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Autore: ethelsgonnabeokay    07/10/2013    4 recensioni
Castiel è diventato umano, e ora deve fare i conti non solo con il dolore della caduta e lo sconvolgimento che ha portato, ma anche (e soprattutto) con le piccole noiose faccende dei mortali.
E Dean è sempre lì ad aiutarlo.
Spoiler dell'ottava stagione
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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Castiel usciva poco di casa da quando era caduto. Lo faceva solo quando rimaneva solo, o quando vedeva Dean di cattivo umore, o quando cominciava a litigare con il fratello. Allora si defilava da casa di Bobby (che ora era la loro casa, nonostante tutti i brutti ricordi), diretto verso la piccola radura là dietro, e aspettava. La prima volta che ci era andato non sapeva neanche lui cosa aspettasse.
Poi era arrivato Dean, come tutte le altre volte. Sembrava tanto una scena da film, detta così, ma non lo era: Dean si limitava a guardarlo, e Castiel ricambiava lo sguardo fino a che non ce la faceva più, si alzava e ritornava sui suoi passi. Non sapeva perché il cacciatore non si avvicinava mai, non sapeva perché aveva quello sguardo triste. Avrebbe voluto saperlo.
Quella volta – l'ennesimo giorno in cui si era nascosto lì – il cielo era così scuro che sembrava notte, nonostante fosse ancora primo pomeriggio. Non lo aveva notato, nella fretta di andarsene.
Forse non avrebbe dovuto farlo, a dirla tutta. Le parole “Non voglio vederti così giù, Cas, non sembri neanche più tu” forse sarebbero dovute essere qualcosa di carino, di dolce, rassicurante, ma gli avevano messo solo una gran paura.
Quando tuonò, alzo gli occhi verso le nuvole che venivano rapidamente attraversate da una scarica di elettricità. Aveva visto tanti temporali, anche da umano, ma c'era sempre stato qualcuno a coprirlo con l'ombrello come si farebbe come un bambino, perciò non sapeva come comportarsi. La pioggia gli bagnò lentamente il viso e i capelli, prima che un ombrello scuro si piazzasse sulla sua testa, riparandolo.
Si ritrovò ad abbracciare Dean, stretto, come se avesse paura di essere lasciato lì da solo e – diamine, quando aveva cominciato a piangere? Se lo chiese mentre stava lì, confuso dal calore di Dean e dalle braccia di Dean e dalla sua voce e da quei singhiozzi e il suo cervello si scollegò, riuscendo a percepire a malapena le ultime parole: -Mi dispiace di essere sia l'ombrello che la pioggia.












Note dell'autrice:
Avevo detto che avrei aggiornato presto... sì... l'avevo detto...
Ok, chiedo perdono con le ginocchia sui ceci, ma seriamente non ho avuto tempo per niente D:
L'ispirazione che andava e veniva, l'inizio del ginnasio e anche di una vita sociale (?) mi hanno bloccata per quasi un mese, abbiate pietà!
Coooomunque, passiamo alle cose serie. 344 parole secondo il contatore di OpenOffice, non ancora Fluff ma vigiurochecelapossofaresìcomeno. Dovete benedire/maledire Tumblr per questa cosina, perché tu semplicemente non puoi e ripeto NON PUOI abbinarmi certe frasi a immagini Destiel. NO.
Grazie a chi ha recensito (giuro che prima o poi vi rispondo çwç), alle persone che hanno aggiunto tra preferiti e seguiti e anche solo a chi legge, mi piacerebbe sapere il vostro parere c:
Non si è capito che mi sto fumando il cervello ma proprio no

Ethel
   
 
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