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Autore: ShinigamiGirl    06/10/2013    3 recensioni
Amelia è una ragazza con la colpa di essere nata con capelli rossi e occhi bianchi come la neve. La sua vita è solitaria, da emarginata, ma ben presto alcuni avvenimenti strani la sconvolgeranno.
Cap. 1: "Lui la mollò, lasciandola cadere a terra stremata, e continuando a ridere si chinò, sussurrandole: -Ci rivediamo presto, Mhirael."
Cap. 4: "Amelia sentì una vibrazione salirle dal braccio destro, col quale teneva il pugnale, e sentendo l’animale, ormai a un passo dietro di loro, si voltò per affrontarlo.
-AMELIA!- sentì urlare Tivresh, ma ormai era troppo tardi.
Il puma che li inseguiva le era già addosso."
Cap. 11: "Amelia, stordita, desiderò con tutta se stessa di poter essere libera. In quel caso, avrebbe staccato tutti gli arti di quel tizio e l’avrebbe torturato finché non fosse morto dissanguato. Stranamente, l’idea non le faceva per niente schifo."
Cap. 22: "Quando abbassò lo sguardo, vide che il libro e le sue mani si erano illuminate.
Fece cadere il volume, cacciando un urlo di spavento, ma la luce non scomparve. Incuriosita, si guardò meglio le mani: non erano proprio illuminate, erano dei segni comparsi sulla pelle a illuminarsi. Sembravano quasi dei tatuaggi"
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Slina camminava con aria accigliata tra i suoi sottoposti, che rimanevano rigidi e immobili, temendo gli scoppi d’ira dell’elfa.
Accampate in una grotta, le Ombre attendevano nuove direttive dal re da ormai quasi due ore.
Seth guardava l’elfa camminare nervosamente, e si azzardò a dire qualcosa: -Dobbiamo…
Non fece in tempo a finire di parlare che un coltello si piantò a un millimetro dal suo orecchio, nella pietra, e Slina lo stava fulminando con sguardo truce.
-Zitto- sibilò -Non accetto nessun suggerimento, nessuna parola sull’accaduto. Sono stata umiliata, davanti a tutta la formazione delle Ombre, non è abbastanza?
Lui la guardò negli occhi, poi bisbigliò: -Siamo stati umiliati tutti, non solo tu.
Il ragazzo si sentì afferrare di scatto dal bavero e sollevare da terra.
-Ho detto zitto!- gli urlò in faccia Slina, con una smorfia orribile dipinta sul viso, prima di scaraventarlo a terra.
L’elfa non gli diede tempo di rialzarsi, perché gli schiacciò il collo con il piede, chinandosi un poco verso di lui, e lo osservò con gli occhi glaciali.
-Non sono tua superiore per caso- lo informò, minacciosa -se dico una cosa, esigo che vada rispettata! Ed ora, se non vuoi che io inizi a sfogare le mie frustrazioni su di te, è meglio che tu ti sieda e stia muto.
Seth le afferrò la caviglia e la alzò, sbilanciando l’equilibrio della giovane, che cadde di schiena, mentre lui si alzava tenendo la presa. Slina smise di avvertire, e passò all’azione. Mutò in lupa bianca, alzandosi e liberandosi dalla presa dell’elfo.
Per tutta risposta, anche lui si trasformò in lupo, ma era decisamente più piccolo della stazza di Slina. Lei gli si gettò addosso, puntando ad azzannargli il collo, mentre Seth la intercettava azzannandole la zampa.
Ciò però non le impedì di raggiungere il suo cranio, e le fauci si chiusero su metà muso, prendendogli orecchio, occhio e lato destro della bocca.
Lui guaì, mollando la presa dalla zampa e cercando di spostarla agitandosi, ma Slina non aprì la bocca. Quando lo fece, fulminea, con le zampe anteriori spinse giù la spalla e la schiena dell’avversario, gettandolo a terra.
Seth, a terra, guardò impaurito il muso dell’elfa, bianco e puro, con le fauci sporche del suo sangue. Ringhiava minacciosa, pronta ad azzannare ancora.
Il giovane tornò elfo, restando a terra, per dichiarare la propria resa.
Slina però non aveva ancora finito. L’aveva fatta arrabbiare, e doveva pagare.
Posò la zampa sulla coscia dell’elfo, e iniziò a esercitare peso. Lui cacciò un grido di dolore, a cui l’elfa rispose latrando soddisfatta. Non si fermò finché si sentirono distintamente le ossa schioccare e rompersi.
Seth continuò a urlare finché la lupa non tolse la zampa. Poi Slina mutò di nuovo in elfa e ordinò: -Verrai lasciato così finché non ripartiremo. A quel punto, un’Ombra stregone ti guarirà, ma fino ad allora, soffrirai.
Detto ciò, prese il suo mantello e si ricompose.
Nella stanza si erano tutti raggelati dalla paura, e l’elfa ne fu pienamente soddisfatta. Dopo l’umiliazione ricevuta, era bene che tutti tornassero a rispettarla.
Poco dopo, prese una sfera d’ambra e chiamò Prospero. Purtroppo, doveva fare rapporto.
Il vecchio stregone stava studiando un nuovo libro di magia, quando percepì una chiamata premergli sulla coscienza. Afferrò la sua sfera e disse qualche parola in antico elfico, facendo apparire Slina sulla pietra.
-Che vuoi?- le chiese seccato.
-Devo fare rapporto, vecchio. Alza le tue chiappe rugose e portami dal re!- gli ordinò lei.
-Modera il linguaggio, mocciosetta, altrimenti passerai il resto della tua vita come una salamandra!
La minaccia non sembrò spaventarla, e Prospero, non ricevendo alcuna risposta, si alzò e andò nella sala del trono.
Sua maestà era molto assorto nel panorama che si godeva dalla finestra, e si voltò poco dopo l’entrata del vecchio stregone.
Si avvicinò a lui, e vide Slina attraverso la sfera magica.
-Ombra, devi fare rapporto?
-Sì, mio sovrano. Le cose non sono andate come volevamo…
Il re si accigliò, e Slina ebbe paura, ma continuò nel suo racconto.
-Li abbiamo attaccati, avevamo tutto in pugno, ma siamo stati bloccati dal Dragone Ancestrale.
-Che cosa?!- quasi gridò lui.
-Ha detto che aveva tutto sotto controllo e che noi dovevamo toglierci di mezzo…- spiegò l’elfa -In compenso, sappiamo dove sono e che Stephen è alle loro costole. Non so che tecnica di cattura abbia adottato, ma credo che sappia ciò che sta facendo…
-Mi ha detto di aver trovato anche la terza Custode, ma non credevo che la vostra avanzata fosse stata bloccata.
Slina rimase in silenzio, pronta ad assumersi le colpe.
-Comunque- aggiunse il re -mi sta bene così. State vicini a Stephen, senza farvi notare da lui, in modo tale da essere a lui supporto in caso di bisogno. Ora vattene.
-Sì, mio signore- disse l’elfa con voce flebile, portandosi la mano al petto e abbassando lo sguardo.
Dopo qualche istante, l’immagine di Slina tremolò e scomparve.
Prospero iniziò a ridacchiare.
-Perché ridi, Prospero?- domandò il re, perplesso.
-Il Drago Ancestrale inizia a dare problemi- commentò il vecchio, continuando a sghignazzare.
-Non darà problemi- sibilò.
-Le leggende parlano chiaro- disse Prospero.
-Anche su Mhirael e Lathos, ma noi li fermeremo. Siamo la razza superiore, in vera simbiosi con la natura. Solo noi possiamo permetterci di fare ciò che vogliamo!
-Vedremo- disse il vecchio, andandosene ingobbito dalla sala del trono.
Sephora, sdraiata in forma animale di fianco al trono, fissava suo marito con tiepida soddisfazione.
Nessuno sfugge al fato, al destino e alle leggende. Si avverano tutte.
E lei non vedeva l’ora di vedere il re morto ai suoi piedi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio Autrice
 
La scuola ricomincia, e così anche la mia altissima incostanza nel pubblicare!
La mancanza di ispirazione contribuisce al complotto contro di me…
Cercherò di pubblicare almeno un capitolo al mese, almeno uno lo devo fare!
Spero vi sia piaciuto, grazie mille a tutti coloro che seguono ancora!
Un bacio,
 
ShinigamiGirl

 
   
 
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