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Autore: Nanek    08/10/2013    25 recensioni
Ashton Fletcher Irwin: Serpeverde.
Calum Thomas Hood: Grifondoro.
Luke Robert Hemmings: Serpeverde.
Michael Gordon Clifford: Grifondoro.
Tethy Berenice Juno Clifford: Grifondoro.
Tratto dalla storia:

Si voltò verso il ragazzo più alto, il ragazzo che le aveva sorriso solo una volta, il ragazzo dagli occhi azzurri e dall’animo nero.
Tethy aveva la mano a mezz’aria, quasi intenta a porgergliela, ma i lineamenti duri di Luke, gliela fecero ritrarre, portandola lungo il fianco, facendole abbassare lo sguardo, intimorita come non mai.
«Luke Robert Hemmings» disse una voce profonda davanti a lei, e una mano si fece vedere sotto i suoi occhi.
Deglutì ancora, si morse il labbro inferiore, e alzando i suoi occhi su quelli di Luke, riavvicinò la mano, alla sua: una stretta che poteva sembrare una carezza, si toccarono quasi per sbaglio, nessuno dei due strinse, nessuno dei due esitò a concludere in fretta quel gesto, come se le loro mani, toccandosi, bruciassero.
E lei, sapeva bene il motivo di tale bruciore: Serpeverde e Grifondoro, Puro sangue e Mezzosangue, una vergogna.
Trailer https://www.youtube.com/watch?v=ftIiIhRYZHk
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

Darkness meets Sunshine


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Feeling my way through the darkness


 
*Flashback*

Hogwarts, settembre 2008, quattro anni prima.

Luke Hemmings sbuffava, sistemandosi i capelli, beandosi della sua immagine riflessa sullo specchio del bagno, mentre si preparava ad uscire, per raggiungere insieme ai suoi compagni, la Sala Grande.
Un nuovo anno aveva inizio, il suo secondo anno era appena cominciato, e già provava ribrezzo al rituale di inizializzazione che caratterizzava la sua scuola.
Lo aveva trovato sin dal primo momento una cosa noiosa, lo smistamento dei nuovi arrivati, chiamati in ordine alfabetico, costretti a indossare un cappello parlante, pieno di polvere, indossato da troppe teste; la cosa lo aveva disgustato a tal punto che si lavò i capelli per due volte al giorno per quasi tre mesi: teste di maghi puri, ma anche teste di sporchi mezzosangue, al solo pensiero, rabbrividiva ancora.
Meno male che il Cappello aveva fatto la scelta giusta con lui, e aveva urlato senza troppi giri di parole quella che era la sua casa, il suo destino: Serpeverde.
Serpeverde come sua madre, come suo padre, i suoi due fratelli, come tutta la famiglia Hemmings, sarebbe stato un disonore non farne parte, ma lui, sicuro di sé, e della sua testa, sapeva già di non doversi preoccupare, era un Serpeverde, dalla testa ai piedi, e tutti, a scuola, lo bisbigliavano tra i corridoi, facendolo sentire orgoglioso di se stesso.

«Ehy Luke!» lo chiamò una voce, una mano che si appoggiava alla sua spalla, un viso a lui familiare che si fece avanti: Ashton Irwin, Serpeverde, al terzo anno, suo amico da quando Luke aveva messo piede in quella scuola.
Il motivo di tale simpatia di Ashton nei confronti di uno più piccolo di lui, erano le promesse fatte a sua madre, la signora Anne Marie Irwin, nonché amica di una vita di Liz Hemmings: conosciutesi anche loro ad Hogwarts, stessa casa, Serpeverde, stesso anno, stessi sogni, le inseparabili, figlie di maghi potenti, conosciute da tutti, non c’era nessun’altra se non loro due, non facevano entrare nessuno nel loro duetto, loro due si capivano con uno sguardo, loro due bastavano l’una per l’altra, le altre erano solo delle briciole a confronto con loro.
Se inizialmente Ashton si vide come babysitter personale della famiglia Hemmings, con il passare del tempo scoprì in Luke l’amicizia che legava le loro madri: il più piccolo aveva le idee ben chiare, sapeva il conto suo, non era spaventato da nulla, metteva quasi timore, e la sua voglia di essere più di quel che doveva, affascinava Ashton, che lo considerava sangue del suo sangue.
Luke inoltre, gradiva la presenza di Ashton, sapeva farlo divertire, sembrava capire ogni suo pensiero, lo vedeva come una persona importante, uguale a lui, come se fossero fatti della stessa pasta, creata dalle loro stesse ambizioni, dai loro desideri, due gocce d’acqua, nati per essere amici.
«Ciao Ash» lo salutò a sua volta, fulminandolo un po’: la mano di Ashton era ancora sulla sua spalla.
Un’altra cosa che Luke Hemmings non sopportava, era che la gente lo toccasse; era una cosa fastidiosa, che lui odiava, in casa sua nessuno si toccava, nessuno si sfiorava troppo, ed era stato abituato così, ad avere sempre una distanza minima, ad avere sempre il minore dei contatti: lo aveva ripetuto ad Ashton circa mille volte, ma lui, continuava a scordarselo, con la solita giustificazione del “a casa mia siamo troppo sentimentali”, e Luke, come ogni volta, alzava gli occhi al cielo, sospirando a fondo, e cercando di non lasciarsi sfuggire una formula magica da spavento nei confronti dell’amico.
«Scusa, non volevo» bisbigliò Ashton, allontanando la mano, e mettendosela in tasca, continuando a camminare con lui per il corridoio, raggiungendo insieme la Sala Grande, dove i loro posti, al tavolo di Serpeverde, erano pronti ad aspettarli.

«Queste cerimonie mi annoiano» si lamentò il biondo, sedendosi sulla sedia, e intrecciando le braccia al petto.
«Magari quelli del primo anno sono interessanti» cercò di intervenire l’amico.
«Interessanti dici? Non prendermi in giro» rise appena, come se ci potesse essere davvero qualcuno di interessante, qualcuno che fosse addirittura più interessante di lui.

Una botta lo fece quasi sobbalzare: come se qualcuno gli avesse tirato una leggera pacca sulla spalla, di proposito.
Si girò con occhi fulminei, e quasi non si stupì di trovarseli lì davanti, quei due lì, che con aria innocente, recitavano le loro scuse.
«Hemmings! Oddio scusami, il mio gomito ha accidentalmente urtato la tua spalla, non sai quanto siamo dispiaciuti» diceva con la sua solita voce da idiota.
«Michael Clifford, la tua maturità va oltre le mie aspettative» rispose a tono, continuando a mantenere un’espressione seria e glaciale, mentre guardava gli occhi del ragazzo davanti a lui.
Michael Clifford, terzo anno, come Ashton, occhi verdi, pelle bianca come il latte, capelli strani, non più biondi come l’ultima volta che l’aveva visto, di uno strano azzurro acceso, ma soprattutto: Grifondoro.
Accanto a lui, sghignazzava il suo solito amico, Calum Hood, Grifondoro anche lui, del secondo anno, come Luke: una persona insopportabile, stupida, che non si sapeva per quale motivo, era finita con i Grifondoro, ma che secondo Luke, non meritava neanche di far parte di quella scuola.
«Il colore dei tuoi capelli Michael, una meraviglia, spiegami: è forse la tinta che ti rende ancora più imbecille?» lo derise Ashton, facendo accennare appena un sorrisetto a Luke, che continuava a fissarli con aria di sfida.
E nel momento in cui Michael stava per rispondere, Calum riprese la sua calma, e lo incitò ad andare a sedersi: la cerimonia stava per cominciare.
 
L’entrata dei nuovi arrivati, che si guardavano intorno con sguardi estasiati, che guardavano le candele sospese a mezz’aria quasi increduli, guardavano ogni cosa, e i loro occhi brillavano, facendo alzare gli occhi al cielo Luke: possibile che l’unico, non appena messo piede a Hogwarts, per niente sorpreso dal tutto fosse lui?
Era una scuola di magia, era logico che ci sarebbero state delle sorprese, ma non per questo, si era messo a fissare il tutto con il naso all’insù e la bocca aperta, sua madre gli aveva ben insegnato come comportarsi.
Li guardò avanzare, posizionarsi l’uno accanto all’altra, e li squadrò per bene: già riconosceva, solo guardando la divisa, chi sarebbe diventato un Serpeverde, la classica divisa nuova, che profumava ancora di plastica, i capelli curati, l’aria altezzosa, che li distingueva da tutti gli altri, più umili, modesti, terribilmente ordinari.
Riconosceva i figli di persone non troppo agiate, con divise piene di toppe per coprire i buchi, divise che odoravano di vecchio, di muffa, divise che erano state usate da troppe persone, e che quasi lo disgustavano; riconosceva poi, i mezzosangue, visi che non appartenevano a quel mondo, lui lo sapeva, li fiutava, sapeva riconoscerli, e non osava guardarli per più di un secondo: loro non avrebbero mai fatto parte della sua vita, nessun mezzosangue era dei Serpeverde, nessuno.
Fu tempo di cominciare, e la solita voce della McGranitt, cominciò a chiamare uno ad uno, i novellini, facendoli avanzare, portando sul loro capo il Cappello Parlante, che li smistava dove più li riconosceva.
Luke batteva le mani, e alzava lo sguardo, solo quando sentiva il nome «Serpeverde!» , loro erano gli unici allievi degni di essere guardati in faccia da lui, perché erano suoi compagni, erano come lui, erano parte della sua famiglia.
«Tethy Berenice Juno Clifford» la voce annunciò, nel silenzio che si era calato.
«Che nome stupido» commentò a bassa voce Luke, volgendo lo sguardo verso colei che doveva essere, per forza, una parente di Michael Clifford.
La guardò, per aver ben chiaro il viso di colei che avrebbe potuto comodamente prendere di mira, e quando incrociò il suo sguardo, quasi si stupì.
Aveva i capelli lunghi, castani, scendevano mossi, e sulle punte, erano più chiari, erano biondi, indossava un paio di occhiali enormi, neri, che non gli diedero la possibilità di distinguere il colore delle sue iridi, la bocca rosea, la pelle candida, le guance leggermente più arrossate, la timidezza gliela si leggeva a chilometri di distanza.
La McGranitt le posò il cappello sulla testa, e lui, continuava a fissarla.
Dopo pochi secondi, il verdetto fu annunciato «Grifondoro!» e un boato si fece spazio nella tavola di Michael e Calum, non c’era neanche il minimo dubbio che lei capitasse da un’altra parte.
Tethy Berenice Juno, si mise a correre verso Michael, che l’avvolse in un abbraccio, al quale si aggiunse Calum, come se la stessero aspettando.
Luke si voltò, ed Ashton, ridacchiava.

«Ci sarà da divertirsi con quella lì» commentò, incuriosendo il biondo.
«Ho sentito delle voci su di lei. È la cugina del nostro simpaticone dai capelli blu, suo padre è John Clifford, lo zio di Michael» rise «e la cosa più scandalosa è che si è sposato con una babbana: sua figlia è mezzosangue, una vergona per un mago» sospirò per poi riprendere «fidati, ci divertiremo con lei» spiegò meglio, e Luke, sospirò a sua volta, al sentire quelle parole.
«Ma quando capiranno che a Hogwarts ci vanno i maghi puri? Sono senza parole, altra mezzosangue da aggiungere in lista» sbatté la mano al tavolo, leggermente.
Voltò di nuovo lo sguardo verso la cugina di Clifford, e a sua sorpresa, la beccò in pieno mentre lo stava fissando: la vide arrossire, distogliere lo sguardo con velocità non appena lui le rivolse un sorrisetto divertito, amava mettere in soggezione la gente.

Spostò lo sguardo verso il ragazzo dai capelli blu, che lo fissava a sua volta: lo vide chiamare Tethy, lo vide mentre con l’indice, senza curarsi del fatto che Luke lo stava fissando, lo indicava a sua cugina, che rialzò appena lo sguardo, mordendosi il labbro, lo vide mentre le diceva qualcosa, sicuramente sul suo conto; la stava mettendo in guardia, la stava obbligando a non rivolgergli mai e in nessun contesto la parola: Michael sapeva bene chi fosse Luke Hemmings, e sapeva perfettamente di cosa fosse capace, soprattutto con chi era più insicuro, soprattutto per quelli come lei, che arrossivano per un suo sguardo, che si mordevano il labbro dal nervoso, o forse dalla paura, Michael Clifford stava proteggendo sua cugina, e Luke, sorrise ancora, non appena si trovò i loro occhi contro di lui: gli occhi seri di Michael, e quelli timidi di Tethy.
Li salutò con la mano, prima di girarsi al suo tavolo, e sorrise ancora divertito: chi l’avrebbe mai detto che lui faceva paura? Chi l’avrebbe mai detto che con un sorriso lui facesse battere il cuore alle persone, e le facesse vagamente tremare di fronte ai suoi occhi azzurri?
Sorrideva, e si sentiva potente, sorrideva, e si complimentava con se stesso.
«Hai ragione Ashton» disse rivolgendosi all’amico «Ci divertiremo un mondo, con la piccola Tethy Berenice Juno Clifford».


*Fine Flashback*
 



Note di Nanek
Ed ecco che la storia “tanto” (perché spero sia tanto) attesa sui 5SOS nel mondo magico di Harry Potter è arrivata in EFP!!!! ;)
Ciao a tutte lettrici ;)
Ebbene sì, come avevo accennato ad alcune di voi, lo riprendo qui, Luke Hemmings mi ha travolto in questa nuova “avventura” diciamo, il Fantasy non è mai stato il mio genere, sono sincera, ma Luke.. mi ha in qualche modo convinto, ed ecco qua il primo capitolo! ;)
Ci tenevo a precisare che, i capitoli scritti sono solo 4: sono pochi, lo so, ma se voi, giunte al quarto capitolo mi dite “ma no dai vai avanti mi piace e voglio sapere che succede”, state pur certe che io mi metto a lavorare (anche perché ho un sacco di idee in testa LOL e mi piacerebbe davvero tanto continuare questa storia fino al capitolo 10 magari ;) )
Altra cosa: i primi 3 capitoli sono tutti ambientati su dei ricordi, sono flashback che io vi segnalo all’inizio di ogni capitolo, e solo dal capitolo 4 (in poi) ci sarà una narrazione dei fatti al presente ;)
Spero di aver detto tutto, spero che questa storia vi piaccia quanto piace a me, perché io sono ossessionata da questa storia XD
E basta direi, ho parlato anche troppo! XD sono emozionata!!! XD
Spero di ricevere le vostre recensioni, spero di non deludervi, e se volete, potete dirmi se vi piace come sono stati divisi i nostri 5SOS nelle varie case ;)
Al prossimo aggiornamento ;) grazie sin d’ora <3
Nanek
  
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