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Autore: L_aura_grey    05/10/2013    6 recensioni
“Appuntamento galante” lo aveva chiamato.
Sif sapeva che sarebbe finito per essere di tutto tranne quello. E così era stato.
Anche che l’idea fosse stata, infondo in fondo, suggerita da quel subdolo del secondogenito reale, lo immaginava. Aveva visto Loki aggirarsi fra i corridoi della Reggia con il braccio sulla spalla di quella bella giovane che portava il nome di Sigyn, ma gli occhi erano sempre rivolti a guardare con supponenza Thor, che evidentemente non aveva resistito.
E quello era il risultato.
Una bella gita per le coste dell’Irlanda. Meno male che aveva portato la spada.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sif, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Appuntamenti galanti & Problemi matrimoniali -









“Appuntamento galante” lo aveva chiamato.
Sif sapeva che sarebbe finito per essere di tutto tranne quello. E così era stato.
Anche che l’idea fosse stata, infondo in fondo, suggerita da quel subdolo del secondogenito reale, lo immaginava. Aveva visto Loki aggirarsi fra i corridoi della Reggia con il braccio sulla spalla di quella bella giovane che portava il nome di Sigyn, ma gli occhi erano sempre rivolti a guardare con supponenza Thor, che evidentemente non aveva resistito.
E quello era il risultato.
Una bella gita per le coste dell’Irlanda. Meno male che aveva portato la spada.
Si erano ritrovati di fronte a due imponenti giganti di roccia, muniti di pericolose armi quali un’enorme cucchiaio di roccia e un rudimentale scolapasta.
“Guarda un po’ chi è venuto a trovarci, Finn!” scoppiò in una rocciosa risata quella che per Sif sarebbe potuta essere una femmina; aveva le tette, ma in effetti anche l’altro, che oltre ad essere grosso era anche grasso.
“Oonagh, hai preparato una cena suntuosa per i nostri ospiti!” rispose lui.
“Oh, non c’è problema, marito mio. Preparerò una cenetta coi controfiocchi. Spero solo che nel piatto non finiscano per esserci più ossa che carne. E in più non mi piace quella muscolosa. Troppo dura.”
Sif fece appena in tempo a schivare lo scolapasta che aveva improvvisamente lanciato su di loro, ma Thor non fu abbastanza veloce. Si sarebbe gettato di lato anche lui, ma giostrarsela sulle rocce ostiche ed umide, a causa dell’aria di mare, che formavano quel selciato era più difficile che tentare di girare coi pattini da ghiaccio per la Sala del Trono appena lucidata. La guerriera si era sempre chiesta come le domestiche ottenessero quel risultato; il pavimento rimaneva così liscio che a volte quello era l’unico modo per spostarsi senza cadere. Ed ovviamente anche Odino vi era costretto.
Quando la gigantessa rialzò l’oggetto, Sif vide Thor steso a terra, privo di sensi, mentre Mijolnir era caduto su delle rocce sottostanti.
“Bene!” esclamò Oonagh, soddisfatta “Con questo ci faccio un brodino niente male”. Afferrò il biondo per una caviglia, tirandolo su facilmente. Se lo portò bene o male all’altezza del viso, annusandolo due o tre volte, prima di fare una smorfia “Ma questo qui sa cosa vuol dire lavarsi?”
Sif non poté biasimarla. In fondo, a furia di allenarsi, allenarsi ed allenarsi, aveva imparate a non far caso all’odore suo e di Thor. Sapeva bene perché quando giravano assieme per i corridoi del palazzo difficilmente qualcuno si avvicinava a loro.
“Ecco, cara. Mettici questo. Un simpatico commerciante mi ha detto che smorza l’odore. Non sapevo a cosa sarebbe potuto servirvi, e non capisco perché l’ho comprato, ma almeno ora può tornare utile” disse il gigante, porgendole un sacchettino con dentro della strana polvere.
“Lasciatelo subito stare!” ordinò Sif, interrompendo i discorsi dei due coniugi -che evidentemente si erano dimenticati di lei, dato che avevano cominciato persino ad incamminarsi verso casa -ma i giganti di roccia erano anche famosi per la loro pessima memoria. Nel 79 a.C il gigante Cornelius dimenticò per settimane la pentola a bollire, e quando se ne ricordò e decise di andare a buttare la pasta, il Vesuvio gli eruttò in faccia.
“In nome di Odino, e di suo figlio Thor, lo stesso che tenete in... mano, vi ordino di smettere di… pianificare di mangiarlo!” l’unico risultato che ottenne fu quello di far girare il marito, mentre Oonagh, che evidentemente aveva un tasso di sopportazione molto basso, unito ad un olfatto molto fine, svuotò l’intero contenuto del sacchetto sul principe, inondandolo con una strana polverina verde.
“Mi vorresti dire che questo qui è il figlio di Odino? Il grande e possente Thor?!” domandò, prima di scoppiare in una fragorosa risata “Io vedo solo un…” si voltò verso la moglie “... furetto!”
Sif alzò un sopracciglio scettica “Mi sa che hai mangiato qualche fungo strano, gigante. Thor non è un…” sbirciò anche lei “...furetto!”
Quello che si agitava, nuovamente cosciente, in mano alla gigantessa non era più il principe dorato di Asgard, il Branditore del Martello, il Tonante, eccetera, eccetera; era davvero un furetto!
“Donna! Dove hai messo l’uomo?! Ho capito il tuo piano! Vuoi pappartelo da sola!”
“Che stai dicendo, screanzato! Non sono mica come te, io!” gli ringhiò di rimandi questa, mentre il cielo assumeva lo stesso umore di Thor o, per meglio dire, del furetto, che a quanto pareva non aveva perso le sue doti di dio del tuono.
Cominciò ad alzarsi un vento forte, mentre densi nuvoloni grigi cominciarono a radunarsi sulle loro teste.
“Skuirrrikik! Ski rrikikirkri kriik risk iskir!” gridò la povera bestiola, fino a quando la gigantessa non la lasciò per liberare le mani che portò ai fianchi.
“Guarda che lo so che sei stato tu l’altra volta a fregarmi il maiale! Non hai neppure avuto l’intelligenza di pulirti la bocca!”
“Avevo fame! Tu e la tua maledetta voglia di mettere in tavola tutto assieme!” battè con forza il piede a terra Finn, facendo far fare un bel salto al povero Thor che, esasperato, fece cadere una pioggia leggera ma irritante.
Sif, con quel colpo, non aveva potuto fare a meno di notare il tremare delle rocce, che evidentemente non erano poi così solide come parevano: “Thor! Il martello!” gridò in direzione del furetto, che nel tanto stava inveendo in furettese stretto contro i due giganti, che avevano preso a elencare gli anniversari dimenticati, le spese eccessive, la mancata attenzione -e così via- dei loro trent’anni di matrimonio.
Thor, al sentire le parole della guerriera, alzò una zampetta “Tkissijki! S skierh” squittì, e Mijolnir prese il volo, per poi scendere in picchiata verso il furetto. Troppo velocemente però, perché lo schiacciò. Letteralmente. Non era abbastanza grande per impugnarlo.
Fortuna che era un dio.
Provocò, però, anche un modesto danno nella struttura della scogliera, che cedette con un colpo secco, cominciando a sgretolarsi. Trascinò con se i due giganti -così presi a litigare fra loro che fu solo quando il marito si accorse che i capelli di lei si stavano stranamente alzando, a causa dell’attrito dell’aria, che si resero conto di ciò che stavano cadendo- Mijolnir ed il furetto giù, verso il mare.
Fortunatamente Sif riuscì ad acciuffare Thor per la coda appena in tempo.
E per quanto riguardava il martello, ci sarebbe stato tempo di recuperarlo dopo. Tanto chi lo spostava?
La guerrieri si adagiò il povero e svenuto furetto sulla spalla, guardandolo con dolcezza. Gli grattò la testolina bionda, mentre scoppiava a ridere “È stato un ottimo appuntamento. Penso che dovremmo averne di più!”
Restò ad ammirare per un poco il paesaggio tempestoso, nato dall’umore del dio del Tuono, prima di invocare il nome del fratello, che li riportò a casa, dove il principe rimase furetto ancora qualche giorno, perché Frigga non sapeva davvero come invertire l’incanto che lo aveva colpito, e l’altro mago di famiglia pareva scomparso.
Quello che nessuno sapeva, e che Sif immaginava, era che stava scappando dai due giganti Finn e Oonagh che, dopo la nuotata fuori programma e la successiva ripresa della discussione, si erano infine trovati d’accordo che la fonte di tutti i loro guai era solo che il viandante, che aveva fatto pagar loro anche due pecore, per quella dannata polvere.




Morale della favola: Loki che troppo vuole, nulla stringe. Se si fosse accontentato di far mangiare suo fratello o di umiliarlo trasformandolo in un furetto, non lo avrebbe ascoltato negli anni a venire raccontare fino alla nausea di come avesse sconfitto quei due giganti.







 
   
 
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