il giorno prima non ero riuscita a rompere del tutto.
Sganciai un destro sperando di distruggere, stavolta, completamente l'aggeggio metallico posto sul comodino vicino al letto. 
Quando smise di suonare, con versi strozzati, sfilai le gambe dal letto e iniziai con la solita routine: bagno, doccia, preparazione, vestirsi e afferrare il cellulare, con tanto di zaino.
Un clacson attirò la mia attenzione.
"Un giorno di questi mi ritrovo come figlia unica" digrignai a denti stretti, mentre scendevo le scale odorando un buon profumino di muffins fatti in casa.
Mamma voleva andare alla prova del cuoco?
Abbassai lo sguardo sul cellulare solo una volta arrivata in cucina, notando la mamma litigare di nuovo con il telecomando della tv al plasma. Ma ci voleva tanto per capire dei stupidi segnini?
Ovviamente, per mamma si.


'Rosa o fuxia? Questo è il problema!'

Davvero Megan aveva intenzione di mettersi un colore che aveva usato il giorno prima? Di solito si comportava da perfettina e cambiava colore -anche di capelli, se poteva- ogni sacrosanto giorno!
Lasciai perdere i suoi complessi mattutini e passai direttamente al secondo messaggio, mentre varcavo la soglia della porta di casa e notavo già Liam in attesa sulla sua auto accesa per partire al fondo del vialetto.


'Buongiorno principessa, ci vediamo a scuola. xx Harry'

Con tutta la rabbia che avevo addosso, risposi quasi spaccando letteralmente lo sfondo del mio povero Iphone.

"Fanculo!"

Risposi, ricevendo subito dopo uno strano messaggio che mi avvisava della mancanza di credito e di ricaricare al più presto possibile.
Che cosa? Avevo fatto una ricarica il giorno prima; per quale assurdo motivo il mio cellulare si era mangiato dieci dollari?
Mamma non mi avrebbe dato più la paghetta fino la settimana dopo, ero fottuta. Anzi, no. Meglio. Non avrei risposto e avrei avuto una buona scusa per non rispondere al traditore.

Ovviamente Liam dovette rispettare stop, semafori, precedenze e per la seconda mattina di fila, quel vecchietto ci aveva bloccato davanti alle strisce pedonali facendomi sbuffare e alzare gli occhi al cielo. Se non si dava una mossa, sarei scesa io dall'auto, l'avrei preso in braccio e portato dall'altro lato della strada, purchè muovesse le chiappe.
Mi bastava mio fratello ad essere lento, sia a camminare che a capire le cose al volo.
"E comunque, la stessa sveglia per due mattine di seguito non è divertente. Sei caduto troppo in basso." Lo avvisai mentre svoltava l'ultimo incrocio prima di entrare nel grande cancello della scuola.
"Eh? A me sembrava un'idea intelligente risvegliarti con la mia voce... Mi sembrava un'idea originale, al dire il vero."
Sembrò rimanerci male, ma sorvolai sui dettagli e pregai di trovare un parcheggio velocemente.
Mio fratello parcheggiò poco dopo nel cortile della scuola e insieme ci inoltrammo nella folla di ragazzi appostati davanti l'istituto senza aver la minima voglia di entrarci in orario.
L'avrei fatto anche io se non avessi avuto un fratello secchione che mi tirava per un braccio fino al suo armadietto, dove Niall lo stava aspettando con tanto di quaderno appoggiato sulle gambe, seduto sul pavimento.
"Horan, pronto per il test di matematica?"
Secchione!
"Sì, tu?" Chiese l'altro, notandomi solo in quel momento e decidendosi a salutarmi.
"Piccola Payne, come mai ai piani bassi?" Chiese lasciando mio fratello a parlare da solo, mentre quest'ultimo si lamentava di un'equazione che non gli veniva e che pensava che il libro avesse sbagliato risultato.
"Colpa sua. Anzi, ora vado che a prima ora ho la Stoner e penso di essere nella sua lista nera."
Quando provai ad andarmene, una voce riconoscibile lontano tre miglia mi richiamò.
"Desy!"
Girai lo sguardo, notando la mia migliore amica stretta nella stessa gonna del giorno prima.
Le andai in contro, prendendola per un braccio e guidandola al nostro piano, fermandomi infine davanti al mio armadietto.
"Calma, pazzoide. Ma hai visto che era bello Horan questa mattina?" Mi chiese d'un tratto mentre cominciai a battere la testa sull'armadietto.
"Che ho fatto di male, perchè tutte a me?" Mi chiesi retorica.
Ogni santissimo giorno doveva descrivermi quanto fosse bellissimo Niall?
"E ora che ho detto di male?" Sembrò rimanerci male, ma per non farla rattristire, decisi di cambiare argomento.
"Come mai stai indossando i vestiti di ieri?" Chiesi confusa.
Era un caso unico più che raro perfino se usava lo stesso reggiseno del giorno prima, figuriamoci tutto l'outfit.
Meg si guardò in giro sperando che nessuno ci avesse sentito.
"Cosa? Ieri ero vestita di azzurro. Ricordi? La maglietta con la stampa della mucca..." Fece dei cerchi immaginari sulla maglia, descrivendomi la maglia che in realtà aveva indossato il giorno ancora prima.
"Ti sbagli. Quella l'hai indossata l'altro ieri." L'avvisai, mentre la stronza alias Ashley mi passava di fianco sfoggiando un sorriso enorme.
Stronza, sorridi finchè hai tutti i denti.
"Perchè non lo inviti?" Mi chiese d'un tratto Meg riportandomi alla realtà.
Purtroppo, forse per abitudine, forse per curiosità, avevo seguito con lo sguardo dove stava andando a pararsi la Barbie, notando solo alla fine che chiacchierava con le sue amiche -o schiave- indicando in continuazione Harry e provandoci da lontano.
Ma non poteva andare lì e baciarlo, come avrebbe dovuto veramente fare?
Ah no, forse ero io quella che avrei fatto una cosa del genere.
"Chi?" Chiesi confusa alla sua domanda. Non avrei mai e poi mai invitato Harry Styles a casa mia.
"Harry, al ballo di questa sera, intendo." Disse con nonchalance.
Ballo? C'era un altro ballo e io non ne sapevo nulla?
"Quale ballo?" Chiesi confusa alla mia migliore amica.
"Quella di stasera. Ma sei sorda?" Quasi si irritò.
"A fare che?" Insistetti, se si può, ancora più confusa.
Lei alzò gli occhi al cielo, schioccando poi la lingua al palato.
Quando mi accorsi che quella scena, però al contrario, l'avevo già vista il giorno prima, mi venne la pelle d'oca.
No, non poteva essere. Era solo uno scherzo della mia mente contorta.
"Meg, ma oggi che giorno è?" Chiesi infine, notando la gallina camminare nella direzione di Harry elogiata dalle sue ochette.
La mia amica fece mente locale e "14 Dicembre. Perchè?"
Non ci potevo credere: 14 Dicembre non era oggi, cioè era ieri. Oggi era 15 Dicembre.
Cosa stava succedendo?
"Oh no! Se lo frega, muoviti."
Non c'erano dubbi: il fato mi stava dando, chissà perchè, una seconda possibilità.
Quasi inciampai per correre nella direzione dei due, quando un'intelligente idea mi balenò in testa. Mi bloccai in mezzo al corridoio, sapendo che da quel momento mi sarei sputtanata da sola.
"C'è una svendita sulla sedicesima strada." Urlai più che potevo.
La ragazza che speravo mi sentisse, girò i tacchi su se stessa come meglio poteva, senza perdere per nulla al mondo l'equilibrio. Però! Dovevo prendere delle lezioni da lei per rimanere in piedi anche quando respiravo semplicemente.
"Dove?"
Ci cascò in pieno.
Le dissi nuovamente la balla e la vidi allontanare, farfugliando qualcosa alle sua fidate e sparendo dietro la porta d'ingresso della scuola.
Sorrisi soddisfatta, trasalendo poi quando la campanella della scuola suonò.
Mi voltai di scatto non vedendo più Harry al suo armadietto.
Oh merda! Ma mai una botta di fortuna, eh?
Per fortuna la prima ora ero insieme a lui.

Mi accomodai al banco salutandolo a trentadue denti.
"Buongiorno." Lo salutai.
"Giorno a te. Fatta la ricarica?"
Merda! Se oggi era il giorno prima, avrei dovuto fare la ricarica che avevo, in teoria, già fatto, ma che però non avevo fatto a causa di quello che mi stava succedendo. 
Un casino che nemmeno io capii in un primo momento.
"No, mamma per ora è tirchia." Lo feci ridere.
Approfittai del momento dell'assenza del professore per fare il grande passo.
"Ehm... Harry?" Lo chiamai.
La sua chioma riccia ondeggiò quando voltò la testa dal mio lato, mentre ai lati delle labbra due fossette comparirono sprofondando letteralmente le sue guance.
Lo uccido. Lui e la sua perfezione.
"Dimmi, principessa." 
Aria, ossigeno, per favore.
"Volevo chiederti... Stasera vai con qualcuno a quello stupido ballo?"
Ma sì, dai... Facciamo finta che la cosa non mi entusiasma più di tanto.
"No, sono solo. Tu?" Mi chiese gentilmente.
Provai una strana sensazione che per poco non mi fece scattare dalla sedia come una molla; per fortuna, però, riuscii a trattenermi, mostrandomi completamente annoiata e indifferente.
"No. Ma avevo voglia di fare qualcosa di diverso, ti va?"
Incrociai le dita mentalmente, mentre lo notai pensare curioso.
O sì o no, non mi sembrava una cosa difficile.
"Ma sì, hai ragione. Andiamoci insieme." E per il resto della giornata mi immaginai spalmata sul petto di Harry a ballare qualsiasi cosa.
Ovviamente a rovinare la mia favoletta fatta di unicorni e arcobaleni, fu quella vipera di Ashley che mi sbraitò i peggio insulti una volta uscita da scuola.
Ma chi se ne fregava. Sarei andata alla festa con Harry Styles!


Quando Harry mi venne a prendere sotto casa, per poco non mi misi ad urlare come una pazza.
Non ero ancora pronta psicologicamente ad andare ad una festa con lui.
"Ehy Desy, c'è quello Styles di sotto che ti aspetta." Fece capolinea sulla porta della mia camera, Liam.
"Lo so. Mi faresti solo un piccolissimo favore?" Chiesi sbattendo gli occhi in modo dolce e sperando di convincerlo. Ma anche un toro avrebbe convinto mio fratello a farsi incornare.
"Dimmi pure, sorellina."
Pff, avere un anno meno di lui non faceva di me una bambina.
Comunque, lasciando perdere i miei sbuffi, mi avvicinai a lui e gli sussurrai un "Salteresti sul posto con me? Sai, Meg è dalla parte opposta della città." Chiesi gentilmente.
Dapprima mi guardò male, poi scoppiò a ridere, rendendosi conto solo svariati minuti che io ero completamente seria.
"Scordatelo." Ma come?
"Liam!" Ma prima che potessi seguirlo nel corridoio, la figura alta di Harry mi si parò davanti.
Era fasciato da una camicia a cuori, dei pantaloni neri e degli orrendi scarponcini marroni ormai consumati. Diciamo che in gusto di vestiti non era il massimo.
"Buonasera, principessa."
A momenti mi sarei sciolta come un ghiacciolo al sole, ma decisi di prendere la situazione in mano e richiamare mio fratello.
"Liam!" Sbraitai, spaventando letteralmente il povero riccio che mi guardò preoccupato. Gli sorrisi a trentadue denti.
"Sì?" Il moro arrivò in poche falcate davanti a noi e per rompere il ghiaccio tra i due sconosciuti, decisi di presentarli.
"Liam, Harry, Harry, Liam." Dissi velocemente.
I due si scambiarono un segno di saluto e poi Harry gli chiese una cosa che scombussolò completamente la mia serata.
"Ti piacciono i Coldplay?" Indicò felice la maglia che mio fratello stava indossando per la sua interessantissima partita alla play fino al mio rientro in casa dalla festa.
Già, Meg, come la sera prima che in realtà non era la sera prima -qualche volta sarei uscita matta per quella storia!- , aveva trovato il coraggio di invitare Niall e di sicuro già stava andando alla festa, al contrario di me.
"Sì! Anche a te, amico?"
Amico? Ma da quando?
"Sì sì! Sono rari i ragazzi che conoscono a cui piacciono! Sono andato al concerto due settimane fa..."
"Sei andato al loro concerto? Devi raccontarmi tutto, per filo e per segno." Notai il braccio di Liam posarsi sulle spalle possenti di Harry, mentre lo guidava verso camera sua.
Andai dietro ai due idioti interrompendo di colpo le loro interessanti conversazioni.
"Scusate! -Mi guardarono entrambi- Ma io e Harry siamo già in ritardo per la festa." Dissi sorridendo.
Il riccio mi guardò, poi fissò mio fratello delosato e poi riposò lo sguardo su me.
"Sai Desy? Sarà per un'altra festa. Alla fine, entrambi ci annoiavamo, no?"
NO.
Mio fratello rise, seguito da Harry che chiuse la porta della stanza alle loro spalle.
Fanculo, io e la mia solita fortuna che non esiste!
Niente festa per questa sera; sarà meglio dormirci su, sempre che non mi venga la felice idea di uccidere mio fratello durante la notte.


*  *  *

"Buongiorno sorellona! Non credi che questa nuova suoneria ti sveglierà come si deve? Ricordati di usare della buona crema nutriente, di metterti un fondotinta leggermente più chiaro; non voglio sembrare il fratello di un'africana. Ah, sbrigati a vestirti che non voglio fare tardi a scuola. Ti voglio bene."
Oddio, non ci potevo credere!
"Che cosa sta succedendo?" Chiesi, mentre uscii dalle mie coperte calde, avviandomi al bagno per darmi una svegliata.
Va bene che la mia vita non aveva mai nulla di normale, a partire dalla strana fratellanza tra me e mio fratello. Forse uno dei due era stato adottato, bo.
Ma comunque, il fatto di risvegliarsi sempre allo stesso giorno cominciava ad infastidirmi. E non era stato solo per tre giorni, no.
Era arrivata al quarto: ero riuscita ad invitare Harry, facendo cadere Ashley non appena mi era passata accanto; nel frattempo ero anche riuscita a convincere Meg ad invitare Niall e trovare, quasi implorandola, una compagna a mio fratello in modo che non si chiudesse in casa; Harry era venuto a casa mia, e dopo che anche Liam si era preparato, scendendo le scale mamma si era bruciata col forno ed eravamo partiti per l'ospedale. Poi Harry aveva vomitato ed era stato ricoverato anche lui, ordinandomi di stargli lontano in caso di malattia infettiva.
Ma anche il quinto giorno: avevo evitato ad Ashley di avvicinarsi ad Harry, lo avevo invitato al ballo ed evitato di farlo entrare in casa mia. Arrivati al ballo si era un attimo allontanato per andare dai suoi amici, ma non ritornò più, facendomi capire che di me non gliene fregava proprio nulla. Solo quando ritornai a casa, mi ritrovai un messaggio di Harry dove mi avvisava che aveva preso l'influenza e avevo rimesso anche l'anima; di sicuro, mi aveva confessato sempre per messaggio, i gamberetti della madre preparati con cura a pranzo, non avevano fatto un bell'effetto ad Harry.
E poi il sesto, il settimo, l'ottavo giorno... 
Non ce la facevo più!


"Buongiorno sorellona! Non credi che questa nuova suoneria ti sveglierà come si..."
"Basta!" Urlai, uscendo velocemente dalle coperte, afferrando quella maledetta sveglia e schiacciandola con mani e piedi fino a sentirla quasi esaurire sotto di me.
La porta della mia stanza si aprii e quasi respirai a fatica mentre minacciavo mio fratello fermo sul ciglio della porta.
"Tu stasera vai a quella maledetta festa, con o senza accompagnatrice." Dissi furiosa, mentre camminai dritta verso il bagno per darmi per l'ennesima volta una sistemata e affrontare la giornata più lunga e brutta della mia vita.


"Desy!"
Non trovai nemmeno la forza di uscire la testa dal mio armadietto, mugugnando solo quello che doveva essere un Buongiorno.
"Ehy, stai male per caso?" Chiese preoccupata la mia migliore amica, afferrandomi per le spalle e uscendomi dall'armadietto.
Provai a non urlarle contro; lei non poteva sapere nulla.
"Ti piace come sono vestita oggi?" Mi chiese d'un tratto facendomi distogliere gli occhi da un punto non definito su cui avevo puntato da una manciata di secondi.
"Te l'ho suggerito io, stamattina, quando ti ho mandato un messaggio col telefono di mamma." Le ricordai, mentre passai una mano sul volto stanco.
Ero stufa di quella situazione; all'inizio poteva sembrare simpatica come cosa, ma dopo un pò ripetere lo stesso giorno con il problema che tu sei unicamente l'unica a ricordare qualcosa, era alquanto fastidioso.
Prima pensavo che il fato volesse darmi una seconda possibilità; ma arrivata al nono giorno, mi ero ricreduta. Forse qualcuno si stava divertendo a farmi impazzire.
Ormai sapevo perfino qualsiasi battuta di ogni singola persona.
"Oh, sì. Ma come facevi a sapere della gonna che ho comprato ieri pomeriggio? Doveva essere una sorpresa." Si lamentò Megan, sfoggiando perfino un broncio da bambina.
Ma prima che potessi rispondere, sotto le mie risate, la mia migliore amica continuò come da copione, ormai.
"Ho visto tuo fratello, e quello gnocco di Horan, e mi ha..."
La interruppi parandole una mano davanti la bocca.
"Sì, sì, lo so. Ti ha detto che ho intenzione di rivelare tutto ad Harry, ed è vero. Anzi, adesso vado prima che Ashley me lo freghi sotto gli occhi." Avanzai di qualche passo nella direzione di Harry, ma prima ricordai di fare un'ultima cosa.
"Ah Meg, invita Niall. Stamattina non faceva altro che pregarmi di convincerti." Le feci un occhiolino, prima di vederla sparire come una furia imbizzarrita dietro l'angolo.
Solo quando notai Ashley passarmi di fianco mi risvegliai dal mio stato di trance e in poche falcate, sorpassandola, arrivai da Harry che mi accolse con un sorriso.
"Ancora nessuna ricarica?" Mi chiese immediatamente.
Gli lanciai le braccia al collo e "Stasera ci vieni al ballo con me?" Dissi d'un fiato.
Cosa avevo da perdere ormai? Tanto quel giorno si sarebbe ripetuto chissà per quanto altro tempo ancora.
Harry si grattò il collo, nervoso, mentre alla fine rispose con un semplice "Per me va bene, tanto non avevo nulla da fare." In tono imbarazzato.
Decisi di mollarlo e sentii la campanella richiamare la nostra attenzione. L'ennesima giornata di noia si stava imbattendo.
"Ah, Harry... Se per caso in questi giorni tua madre decide di farti dei gamberetti, non li mangiare... Mi hanno detto che per ora girano dei gamberetti contraffatti, non so se mi spiego." Dissi convintissima, al che Harry annuì, prendendo in considerazione il mio consiglio.
"Tu!" Mi girai di scatto verso un'Ashley arrabbiata.
Io cosa?
Harry mi salutò, dicendomi che l'avrei trovato in classe ad aspettarmi, mentre io guardai confusa la Barbie.
"Sapevi che stavo andando io ad invitare Stizza e mi hai sorpassato!" Ringhiò la ragazza a denti stretti.
"Si chiama Harry e, ah! Ti do un consiglio: in guerra e in amore, tutto è lecito." Le feci un occhiolino ed entrai nell'aula di geografia.


Alle 8 in punto, quella sera, Harry si presentò davanti casa mia con la sua Range Rover nera fiammante.
Avvisai mamma di stare lontana dal forno perchè le avevo ordinato una pizza, l'avevo salutata ed ero uscita di casa.
Chiusa nel mio abito nero lungo fino le ginocchia, salii nell'auto sorridendo ad Harry.
"Sei bellissima stasera." Mi schioccò un bacio sulla guancia.
"Ah, e gli altri giorni no?" Scherzai, ricevendo in cambio il bellissimo suono della sua risata. Mise la marcia e partì.
Parcheggiò poco dopo nel cortile della scuola, dove ad accoglierci c'era una musica da discoteca che si riusciva a sentire sin da fuori l'istituto.
Harry chiuse l'auto con il telecomando e posò la chiave in una tasca del cappotto, poi si affrettò a passare un braccio attorno al mio bacino e dovetti pregare in non so quante lingue per reggermi in piedi ancora per un altro pò.
Ormai conoscevo a memoria le decorazioni della scuola, quindi non mi meravigliai più di tanto quando al posto degli alcolici ci trovai delle semplici bibite gassate. Accanto, su un tavolo più basso, la miriade di cibo ormai era quasi esaurito.
Il dj già stava suonando da chissà quanto tempo e quando notai in lontananza Niall e Megan seduti su una panca, afferrai la mano di Harry e lo guidai fino ai miei amici.
"Stasera ti presenterò mio fratello e i miei amici. Sono sicura che col primo avrai tante cose in comune, ma ti prego non lasciarmi sola a questo ballo." Dissi a voce alta, sperando di sovrastare il volume alto della musica e far capire ad Harry.
Lui annuì e ben presto arrivammo dai miei amici. Glielo presentai e cominciammo a chiacchierare e scherzare.
Megan finalmente ebbe la conferma di tutte le mie paranoie durante i pomeriggi dove le raccontavo di quanto Harry fosse speciale, divertente e attraente allo stesso tempo, e per un momento mi preoccupai che potesse provarci anche lei con il riccio.
Ovviamente, presa dalla gelosia, cambiai posto e mi misi tra Harry e Meg, dividendoli e tenendomi stretta ad un braccio di Harry.
Quando la musica cambiò, rallentando in un lento, Niall intimidito provò a chiedere a Megan di ballare con lui. La mia migliore amica non si fece scrupoli ad alzarsi e seguirlo in pista.
Lo stesso fece mio fratello, tirato a forza nella pista dalla sua accompagnatrice, trovata da Meg durante l'ora di sociologia. 
Harry mi guardò felice, chiedendomi finalmente quello che stavo aspettando da una vita.
"Vuoi ballare anche tu?"
Mi trattenni dal cominciare a saltellare sul posto e "Però non sono brava." Lo avvisai.
Lui ridacchiò e si alzò, tenendomi una mano che accettai immediatamente.
"Ti insegno io." Mi sorrise e il mio cuore si sciolse.
A gomitate, riuscimmo poco dopo a metterci al centro della pista, proprio sotto la palla da discoteca.
La musica era lenta e approfittai del silenzio calato per spezzarlo con un sorriso imbarazzato.
Harry mi passò davanti afferrandomi prima una mano e portandomela sulla sua spalla muscolosa, mentre intrecciava l'altra con la sua. Quella libera, infine, la passò dietro le mie spalle, stringendomi a sè.
Poi, avvicinò il suo viso al mio orecchio e d'istinto chiusi gli occhi.
"E' molto semplice: segui me." Mi suggerì e fece un passo laterale, seguito subito dopo da un passo all'indietro.
Provai a seguirlo, e dopo vari tentativi e pestamenti di piedi, finalmente sembrai aver capito il procedimento.
Il mio bacino era stretto al suo, mentre i nostri occhi erano fissi in quelli dell'altro. Un sorriso curvò le sue labbra e dovetti mordermi l'interno della guancia per non fiondarmici sopra.
Dovevo resistere almeno per un altro pò.
"Sai, Harry... C'è una cosa che volevo dirti da un pò." Gli confessai quando presi un pò di coraggio.
Lui mi sorrise, accennandomi con un occhiolino di continuare.
Respira ed espira. Non dovrebbe essere difficile, sono diciotto anni che lo faccio!
Presi un profondo respiro prima di sputare il rospo.
"Credo di avere una cotta per te e..."
Quello che stavo per dire, venne interrotto bruscamente dal dito di Harry posato sulle mie labbra.
Oh, mamma! Stava per accadere una di quelle scene che si vedono solo nei film? Ovvero, appoggia le sue labbra al posto del suo dito per zittirmi e confessarmi che anche lui, da tempo, ha una cotta per te?
"Davvero?"
Davvero cosa?
Aggrottai la fronte, decidendo perfino di smettere di ballare e di conseguenza, anche lui si fermò.
"Io... Cioè... Tu..." Sospirò pesantemente, lasciando andare le mie labbra e allontanandosi di un passo.
"Mi dispiace Desy, io sono già fidanzato."
Lui che cosa?
"Da quando?" Sbottai all'improvviso. Volevo morire.
"In realtà, nemmeno io so cosa siamo... Ci sentiamo e se devo essere sincero, lui mi fa sentire bene." Sorrise come un adolescente -qual era- innamorato.
Un momento!
"Lui?" Feci eco qualche secondo dopo, quando la mia mente era ritornata lucida per un momento dalla mazzata.
Lui sorrise timido, giocando con la punta del piede sul pavimento in parquet lucido della palestra.
"Già, Louis. E' poco più grande di noi, ma ti prometto che te lo farò conoscere uno di questi giorni." Provò a consolarmi.
L'unico dubbio che al momento trafiggeva il mio cervello, era uno.
"Ma... Allora tu sei..."
"Gay, sì, sono gay." Rispose al mio posto.
In quel momento, avrei preferito chiamarmi Titanic per quanto stavo sprofondando, dalla vergogna, però.
Come cavolo non me n'ero accorta?
"Oh..." Sillabai solamente.
"Sì, ma io posso esserti amico comunque." Mi incoraggiò, mentre la musica cambiò radicalmente genere e i ragazzi intorno a noi si staccarono dalle coppie e cominciarono a ballare in modo movimentato.
Mi guardai in giro, poi fissai Harry ancora sorridente e alla fine decisi di andarmene via sotto le sue urla di richiamo.
Avevo capito una cosa: è bello? E' fidanzato. E' bello e single? Non ti calcolerà mai. E' bello, single e ti calcola? Abita in culo ai lupi. E' bello, single, ti calcola e abita nella tua città? E' gay.

La mattina dopo fu un risveglio strano. Aprii gli occhi e notai che la sveglia segnava ancora le 6,29.
Perfetto, un minuto prima che quella fastidiosa vocina di mio fratello si impossessasse della mia testolina.
Spensi l'aggeggio e raggiunsi il bagno di malavoglia. Che sfiga eh?
Ma io ho sempre avuto questa sfortuna che mi perseguita.
Quando rientrai in camera pronta per vestirmi, lanciai un'occhiata alla sveglia che segnava ancora le 6,29.
Che cosa...?
Un clacson attirò la mia attenzione.
"Desy, vuoi muoverti! Sono due ore che ti aspetto. Cinque minuti e parto." Riconobbi la voce di mio fratello dal giardino della casa.
Cosa stava succedendo?
Raggiunsi in pochi passi il mio cellulare ancora sotto carica; staccai la presa e per poco non mi strozzai con la saliva.
Le 8? Ma cosa era successo alla sveglia?
Guardai l'aggeggio leggermente schiacciato e mi maledii mentalmente, mentre cominciai a correre per la stanza come una pazza sclerata alla ricerca di qualcosa di comodo da indossare.
Afferrai il cellulare e mentre scendevo le scale, mi misi a leggere i due messaggi.

'Oggi indosso il verde militare. Farò cadere Horan ai miei piedi, molto più di ieri sera alla festa. A proposito... Dove sei andata a finire? xx Meg.'

Passai immediatamente al secondo messaggio, non riuscendo a capire se finalmente ero passata al giorno successivo.

'Io... Mi dispiace. Pensavo l'avessi capito prima cosa, in realtà, mi attira. Comunque, ci vediamo a scuola, principessa. xx Harry.'

Leggendo quel messaggio, un sorriso curvò le mie labbra.
Forse non era destino che io avessi un fidanzato di già, ma consiglierei a tutti di avere un Harry Styles nella propria vita. Ce n'è bisogno, davvero.
Salii in macchina salutando, stranamente, mio fratello con un bacio sulla guancia.
"Tutto bene, nana?" Mi scompigliò i capelli in modo giocoso.
"Sì, gigante. Stanotte ho fatto un sogno stranissimo e io purtroppo non trovavo l'amore della mia vita." Dissi senza pensarci.
Lui capì al volo e "Harry è gay? Si notava lontano un miglio e Niall mi deve dieci sterline!" Esultò beccandosi un'occhiataccia da parte mia.
Quando finì i suoi cori da stadio, puntando sempre gli occhi sulla strada, sospirò.
"Comunque, l'amore è dietro l'angolo. Non perdere mai le speranze, magari oggi sarai più fortunata."
Chissà perchè quel giorno, quando uscii dal bagno mi scontrai con un ragazzo bellissimo, che chiedendomi scusa si presentò col nome di Zayn.
L'adolescenza è strana. E l'amore arriva davvero quando meno te lo aspetti.
E' pronto dietro l'angolo a farti venire un quasi infarto.

 
  
 
SORRY NOT SORRY
Il mio lato da larry shipper ha preso il 
sopravvento lol
E' la prima volta che faccio Harry o Louis
gay in una storia, e bo... Spero non vi abbia
deluso c:

Fatemi sapere e scusate se ci siete rimaste male
per la fine che ho fatto fare alla protagonista.
Ma l'amore arriva quando meno ce lo aspettiamo, no?
Immagina, puoi.

No, ok, mi dileguo lol

Sofia.
   
 
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