Film > Now You See Me / I maghi del crimine
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Autore: Lynx96    07/10/2013    1 recensioni
Questa storia è nata come una Denley, poiché scarseggiano in italiano.
Partendo dal presupposto che la vita - e l'amour - siano pieni di magia, attraverso intricati giochi temporali, si sviluppa la storia dei due protagonisti secondo i punti di vista di tutti e quattro i Cavalieri (sebbene in particolare di Henley e di Atlas).
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henley Reeves, J. Daniel Atlas, Jack Wilder, Merritt McKinney
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa è la mia prima storia e ho paura di miei eventuali strafalcioni.
Perdonatemi se ho personalizzato delle vicende presenti anche nel film o non ho ben precisato l'ordine temporale di alcuni eventi, ho fatto davvero del mio meglio, nonostante agli ultimi capitoli fossi letteralmente stremata.
Chiedo inoltre scusa nel caso in cui abbia reso i personaggi OOC, ho tentato con tutte le mie forze.
Spero siate clementi con me e che apprezziate comunque i miei sforzi; ricordate: una recensione è sempre di stimolo per continuare.
Lynx96.






Capitolo primo

 

 

Avvicinatevi , perchè più credete di vedere, più sarà facile ingannarvi.”

 

Central Park, New York, anno 2013

 

Era buio. Il vento sferzava delicatamente le chiome degli alberi all'entrata del parco.

Merritt aveva affrettato il passo in una frenetica corsetta alla Jack Sparrow.

Henley Reeves e Daniel Atlas erano rimasti indietro.

Alla luce di un lampione Henley poteva vedere i suoi occhi azzurri come il mare avvicinarsi. Un'onda impetuosa che stava per infrangersi su di lei. Non aveva possibilità di fuga.

 

Quando non puoi sconfiggerli, unisciti a loro.

 

Henley era immobile e Atlas continuava piano ad avvicinarsi. Il suono dei loro respiri si mescolava con i rumori della fauna e la flora del parco: lo scricchiolio di uno scoiattolo su un ramo, un uccello in volo, il vento tra le foglie dei pini.

Arrivato ad un passo da lei, Atlas mugugnò qualcosa che Henley non sentì e la prese per i fianchi prima di avvicinare il viso al suo, occhi negli occhi, nasi che si sfioravano e la bocca a pochi centimetri dalla sua.

 

Unisciti a loro.

 

Henley si tuffò. Le loro bocche si toccarono e il suo cuore perse un battito.

Poi dischiusero le labbra e le loro lingue poterono incontrarsi, insaziabili dopo la lunga attesa.

Atlas la strinse più forte e con una certa foga, come se temesse che le potesse sfuggire dalle braccia, come se in quei pochi attimi volesse farla sua e solo sua. Era un maniaco del controllo e questo Henley lo sapeva fin troppo bene.

In quella tempesta di sensazioni governava un unico sentimento: l'amore.

Sovrastava i mari tenendo alta la sua bandiera e il vento la scuoteva, invincibile.

Henley chiuse gli occhi e si abbandonò ad Atlas come se di questo ne dipendesse la sua vita. Quando il bacio si interruppe gli accarezzò i capelli e rimasero abbracciati per qualche minuto prima di discostarsi.

 

-Dovevo farlo prima della fine- Atlas sospirò.

Henley comprendeva. Se tutto quel gioco di fare i Quattro Cavalieri fosse stato tutto un bluff? Se fossero state illuse pedine di qualcosa di troppo grande per loro?

Forse era la fine, tutti loro lo sapevano.

 

-Sono contenta che tu l'abbia fatto-

 

-Maledetto cancello!-

 

Entrambi udirono un suono metallico, come di un calcio che si abbatte con vigore contro il metallo. Merritt era molto nervoso ed impaziente.

Si diressero verso il cancello d'ingresso del parco. Era chiuso, ovviamente.

L'ennesimo ostacolo verso la verità. L'ultimo.

 

Quello che accadde dopo fu troppo strano per ricordarlo con chiarezza.

Jack che apre il cancello grazie alle sue abilità di ladro scassinatore, l'inganno di Rhodes, Lionel Shrike, l'Occhio di Horus. Tutte nozioni assurde eppure fondamentali.

Ai loro occhi tutto divenne chiaro, i pezzi del puzzle andarono al loro posto, sebbene allo stesso tempo fosse tutto confuso, surreale.

I Quattro Cavalieri erano in preda allo sconcerto, ad un piacevole stupore e ad una certa dose di umiliazione riconoscendo di essere stati ingannati fin dall'inizio.

Non c'è niente di più offensivo per un illusionista, per un mago di qualsiasi sorta, di venire preso deliberatamente per il naso, di essere vittima di un trucco, del proprio stesso trucco.

 

Di aver guardato troppo vicino.

 

In balia di questa rincorsa tra paradossi, ebbero finalmente il proprio premio: vedere avverarsi le leggende sull'Occhio di Horus.

Poco dopo essere entrati in quel vortice soffuso di magia, traboccante illusioni inimmaginabili, Atlas la prese per mano, con tenerezza, dandole un piccolo bacio su una guancia. Fu delicato, a suggellare una promessa. Auspicante un importante avvenire, tutto da trascorrere, insieme.

 

 

 

 

 

 

Una spugna per cancellare il passato,

una rosa per addolcire il presente

e un bacio per salutare il futuro”

Anonimo

 

  
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