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Autore: aris_no_nami    04/10/2013    4 recensioni
Ogni mattina era così… mi svegliavo tardi… prendevo il treno per un pelo… arrivavo a scuola giusto in tempo… e la solita noia quotidiana!
Ma da un po’ di giorni c’era qualcosa che aveva rotto quella solita routine noiosa, o meglio dire qualcuno.
"Era da un paio di giorni che sul mio stesso treno, circa alla terza fermata, saliva sempre un ragazzo orientale.
Cinese?! Giapponese?! E chi lo sa! Non capivo la differenza di quelle facce gialle… tutti uguali!
(...)"
E se tutta la tua vita scomparisse per sempre? Se quella vita che tanto amavi fatta di amici, famiglia e divertimento si distruggesse completamente? Come ti sentiresti se dovessi mollare tutto e tutti perchè ti devi trasferire?
Scoprire che tutta la tua vita era una balla continua...
Se dovessi sopportare tutto ciò come ti sentiresti?
E non dimentichiamoci di quei ragazzi strani... Chi sono? ma soprattutto... cosa sono?
Una continua scoperta di cose nascoste porterà la protagonista ad una nuova vita... Ad una vita tenuta nascosta...
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(collegata in parte con la fanfiction "Chocolate Drug" sui B.A.P)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dunque… cosa vuoi postare?

Mi chiese Cristian.
Dopo averlo pregato per una mezz’ora buona aveva accettato di scrivere un post su faceboock, visto che io non ero il massimo per lo scrivere e per di più, quela mattina, mi bruciavano gli occhi, segno che capivo cosa c’era scritto ancor meno.
-Padre porco in arrivo! Si salvi chi può!
Risposi in maniera teatrale.
Cri scosse la testa e scrisse. Quando ebbe finito si girò verso di me e mi chiese
-Contenta?!
-Stra contenta!
Urlai entusiasta.
-Ok… sei sicura di non essere malata di una qualche strana forma di schizzofrenia?!
-Gne gne! Simpatico!
Dopo di che la stanza si pervase di un silenzio anormale. Lo vedevo malinconico, triste. Molto probabilmente per l’arrivo imminente di nostro padre. Sia io che lui non lo sopportavamo. Anche Marcus e la mamma lo tolleravano davvero poco, ma cercavano sempre di non darlo a vedere, essendo le basi di quella famiglia.
-Dunque… - dissi cercando di trovare un discorso da cominciare –Ah! Sai che sono migliorata col coreano?!
I suoi occhi si illuminarono per un istante e mi sorrise.
-Sei sempre stata brava sin dall’inizio. Non nasconderlo.
Mi disse in quella stessa lingua.
In effetti… con la scusa che imparavo praticamente subito una lingua non mi era stato particolarmente difficile.
-Saranghae!
Gli dissi facendo il cuoricino con le mani.
-Ehi, saranga saranga, venite che è arrivato!
Fece il suo ingresso Marcus.
-Si dice saranghae!
Lo rimproverai mettendo un leggero broncio.
-Va bene va bene! Ma ora venite giù che è arrivato!
Cristian si alzò e si mise al suo fianco.
-Ragazzi, ma veramente siete gemelli?!
Chiesi sospetta.
-Ah… ancora con questa storia…
Si disperò il biondo, cominciando a battere la testa sullo stipite della porta.
-Mia cara sorellina, noi siamo gemelli anche se non ci assomigliamo per nulla al mondo. Per il semplice fatto che eravamo in due uteri separati.
Marcus si bloccò di colpo.
Guardò me.
Guardò Cristian.
Guardò me.
Guardò Cristian.
Fissò il vuoto.
-Ma si dice utero?
-Si.
Rispose il moro.
-E da quando?
Chiese nuovamente.
-Da sempre. Almeno credo… si dice utero?
Chiese a sua volta, mettendosi anche lui a fissare il vuoto.

-Ragazzi… scendiamo che è meglio.
Dissi trascindandoli giù per le scale, prendendoli per le maglie.
                          Amavo la mia famiglia
 
Mi svegliai si soprassalto. La prima cosa che vidi fu il sedile davanti al mio.
-Giusto… aereo…
Mi dissi passandomi una mano sul viso.
-Buongiorno. Lo sai che russi come non so cosa?!
Disse una voce accanto a me.
Mi girai e vidi il ragazzo orientale che mi osservava divertito.
-Veramente?!
Chiesi, svegliandomi di colpo.
Lui si mise a ridere ed annuì.
-Oddio… che vergogna… mi dispiace…
Risposi tirandomi su il cappuccio della felpa.
-Ma no. Tranquilla. Sono abituato a sentire persone che russano. – disse rassicurandomi – Ma… posso chiederti una cosa?
Io annuii, togliendomi un po’ alla volta quello strato di imbarazzo.
-Come fai a sapere così bene il coreano?
A quella domanda rimasi un po’ scioccata.
Stavo parlando in coreano?!
Stava parlando in coreano?!

-Ehi?!
Disse sventolandomi davanti gli occhi la mano.
-Hem, si scusa. È che… mio fratello… studiava lingue orientali e me le aveva insegnate.
Dissi infine, trovando una certa difficoltà nel pronunciare la parola “fratello”.
-An… ma di che nazionalità sei?
-Italiana, di Roma.
Lui annuì pensieroso e poi prese un libro che aveva accantoe si mise a leggere.
Io, non spaendo che fare e trovando l’i-pod scarico, presi lo zaino da sopra la mi8a testa e tirai fuori il computer portatile.
Lo accesi ed entrai in faceboock.
Ora vi chiederete: ma tu non spaevi ne leggere ne scrivere.
Ecco… era una cosa un po’ particolare… la gravità variava da giorni a giorni. Un giorno potevo svegliarmi e non riuscire a fare niente, ed altri giorni poteva essere parziale. La cosa aumentava parecchio quando le scritte erano nere su bianco. Proprio per questo, mio fratello Cristian che era un genio assurdo del computer, era riuscito a fare in modo che le shermate del mio computer fossero bianche su nere, così che riuscissi a fare tutto tranquillamente. Ovviamente non avevo mai detto a nessuno che quando le scritte erano bianche su nere riuscivo a leggere e a scrivere perfettamente, altrimenti non mi avrebbero più creduta. Proprio per questo motivo, prima dell’arrivo di nostro “padre”, gli avevo chiesto di scrivere al mio posto. Per non dare sospetti.
Appena accessi trovai una ventina di messaggi da parte di Sarah. Comicniai a leggerli…
“Ehi bella! Tra un po’ sono da te! Preparati che andiamo a farci un giretto!”
“Cose questa storia?! Te ne sei andata?! Dove?!”
“Cavolo Lavi! Rispondi si o no?!”
“Giuro che se non mi rispondi ti strozzo! Sfondò la porta di casa e ti rubo tutti i biscottini! Muahahaha!”
“Lavinia, ti prego, non farmi preoccupare. È qualcosa di serio? Rispondi.”
E tutti così.
Era veramente preoccupata… La mia Sarah…
“-Ehi!
Mi sentii chiamare.
Mi girai e vidi una ragazza dai capelli biondi chiarissimi guardarmi. Accanto a lei c’erano due ragazzi, uno era biondo e uno era moro. Erano due ragazzi di quinta.
-Dici a me?
Le chiesi avvicinandomi.
Lei annuì.
-Come ti chiami?
Mi chiese.
-Lavinia…
Risposi titubante.
-Bel nome! Io mi chiamo Sarah! Piacere!
Rispose imrpovvisamente tutta sorridente.
Annuii poco convinta di quella ragazza. Diedi un’occhiata ai due ragazzi e notai che mi stavano osservando attentamente. Uno dei due, il moro, mi pareva di averlo già visto nei dintorni della via in cui abitavo… mi pareva si chiamasse Stefan. Mentre l’altro l’avevo visto solo a scuola. Era sempre circondato da ragazze, ma lui non se ne filava nemmeno una.
-Ti va di venire con noi a mangiare qualcosa?!
Mi chiese la bionda.
Su di lei non giravano buone cose, d’altronde nemmeno su di me. Da quel che mi ricordavo doveva essere rumena, o qualcosa del genere.”
Il mio ricordo di due anni fa, quando ero in terza liceo, fu interrotto uno starnuto dell’orientale che mi fece saltare sul sedile.
Mi girai verso di lui per fulminarlo con lo sguardo, ma quando lo vidi di profilo, così concentrato sul suo libro, il mio cuore perse un battito e rimasi senza fiato…
Non me ne era mai importato degli Occhi a Mandorla e non mi ero mai accorta che fossero così belli…
Gli unici due coreni che avevo trovato nella mia vita erano semplicemente bellissimi.
In effetti… la questione era un po’ strana… in due giorni avevo incontrato due ragazzi della stessa nazionalità… In tutta la mia vita non avevo mai conosicuto un coreano e in due giorni ne conoscievo addirittura due?!
-Ehi, sembri addormentata.
Mi fece notare il ragazzo.
-Non mi ricordo più come ti chiami.
Dissi infine.
-Baekhyun.
Rispose lui ridacchiando e tornando a leggere il libro.
-Baekhyun… Baekhyun… Baekhyun… ok… Baekhyun…
Mi ripetei più volte, per cercare di ricordarmelo.
-Ok. Ti prego. Non farlo più.
Mi disse, mettendo giù il libro e girandosi per guardarmi meglio.
-Non fare più cosa?
Chiesi non capendo.
-Quella cosa.
Disse muovendo le mani.
-Ma quella cosa cosa?
-Quella cosa di ripetere più volte il mio nome. Mi da fastidio.
Disse infine.
-Oh… scusami…
Risposi sospresa.
A chi è che da fastidio una cosa del genere?
Bo…
 
-Dobbiamo fare attenzione. Il suo potere si sta via via rafforzando e da quello che sappiamo sta venendo qua.
-Il motivo?
-Non lo sappiamo. Valentins sembra essersi accorto di qualcosa che non andava. Forse un Lupus si era avvicinato troppo…
-I Lupus… I più pericolosi in quel settore…
-Perché si dovrebbero avvicinare alla Pura?
-Forse per l’attrazzione… Sappiamo come sono quei ragazzi: mettono al primo posto sempre l’istinto.
-Oppure sono semplicemente coincidenze…
-Qualunque sia il motivo bisogna stare attenti. Sia ai Lupus, sia alla Pura, sia ai movimenti esterni…
-I movimenti esterni? Volete dire che ce ne sono ancora? Non avevamo fatto un trattato di pace?
-Quando mai gli Obscurium sono fedeli alle parole date?
-Come noi insomma.
-…si…
-Il Drago Nero? Ha fatto altri movimenti?
-Da quello che sappiamo no. Ma probabilmente, dietro a queste avvicinanze tra i Lupus e la Pura, c’è anche lui.
-La questione si fa veramente seria se c’è in mezzo pure il Drago Nero e la sua banda.
-Che poi, la banda del Drago Nero, e insieme a quella dell’Unicornus Blanco, formano i Lupus. Quindi perché preoccuparsi tanto?
-Per il semplice fatto che insieme sono estremamenti potenti.
-E non dimentichiamoci dei Blok Kandra. Ora che la Pura si sta risvegliando pure loro si stavo risvegliando dal letargo e non credo che le nostre celle li riescano a contenere ancora per molto.
-In sisntesi: dobbiamo stare in un perenne stato di allerta… Si spera solo che non si ritorni alla Grande Guerra Nera… Altrimenti dovremmo chiamare anche gli altri…
-Con “gli altri” intendi i Notturni di Seoul?
-Esattamente… Quelli, in fatto di crudeltà e di istinto, sono i peggiori in assoluto. Vivono senza regole e faccio ciò che gli pare e piace. E pure la c’è una ragazza. Ed anche lei è una Pura, ma non si sta ancora risvegliando.
-Beh, ora sappiamo abbastanza. Quando ci saranno maggiori informazioni dovremmo parlarne nuovamente. La questione è veramente seria e non bisogna prenderla sottogamba.
Detto ciò, quattro entità con delle tuniche, con cappuccio tirato su, si dileguarono velocemente dall’ossario, lasciandolo nuovamente nel suo silenzio inquietante e tombale, tra le ossa di antenati e di nemici dormienti.
Il pericolo si stava risvegliando, e si sapeva.
Bisognava essere cauti e indiscreti per non far veloccizzare il tutto.
Ora era giunto il momento di aspettare pazientemente delle svolte radicali che avrebbero fatto tornare tutto alla più completa normalità… oppure che avrebbero fatto rinascere una delle più pericolose e sanguinarie guerre mai esistite nella dalla nascita del Tutto.
 
-Sai ciò che dobbiamo fare!
Urlai a Marcus che rimasi impassibile.
-Marcus! Il tuo nome significa “dedicato a Marte, dio della guerra”! Ma io in te non vedo la guerra!
Urlai nuovamente.
-Cristian! Il tuo nome significa “che è dedito al Cristo”! Io in te non vedo nessuna fede!
Urlò a sua volta, alzandosi dalla sedia.
Eravamo faccia a faccia, come due lupi pronti allo scontro decisivo.
-Dimmi… perché non reagisci?! E’?!
Lui abbassò lo sguardo.
-Se non ci ha dato spiegazioni precise vuol dire che la questione è seria. Sai che non possiamo immischiarci.
Rispsoe con un filo di voce.
-E DA QUANDO TU SEGUI FILO PER SEGNO LE REGOLE?! E’ NOSTRA SORELLA!
Ero incavolato veramente. Come poteva rimanere così impassibile davanti ad una cosa del genere.
-CAZZO CRISTIAN! LO VUOI CAPIRE CHE ANCHE IO NON ACCETTO QUESTA COSA?!
-E allora perhcè non reagisci…
Sussurrai chiudendo le mani a pugno.
-Solo un po’ di tempo. Serve solo un po’ di tempo. Il giusto per riacquistare forza e per riuscire a ritrovare dimestichezza con quel corpo. Ti chiedo solo questo.
Disse infine.
-Ragazzi. Ci siamo anche noi.
Disse una voce femminile dall’entrata di camera sua.
Davanti a noi, una donna sui trent’anni dai capelli castani ed un ragazzino dall’aspetto di un quattordicenne dalle caratteristiche albine, avevano uno sguardo fiammeggiante di rabbia e voglioso di vendetta.
-Avete di nuovo il vostro aspetto naturale.
Notai io, ridacchiando.
-E’ già… Mi dispiace così tanto aver mentito fino ad adesso a Lavinia, ma era necessario. Ora che se n’è andata e che si stanno risvegliando tutti, piano alla volta, bisogna ritrovare tutte le forze. Marcus ha ragione. Dobbiamo aspettare ancora un po’.
Disse Emma, con una tono malinconico.
-Cristian, anche io non riesco a trattenermi in questo momento, ma devo aspettare con voi, nonostante le mie elevate doti. Anche se è difficile aspettare dobbiamo farlo comunque.
Concluse il ragazzino.
-Bene. Eric ci darà una mano nel riprendere consapevolezza del nostro corpo. In fondo, sappiamo tutti chi è.
Sentenziò la donna.
Io e Marcus annuimmo.
Tutti noi sapevamo che dovevamo stare comuqnue attenti a ciò che accadeva per il mondo e spaevamo pure che Lavinia sarebbe stata in pericolo, prima del dovuto.
Sorellina…
Aspettaci!
 
Ero di nuovo in quello strano sogno. Circondata d’acqua fredda…
Ed in fondo, sopra quell’enorme orologio, c’era il ragazzo, illuminato dalla luce della luna piena. Lentamente mi avvicinai a lui. Quando fui ad un passo dall’orologio lo guardai in volto.
-Chi sei…
Dissi a bassa voce.
-Non mi riconosci?
Mi chiese serio.
Lo guardai più profondamente, per vedere chi mi ricordava.
Dopo poco allungò la mano verso di me. Capii che voleva che gliela prednessi e così feci. Le nostre mani erano intrecciate l’una all’altra. Quella mano mi infondeva calore… Da esse comicniò a scaturirne una luce chiara.
-Perché sei andata via dalla tua vita?
Mi chiese gentilmente.
-Non lo so… l’ha deciso mio padre…
Risposi tristemente.
Il ragazzo annuì lentamente.
-Eppure… - dissi dopo pochi attimi di silenzio – Mi ricordi qualcuno…
-In questo momento sono molto vicino a te…
Rispose con un leggero sorriso.
La mia mente cominciò a vagare tra tutti i miei ricordi più lontani e più recenti, ma nulla che ricordasse lui.
Poi, fu come un lampo che mi attraverso la mente.
-Baekhyun…
Dissi spalancando gli occhi.
Lui sorrise e tutto si fece buio. La mia mano ancora verso quella direzione era vuota.
Poi, in un angolo lontano, comparì un’altra luna che illuminava un’altra persona, anch’essa sopra un enorme orologio.
Subito mi affrettai a raggiungerla.
Quando vi fui davanti vidi che mi stava dando le spalle.
Dopo poco si girò verso di me, rivelando un ragazzo dai capelli chiari. Era alto con uno sguardo serio. Mi scrutava dalla sua altezza con fare attento.
-C-chi sei…?
Chiesi, un po’ intimorita da quel ragazzo.
-Perché dovrei dirtelo?
Mi chiese a sua volta.
Io non seppi che rispondere.
Poi, alzò la mano verso di me e la mosse lentamente. Piano alla volta mi spostai lontana dal ragazzo.
Lo guardai senza capire il motivo della sua azione. Lui mi fece uno strano sorriso e poi disse
-Arriverai molto presto.
Dopodichè tutto tornò nuovamente nero. Restai nel buio più totale per un tempo indefinito, fino a che non comparve un’altra luna. Un’altra persona. Un altro orologio gigante.
Senza neppure volerlo mi avvicinai all’orologio. Sopra di essa c’era una ragazzo, anch’esso con i capelli chiari, con la testa china.
-Non ti sei accorta di niente?
Mi chiese dopo un po’.
Io non risposi. Rimasi in silenzio a cercare di capire veramente quella domanda.
-Non ti sei accorta che c’è una cosa che si ripete sempre?
Chiese nuovamente.
-Ragazzo… luna… ororlogio…
Risposi pensierosa.
-Esatto… Ma guarda più attentamente…
Subito osservai l’orologio.
Le due lancette era della stessa misura ed una segnava le sei, mentre l’altra le dodici.
-Corretto. Sei e dodici. Ricordati questi numeri.
Disse il ragazzo.
Il silenzio dominò tutto quanto…
Fino a che non alzò di poco la testa, ma non abbastanza per vederlo in faccia.
-Un’ultima cosa – disse –Quanto diverrà tutto nero non abbassare lo sguardo, ma guarda la luna…
Detto ciò alzò la testa e per quei pochi attimi riuscii ad intravedere un volto dolce con un bellissimo sorriso in volto. Non so perché, quel ragazzo, mi ricordava un cervo…
Subito mi affrettai ad alzare lo sguardo verso la luna e finalmente capii cos’era che faceva oscurare tutto.
UN’ECLISSI…



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BUONGIORNO!
ALLORA....SARO' BREVE.
COME POTETE AVER VISTO, NEL CAPITOLO, CI SONO PARECCHIETTE COSE DIFFERENTI CHE ACCADONO, E PER ME E' STATO MOLTO DIFFICILE FARE LA COPERTINA INIZIALE. SPERO VI SIATE ACCORTI DI TUTTE LE IMMAGINI CHE CI SONO IN ESSA, CIOE' 5!
INOLTRE, SPERO DI NON AVERVI INCASINATO CON TUTTI QUESTI AVVENIMENTI.
SPERO VERAMENTE CHE VI SIA PIACIUTO E CHE VI ABBIA INCURIOSITO!
SE POTETE RECENSITE! GRRRRRAZZZZIE!
ORA VI LASCIO!
Kiss Kiss
il panda blu
Aris*Chan
  
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