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Autore: Lynn Lawliet    08/10/2013    1 recensioni
"Per certi versi Keiko era proprio uguale a suo padre: parlava fluentemente il tedesco, si vestiva in modo assurdo e soprattutto, soprattutto si divertiva a giocare con il tempo."
Dieci incontri, dieci ricordi, dieci momenti della vita di Keiko; raccontati da Mephisto, Amaimon, Rin, Yukio, Shiemi, Shima, Kamiki, Bon, Koneko e Shura
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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KAMIKI
 
Izumo, tanto per cambiare, era davvero scocciata.
Perché toccava a lei? Non l’aveva chiesto a nessuno di fare da balia ad un paio di esquire. Eppure l’avevano incastrata con questa dannata storia della “lezione pratica” che era il “miglior metodo d’apprendimento per i giovani” o chissà che altro.
Gli studenti che le avevano affidato si chiamavano Shoun Satoyama e Keiko Pheles. E il secondo dei due nomi le era sfortunatamente familiare: Renzo Shima le aveva parlato parecchio della fantomatica ragazzina, che, a quanto pareva, le somigliava parecchio ed era stato il motivo che aveva spinto Shima a riallacciare i contatti con lei. Non che uscissero insieme, eh! Come Izumo continuava a ripetere a Paku, avevano solo bevuto qualcosa un paio di volte, e per giunta Shima si era dimostrato fastidiosamente appiccicoso come al suo solito. Al contempo, però, in lui c’era anche qualcosa di dolce e premuroso, tutto sommato… anche se Izumo non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, se stessa compresa.
Ad ogni modo, i due ragazzi le erano stati presentati da Yukio Okumura, che ne aveva parlato molto bene (cosa che l’aveva un po’ rassicurata) e che aveva affidato loro il compito di pattugliare i confini del campo, allestito in previsione di alcuni esami di metà semestre che gli esquire avrebbero dovuto affrontare.
Non che ci fosse problema nel pattugliare i confini, anzi, Izumo era felice di essere utile alla causa, in ogni modo possibile. No, quel che le dava fastidio era doverlo fare in compagnia di quella… ragazzina. Il suo amico, Shoun, pareva un tipo abbastanza tranquillo, ma lei, al contrario, chiacchierava come un fiume in piena, facendo a malapena una pausa per respirare di tanto in tanto.
Come accidenti faceva Renzo a dire che lei le somigliava? Izumo non sarebbe riuscita a parlare tanto in tutta la sua vita, figurarsi in una sola mezzora! Quella ragazzina iniziava a darle decisamente ai nervi.
“ce la fai a stare un po’ zitta, per favore?” stavano camminando da circa cinque minuti, quando Izumo era esplosa all’improvviso, sicura di non poter sopportare un’altra parola a proposito di quel che aveva detto o fatto Mephisto Pheles durante l’inaugurazione del nuovo canile della Città della Vera Croce o di qualunque altra cosa si trattasse.
Kieko, alle sue parole, aveva assunto un’aria sorpresa, che si era ben presto tramutata in scocciata.
“e perché? Non sarà mica che pensi io parli troppo, vero? Perché non è assolutamente così. Chiaro?”
Ah. Certo aveva un bel caratterino. Ecco perché Renzo diceva che le somigliava.
“Invece sì che parli troppo. Quindi sta’ un po’ zitta adesso.”
Keiko l’aveva guardata con espressione furiosa, ma poi, forse rendendosi conto di parlare con un superiore, aveva abbassato il viso, le guance rosse.
“Bene. Ora, se non ti spiace, signorina Pheles, ci divideremo per poter controllare tutto il perimetro. Voi due andate a destra. Avete in dotazione un razzo da segnalazione: sparatelo se siete in pericolo.”
E Izumo si era avviata verso sinistra senza voltarsi indietro, quasi sentendo le occhiatacce che quella terribile ragazzina le stava sicuramente lanciando alle spalle. Ma chi si credeva di essere? Insomma, sarà anche stata la figlia di Mephisto Pheles, ma era comunque solo un’esquire. Un’insopportabilmente logorroica e permalosa esquire. E poi, come accidenti…
Izumo non aveva fatto in tempo a concludere il pensiero che qualcosa era calato all’improvviso su di lei e l’ aveva ghermita con artigli affilati. La ragazza aveva fatto a mala pena in tempo a gridare, figurarsi a riuscire a chiamare Uke e Mike. Poi tutto intorno a lei era diventato nero.
Che modo stupido di morire, era stato il suo ultimo pensiero.
 
 
 “…amiki! Signorina Kamiki! Si svegli!” il mondo era tornato improvvisamente al suo posto, e Izumo aveva aperto gli occhi.
Quindi sono viva?
Era distesa scompostamente sul sottobosco della macchia di pini ai confini del campo. Una radice le premeva dolorosamente sulla schiena. E, soprattutto, su di lei erano chine le facce preoccupate di Keiko Pheles e Shoun Satoyama.
Che cosa è successo?
“sta bene?” le aveva chiesto Shoun.
“sì… cos’era quella cosa?” Izumo si era lentamente messa a sedere, stringendosi fra le mani la testa, che non la voleva smettere di girare.
“Un ghoul. L’aveva catturata, signorina Kamiki. Io Keiko l’abbiamo sentita gridare, così siamo corsi qui: lei ha tenuto impegnato il ghoul e io ho recitato il mantra. È stato rischioso, ma stiamo tutti bene. Giusto, Keiko?”
Keiko Pheles, però, non gli aveva risposto. Pareva più concentrata sul proprio fianco, dove si allargava una macchia scura, che la ragazzina pareva aver notato solo in quel momento. Non si trattava di sangue, come Izumo aveva ipotizzato in un primo momento, ma bensì, e quando se n’ era resa conto le erano tornati in mente ricordi dolorosi, di una materia scura e densa: il tocco del Ghoul. All’improvviso la figura magra di Keiko si era sovrapposta a quella dalle curve più dolci di Paku. E Izumo si era sentita insicura e delusa da se stessa come quel giorno: quella ragazzina si era ferita, ed era tutta colpa sua.
Ad ogni modo, anche se Keiko era un demone per metà, bisognava intervenire presto o…
“Keiko? Che hai? Stai bene?” aveva chiesto preoccupato Shoun.
“certo, non è nulla, io… oh.” aveva balbettato Keiko, per poi accasciarsi fra le braccia dell’amico, il volto cinereo. Bisognava fare immediatamente qualcosa o sarebbe morta nel giro di pochi minuti. 
Dopotutto, si era detta Izumo guardandola con aria scocciata, ora che quell’insopportabile ragazzina le aveva salvato la vita, non sarebbe riuscita a non dispiacersi almeno un po’ se le avesse tirato le cuoia sotto gli occhi.  
 
 
NOtE DeLl’AutRicE…
Ehi! Deponete le armi! Keiko NON è morta! Ripeto, Keiko NON è morta. Né morirà (entro breve). Come immagino avrete capito, questo capitolo si collega con il prossimo, dove sarà protagonista Konekomaru… non vi svelo troppo,*ehm-ehm* ma anche un certo monaco dalla rosea chioma potrebbe fare una comparsa *ehm-ehm*
Spero vi piaccia e che non vogliate linciarmi.
Lynn.

 

  
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