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Autore: NellieLestrangeLovett    06/10/2013    5 recensioni
There was another man who saw that she was beautiful,
a pious vulture of the law
who with a gesture of his claw removed the barber from his plate
then there was nothing but to wait:
and she would fall, so soft, so young, so lost and so beautiful.
Turpett
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giudice Turpin, Mrs Lovett
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Non era abituata ad andare a messa, la domenica normalmente era troppo occupata per comportarsi da brava cristiana come facevano quei ricchi aristocratici, che di tempo libero ne avevano abbastanza e di soldi a palate senza dover alzare nemmeno un dito.

Probabilmente l’ultima volta che aveva messo piede in una chiesa era stato per il funerale di Albert, qualche settimana prima. E ora si ritrovava a fissare con sguardo vacuo il contenuto del suo armadio, indecisa su come diavolo vestirsi.

Di certo doveva trovare un abito che non fosse sporco, vecchio, poco elegante o rovinato e questo escludeva metà del suo guardaroba. Esaminando tutti i capi d’abbigliamento più preziosi che aveva, la maggior parte era parte della sua dote quando si era sposata, alla fine optò per un abito grigio e nero che le lasciava le spalle scoperte, che comunque avrebbe coperto con uno scialle scuro.

Si legò i nodi del corsetto più stretti che potè e si infilò con cura il vestito, facendo attenzione a non sgualcire la gonna. Infine indossò i suoi vecchi, e un po’ consunti, stivali con il tacco.

Decise di lasciare i capelli sciolti sulle spalle, per una volta, invece di legarli, in fondo non l’avrebbero infastidita molto, visto che non doveva passare la mattinata a testa china sul bancone. Tentò anche di dare un po’ di colore alla pallida pelle ma fallì miseramente. Alla fine, mediamente soddisfatta del suo aspetto, indossò il vecchio cappotto di Albert- che con l’aiuto di Lucy era riuscita a rendere più femminile- e uscì dall’emporio.

Arrivò fuori da st. Paul appena la funzione domenicale era finita e la folla si riversava fuori dalla cattedrale per saltare sulla propria carrozza o a tornarsene a casa a piedi. Nellie si sentì una stracciona alla vista di tutte quelle ricche signore ingioiellate ed elegantemente abbigliate.

Ebbe l’impulso di andarsene immediatamente, di tornarsene dove doveva stare, tra la gente povera, e di trovare una scusa da affibbiare al giudice nel caso si fosse fatto rivedere all’emporio. Si sentiva umiliata, a disagio fra tutti quegli aristocratici che di certo non dovevano mettersi a contrattare con i venditori al mercato pur di abbassare al massimo i prezzi. E pensare che era così orgogliosa, quando era uscita di casa, si era sentita quasi affascinante, ma di fronte a quel trionfo di acconciature elaborate, abiti di seta costosissimi e preziosi orecchini di perla, si sentiva di valere meno di una pezzente.

Era già sul punto di voltarsi, quando una mano le sfiorò gentilmente il braccio.

“Signora Lovett” la salutò gentilmente il giudice, elegantissimo nel suo completo scuro. “Lasciatemi dire che siete veramente bellissima” le disse abbassandosi per farle un galante baciamano.

La giovane fornaia arrossì violentemente, sentendosi addosso gli occhi di tutti i presenti ed in effetti parecchie signore si erano girate a guardala con invidia. La domanda che aleggiava nell’aria era semplice: perché il famoso e facoltoso giudice Turpin si metteva a corteggiare- perché quello non poteva che essere un corteggiamento- una sempliciotta del popolo come quella donna mora che aveva appena accettato con un sorriso dolce il braccio dell’uomo e che si stava allontanando con lui?

Non passò molto e la coppia arrivò ad Hyde Park dove passeggiarono fra gli alberi, parlando del più e del meno.
“Quindi vi siete sposata molto giovane?” le chiese il magistrato.

Lei annuì. “Avevo diciassette anni. Albert aveva tirato mio padre fuori da una pessima situazione economica, e lui come ricompensa pensò bene di offrirgli la mano della sua unica figlia…” rispose lei amaramente.

“E voi che cosa ne pensavate?”

“Io… io mi opposi con tutta me stessa… non era quella la vita che sognavo ma…” si fermò, incapace di continuare. Parlare del suo disastrato matrimonio la faceva solo soffrire, se poi si aggiungeva il fatto che non potevamo avere bambini era ancora peggio.

Abbassò la testa, gli occhi che le si riempivano di lacrime, ma sentì due dita che le sfioravano una guancia. Dita lisce, morbide, gentili. Di certo non le mani di un lavoratore e di certo non le mani del suo defunto marito.

William le sorrise e abbassò lentamente la testa a sua volta, come per lasciarle intendere che aveva capito e lei non potè che ricambiare quel sorriso, mentre lui le porgeva un fazzoletto candido con ricamate le sue inziali.

Quando la fornaia fece per restituirglielo, lui con un gesto lo rifiutò e i quel momento entrarono per pochi secondi in contatto fisico.

“Mia cara!” esclamò il magistrato prendendo una pallida manina di lei fra le sue, ben più grandi “Ma voi avete le mani congelate”

“Sì” replicò lei imbarazzata, arrossendo come una timida adolescente. “I miei guanti si sono rotti e non c’è verso di ripararli”. Ripensò a quello che era successo la sera prima, quando aveva abbandonato il suo lavoro di cucito dopo il litigio con Lucy.

“Non ne avete un altro paio?”

Nellie scosse la testa, senza alzare lo sguardo. Il giudice a quel punto la trascinò sulla strada del ritorno, senza una parola. Uscirono dal parco e lei si lasciò condurre fino al negozio di un sarto, e a quel punto la fornaia capì. Tentò di ribellarsi, di convincerlo che non era il caso, ma William era irremovibile e la spinse gentilmente all’interno.

Mrs. Lovett si trovò davanti uno splendido vestito azzurro pastello ornato di orli e pizzi bianchi e si fermò ad osservarlo a bocca spalancata, come farebbe un bimbo davanti ad un enorme regalo di Natale.

Poi però lanciò un’occhiata al prezzo e scosse la testa. Troppo, decisamente troppo, per lei. così si concentrò sui guanti, scegliendone un paio neri di lana, molto sofisticati.

Quando arrivò il tempo di pagare fu Turpin a tirare fuori il borsellino, nonostante le proteste di lei. Indossato il nuovo acquisto, i due si incamminarono di nuovo nelle strade di Londra, ricominciando a conversare amabilmente. 

Di nuovo, sono imperdonabile. Non aggiorno da mesi, ma fra i vari impegni e le altr 3000 ff incomplete che ho il tempo per dedicarmi a tutto è poco... e poi è LUI *indica Tyrion Lannister di Game of Thrones* che mi distrae dalla scrittura! In ogni caso, tanto per cambiare è il giudice a pagare per lei (questa è e sarà una cosa che capiterà spesso anche in seguito) e fa il gentiluomo come sempre. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, e spero mi perdonerete per la luuuuuuuunga attesa! 
  
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