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Autore: MissNanna    06/10/2013    1 recensioni
Cosa fare quando il tuo migliore amico, colui che ami da una vita... diventa famoso?
Riuscirà la piccola Sam a conquistare il suo Felix?
Impresa ardua... ma forse non del tutto impossibile.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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1.  Conta su di me

Erano passati quattro mesi dalla sua partenza. Il suo primo tour come Felix dei “Nimus”.  Simona sapeva che sarebbe finita in quel modo, che dopo aver baciato il suo migliore amico, prima che lui cominciasse la sua carriera da rapper affermato, sarebbe rimasta da sola e in perenne attesa. Attesa di una telefonata, di un messaggio, di un segno che lui pensava a quello che era successo quella sera di giugno, alla festa per il suo primo singolo. “Conta su di me”.  Se non l’avesse visto con i propri occhi alla serata degli Hip Hop Awards, avrebbe di sicuro immaginato il peggio. Magari che avesse avuto un incidente e che si fosse spaccato la testa, che avesse perso la memoria o che fosse addirittura morto. Tutto quello che invece aveva scoperto era che con il suo gruppo di cantanti sfigati era al primo posto nelle classifiche e che mezzo mondo gli stava dietro .

Sapeva che era tutto un terribile errore, sia che lei si fosse concessa il lusso di provare quelle labbra, sia che in quel momento fosse in attesa del suo rientro a scuola. Era inizio ottobre ed era il loro ultimo anno. Non avrebbe potuto lasciare le lezioni per seguire il suo sogno, ma avrebbe  portato avanti entrambi i percorsi. Sicuramente non avrebbe cominciato l’università, il diploma però lo doveva a suo padre.

Mentre si sistemava meglio nel banco e fingeva di ascoltare Melissa, la sua migliore amica ,che cercava di raccontarle della sua ultima conquista, ritornò ancora una volta a quella sera. A quando lui non era ancora Felix, ma solo Marco. Il suo Marco. Quello che a cinque anni le rubava le bambole per fargliele ritrovare senza testa. Quello che alle elementari le nascondeva le merendine o che in prima media dopo la seconda bocciatura  si ritrovò in classe con lei. Lo stesso ragazzo che in una notte, in cui si era rifugiato a casa sua, le aveva confessato di voler provare a sfondare nel mondo della musica.  Colui che si era incazzato come una bestia quando Sam gli aveva confessato di aver perso la verginità con Christian lo stronzo. Era Marco. Il suo Marco. Quello di cui era sempre stata innamorata ,l’amico più grande di due anni che non la guardava affatto.

Prese un lungo respiro sorridendo a  Mel e in un attimo si ritrovò ancora immersa nelle luci del piccolo locale sulla spiaggia che avevano affittato.

“Marco l’aveva trascinata con sé a sceglierlo e a lei era subito piaciuto, sia perché affacciava sul mare, sia per la piccola discesa in spiaggia che le avrebbe garantito la giusta intimità per confessare finalmente i suoi sentimenti al suo migliore amico. Non riusciva più a far finta che tutto andasse bene. Non più almeno. Lui sarebbe partito il giorno seguente, male che fosse andata non l’avrebbe più visto per quattro mesi, il giusto tempo per gettare la cosa nel dimenticatoio e fingere che non fosse mai accaduto nulla.

Quella sera era agitata e le mani le sudavano come non le era mai capitato in vita sua. Aveva lasciato i capelli sciolti scompigliati dalla spuma. Aveva indossato un vestitino molto semplice, bianco, che le metteva in risalto la carnagione bruna già abbronzata per i pochi giorni passati al mare. Ai piedi aveva delle ballerine, non era tipo da tacchi e spesso se ne rimproverava, non sarebbe mai stata il tipo di  Marco. Lui amava quelle spigliate, dalla pelle perennemente tatuata i capelli tinti e seno e sedere terribilmente grossi e messi in risalto da scarpe alte, vertiginosamente alte. Lei invece era l’opposto. Totalmente anonima. Troppo magra con una seconda di seno e un sedere normale. Quasi sempre senza un ‘ombra di trucco sul viso e con i suoi  jeans stinti addosso. Non doveva di certo essere il massimo del Sex Appel per un ragazzo dagli ormoni impazziti.

Era arrivata al locale da qualche minuto e si era intrattenuta con i suoi amici di classe. Aveva salutato la madre di lui ,che la conosceva ormai da quando era in fasce, essendo vicini di casa, poi la donna si spostò in un angolo ad organizzare le ultime cose, ma di Marco ,nemmeno l’ombra. Si sentiva morire e se solo pensava al momento in cui avrebbe preso l’iniziativa e gli avrebbe parlato a cuore aperto, perdeva addirittura la facoltà di respirare. Un improvviso boato di applausi la fece sussultare e nell’attimo in cui si voltò lo vide entrare con alle spalle i suoi due fedelissimi seguaci. Francesco e Samuele , meglio conosciuti poi come Togo e Slipo, i fortunati  componenti del gruppo esordiente. Simona si fece spazio tra i presenti, quasi scattò in avanti per farsi notare. Marco era sorridente , con i suoi tatuaggi sulle braccia, la cicatrice sul labbro e i suoi bellissimi occhi scuri. Sembrava un sogno,aveva la sensazione che se avesse provato  a toccarlo probabilmente sarebbe scomparso. Indossava la sua t-shirt bianca porta fortuna, quella di Bob Marley e i jeans scuri che gli aveva regalato la sua ex, quella che per Simona era la “troia del bar”, in cui loro si erano spesso esibiti. Cercò di non pensarci e subito gli corse incontro. Gli saltò praticamente in braccio e lui ne parve sorpreso. Lei non aveva spesso slanci simili, eppure non riusciva a contenersi. La consapevolezza che non se lo sarebbe più ritrovato tra i piedi la faceva star male .Il ragazzo le sorrise lasciando intravedere i suoi magnifici denti bianchi.

-Chi devo ringraziare per tutto quest’affetto?

Esordì poi abbracciandola e tirandola su di peso.                          

-Mettimi giù ,stupido!

Lo aveva rimbeccato. Marco scoppiò a ridere e la posò in terra per poi scompigliarle i capelli con una manata. Lei si arrabbiò.

-Non mettermi il muso, dai! Da domani non ti romperò più le palle!

Aveva continuato, aprendole una voragine nel petto. All’improvviso la sola idea di non sentire più quella mano tra i suoi capelli, la fece sentir persa.

-Ah! – sbottò poi Slipo.-Piccola, non sappiamo proprio come farà senza di te. E’ già in crisi !

Scoppiarono tutti a ridere anche se per Simona era tutto terribilmente imbarazzante.

-Smettila di parlare a sproposito, stupido!

Gli urlò divertito il povero, Marco, ormai preso di mira dagli amici e dai parenti. –Ah.. la piccola Simona potrebbe essere la nuora dei miei desideri. La conosco da quando faceva il bagnetto nuda con il mio Marcolino!

Sia Simona che Marco si voltarono verso la madre del primo con occhi sgranati e le guance in fiamme.

-Mamma, potremmo cambiare argomento? E poi mi pare che qui non siamo venuti per mettermi alla gogna, ma per festeggiare la mia fuga nei piani alti, o no?

Tutti i presenti risero. Poi la proprietaria del locale gli si avvicinò per dirgli qualcosa e lei non si mosse dal suo posto. Di rado si dava delle speranze, ma quelle battute, le guance arrossate dell’amico le fecero pensare che forse, quella sera.. non sarebbe stata l’unica ad esporsi.

Tornò da Simona dopo qualche secondo.

-Dobbiamo esibirci subito, dopo potrebbero avere problemi con gli inquilini delle palazzine accanto!

Scrollò le spalle. La ragazza gli fece un cenno d’assenso e strinse i pugni.

“Dopo.” Si disse. “Dopo , avrò il coraggio di confessarti tutto.”

Marco le si piegò di fronte e le diede un bacio tra i capelli ,mentre lei si beava del suo profumo mascolino e della morbidezza della sua bocca.

Corse verso Slipo e Togo e gli diede le coordinate per l’esibizione. I tre salirono sul palco allestito alla bell’e meglio. Sapevano che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui si sarebbero dovuti accontentare, probabilmente da quel momento in poi la loro strada non sarebbe stata solo in salita. Togo si posizionò verso la consolle e indossò le cuffie, Slipo e Marco si passarono i microfoni. I presenti erano tutti seduti ai loro tavoli, mentre Simona se ne stava in piedi ,poggiata ad una colonna di legno. Li fissava e aspettava con emozione di sentire finalmente dal vivo il loro primo pezzo. Marco o Felix, prese la parola.

-Salve pubblico! – sbottò divertito. – Per la prima volta vedo che ci sono tante facce conosciute stasera solo per noi. – continuò grattandosi la nuca, come quando era in difficoltà. –Non so spiegarvi quante emozioni io stia provando in questo momento. – pronunciò con voce tremante. – Abbiamo appena vent’anni e ci sembra impossibile che tutto questo stia per capitare proprio a noi tre, giusto raga?

Chiese poi sorridente agli altri due. Slipo gli rubò la parola.

-Beh, ragazzi… il nostro amico Felix sta diventando una donnicciola, tutta sentimenti e cuoricini.- lo prese in giro aiutato dalle risate dei presenti. –Ma stasera devo ammettere che ha ragione. – si prese una breve pausa . – Presto non ci vedremo per qualche tempo e sono sicuro che non vi mancheremo per niente. –ripartirono le risate. – Vero mamma? Probabilmente non dovrai lavare più mutande per qualche tempo. –la signora bionda agitò una mano all’aria come per dirgli “Che scemo!”. – A parte questo, non saprei cosa dire con precisione. Le emozioni sono tante, siamo ad un passo dal nostro sogno e forse c’è più paura che speranza. – sembrò esser diventato serio. – Ci sembra così impossibile che forse è meglio non dire altro e limitarci a cantare, che ne dite ?

Si rivolse agli altri due componenti i quali scrollarono le spalle divertiti.

-Bene, pubblico. Siate fieri, perché per stasera, questa canzona sarà solo per voi e per nessun altro.

Pronunciò Marco .

-Da domani chissà..

Sbottò ancora Slipo e tutti scoppiarono ancora a ridere. I ragazzi fecero un cenno a Togo e poco dopo partì la base e le prime parole di “Conta su di me” riecheggiarono nell’aria.

 

“Per quello che vuoi

Quando vorrai, Baby lo sai,

Conta su di me…

 

 

Cantavano insieme eppure Simona sentiva come se in quelle parole Marco potesse dirle qualcosa, anche se in quei momenti d’esibizione non l’aveva per niente guardata.

 

Conta su di me…

 

Baby non so se svegliarti

 Là fuori sono giorni dannati

e tu sei meglio degli altri..

 

siamo fatti della stessa materia dei sogni

siamo attratti come due poli opposti

saremo ricchi senza contare i soldi

liberi senza contare i giorni

conta su di me

tipo 4 5 6

 

La voce di Slipo sfumò e  subito quella di Felix prese il suo posto e il cuore di Sam perse qualche battito .

sai che ci sarò perché so che tu ci sei

tieni a mente che per te darei tutto anche se non ho niente

l’amore uccide lentamente

ma conta su di me tipo 7 8 9..

 

Le parole, lei le sentiva come se fossero sue. Come se potesse cantarle per lui, perché era terribilmente vero. I suoi sentimenti la stavano uccidendo lentamente ,ma per lui avrebbe dato via anche tutto quello che non aveva. Avrebbe venduto l’anima al diavolo per esserci ancora al fianco di quel ragazzo. Quello che cantava e teneva tutti sospesi in un limbo di sensualità ed emozione. La sua voce. Tutto di lui faceva trasudare passione e capacità. Marco era un’artista e lo sapeva da sempre.

 

 

 

 

Se mi chiami arrivo dimmi solo quando e dove..

 

Sussurrò Simona insieme alla voce di Felix. Il motivo le era già entrato nella testa e nel cuore, probabilmente non l’avrebbe più rimosso perché avrebbe per sempre rappresentato un momento importante della sua vita. Il momento in cui si sarebbe dichiarata all’unico ragazzo a cui teneva da sempre.

Per quello che vuoi

Sai che ci sono

Quando vorrai

sai che ci sono

Baby lo sai

Conta su di me.

 

E la ragazza sapeva di poter contare su di lui. Sino ad allora aveva fatto affidamento sulle spalle larghe dell’amico . Lui non si era mai fatto indietro, aveva prestato se stesso per lei,ma sempre e solo come un fratello. Come avrebbe reagito?

 

Ci siamo fatti da soli , quindi ora chiaro siamo assieme

So che fai tre lavori ,questa vita ci spreme.

Queste iene ci danno solo male di vivere

Va bene finchè ti vedo sorridere

Sopportami anche sono un danno

Perché è solo con te che posso andare dove in pochi vanno.

 

Slipo riprese a cantare la sua strofa, ma gli occhi di Sam non si erano mai staccati da Felix. Era lui che attirava tutta l’attenzione sul palco. Con i suoi movimenti, il suo ritmo,la sua bellezza. Lui .

 

Posso riuscire quello che pochi fanno

E  in cambio ti dirò quello che in pochi sanno

Se sono tra la gente ed il cel non si sente

In un altro continente ed il cel non prende

Non preoccuparti allacciati le scarpe

Quando torno

Questa strada sarà il nostro red carpet.

 

Continuò Marco per poi riprendere insieme nel finale.

 

SAI CHE

SAI CHE

 SAI CHE

È ORA CHE MOLLI IL TIPO CHE STA CON TE

Aveva detto Slipo.

SAI CHE

SAI CHE

 SAI CHE

CHE PUOI CHIAMARMI ANCHE DI NOTTE ALLE TRE

 

In quel momento Marco si era voltato e aveva fissato Simona . Le aveva sorriso e fatto l’occhiolino.

Lei aveva corrisposto imbarazzata e gli fece un cenno d’assenso.

SAI CHE

SAI CHE

 SAI CHE

Conta su di te e conta anche su Me

 

Aveva concluso Francesco.

 

SAI CHE

SAI CHE

 SAI CHE

Ti amo, baby!

 

Terminò poi Felix e in quell’istante la pelle di Sam era completamente elettrizzata. Il cuore le tamburellava nelle orecchie e un boato di applausi la sconvolsero ancora di più

Tutti sembrarono aver apprezzato i ragazzi, ma solo lei aveva adorato ogni singola frase o parola che avevano pronunciato.

Quanto avrebbe voluto che quella canzone le fosse stata dedicata.

Marco si inchinò e lo stesso fece Slipo. Quando il primo ritornò in piedi guardò ancora Sam e le sorrise leggero. I suoi occhi non erano mai stati così luminosi, constatò la ragazza.

Niente lo avrebbe reso più felice di come si mostrava in quegli istanti.

 

Più tardi non si incontrarono . Lo sguardo della ragazza lo seguiva. Tutti gli si avvicinavano e si congratulavano e lei non ne aveva avuto ancora l’occasione.

Sbuffò quando l’ennesima ragazzina gli si era appesa al braccio e gli aveva chiesto di fare una foto. Probabilmente doveva abituarsi e mettersi l’anima in pace, quella sarebbe stata la sua vita da quel momento in poi. Forse avrebbe dovuto chiedergli una foto ricordo per quando lui non avrebbe più avuto tempo da passare in sua compagnia Si dileguò dopo poco tra le persone a quella festa, lasciò da sola la sua amica Melissa e si diresse verso le scale che l’avrebbero condotta sulla piccola spiaggia lì accanto. Si guardò intorno beandosi della brezza fresca proveniente dal mare. Cercò di imprimere ogni dettaglio di quella serata che sino a quel momento non era andata come voleva. Tolse le ballerine dai piedi e si avviò verso la riva. Lasciò che l’acqua le bagnasse le caviglie e legò i capelli con il codino che aveva nascosto nella coppa del reggiseno. Fissò la luna che per quella sera era piena ed argentea.

-Se non ti avessi vista con i miei occhi scendere in spiaggia, ti avrei scambiata per un fantasma .

 La ragazza sorrise malinconica e con qualche battito in meno.

-Sempre con i soliti manga giapponesi. – esordì lei. -         Quand’è che ti deciderai a crescere?- Si voltò e gli sorrise. – Stai per diventare un idolo delle folle!

Lui si avvicinò ancora di più a Sam e scrollò le spalle.

-Chi dice che un idolo delle folle non possa amare i fumetti giapponesi?

La ragazza restò in silenzio e così anche lui. Entrambi fianco a fianco. Da lontano qualcuno li avrebbe potuti scambiare per una coppietta, pensò Sam.

-Mi mancherai, lo sai?

Gli disse Marco, portando le mani nelle tasche dei pantaloni.

-Lo so!

Si limitò a dire la ragazzina, senza smettere di fissare la luna.

Restarono in silenzio per alcuni minuti. Poi lo chiamò tirandogli la maglia, come avrebbe fatto una bambina con suo padre. Lui si voltò curioso. Simona non volle pensarci e non voleva parlare, non aveva alcun senso se poteva mostrargli i suoi pensieri con un semplice gesto. Si rialzò sulle punte dei piedi  e si aggrappò dietro al suo collo costringendolo a piegarsi su di lei. Chiuse gli occhi e trattenne il fiato. Era il suo momento magico, quello che aspettava da dieci anni per lo meno. Tutto era perfetto, lui era magnifico, la luna li guardava e l’acqua del mare era calda. Non ci sarebbe stato ricordo migliore per lei. Piano, si allungò verso le labbra morbide e carnose di lui e le baciò incastrandole perfettamente. Il ragazzo si irrigidì. Divenne un blocco di ghiaccio, ma questo non le impedì di continuare. Con i dentì morsicò il suo labbro inferiore e approfittò di un suo attimo di cedimento per infilare la lingua . Lo baciò, un bacio dolce e pieno d’amore. Un bacio che avrebbe custodito nel cuore. Un bacio che non venne ricambiato. Dopo l’ennesimo tentativo, lei si allontanò sconvolta e tremante. Probabilmente aveva fatto la figura della sciocca. Si distaccò da lui e lo guardò con gli occhi lucidi e pieni di consapevolezza.

Il ragazzo si portò la mano alla bocca.

-Scu-scusami!

Esordì Sam.

-Io..che?

Marco non riusciva a spiccicare parola e Simona si sentiva ancora più stupida per aver fatto quel macello.

-Lascia perdere okay?

Raccolse tutta la sua autostima e le ballerine e cominciò a risalire la spiaggia, ma lui la riagguantò per un polso e la costrinse a guardarlo.

-Lascia stare Marco. E’ solo..

Sbuffò frustrata e terribilmente incazzata con sé stessa per voler scoppiare in lacrime.

-Che ti è preso prima?

Le chiese lui ancora sconvolto.

-Non vorrai mica incazzarti perché ti ho baciato?

Le chiese lei risentita.

Lui si accigliò.

-Che ti è saltato in mente? Siamo come fratello e sorella e..

Lei scoppiò a ridere come solo una donna esasperata poteva fare.

-Sei così stupido da non renderti conto che non siamo né fratello e sorella, né semplici amici.

La ragazza si strappò via dalla sua presa.

-Io …io..- cercò la forza per completare l’opera. Poi lo guardò e vide in lui un’espressione stravolta e confusa. – Io sono innamorata di te .

Gli disse seria.

-E non come una sorella ama il proprio fratello, Mà.

Lui non disse nulla. Lei attese qualche secondo, in silenzio, ma non ricevette nulla in risposta. Deglutì ferita ed indietreggiò. Sorrise amareggiata.

-Senti, non.. –una lacrima sfuggì al suo controllo. – Fingiamo che non sia accaduto nulla, okay? Ho bevuto un po’ di champagne di troppo e..- scosse la testa. – Probabilmente non so nemmeno cosa dico!

Marcò avanzò di un passo ma lei scappò via.”

 

 

Da quel momento, non l’aveva né visto né sentito, pensò . Non si era nemmeno presentata il giorno seguente all’aereo porto. Non voleva sentirsi una stupida, non davanti a lui che non provava le stesse cose. Aveva previsto che sarebbe potuto succedere, che lui non accettasse il bacio, ma chissà perché il suo cuore la spingeva a credere in bene. Che tutto sarebbe andato come doveva andare.

 

-Ohi , mi ascolti?

Melissa l’aveva richiamata al presente e lei non avevo sentito nulla di quello che le aveva detto.

-Oh..ehm.. si!

Povera Mel. Sam si sentiva uno schifo a non averle parlato di quella sera, di quel bacio… di quel rifiuto. Nessuno sapeva dei suoi sentimenti, anche se la maggior parte della gente aveva capito cosa ci fosse tra lei e Marco. Si convinse a non pensare troppo , non doveva ritornarci su…

In quell’istante la porta della classe si aprì e un gruppo di ragazzine eccitate e dagli occhi sognanti cominciarono ad urlare che il “grande Felix dei Nimus” era nell’istituto . Il cuore cominciò a pompare veloce e le guance le si tinsero di rosso. Posò le mani sul banco e si tirò su sotto lo sguardo perplesso di Melissa.

-Sam, tutto bene?

Fece un  cenno positivo con la testa. Raccolse le sue cose dal banco e le infilò nella cartella.

-Ma che fai? Tra poco entrerà il professore e poi sta arrivando Marco, non sei contenta di rivederlo?

La guardò con gli occhi che le pizzicavano ,ma lei parve non farci caso.

-Ho un mal di testa atroce . Spiegalo tu al prof, io cercherò un modo per uscire senza farmi notare.

Senza soffermarsi troppo infilò la giacca alla bell’ e meglio e con lo zaino in spalla , sgattaiolò giù per le scale nella speranza che il buon Dio la tenesse alla larga da Marco ancora per un po’.

Riuscii a  superare il piano della presidenza e sorrise trionfante, ma non appena posò il piede fuori dal portone scolastico , qualcuno l’ afferrò per le spalle e la trascinò dentro.

-Signorina, dove crede di andare?

Si ritrovò a fissare lo sguardo severo della vecchia megera che tutti chiamavano vice preside, anche se pareva più un mostro che nascondeva due code . Deglutì e comprese che era nei guai.

-Io..ehm..sono..- sbuffò – Non mi sento molto bene!

Lei sorrise perfida.

-Suppongo che una visitina nell’ufficio del preside le farà tornare la salute!

Alzò gli occhi al cielo. ERA NEI GUAI.

*Angolo Autrice*

Che dire... è una storia nata qualche tempo fa...

Come noterete , è una storia che contiene varie canzoni e questa è una di Gué.  

Il racconto in generale è arrivato su carta nel momento in cui due delle mie migliori amiche hanno cominciato a bombardarmi con la loro fissa per il rap ..

Ed allora ho pensato..

COSA POTREBBE ACCADERE SE IL RAGAZZO CHE AMI DA SEMPRE .. REALIZZASSE IL SUO SOGNO?

e guarda caso il sogno era quello di diventare un rapper famoso v.v

Non mi va di aggiungere nulla.. non voglio annoiare nessuno.

Vi lascio con la speranza che la storia piaccia..

Un bacio MissNanna

   
 
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