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Autore: moni_cst    05/10/2013    11 recensioni
SPOILER 6x02
Castle viene dimesso dall'ospedale dopo la 6x02 e il medico prescrive un periodo di convalescenza.
E' il momento di portare a Washington abitudini newyorkesi: clothes off moments, cappuccini speciali, xbox e presunti omicidi.
dal testo
Gli faccio una carezza in viso e lo sento caldo, forse troppo. Mi sporgo verso di lui e poggio le labbra sulla sua fronte. Mia madre faceva così quando avevo la febbre. Sorrido al ricordo e sorrido perché lo sento fresco. Aveva ragione mamma: la temperatura delle mani inganna, il calore delle labbra no.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rick e Kate'
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Capitolo 1. Ritorno a casa.

 

 

Le note del sax di John Coltrane riempiono la stanza con una melodia sinuosa che m’infonde tranquillità e serenità. Ho un enorme bisogno di rilassarmi e scaricare la tensione accumulata nei giorni precedenti quando, ignorando la fitta al petto che mi toglieva il respiro, mi ero dannata per trovare in tempo l’antidoto per Castle. C’ero riuscita per un soffio, sarebbe bastata una manciata di minuti in più e la mia vita sarebbe stata stravolta. Ancora una volta.

Non ci posso neanche pensare.

Ieri sera ho riportato Castle a casa, a Washington. I medici hanno sconsigliato il viaggio fino a New York, nonostante le insistenze di Martha ed Alexis, che sostengono si sarebbero potute prendere meglio cura di lui, avendo più tempo. Ma il dottore ha sottolineato che il paziente è fuori pericolo di vita ma molto debole e avrebbe dovuto fare una buona convalescenza per scongiurare eventuali effetti collaterali. Io, in cuor mio, ho pensato che Castle oltre a rimettersi fisicamente deve guarire anche mentalmente, riprendersi dallo shock. Forse sono presuntuosa ma credo che nessuno meglio di me possa aiutarlo in questo. E a dirla tutta anche io ho assoluto bisogno della sua presenza: non solo ho sentito terribilmente la sua mancanza ma ho bisogno di sentirlo vivo accanto a me.

Questa volta, la paura che ho avuto di perderlo è stata molto più tangibile delle altre volte che è stato in pericolo.

Questa volta, le ore a disposizione per salvarlo erano davvero poche.

Questa volta, ho davvero temuto di non farcela.

Ho parlato con la Mc Cord e le ho chiesto qualche giorno di ferie, anche se non ne ho diritto visto che sono ancora nel periodo di prova. Rachel mi ha sorriso e ha sottolineato che non può concedermele fino alla fine del prossimo mese, alla fine del mio training job.

Mi sono sentita persa.

Poi però mi ha suggerito di usufruire dei giorni di recupero per il lavoro svolto nei giorni festivi da quando sono a Washington, ovvero tutti. Le ho fatto un cenno con la testa per ringraziarla di cuore, sapendo bene che in questo modo i giorni erano molti di più delle ferie maturate in poco più di due mesi.

Castle dorme ancora accanto a me.

Mi sono alzata, ho fatto una doccia, sono uscita a fare un po’ di spesa e ho preparato la colazione per entrambi.

Non voglio svegliarlo. Ha bisogno di riposo e io mi sono svestita di nuovo e mi sono infilata sotto le coperte accanto a lui.

Sono ancora molto scossa, anche se oggi va meglio.

Ieri sera quando finalmente siamo rimasti soli, mi sono accoccolata tra le sue braccia e ho iniziato a piangere a dirotto, percossa dai tremiti e dalla tensione accumulata nelle ultime venti ore. Ero distrutta e ho continuato a versare lacrime mentre Castle mi accarezzava i capelli e la schiena sussurrandomi all’orecchio che era tutto finito, che ora stava bene.

Mi sono posizionata di fianco accanto a lui per poterlo guardare, per controllare il suo respiro profondo e regolare e per godere del calore della sua mano che ho velocemente fatta mia. Sono 12 ore che dorme. Il medico mi ha avvisato che avrebbe riposato a lungo, quindi non sono preoccupata. Gli faccio una carezza in viso e lo sento caldo, forse troppo. Mi sporgo verso di lui e poggio le labbra sulla sua fronte. Mia madre faceva così quando avevo la febbre. Sorrido al ricordo e sorrido perché lo sento fresco. Aveva ragione mamma: la temperatura delle mani inganna, il calore delle labbra no.

Per un momento sento il rimpianto che lei non abbia mai conosciuto Rick, che non abbia mai saputo che finalmente avevo trovato la serenità e l’equilibrio di cui lei mi aveva sempre parlato sin da ragazzina. Sospiro.

“Hey”. Apre gli occhi e mi trova ancora con le labbra a pochi centimetri dalla sua fronte. “Ti avverto che sono innocuo questa mattina” dice approfittando della vicinanza del mio viso.

“Hey”

“Non sei dispiaciuta nemmeno un po’ che sono innocuo?” chiede un po’ meravigliato e un po’ seccato del fatto che io non gli abbia risposto a tono.

“Castle, prima di tutto, vedremo se sei innocuo” dico con fare malizioso facendogli l’occhiolino “inoltre mi meraviglierei del contrario visto tutte le medicine che prendi. Come ti senti?”

Prende un respiro profondo, quasi a fatica.

Mi si stringe il cuore a vederlo così debole.  

“Non so nemmeno se sono in grado di alzarmi. Mi sento stanchissimo”

“Perfetto. Infatti non devi alzarti! Ordine del dottore. A letto per almeno tre giorni, poi si vedrà se riesci a conquistare la poltrona”.

“MMhh” bofonchia “mi sveglio con la mia salvatrice accanto, che tra l’altro è anche la mia bellissima fidanzata, nonché mia musa. Alle orecchie mi giunge il suono armonioso del sax di Coltrane e tutto ciò che posso agognare adesso è di trascinarmi dal letto alla poltrona?  Io avrei certi altri desideri da esaudire…”

Gli sorrido.

Lo amo.

Amo quando mi stuzzica con le parole, amo quando lo fa con i gesti e, in ogni caso, amo battibeccare con lui quando ci punzecchiamo a vicenda.

“Che ne dici se iniziamo da una bella colazione per rimetterti in forma?”

“Vuol dire che cucinerai per me?”

“Vuol dire che l’ho già fatto! Sono le dieci passate se non te ne fossi accorto e quindi tutto è pronto!”

Noto che mi guarda mentre sguscio fuori dal letto senza coprirmi e sparisco attraverso la porta. So quanto gli piace vedermi girare nuda per casa. Al loft non era possibile. Anche quando Martha e Alexis erano fuori New York, non mi sentivo a mio agio, temendo un ritorno improvviso delle due, con un’altra scena imbarazzante come quella vissuta proprio la nostra prima volta insieme. Invece quando passavamo la serata nel mio appartamento a New York, allora avevamo istituito i “clothes off moments” e quanto ci piaceva girare per casa così liberi e naturali. Entrambi non avevamo mai provato con nessun altro questo tipo di familiarità e tutti e due amavamo questa complicità.

Torno in camera da letto coperta solo dal vassoio che tengo in mano.

Sorrido, non posso farne a meno.

Mi piace come lui mi guarda quando sono nuda.

Non mi era mai capitato con nessun altro ma con Castle tutto quello che faccio è straordinario. Solo lui mi fa sentire così bella, amata e desiderata.

Spero tanto che gradisca la sorpresa che gli ho fatto. Questa mattina mi è venuto in mente di scrivere Always sulla schiuma del cappuccino e mi sono precipitata a comprare la cioccolata liquida per farlo. Ne ho approfittato anche per fare un po’ di spesa e riempire il frigo delle cose che più piacciono a Rick, panna compresa. Ho comprato anche della Papaya… così avrò anche l’occasione di prenderlo un po’ in giro.

Mentre poso il vassoio e mi stendo di nuovo accanto a lui, Rick non mi stacca gli occhi di dosso e io che credevo che avrebbe notato subito la mia prodezza culinaria!

“Sei bellissima”.

Sorrido. Di nuovo.

Solo con lui riesco a farlo così spesso.

Questa è una delle cose che amo più di lui, mi fa ridere, sempre.

“Non ci posso credere!!!” esclama.

“Ok” penso. ”Se n’è accorto!”

“Hai fatto i pancakes come li faccio io! Quelli con lo smile!!”. Sembra un bambino eccitato alla vista della mamma che gli ha comprato un gelato.

Continuo a sorridere e a guardarlo divertita.

“E…. Oh Kate! Grazie” e mi guarda fissandomi intensamente con quel blu profondo e penetrante.

“Always” gli rispondo.

Sorride. Questa volta è lui a farlo.

Poi, mentre iniziamo a mangiare parliamo dell’ultimo weekend, di quanto ci siamo mancati, di come dobbiamo cercare assolutamente di trovare un nuovo equilibrio e di come dobbiamo organizzare le nostre agende e i nostri impegni per evitare che possa succedere di nuovo che stiamo lontani per sei lunghe settimane.

Questo è il momento della tranquillità, della quiete dopo la tempesta. Abbiamo molto da fare e molto da condividere e tanto tempo da recuperare insieme.

Continuiamo a ridere e a parlare per tutto il giorno, lì nel letto, uno accanto all’altra, abbracciati stretti con solo la pelle a separarci.

“E’ bello passare un po’ di tempo così, solo per noi, anche se mi piacerebbe poter partecipare più attivamente”.

“Castle” lo riprendo.

“Mmmh”

“Vuoi stare tranquillo?”

“Kate mi manchi! Sono settimane che non facciamo l’amore”.

Io lo guardo alzando un sopracciglio. Mi fa tenerezza e ho anche io un terribile desiderio di fare l’amore con lui, ma è debole e deve stare tranquillo. Inoltre mi sono accorta che tutta la vicinanza dei nostri corpi non ha avuto alcun effetto. Con discrezione e senza farmi notare, ho provato a stuzzicarlo un po’. Forse è davvero l’effetto deleterio di tutte le medicine che prende.

“Anche tu mi manchi e se vuoi saperlo anche io desidero fare l’amore con te” sussurrando aggiungo ”Più di ogni altra cosa”.

Mi guarda.

Me lo mangerei.

Gli salterei addosso all’istante e vediamo se in due non riusciamo a mandare al diavolo le medicine.

“Però credo che le medicine ti abbiano offuscato la memoria. Quando sei arrivato e ti ho trovato qui in casa mia… ti ricordi, vero?”

Il suo sguardo è confuso.

“No” mi dice

“Stai scherzando?” chiedo.

“No, cosa?”

Santo Cielo! Lo guardo come si osserva un pazzo, con un misto di curiosità e stupore. Non posso credere che non ricordi.

“Rick, venerdì notte abbiamo messo in piedi una imprevista, strepitosa, magnifica, clamorosa e straordinaria maratona di sesso!!”

Lo guardo a bocca aperta scrutando la sua reazione.

Sono sicura che ora la memoria tornerà.

Non posso credere che non rammenti.

“Davvero? Kate. Io non ricordo nulla!”

Sembra davvero stupito e io sono delusa.

Non posso crederci.

Non può aver dimenticato l’amore, la passione, il desiderio, i sentimenti e tutte le magnifiche belle parole che ci siamo detti.

Non posso davvero crederci.

Lo vedo sorridere sotto i baffi. Mi viene spontaneo accarezzargli la barba di tre giorni che gli dà tanto l’aria da bad boy. Quanto mi piace quando non si rade quotidianamente.

Sono terribilmente e irrimediabilmente persa. Persa di lui. E sorrido di nuovo.

“Mi stai prendendo in giro, vero?”

“Sì. Come potrei dimenticare una notte simile, Kate. E non la ricordo solo per il sesso, che per altro concordo è stato S-T-R-A-B-I-L-I-A-N-T-E, ma perché è stato un momento magico, in assoluto.”

Lo abbraccio stretto e penso tra me e me che spero di passare così, attaccata a lui tutta la sua convalescenza.

Nulla mi convincerà ad andarmene da questo letto fin quando anche lui lo lascerà.

 

Spazio di Monica

Missing moments post 6x02 … quello che vorremmo vedere e che non vedremo mai. Credo che nella vita ci siano dei momenti particolari, dopo grandi paure, traumi, dolori, in cui si cerca conforto nell’anima e nel corpo di chi ci sta accanto. Credo che, dopo essere stata la tigre Beckett che senza concedersi neanche un attimo per una lacrima ha smosso il mondo intero pur di trovare l’antidoto per Castle, Kate abbia lasciato andare l’adrenalina trattenuta in corpo e si sia sfogata e rilassata un po’ con il suo Rick.

Debora, grazie. Senza la tua preziosa e attenta lettura, le mie storie avrebbero sempre qualche errore qua e là e scrivere sarebbe per me meno divertente!  

 

 

 

  
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