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Autore: Titania    06/10/2013    3 recensioni
da "Addio e Grazie per tutto il pesce":
Ford: "Trillian e Zaphod sono tornati insieme, hanno dei figli, credo"
Il primissimo incontro fra Ford Prefect e la piccola Random.
Genere: Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ford Prefect
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ero a Beetlegeuse Cinque quando decisi di tornare sulla Terra.
Insomma, vedere le vecchie note che avevo fatto era una prova che era stata ricostruita, anche se avevo un sacco di domande senza risposta, ma chi non ne ha? Per questo volevo tornare, per sapere.
E anche… mi vergogno a dirlo: mi mancava.
Mi mancavano i film, mi mancava la musica, mi mancava la birra. La birra!
Ok, non è niente in confronto al Gotto Esplosivo Pangalattico, ma cavolo, il sapore del malto e del luppolo in bocca era una delle cose per cui vale la pena vivere sulla terra.
Quindi, prima di tornare sulla Terra, tornai a casa.
Ero seduto in un parco, per terra, e leggevo quelle note che avevo scritto e che prima mi avevano tagliato drasticamente riducendole a due parole, la nostalgia mi prese e pensai di tornare.
Magari Arthur era già lì ed aveva ripreso la sua vita prima che glie la incasinassi. Chi sa.
Mentre navigavo nei miei pensieri sentii un dolore forte alla testa, come se mi avessero tirato un sasso. Il dolore mi distrasse dalla lettura
“Ahia!” gridai. Davanti a me c’era una bambina. Doveva avere tre anni o giù di lì, due occhioni azzurri e i capelli neri, la pelle leggermente scura e mi rideva in faccia per lo scherzetto che mi aveva fatto. Vicino a me il sasso che mi aveva tirato
“Ragazzina, lo sai che potevi farmi molto male?” la ragazzina riprese a ridere e mi rispose
“Sei buffo”  non badai molto al suo commento e ripresi a leggere, ma la piccola peste mi si avvicinò interrompendomi di nuovo
“Cosa fai?” mi voltai, mi accorsi in quel momento che quegli occhioni azzurri erano famigliari, ma non ci feci molto caso, ne esistevano a bizzeffe di persone con gli occhi azzurri, nell’universo
“Sto cercando di capire perché si trovano scritte cose che tempo prima mi avevano tolto dalla Guida” la piccola continuava a guardarmi come se non avesse capito, ma poi rispose
“Forse ora le trovano più belle”  la sua risposta saccente mi fece sorridere, cavolo i ragazzini sanno trovare le risposte più piacevoli d’istinto. Posai la mia Guida e la guardai. Ora anche il sorriso era famigliare, ma chi mi ricordava?
“Come ti chiami, piccola peste?”
“Random” Random. Casualità. Inutile chiedere il perché di questo nome.
“Random, ti dico una cosa” presi il sasso che mi aveva tirato “il tuo sasso è molto, molto vecchio” lei mi guardò, sembrava curiosa “più vecchio di me, di te, di tutti quelli che sono in questo parco”
“Davvero?”
“Sì, e non credo che un sasso così vecchio, di milioni e milioni di anni, sia felice di finire in fronte alle persone. Capisci?” la piccola annuì e si riprese il sasso “però voglio dirti un’altra cosa: questo sasso è vecchio, ma stupido”
“Perché?”
“Perché in tutti i milioni di anni è rimasto nello stesso posto, non ha mai viaggiato, né visto niente se non i dintorni di dove è stato fermo e questo è un male. Nella vita bisogna viaggiare, scoprire la vastità dell’universo, altrimenti si diventa stupidi, si crede di essere i più importanti quando non lo si è”
“Tu hai viaggiato?” annuii
“oh, sì, ho viaggiato molto, ho visto tante cose e così devono fare tu”
“Allora farò tanti viaggi da grande!” in quel momento si sentì una voce che chiamava la piccola, che si girò, mi fece un saluto con la mano e se ne andò. Io mi alzai, la vidi allontanarsi verso una coppia e rimasi impietrito:
Zaphod e Trillian. Lui con i suoi soliti vestiti sgargianti e lei con un abito estivo e colorato. Ecco chi mi ricordava la bambina.
Gli occhi di suo padre. Pensai il sorriso di sua madre. Tipico.
“Quante volte ho detto che non devi allontanarti?” diceva lei, quel viso preoccupato, materno, non glie l’avevo mai visto prima, né avevo visto Zaphod prendere in braccio una bambina e baciarle la fronte con una testa. Di solito lui portava in braccio le puttane, e la fronte era di certo l’ultima cosa che baciava loro
“Mamma, il mio sasso è vecchio ma non ha viaggiato”
“Per Zarquon, ma perché hai questa fissa per i sassi?”
“Lasciala stare, Trill, è solo molto curiosa, lo eravamo anche noi un tempo. Piccola, fai bene, la curiosità è alla base di grande saggezza”
“Ha parlato il guru” disse Trillian, Zaphod si mise a ridere
“Intanto se non fosse per me ora saresti morta!”
“E per questo ti ringrazio!”e se andarono, notai Trillian notarmi e farmi un cenno di saluto, ma nulla più.
Chi l’avrebbe mai detto che Zaphod si sarebbe fermato, un giorno? Magari lui ogni tanto si gira a guardare qualche ragazza, ma ha saputo fermarsi.
In quel momento capii che dovevo tornare sulla terra solo per dirlo ad Arthur, chissà la sua faccia.
La bambina? Sono sicuro che avrà un sacco di avventure, nella sua vita. Con due genitori così può definirsi fortunata.
   
 
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