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Autore: niallspolo    09/10/2013    16 recensioni
Per ammazzare la noia presi a leggere tutti i messaggi che avevo ricevuto,la maggior parte erano di Zayn,erano più che altro minacce,comandi,provocazioni o insulti.
Se il sabato sera decidevo di uscire era perché con un suo messaggio mi aveva ordinato di farlo,se mi vestivo in un certo modo a scuola era sempre a causa sua,era una sua scelta;se piangevo o tremavo da un momento all’altro era solo per le sue minacce o insulti.
Era come se mi seguisse,come se mi osservasse ogni singolo momento della mia vita;ovunque fossi sapevo che lui era lì pronto a mandarmi uno dei suoi “avvertimenti” per farmi capire che non ero libera,che era sempre lui a dettare le regole del gioco.
Ma era colpa mia,tutta quella situazione era nata a causa mia,come tutte gli orrori che mi circondavano d’altronde.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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PROLOGO.

 
Un piccolo avviso:con alcune riflessioni della protagonista,che vedrete di più nei prossimi capitoli,non ho intenzione di offendere nessuno,servono solo a far emergere il suo carattere e l'odio che ha nei confronti di se stessa.
 

 
Ero ancora stesa sul letto nonostante fossi sveglia già da ore. Gli occhi chiusi,le braccia stese lungo i fianchi,le gambe dritte e parallele,il mento leggermente all’insù;non era tra le posizioni più comode ma era l’unico modo che avevo per mantenere la calma,per riuscire a controllarmi durante il sonno,per evitare di farmi domande esistenziali che mi avrebbero assillata per il resto della giornata.
La sveglia suonò e velocemente la spensi,il suo rumore mi infastidiva.
Mi misi seduta sul bordo del letto,aprii il cassetto e presi le mie due pillole mattutine;mi fermai qualche minuto ad ammirare l’ordine della mia camera:le sottili tende bianche della finestra alla mia destra,le ante quasi perennemente chiuse del grande armadio bianco davanti a me,la scrivania e la libreria a sinistra e per finire l’enorme specchio rotondo accanto la porta.
Tutto in quella stanza rifletteva quello che cercavo di mantenere nella mia testa ma con scarsi risultati.
Presi il mio diario dalla borsa e segnai una “x” sulla data di quel giorno,era il 16 Ottobre,mancavano solo quattro anni,otto mesi e quattordici giorni alla fine del liceo.
“Ce la puoi fare Grace” mi dissi mentre prendevo i vestiti dalla sedia girevole e mi dirigevo verso il bagno.
“Ce la puoi fare”
 
-Grace sei pronta per la scuola?-urlò mia madre mentre la raggiungevo in cucina.
Era una donna giovane,bella,sempre presa dal suo lavoro;gli unici momenti che dedicava alla sua vita privata erano quando si sedeva al bar con le amiche a sorseggiare un bicchiere di vino,per il resto passava il suo tempo tra uffici e uomini in giacca e cravatta.
-Si,aspetto che mi passi a prendere Cassie e poi vado-risposi mettendo il libro di chimica nello zaino.
-Hai preso le tue medicine?-
Annuii prendendo una tazza di caffè bollente.
Prese la borsa e le chiavi della macchina e corse via non prima di urlarmi.
-Fai colazione Grace capito?-
Sentii la porta sbattere e capii di essere rimasta completamente sola,mancavano ancora cinque minuti prima che la mia migliore amica sarebbe venuta come ogni giorno a bussare alla porta di casa per poi avviarci insieme verso scuola.
Presi la mia bevanda calda e mi misi seduta accanto la finestra,il cielo era scuro,come sempre in quel periodo lì a Bristol;delle grandi nuvole grigie si avvicinavano portando con sé un vento gelido,odiavo quel clima.
Cercavo di concentrarmi sul triste paesaggio metropolitano davanti a me per non pensare,mi avevano detto che alle persone come me faceva male,ci rendeva ancora più tristi e malinconici,ancora più fuori di testa.
Il campanello suonò,buttai il contenuto della mia tazza nel lavandino,presi zaino e giacca e corsi via chiudendomi la porta alle spalle.
Cassie mi aspettava sotto il portone pimpante come sempre,i vaporosi capelli biondo lasciati cadere ai lati del viso,gli occhi di un azzurro quasi opaco che sarebbero stati capaci di ipnotizzare chiunque,la candida belle bianca sempre ben curata,abbigliamento sempre perfetto.
Lei era il mio prototipo di bellezza,era la persona che ammiravo di più al mondo,l’unica che mi sopportava nonostante i miei infiniti difetti,l’unica che mi aveva sempre voluto bene quando il resto del mondo mi evitava,era la mia ancora di salvezza.
-Ti sei messa un'altra volta questo maglione?- domandò accendendosi una sigaretta.
Me ne feci passare una,cercai di accenderla ma le mani tremavano troppo come ogni volta
-Lascia faccio io….- mi aiutò Cassie.
-Non lo dico per cattiveria,lo sai;solo che poi non ti devi lamentare se nessun ragazzo ti guarda-
Continuammo a camminare verso scuola fumando e parlando del suo nuovo fidanzato,David.
 
-Che materia abbiamo alla prima ora?-mi chiese la bionda mettendo quasi tutto il contenuto della sua borsa dentro l’armadietto.
-Tu letteratura,io chimica-
-Allora ci vediamo a pranzo,ciao Grace-
La salutai con la mano e mi avviai verso la mia classe il più presto possibile cercando di evitare gli sguardi degli altri ragazzi.
Come immaginavo l’aula era deserta,ero stata la prima ad arrivare. Mi misi seduta all’ultimo banco vicino la finestra,il cortile era ancora pieno di gente nonostante la campanella fosse suonata già da cinque minuti;tutti i ragazzi erano lì sotto a fumare,a baciarsi o anche solo a parlare;i loro volti,i loro occhi erano così felici,così vivi,io non ero come loro.
La classe cominciò a riempirsi ma il posto accanto al mio continuava a rimanere vuoto;nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi a me,nessuno voleva sedere accanto a “Grace la pazza” o essere la vittima di uno dei suoi continui attacchi di panico. Ero in quella scuola da poco più di un mese e già ero riuscita a creare un vuoto intorno a me,come se una bolla enorme mi imprigionasse e mi impedisse di rapportarmi con gli altri costringendomi a un’infinita solitudine,ma d’altronde era sempre stato così.
 
-Oggi il pranzo fa ancora più schifo-si lamentò Cassie sbattendo il vassoio sul tavolo,io fissavo il mio pezzo di carne senza mai mangiarlo.
-Io non ho fame-dissi allontanando il piatto
-Ma non hai mangiato niente!-
-Ho preso una merendina all’intervallo,era sicuramente più buona di questa cosa-
Mi girai ripetutamente agitata.
-Chi stai cercando?-mi stuzzicò Cassie.
Arrossii senza rispondere.
-Devo indovinare io?-
Ci pensò due minuti e poi urlò pimpante.
-Zayn Malik vero?-
Le mie guance da rosee diventarono rosso fuoco.
Cassie scoppiò in una fragorosa risata facendo girare tutti.
-Devi puntare più basso Grace,lui e il suo gruppetto puntano a livelli un tantino più alti-
-Non….non mi piace Zayn- mentii
-Sono la tua migliore amica,ti conosco-
Guardai nervosa l’orologio sopra le nostre teste,mancavano pochi secondo all’una.
“3,2,1”
Mi arrivò il solito messaggio.
“Spogliatoio dei ragazzi,ora!”
-Chi è?-chiese la bionda masticando un pezzo gommoso di spezzatino.
-Mhh…nessuno,devo andare a chiedere del compito di storia al professore,ci vediamo all’uscita-
Presi lo zaino e corsi via,più facevo tardi più la punizione sarebbe stata dura.
 
Aprii la pesante porta dello spogliatoio dei ragazzi,l’odore di sudore circondava la stanza,inizialmente doveva essere destinata al ping pong,infatti al centro c’era ancora un tavolo dove i ragazzi potevano andare a giocare durante l’ora di educazione fisica,ma visto che la scuola non era molto grande quella stanza era diventata anche uno spogliatoio.
I muri erano tappezzati di scritte:promesse d’amore,strofe di canzoni,nomi di cantanti e band,insulti ai professori e ai compagni di scuola. Passai la mano su quella superficie rugosa chiudendo gli occhi,mi affascinava immaginare le situazioni in cui si erano trovati anni prima le persone che avevano scritto quelle cose,pensare che adesso erano degli uomini o delle donne e che quando si erano trovati lì,davanti quella parete gialla con quella penna in mano,loro non sapevano cosa sarebbe successo dopo,chi sarebbero diventati,cos’avrebbero fatto,erano solo dei ragazzi che volevano imbrattare un muro della proprio scuola.
Il rumore di una porta che sbatteva mi fece capire che era arrivato. Era furioso,come sempre.
Camminava avanti e indietro con le mani strette in due pugni,la mascella tesa,i muscoli delle braccia tanto contratti da far quasi rompere il tessuto della maglietta.
-Tu lo sai oggi cosa cazzo mi è successo?!- mi urlò furioso.
Rimasi paralizzata davanti a lui senza dare segni di vita,ero terrorizzata.
-Rispondi!-mi ordinò.
-No…non lo so-balbettai indietreggiando il più possibile.
-Quella stronza mi ha dato un altro quattro in matematica!-
Si avvicinò a me bloccandomi ogni via d’uscita.
-E tu lo sai come faccio io a sfogare la mia rabbia?-
Annuii automaticamente.
Sentii un primo pugno perforarmi lo stomaco,poi un secondo,un terzo e un quarto. Fui costretta ad accasciarmi a terra dal dolore,prese a darmi calci sempre in quella stessa parte del corpo fino a quando non si accorse che non provavo più dolore.
Allora passò alle gambe,poi alle braccia,per poi finire strappandomi intere ciocche di capelli.
Ma io non piangevo,dovevo essere forte,lui mi aveva ordinato di esserlo,di non lamentarmi,mi aveva detto che questo lo faceva innervosire ancora di più e io gli avevo obbedito.
Dopo un’ultima ginocchiata sulle costole si fermò. Il sudore gli partiva dalla fronte e gli arrivava fin sotto il mento,aveva gli occhi rossi,la bocca aperta per prendere aria a causa delle sforzo e le mani ancora strette in due pugni.
Prese una Marlboro Rossa dalla tasca e se l’accese;fumava sempre velocemente dopo avermi picchiata,solo io e i suoi amici più stretti sapevano di questo suo vizio.
Io ero rannicchiata contro il muro con le gambe al petto circondate dalla braccia.
Buttò la cicca a terra e si avvicinò a me per dirmi la stessa identica frase.
-Lo sai che succede se tu dici di questa cosa a qualcuno?- mi minacciò alzandomi il mento con due dita e inchiodando i miei occhi ai suoi.
Annuii sottomessa.
-Brava la mia piccola pazzoide-
Mi diede uno schiaffetto sulla guancia,prese il suo zaino e sparì.
Sorrisi.
Ero la sua piccola pazzoide,ero la piccola pazzoide di Zayn Malik.
 

Salve a tutti,
comincio col dire che,anche se il prologo può sembrare banale,i capitoli successivi non lo saranno minimamente;quindi,se vi piacciono le Fan Fiction con colpi di scena che non vi sareste mai aspettati,credo proprio che vi piacerà.
E' la prima storia che pubblico su questo nuovo account perchè,a differenza delle altre,ci ho messo molta più passione e impegno a scriverla;so che questo è solo il prologo,ma spero di aver catturato la vostra attenzione.
Aggiornerò non appena arriverà qualche commento,perciò recensite.
Al prossimo capitolo.

 
  
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