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Autore: VictorianPuppet    04/10/2013    5 recensioni
[Peaky Blinders]
Birmingham, 1919.
Thomas Shelby, capo dei Peaky Blinders, è finalmente riuscito a siglare il contratto con Billy Kimber, il più importante allibratore nelle corse di cavalli del momento. Ma, durante il ballo di Cheltenham, l'uomo gli pone un'ulteriore richiesta: poter passare due ore con Grace, la cameriera irlandese che finge di lavorare per Thomas.
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Breve interpretazione del finale del terzo episodio visto dalla prospettiva di Tommy! ^^
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Why did you change your mind, Thomas?

 

Sono in auto con la moglie di Billy Kimber già da mezz'ora e aspetto.

Aspetto.

Guardo in continuazione il quadrante rotondo del mio orologio da taschino d'argento, come preso da un tic nervoso. E il tempo sembra non passare mai. Un'altra maledetta ora e mezza.

Sono appena consapevole della presenza della donna al mio fianco, la mia mente è completamente rivolta ad un'altra. Grace. Perchè diavolo ho acconsentito alla richiesta di quel sudicio lascivo di Kimber? Perchè l'ho abbandonata nelle sue mani?

- Vi avrà detto che sareste potuto stare con me.- sospira improvvisamente la donna, spezzando la cortina di silenzio che è scesa fra di noi fin dal primo momento in cui siamo rimasti soli, come un tacito patto. Preferivo di gran lunga il silenzio. - Mentre lui sta con lei.-

Il suo tono acido insinua cose a cui non vorrei pensare, cose che mi riempiono di rabbia e ribrezzo ma che non possono fare a meno di affollare la mia mente, stuzzicando maligne i miei pensieri.

Non rispondo, rimango muto a fissare il vuoto nella direzione della grande villa dove lui l'ha portata, come una statua.

Ma Mrs Kimber non demorde; sento la sua voce parlare piena di ostinazione e indignata, ma non ascolto ciò che dice. Capto solo qualche parola: abiti, indipendente, cappello.

- E' davvero un bel cappello.- le rispondo, anche se non so neppure di cosa stia farneticando. Voglio solo che quella voce irritante stia zitta.

Qualche secondo di silenzio, e credo di avere partita vinta. Guardo sempre fuori dal finestrino: che cosa starà facendo lei? Riuscirà a cavarsela?

Ma poi, l'essere petulante seduto al mio fianco, si sente in dovere di far prendere altra aria alla bocca.

- Quindi è una prostituta?- domanda con una sfumatura di maligna soddifazione nella voce, come se la conferma che suo marito non è in compagnia di una donna rispettabile la riempisse di superiorità.

" Di sicuro sarebbe comunque di gran lunga migliore di te." vorrei risponderle, ma a quel punto dovrei dire definitivamente addio alla collaborazione con Kimber; questa cagnetta glielo riferirebbe di sicuro. Comunque sia, quello che mi è appena saltato in mente di fare comprometterà già abbastanza il nostro contratto.

- Volete davvero la verità?- sospiro controllando per l'ennesima volta l'orologio. In genere non mi piace far sapere agli altri cosa penso, ma la mia interlocutrice è troppo stupida per capire le mie reali preoccupazioni. Sospiro. - Non so cosa sia.-

In un attimo la decisione è presa: scendo dalla macchina e mi avvio a passi rapidi verso la villa. La voce di Mrs Kimber mi chiama un paio di volte, ma la ignoro con piacere: uno dei lati positivi di questa improvvisazione sarà che non dovrò più sopportarla.

Salgo i gradini che portano all'ingresso di corsa e busso forte sul portone di legno per farmi sentire dal maggiordomo. Questi, un uomo sulla sessantina dai capelli color argento, mi apre quasi subito.

- Accompagnami dal tuo padrone.- gli ordino senza perdere un secondo. L'abitazione è troppo grande perchè possa trovarlo da solo in poco tempo.

- Non credo che sia opportuno, Mr...- inizia il maggiordomo con voce esitante, ma lo fermo.

- E invece lo è. Sbrigati.-

L'uomo, con passo tremante, inizia a condurmi per il corridoio principale che si apre sulla sinistra, balbettando frasi sconnesse riguardo al fatto che Kimber ne sarebbe stato contrariato.

Siamo quasi in fondo al corridoio quando sento delle voci concitate provenire dalla stanza che mi sta di fronte; dev'essere la sala da gioco presente in ogni vecchia villa che si rispetti. Il mio cuore accelera i battiti e sono quasi tentato di staccare il maggiordomo dalla maniglia della porta che sta aprendo per farlo io stesso in modo più veloce. Finalmente riesce ad aprirla, così lo scarto ed entro come una furia nella stanza; non appena vedo la scena che mi si para di fronte, sento il sangue salirmi alla testa.

Kimber sta schiacciando Grace contro il tavolo da biliardo, cercando di metterle le mani addosso, mentre la ragazza urla e si divincola.

" Lo uccido." è il primo pensiero che riesco a produrre, ma subito mi torna in mente qual è il mio ruolo e qual è il loro, e in men che non si dica riesco a tornare calmo e razionale.

- Cosa ci fai qui? Ho un'altra ora.- esclama furioso Kimber non appena mi vede e si stacca da Grace.

- Aspettate, ascoltatemi.- gli rispondo avanzando in modo diplomatico con una mano alzata. Bene, e ora che gli dico? Pesco la prima idea che mi si affaccia alla mente e prego che non rovini troppo la mia posizione; mi dannerei per il resto dei miei giorni se facessi saltare in aria gli affari con Billy Kimber solo per questo. - Ascoltatemi e basta.- ripeto con un sorriso tranquillizzante. - Volevo che concludeste, ma, alla fine, la mia coscienza ha avuto la meglio.-

Sposto in continuazione lo sguardo dall'uomo a Grace; sui loro volti vedo dipingersi la stessa sfumatura di stupore. Ecco, ora inizia la mia recita.

- Sembra carina fisicamente,- spiego indicando la ragazza. - ma ha la gonorrea.-

Se la situazione attuale non richiedesse una certa serietà, penso che l'espressione di sconcertato disgusto che deforma ora i lineamenti di Kimber mi strapperebbe più di un sorriso. Non guardo Grace: non voglio vedere la sua reazione. L'uomo si volta per guardarla con disprezzo e si sistema i vestiti come se avesse paura che ogni minimo contatto con lei l'abbia potuto infettare.

" Schifoso." penso, e rincaro la dose.

- Sì, la sifilide. Ho pensato di usarla, visto che vi piaceva.- ammetto con l'innocenza di uno scolaretto. - Mi hanno detto che ha la sifilide e ho pensato: "Che diamine". Consideratelo il mio lato migliore.- cerco di salvarmi in extremis, alzando le mani in segno di resa. - Lei... lei è una puttana.-

Grace ha un piccolo scatto di rabbia e si affretta a prendere la sua borsetta, rimasta sul biliardo.

- Va' e aspettami in macchina.- le dico mettendole una mano sulla spalla in modo protettivo, ma lei mi scansa, furiosa.

- Posso camminare da sola!-

Bene. Dopo dovrò risolvere anche questo.

Noto che la moglie di Kimber mi ha seguito fin lì, e ora guarda la rivale come una regina guarderebbe una sguattera. Vorrei tanto cancellarle quel sorrisetto dalla faccia... Mi volto verso suo marito.

- Possiamo stringerci la mano e fingere che non sia mai successo?- domando conun sorriso diplomatico porgendogli la destra.

Il volto dell'uomo è ancora disgustato e a quella domanda mi guarda come se gli avessi chiesto di concedermi un ballo al chiaro di luna.

Non ottenendo risposta mi affretto a lasciare la stanza e la villa, facendo solo un gesto di saluto al vecchio maggiordomo. Raggiungo la macchina dove Grace mi sta aspettando, ancora furiosa, e non aspetto un secondo di più per metterla in moto e partire. Il giardiniere ci apre prontamente il cancello di ferro battuto nero e mi immetto sulla strada pigiando l'acceleratore al massimo.

Per il primo quarto d'ora, fra me e Grace c'è solo silenzio. Un silenzio imbarazzato, un silenzio rabbioso, un silenzio soddisfatto.

Ma è lei la prima ad aprire la bocca.

- All'inizio della giornata ero Lady Sarah di Connemara...- dice guardando distratta il paesaggio che scorre intorno a noi con i suoi stupendi occhi di acquamarina. - Alla fine, una puttana con la gonorrea.-

Si sistema una ciocca di capelli con un gesto nervoso della mano; è ferita, lo sento.

- Siete stato un bastardo a vendermi così.- dichiara spudoratamente, ma in quel momento, più che essere contrariato per l'insulto, mi sento orgoglioso del suo coraggio. Nasconde il viso dietro la visiera del cappello rosso, imbarazzata; forse pensa di essersi spinta troppo oltre, o forse è qualche pensiero nella sua stessa testolina a farla vergognare. Ah, la mente femminile. Dopo un attimo di silenzio, riprende. - Ma poi avete cambiato idea.-

La sua voce vorrebbe sembrare ferma, ma sento che è agitata da qualche sentimento: compiacimento? Gratitudine?

Finalmente si gira a guardarmi dritto in faccia. Sento i suoi grandi occhi sondare i miei, come per trovarci dentro una risposta, una verità.

- Perchè avete cambiato idea, Thomas?-

Non rispondo. Sto pensando alla fatica che ho fatto per avvicinare Billy Kimber, alla decisione con cui ho disposto le cose in modo che non potesse fare altro che accettare la mia proposta di lavorare insieme. E a quanto poco mi dispiaccia di aver lasciato andare ogni cosa in fumo per un semplice capriccio.

Un sorriso appena accennato increspa le mie labbra.

Già, perchè ho cambiato idea?



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Buongiorno a tutti!! ^^
Sono una grandissima fan di quel genio (e figo ù.ù) di Cillian Murphy, che secondo me è un attore davvero di talento. Mi sono subito innamorata di questa serie: insomma, l'ambientazione, la trama e i personaggi sono davvero ben costruiti ed affascinanti.
Nonostante questa fanfiction, ci tengo a specificare che NON sono una supporter della coppia Tommy/Grace! D: Vi chiederete: e perchè l'hai scritta, allora? Bella domanda! xD Quando viene l'ispirazione non si sa mai cosa si possa scrivere.
Detto questo, spero tanto che vi sia piaciuta!! :D 

Grazie mille a tuuuuuuutti i visitatori! <3
VictorianPuppet

  
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