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Autore: MissAliceLiddle    05/10/2013    3 recensioni
Si sentiva l’odore della pioggia quella mattina, del resto aveva piovuto tutta la notte. Un odore che sprigionava libertà da tutti i pori. In un certo senso rendeva tutto più puro e più vero. Sotto la pioggia il trucco cola, i capelli si sfanno, i vestiti si gualciscono, ma ci sono cose che si abbelliscono: le vetrine, i marciapiedi, i fili d’erba, gli alberi spogli.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sentiva l’odore della pioggia quella mattina, del resto aveva piovuto tutta la notte. Un odore che sprigionava libertà da tutti i pori. In un certo senso rendeva tutto più puro e più vero. Sotto la pioggia il trucco cola, i capelli si sfanno, i vestiti si gualciscono, ma ci sono cose che si abbelliscono: le vetrine, i marciapiedi, i fili d’erba, gli alberi spogli.

Se avesse trattenuto il respiro per qualche minuto avrebbe potuto sentire il sospirare di quelle gocce di pioggia, un sussurro che, goccia dopo goccia, aumentava la sua intensità fino a quasi diventare un urlo. Il rumore di un paio di stivali in una pozzanghera, l’allegria di aver fatto un qualcosa di infantile, il silenzio che circondava ogni cosa, era quella la pace interiore.

Sotto la pioggia non aveva voglia di mettersi in mostra per farsi notare dagli altri, non si sentiva superiore o inferiore agli altri, si sentiva semplicemente la persona giusta al momento giusto. La pioggia era l’ideale per scrivere poesie o lettere d’amore, la pioggia metteva a nudo ogni cosa e portava chiarezza nei sentimenti di ognuno.

Ogni passante reagiva in modo diverso alla pioggia: chi piangeva sapendo di non essere solo, chi sorrideva estasiato, chi si lamentava di non poter uscire, e chi si sedeva ad osservare la pioggia che cadeva sotto la pensilina della fermata del bus. La pioggia poteva assomigliare ad un ticchettio, un ticchettio piacevole che scandiva il passare del tempo, forse avrebbe potuto anche..

“Mi scusi, cosa sta fissando?” la voce di un passante curioso che forse aveva percepito quella sensazione quasi mistica che solo gli artisti potevano emanare.

“La pioggia, naturalmente.”

Silenzio.

Prese penna e taccuino e cominciò a scrivere.

Non mi sono mai piaciute le lettere d’amore, credo di non averne mai scritta una in vita mia, ma ora sono qui, sotto la pioggia d’autunno e ho cominciato a scrivere. Credo che siano parole alla rinfusa accatastate come i barattoli in un supermercato. Ho sempre amato l’entropia sprigionata dalle cose accatastate, credo che rappresenti il caos dentro ognuno di noi. Il silenzio, la pioggia, il nulla, tutto questo dovrebbe darmi un senso di solitudine, invece credo che stare con se stessi sia il primo passo per poter stare con gli altri. Hai tagliato i capelli, vero? Immagino le ciocche bionde cadute sul pavimento, che pensiero malato!

Forse avrei potuto cantare o suonare uno strumento musicale invece di scrivere, oppure dedicarmi all’arte, però niente mi riempie di vita come la scrittura. Tutti sono capaci di scrivere, basta mettersi a nudo. Tu ci hai mai provato?

Scrivere è come danzare sotto la pioggia. Può sembrare strano, inutile e banale, ma senti la vita scorrerti nelle vene quando lo fai. L’ultima volta che ho ballato sotto la pioggia avevo la febbre, sentivo che stavo per svenire, e invece ho ballato, al ritorno a casa la febbre era svanita. Finalmente stavo bene.

Scusami, sto parlando solo di me quando invece avrei dovuto scriverti una lettera d’amore. Ma cosa dirti ancora? Credo di aver ripetuto lo stesso concetto almeno un milione di volte nei miei pensieri. Non ce la faccio più a correre, inseguirti, perdermi ogni volta senza trovare la via d’uscita. È anche vero che ogni cosa che fai tu ha un senso totalmente diverso per me. Voglio uscire da questo paradosso e purificarmi una volta per tutte. Sono una pozzanghera, voglio essere una pozza d’acqua limpida.

Ha smesso di piovere, e io non riesco più a scrivere.

Rimase in silenzio, l’unico rumore era quello della penna che tamburellava sul foglio. Passarono dei minuti, delle ore o forse dei giorni, nessuno può saperlo con certezza.

Il cielo si oscurò di nuovo, un sorriso si formò sulle sue labbra mentre un lampo squarciava il cielo.

Sono ancora qui, scusami per questa lettera sconclusionata che forse non leggerai mai e che forse nemmeno ti consegnerò mai.

Devo andare, è arrivata, la stavo aspettando, mi era mancata.

Forse ti chiederai chi stavo aspettando con tanta apprensione.

La pioggia, naturalmente.

 

MissAliceLiddle's notes

Questo racconto introspettivo è nato di getto ed è senza pretese. Ero senza ispirazione, ma una conversazione sulla pioggia mi ha fatto pensare. Il protagonista della storia potrebbe essere sia un ragazzo che una ragazza, ho giocato su termini neutri in modo da poter far indentificare chiunque in questo spaccato di vita. Spero che vi piaccia!

 

Peace, Love e Vintage

MissAliceLiddle.

  
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