In una stanza, di un' anonima casa di un disperso paese del mondo, intrisa del fittizio buio creato dalle persiane chiuse, le luci spente,la porta serrata contro il suo stesso loculo, giace sul letto una donna.
Sulla trentina poco più all' anagrafe. Resta ferma, immobile, come paralizzata a srofondare nel materasso ad' acqua del letto, avvolta tra lenzuola e coperte, nel vano tentativo di nasconedersi dal dolore.
E' tristemente consapevole che nel bene o nel male, in poco tempo la stanza ora animata dal solo rumore del suo respiro, in poco tempo sarà teatro dei sorrisi e richiami di quelli descritti come "Miei Figli", il buio confortante che ora aleggia nella camera sarà sostituito dall' azzurro del cielo primaverile, e lei sarà costretta a vivere, di finta felicità per non far star male i bambini, sarà costretta a sorridere, muoversi, quando in realtà, quello che vorrebbe, sarebbe solo morire.
Morire nel dolore e nell' imobilità del dramma che l' ha colpita. Solo morire, senza dignità, senza aver combattuto, morire e restare immobile.
Muove unicamente gli occhi a guardare il suo riflesso grigiastro nello specchio, in quel silenzio, anche il movimento delle iridi celesti della donna fa rumore. Con uno sforzo di immaginazione rivede accando a lei l' uomo responsabile del suo dolore, ora portarla a se con forza, ora baciarla, muoverla, costringerla ad alzarsi per scappare dai suoi dispetti, vede la sua felicità.
Poi nel rumore assordante di un clacson l' idillio si ferma, e torna il buio.
E lei è ancora li, ferma, immobile, essere fatto di respiri vuoti, esistenti all' unico scopo di non far cessare il battito dell' organo cuore.
Anche se il suo cuore, ormai è morto da tempo.




Angolino per me ^^
Sinceramente, di questa fin proprio non so cosa dire. Vorrei solo aver fatto capire il senso di tutto ciò che ho scritto, e niente di più.
L' unica cosa che spero è che vi piaccia e di ricevere i vostri pareri. 
A presto, un bacio
Aika