Serie TV > Il commissario Montalbano
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Autore: LikeBlueSky_    05/10/2013    1 recensioni
Si comincia con un Montalbano molto giovane, che deve affrontare un lutto e un'improvvisa voglia di ricominciare.
Quella voglia si chiama Giulia, ha i capelli castani, gli occhi marroni/verdi, la pelle lattea e... è sua nipote.
Ma come poteva immaginare che da cosa nasce cosa?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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25 Gennaio 1985

Giulia e Salvo, ormai riuniti, si erano praticamente sistemati a Marinella.
Erano le 20.30, e Giulia stava preparando un po' di pasta, perchè suo zio era sdatto in
cucina quanto era però una buona forchetta.
Mentre apriva la scatoletta di tonno con cui avrebbe condito la pasta, continuava a pensare
a come dire a suo zio di Giuseppe.
Il ragazzo le aveva detto di andare a cena a casa sua la settimana avvenire, e lì si
sarebbero presentati.
L'idea era pressocchè ottima, se non fosse stato che Salvo, da bravo poliziotto, aveva un
intuito anormale.
Beh, tentare non costava nulla no?
"Zio?"
"Ho apparecchiato, tranquilla!"
"No, non è quello... Devo chiederti una cosa!"
"Adesso?"
"Non vuoi che qualcuno ti parli mentre mangi, quindi sì, adesso."

Salvo guardò un momento sua nipote. Avevano lo stesso carattere, ma lei in una maniera o
 nell'altra l'aveva sempre vinta.
"Ok. Dimmi tutto."
"Ci hanno invitati a cena fuori la prossima settimana."
"Vuoi andarci?"
"Certo! E anche tu!"
"Io? E perchè io?"
"Zio, ho usato il NOI, mi hai sentito?"
"Ok, ok... Posso sapere chi sono queste persone?"
"Degli amici"
, rispose semplicemente quella girando la pasta per condirla.
"Ah, degli amici? Ma tipo non posso sapere il nom..."
Giulia sbattè sonoramente il vassoio sulla tavola: "Scusa zio, non si parla mentre si
mangia.
Buon appetito."

Salvo stava per controbattere, ma alla fine stette zitto.
Anche se era davvero curioso di saperlo.
Beh, avrebbe atteso quella settimana!


2 Febbraio 1985
"Zio! Ziiiiiioooooooo!"
Giulia non udì alcuna risposta.
"Ma dove sei? Zio...!
ZIO!"
, tuonò infine la giovane, avendolo sorpreso a sonnecchiare sul letto.
"Uh, eh?", si ridestò quello, "scusa. Ci hai messo tanto eh?"
"Guarda che io ci ho messo 5 minuti. Sei tu che non ti sei voluto nemmeno cambiare."
"Perchè mi guardi male?"
"Certo che almeno la camicia potevi cambiartela!"
"Aaaaah, ma tu sempre a spaccarmi la minchia devi stare?!"
"... Per carità, più cocciuto d'un mulo!"
"Ah scassacabbasisi, vogliamo andare?"
"CERTO."

Salvo le sorrise, aprì la porta e tenendogliela aperta disse: "Prego, madame."
Giulia lo guardò dall'alto verso il basso, per poi mettere una mano sul pannello di legno
e dire: "La porta sono capace a tenerla da sola."
Detto questo, uscì ed entrò in macchina.
Salvo sospirò, chiuse casa e si mise alla guida, indicato dalla nipote.
Ma dove lo stava portando?



"Giulia, ma stiamo andando verso Palermo? Quanto è lontano sto posto?"
"Uh, zio, quanto ti agiti... Guarda, siamo arrivati, accosta qua!"
"Qua dove?"
"Qua a destra scimunito!"

Scesero dalla macchina, e attraversarono la strada per raggiungere il cancello di una
casa.
Giulia era agitata, ma suo zio non diede molto peso a quello che faceva.
Era concentrato: quel posto gli era familiare.
Suonarono, e fu proprio il giovane Giuseppe ad aprire: "Buonasera!
Trasite, prego, accomodatevi!"

Salvo ringraziò, avviandosi verso quello che doveva essere il salotto.
La nipote si era attardata pochi secondi con il ragazzo, che le aveva stretto la mano, come
a volerle dare un po' di coraggio e le aveva detto: "Sei bellissima. Fidati di me."
Nello stesso momento il nuovo commissario alzò la voce di almeno 7 ottave: "FAZIO?
CARMINE FAZIO? Minchia, ma mi potevi dire oggi in commissariato che era qui che dovevo
venire?"
"Sua nipote non glielo ha detto? Buonasera Giulia!"
"Buonasera a te Carmine! Antonella"
, sorrise quella.
"No non mi ha voluto dire da chi venivamo... Ma penso che stasera scoprirò anche il perchè
di tutto questo mistero..."
, Salvo lanciò un'occhiata alla nipote, che diceva tutto.



La serata trascorse tranquilla.
La cena era ottima, e il commissario era abbastanza soddisfatto.
Alla fine Giulia si decise ad alzarsi: "Zio, c'è un motivo per cui tu sei qui."
"Intendi dire un motivo ulteriore alla costrinzione?"
, sorrise quello, "Lo so.
Forza, cosa è successo? E soprattutto che c'entrano loro?"
"Ecco, zio, io quel giorno che mi hai detto saresti tornato definitivamente a Vigata...
Non sono stata sincera con te..."
"In che senso?"
, la guardò confuso lui.
"Sono fidanzata, zio. Con Giuseppe. Da un anno.", disse tutto d'un fiato Giulia, per poi
andarsi a mettere vicino al diretto interessato, che le passò una semplice carezza sui
capelli.
Salvo ci mise qualche secondo a metabolizzare la notizia.
"Non credi che sia un po' presto per parlare di fidanzamento?
Ti ci sei messa a 13 anni?"
"Sì..."
"Ma tu Giuseppe non hai 18 anni?"
"Sì, signore... Da compiere."
, annuì quello.
"Sei piccola Giulia, io non credo che..."
"E' più matura di quello che pensa, commissario."
, disse ferma Antonella.
"Lo so che è matura... Ma..."
"Commissà, so che ancora è la sua bambina... Ma io le dico che non li ha visti insieme.
Sembrano me e mia moglie i primi 10 anni di matrimonio."
"Io... Devo pensarci... Andiamo, Giulia... Ci vediamo domani, Carmine."
"Zio..."
"Giulia, non sono io a dirti quello che devi fare.
Attenzione. Moderazione. Queste sono alcune cose che ti chiedo.
Poi con calma faremo una lista più dettagliata anche con te"
, chiuse il discorso Salvo,
rivolgendosi anche a Giuseppe, che continuò ad annuire.
"Ok... Buona notte, allora. Vi accompagnamo alla porta."
"Ciao Peppì..."
"Ciao Giù... Ci vediamo domani!"
"Stesso posto, stessa ora."
, fece l'occhiolino quella.
Peppino le sorrise, ma come provò ad avvicinarsi a lei per un bacio fu subito ripreso:
"EHM EHM. Regola numero 1: NON provare a fare certe cose davanti a ME."
"E' un tipo all'antica, Peppino. Scusalo."
, sbuffò Giulia incenerendo con lo sguardo lo zio
"E' un tipo all'antica? Bene, lo saremo anche noi... Buonanotte", le disse il ragazzo
baciandole la mano.
Lei gli accarezzò una guancia, per poi raggiungere lo zio.
Salvo ebbe subito un istinto: mise un braccio intorno alle spalle di Giulia e si
incamminò insieme a lei verso la macchina.
"Ti voglio bene. Lo sai vero? Te ne voglio davvero tanto. Voglio che tu sia felice.
Non odiarmi. Voglio essere sicuro di tutti. Ho davvero paura per te. Moltissima."
"Ti voglio bene anche io, zio. Molto."
, rispose semplicemente quella, stringendosi nell'
abbraccio.
  
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