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Autore: FindingDarcy    06/10/2013    3 recensioni
"Noia, noia, noia, noia.. che noia. Odio i matrimoni, soprattutto quando son costretta a venirci da sola perché il mio fidanzato è rimasto, come sempre, al solito posto. Cioè nella mia testa, in una versione che si colloca perfettamente a metà strada tra visioni succulente di George Clooney in smoking e Robert Downey Jr. che mi dedica una canzone.
Per di più, la sposa ha deciso di confinarmi al tavolo delle single. Ottimo. Son seduta con due colleghe di suo marito che non hanno mai alzato gli occhi dai loro cellulari sin da quando abbiamo preso posto a tavola. Questo insistente picchiettio sui tasti sta iniziando anche a darmi sui nervi. Che simpatia che mi fanno, quasi come il cetriolo, figlio unico e un po’ floscio, che si nasconde a tradimento tra la foglia di insalata e le sfoglie di pomodoro nei panini del Mc."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra rose e fior… si vanno a sposaaaar.. Molly e Rupert che vanno all’altaaar.. lui dice si… lei dice… “ti-ho-tradito-ripetutamente-perché-non-mi-fai-goder-neanche-lontanameeeeente..
Meglio smetterla con il vino, altrimenti potrei non accorgermi di sputar fuori ad alta voce pensieri decisamente poco convenienti. E canzoncine ridicole. Su presunti tradimenti seriali. Beh.. non tanto “presunti” se consideriamo il fatto che neanche un mese fa abbia beccato la sposa, nel bagno pubblico di un locale, avvinghiata come un koala ad un tizio che puzzava di birra manco vi ci fosse stato marinato per giorni e che le strizzava le natiche come stesse tastando un pomodoro maturo al supermercato. Orrore. Ma non voglio guadagnarmi il premio come “amica della sposa più stronza della storia”, quindi le ho giurato che questo piccolo segreto sarebbe morto con me. E ho usato queste precise parole perché, in effetti, Molly ha delicatamente accennato al fatto avrebbe potuto ridurmi a ione radioattivo nel caso avessi spifferato tutto a Rupert. A dirla tutta, non capisco sempre le sue ironie da chimica di laboratorio quale è, ma non ho avuto una sensazione delle migliori quando mi ha annunciato la fine che avrei potuto fare.
Noia, noia, noia, noia.. che noia.
Odio i matrimoni, soprattutto quando son costretta a venirci da sola perché il mio fidanzato è rimasto, come sempre, al solito posto. Cioè nella mia testa, in una versione che si colloca perfettamente a metà strada tra visioni succulente di George Clooney in smoking e Robert Downey Jr. che mi dedica una canzone.
Per di più, la sposa ha deciso di confinarmi al tavolo delle single. Ottimo. Son seduta con due colleghe di suo marito che non hanno mai alzato gli occhi dai loro cellulari sin da quando abbiamo preso posto a tavola. Questo insistente picchiettio sui tasti sta iniziando anche a darmi sui nervi. Che simpatia che mi fanno, quasi come il cetriolo, figlio unico e un po’ floscio, che si nasconde a tradimento tra la foglia di insalata e le sfoglie di pomodoro nei panini del Mc.
Quasi quasi caccio fuori il cellulare anche io. Potrei sempre fingere di stare a messaggiare con qualcuno. Non mi va di passare per la sfigata di turno a cui non arriva nemmeno un sms del gestore telefonico per avvisarti che, se attivi in giornata la tariffa “You & Me” con il numero del tuo fidanzato, avrai chiamate gratis verso tutti gli altri numeri per dieci giorni. Probabilmente per farti sbrigare ad avvisare il mondo intero che finalmente hai un ragazzo e, quindi, non sei più l’amica dispari del sabato sera con gli amici, tutti rigorosamente accoppiati. Ora si esce in numero pari! E tutto il mondo ha un senso e l’ordine delle cose è ripristinato. Perché? Perché, dici. Ma perché hai un ragazzo. Un ragazzo!! Sì. Uno che deliberatamente sceglie di avere chiamate gratis solo verso te. Capisci? Un vero segno d’amore. Macché. Zero. Pure il mio gestore deve esser arrivato a conoscenza della mia situazione sentimentale molto, molto precaria, si sarà rassegnato e deve avermi escluso dalla lista delle promozioni. Sicuramente è andata così.
Uffa. Neanche l’ombra di amici dello sposo quantomeno accettabili. Gli unici due che ho intravisto avevano un’espressione strana, quasi preoccupata, quando li ho beccati a fissare il nostro tavolo delle single. E così non hanno neanche provato ad avvicinarsi. Avranno captato un troppo elevato livello di estrogeni tutto concentrato in un solo posto e non se la sono sentita di entrare nella fossa dei leoni. Posso capirli. Dov’è finito l’uomo cacciatore? Dove sono finiti l’impeto di Clark Gable, l’ostinazione di Paul Newman, il savoir faire di Cary Grant?? Nei film, ovvio. Certo che sono nei film. Ed è lì che devono rimanere a ricordarci perennemente che la vita è tutta un’altra cosa e che nessuno mai un giorno avrebbe detto a tuo padre “Nessuno può mettere Baby in un angolo”. Anche perché, in tale eventualità, mio padre si sarebbe chiesto chi dannazione fosse questa Baby e, soprattutto, perché un tipo piuttosto belloccio, col ciuffo strano anni ’60 si fosse avvicinato a lui con fare minaccioso e con passo ballerino.
Mmmmh… meglio andare al bagno. Devo sistemarmi un po’ il vestito, sento che gli slip mi son arrivati ad altezza ascellare. Devo anche allontanarmi dal buffet. Ho mangiato talmente tanto che, se adesso mi tagliassi, non uscirebbe sangue ma profiteroles. Ammetto che la location del matrimonio è un incanto, è completamente immersa nel verde ed ogni angolo è addobbato di fiori d’arancio e nastri di raso malva. Sicuramente è una scelta di Molly, è il suo colore preferito e l’intera giornata celebra, in ogni piccolo particolare, il suo trionfo. Ce l’ha fatta a farsi sposare senza che Rupert abbia mai sospettato nulla delle sue scappatelle. Mi ha promesso che, con la fede al dito, le cose cambieranno ed io le credo. Per quanto irresponsabile e… sì, anche un po’ stronza sia stata, Molly non ha mai mancato ad una sua promessa. Voglio crederle anche stavolta.. soprattutto perché ha avuto un ritardo e gli esami confermano che tra nove mesi la sua vita sarà inequivocabilmente diversa.
Ma cosa è capitato a tutti i miei amici? Cos’è.. un’epidemia? Si sposano, si sposano tutti. La mia bacheca su facebook è diventata tutta una sfilata di abiti bianchi in tulle o seta e pose plastiche di sposi vittime di fotografi visionari. E’ diventato così facile dire “sì”? Davvero? Eppure credevo che la percentuale di divorzi fosse schizzata alle stelle di recente. Forse dovrei iniziare anche io a dire qualche “sì” con più disinvoltura. “Sì, esco con te… anche se non farai altro che parlarmi delle tue malattie immaginarie e mostrarmi la tua borsetta dei farmaci per ogni evenienza” oppure “Sì, ci iscriviamo insieme al corso di recitazione anche se lo tiene un ex divo di Bollywood ed il massimo che potremmo imparare è fare un balletto mentre sei vittima di una sparatoria”.
Mi allontano un po’ dal resto degli invitati, c’è un vialetto ciottoloso che porta ad una piccola fontana. Do un rapido sguardo a destra e sinistra, non c’è nessuno. Posso togliermi le scarpe allora e tornare ai miei originari centosessantadue centimetri sopra il livello del mare, ben quindici in meno di pochi attimi fa. Oh siiii. Va molto meglio ora. Un rumore di foglie calpestate suscita la mia attenzione. C’è un ragazzo alla mia destra, non molto lontano, intento a litigare con qualcuno al telefono. Meglio spostarmi più in là. Qualche istante dopo chiude la comunicazione e lo scopro a guardare nella mia direzione e a farmi un cenno con la mano. Rispondo di riflesso per non sembrar scortese. Ma chi diavolo è? E’ una alta macchia scura in lontananza, non riesco a distinguerne i lineamenti. Fa per muoversi nella mia direzione. Oh cazzo. Devo rimetter le scarpe. Non so cosa prenda al mio cervello, ma più lui si avvicina più mi sembra di non conoscerlo affatto. L’avrò dimenticato? Sì, possibile. Ho una pessima memoria fotografica. Ma dove avrò mai potuto conoscerlo allora? Mah. Sfoglio mentalmente i pochi colleghi di Molly che ho avuto modo di conoscere. No, no. Sarà un amico dello sposo, un parente. Adesso si è fermato a pochi centimetri da me, mi sorride ed ammetto che quella piccola fossetta che gli si marca sulle guancia destra mi stuzzica.
- Colin Bender, piacere. Amica della sposa? – mi chiede ed allunga la mano.
- Si…. Oh, piacere… Beth Morris. – Gli sorrido imbarazzata. E’ molto carino. Restiamo per un po’ a chiacchierare, anche lui come me mi confessa di aver partecipato a troppi matrimoni nell’ultimo periodo e di voler provare il piacere dell’astinenza da riso e confetti.
- Ti… ti andrebbe di ballare? – mi chiede, appena sente in lontananza le note di un vecchio swing di Sinatra.
- Veramente io noooonnnn.. come dire.. uhmm… non so se … sì. Ecco. SI'. Mi andrebbe. - Stavo per fare lo stesso errore di sempre. Celarmi dietro una serie di “NO” e far sì che gli altri vivessero la loro vita mentre io me ne stavo a guardare. – Sì. Decisamente sì. –
E, se devo essere sincera, spero che la serata finisca con me, in posizione orizzontale, che ripeto concitata questo piccolo monosillabo che rende felice il mondo.
   
 
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