Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: Nikush    06/10/2013    6 recensioni
« Non ti preoccupare, Ziva David non sarà più un problema » ripetè il terzo uomo seduto nella penobra della seconda poltrona.
« Non sarà facile Giosafat »
« Lo sappiamo e credimi, non sarà più un problema dopo che l'avremo tolta di mezzo»
Appoggiai i piedi sul tavolino davanti a me provocando un leggero rumore a causa delle mie nuove scarpe italiane.
« Lo spero » sussurai.

La mia prima long in questa sezione, spero vi piaccia.
[Tony/Ziva]
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Trouble.





 
« Sapere tutto è il mio lavoro Ramsey » dissi piano sorseggiando lentamente il brandy nel mio bicchiere.
La figura davanti a me ridacchiò « Non sei cambiato per niente in tutti questi anni » 
« Cambiare non è una cosa buona per me » ripetei lanciando uno sguardo alla finestra di legno.
La luce entrava soffusa e rendeva tutto più in penombra. Il tavolino affianco a lui sembrava gridare pietà per le termiti e l'umido nella casa, il muschio infestava le pareti rustiche e emanava uno strano odore di marcio. Ma non potevo lamentarmi, avevo visto e sofferto troppo nella vita e un pò di puzza e degli uomini viscidi davanti a me non mi avrebbero fermato.
« Non ti preoccupare, Ziva David non sarà più un problema »  ripetè il terzo uomo seduto nella penobra della seconda poltrona. 
« Non sarà facile Giosafat » 
« Lo sappiamo e credimi, non sarà più un problema dopo che l'avremo tolta di mezzo» 
Appoggiai i piedi sul tavolino davanti a me provocando un leggero rumore a causa delle mue nuove scarpe italiane.
« Lo spero »  sussurai.
Ramsey si chinò leggermente verso di me abbassando i suoi occhiali a goccia.
« Tutti i David devono scomparire da qui, ma non solo lei. » 
« A chi ti riferisci? » scatto la seconda figura vicino alla finestra.
« Orli Ebaz » scandì bene il suo nome  « sa troppo » 
« No, lei non si tocca, non voglio che il Mossad venga messo in mezzo »  si infuriò Giosafat sbattendo il bicchiere vicino alle mie scarpe.
« Non alzare mai più la voce con me »  dissi gelido.
Giosafat si irrididì di colpo piantadosi le unghie nei palmi.
« Perchè se no cosa avresti intenzione di fare? » 
« Conosco tua moglie e i tuoi due figli, sai...sono così dolci quando passeggiano nel parco la domenica » 
« NON TI AZZARDARE A TOCCARLI » urlò in preda alla rabbia dando un calcio violento al tavolino che finì in polvere appena si schiantò contro la parete.
Rimasi immobile a quel gesto e un ghigno mligno si dipinse sul mio volto.
« Sai Giosafat, ti ho sempre considerato l'anello... »  inclinai leggermente la testa « debole » dissi imitando la voce di un bambino.
Infilai la mano dentro la mia giacca di pelle tirando fuori una piccola scatoletta di sigari cubani.
Ramsey si alzò in piedi per cercare di tranquillizzare Giosafat.
« Sai so tante cose di te » continuai, « so che hai dei problemi » 
« Cosa intendi dire »  ringhiò l'uomo risedendosi violentemente sulla poltrona « Diciamo che quell'investimento non è andato come volevi...o sbaglio? » 
« Come sai tutto questo? Mi hai spiato? » 
« Sai il denaro che vi darò potrebbe aiutarti. » 
« Si ma tu come fai a sapere tutto questo? »  chiese incuriosito Ramsey.
La porta si aprì di scatto e un uomo alto entrò velocemente.
« Fuori è tutto tranquillo » 
« Oh Adam caro, vieni...siediti con noi »  dissi con tono divertito.
« Oh no grazie dell'invito ma è meglio che io rimanga fuori » rispose sorridendomi.
« Ci si vede signori »  e con un cenno del capo si dileguò.
« Quindi? Potresti rispondere alla domanda?! » trillò in tono preoccupato Ramsey.
Alzai lentamente la testa quasi disturbato, sorrisi divertito prima di dare la mia risposta. 
« Come vi ho già detto » presi un lungo respiro, « sapere tutto è il mio lavoro »  ripetei piano lasciando che il fumo bianco uscisse dalla mia bocca.










NCIS 19:30

La bullpen è sempre stata la mia preferita, la finta tranquillità di quel posto è quasi impressionante, gli agenti erano soliti camminare velocemente e lo squillo di un telefono in lontananza era ormai la normalità.
Affondo lentamente il mio naso dentro il bicchiere di caffè solo per assaporarne l'odore, non berrei mai quella pozzanghera di fango.
Ahh, questi americani...si ostinano a fare il caffè lungo 3 kilometri.
Le mattine tranquille non sono mai state il mio forte, preferivo l'azione, le indagini, e gli intrighi internazionali.
Mhh, forse gli ultimi un pò meno.
Attorno a me le cose continuano ad andare come sempre, Tony gioca al suo occasionale giochino del giorno.
« WOAAAAH! »  grida alzandosi in piedi con le braccia alzate.
« SIIIIIIIIIIII I DINOZZO CONQUISTERANNO IL MONDO » 
Non posso fare a meno di ridere ogni volta che parla o fa qualcosa di strano.
La scrivania di McGee invece è molto più tranquilla. Oggi è circondata di scatoloni.
« Allora perchè tutto questo disordine? »  chiede Tony ricomponendosi dopo l'ennesima vittoria a packman.
« Bhè, sto cambiando casa e la ditta di trasporti mi sta portando alcune cose qua » 
« Qua!? »  ribatte Tony alzandosi velocemente dalla sua scrivania e afferrando uno dei primi scatoloni.
« Oh credo di aver confuso qualcosa mentre compilavo il modulo...sai quei fogli sono veramente difficili da compilare e... » 
Tony apre lo scatola divertito mentre si gira verso di me sorridendo.
E' il suo modo di dire "Sii la mia complice, fruga tra le cose di McGee con me"
Sorrido di rimando divertita e mi avvio verso la sua scrivania.
« Oddio Zee guarda questo »  esclama.
Tony estrae divertito un paio di cofanetti e comincia ad agitarli a mezz'aria.
« Oddio »  grido iniziando a ridere.
« A MCGEE PIACE BEAUTIFUUUUUL » 
Continuo a ridere mentre osservo Tony che saltella per tutta la bullpen con il cofanetto della quinta stagione.
« Ohhh Tony ridammelo » 
McGee riesce a strappare il dvd dalle mani di DiNozzo.
« Ehh Timothy »  inizia ridacchiando  non credevo ti piacessero questo genere di...cose. » 
« Questi li conosco persino io »  dico sorridendo.
« Caspita, se li conosce anche Guanciotte Dolci qui presente è una cosa grave »  
« Non sono miei...sono..di mia sorella » 
« Oh si certo anche io tengo un flacone di profumo da donna nella borsa ma è di mia cugina » 
« Lo tieni davvero? » 
« Dai...è peggio della storia infinita! Insomma questi personaggi sono resuscitati più volte di Gesù! » 
« Rimettilo nella scatola! »  
« guarda, guarda » «  ha anche la quindicesima stagione! »   « ORA! » 
McGee si riprende velocemente la scatola mentre io e Tony continuiamo a ridere come dei cretini.
« Ha tutte le quindici stagioni » mi dice ridacchiando.
« Lo so » 
Per un attimo i nostri sguardi si incrociano e ci sorridiamo per poi abbassare lo sguardo colpevoli.
Un "din" di un cellulare richiama la mia attenzione, così torno velocemente alla scrivania per scoprire di chi si tratta.



Ti devo parlare, a casa tua. Non farti vedere.
Adam.




Il sorriso scompare velocememente dalle mie labbra.
Riesco solo a digitare:


Arrivo, la chiave è sotto lo zerbino a destra della maniglia, entra in casa è più sicuro.
Ziva.





Stringo ancora il cellulare in attesa di una sua risposta. Le mie mani iniziano a tremare leggermente.
Che cosa ci fa Adam a DC? 
« Hey Ziver, tutto okay? »  Gibbs è davanti a me con il suo solito caffè in mano.
« Si » dico ritornando alla realtà, « devo solo fare una cosa..ci metto un secondo »  spiego piano costringendomi in un sorriso più che falso.
« Okay » risponde lui.
«Ci vediamo dopo »  dico infilandomi velocemente dentro l'ascensore.






Adam Eshel.
Forse una delle ultime persone che avrei voluto vedere in questo momento.
Cosa ci faceva qui? La mia mente lo aveva quasi rimosso,  e non capivo il perchè di quel messaggio.
Non farti vedere.
Sospiro passandomi una mano tra i capelli nel tentativo di togliermi i pensieri di mente mentre esco dalla macchina.
Il freddo di fine Ottobre si fa sentire, l'aria è pesante e mi battono i denti, nascondo il mio volto tentro la sciarpa di lana che mi ha regalato Abby il Natale scorso. 
« Mi ci vorrà ancora tanto tempo per abituarmi a questi inverni » sibilo mentre scendo dal marciapiede.
Percorro velocemente le buie scale che portano al mio appartamento dove  trovo inaspettatamente la porta socchiusa.
« Adam? »  provo a chiamare.
Nessuna risposta.
Sfodero la pistola e mi preparo ad entrare.
« ADAAM! » strillo battendo la porta.
Il corpo di Adam è disteso sul mio tappeto, il sangue esce lentamente dalla bocca.
« Che cosa... » 
Impietrita mi guardo intorno, le mie gambe non accennano a muoversi nonostante il mio cervello ordini tutt'altro.
« Z..ee » 
Mi precipito su di lui con velocità.
Le mie ginocchia toccano subito terra «Adam sussurro guardandondolo « Adam che hai fatto »  dico, il battito del mio cuore inizia ad accelelare mentre cerco di capire cosa succede.
Le sue mani fredde si attaccano al mio braccio in cerca di un ancora di salvezza.
Le sue mani cercano le mie e si trovano mentre il suo respiro continua a essere irregolare.
Il sangue è dappertutto, lo sento sulla pelle..  è come se tutte le mie paure stessero riafforando mentre cerco di rianimarti.
Ma tu continui a erdere troppo sangue, 
« TU NON MORIRAI! » 
Un fiume di sangue esce dalla sua bocca e va a finire sulla mia camicetta.
« Z.i..va » 
Controllo velocemente il suo polso mentre mi affretto a prendere il cellulare per digitare il numero del 911.
« Adam ti prego »  sussurro.
Le sue labbra tremano per lo sforzo di formare le parole.
« Zi..va stai.. attenta, m..i dispiace.. » 
« Adam, Adam stai con me, stai con me! Mi capisci?Tu NON morirai oggi! » « Non farlo »  gli urlo mentre stringo ancora di più la sua mano.
I miei vestiti si macchiano del suo sangue, vedo i suoi occhi riaquistare lucidità dopo le mie urla.
« Pronto!Pronto?!Rispondete!! »  urlo in preda alla disperazione.
« Pronto? »  una voce metallica dall'altra parte del telefono si degna di rispondermi.
« PRESTO UN AMBULANZA, UNA FERITA DI ARMA DA FUOCO AL PETTO »  dico in preda ai singhiozzi.
Dove si trova? » 
« Io...mi trovo al 4 di Maison street* » 
Adam continua a sanguinare copiosamente mentre continuo a premere sulla ferita.
« Mi dispiace, mi dispiace »  continua a ripetermi.
« Adam »  singhiozzo.
I suoi occhi si aprono e si chiudono velocemente, iniziano a moversi in una specie di danza.
Mi rendo conto di star piangendo proprio quando vedo una mia lacrima cadere sul suo viso a pochi centimentri dal mio, 
« Ti prego... »  gli sussurro nell'orecchio tra i singhiozzi.
« Ani nitztaeret* »  dice lui con voce roca.
Sento le sirene dell'ambulanza in lontanza.
« RESISTI! » urlo tamponando la ferita, le lacrime mi impediscono di vedere.
Dopo un lieve brivido, Adam rimane immobile, le mie mani ancora strette nelle sue. E in un battito di ciglia gli occhi color nocciola smettono di osservare il mondo, smettono di ridere, diventano bui sempre più lentamente, come una giornata di estate che si accorcia lasciando spazio alla notte, prepotente e scura come sempre.













EHHYY

*

al 4 di Maison street: me lo sono inventata.

*2

Ani nitztaeret: mi dispiace in ebraico.


Laaa mia prima LOOOONGG :)
Non è scritta benissimo e mi dispiace, il capitolo avrebbe dovuto essere più lungo ma essendo il primo capitolo non ho voluto farlo troppo lungo.
Bhee, non ho niente da dire.. byee xx

 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Nikush