Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Emma Bennet    09/10/2013    7 recensioni
Ginevra ha diciannove anni, nutre un'insana passione per gli Oasis, odia Jane Austen ed è ancora innamorata del suo ex. Fitzwilliam ha un nome e un'anima di altri tempi e non fa altro che leggere le poesie di Bukowski. Alessandra è un'aspirante psicologa alla ricerca del vero amore. Sabrina, invece, il vero amore crede di averlo trovato e non si rende conto di essere alle prese con una relazione malata. Lorenzo deve imparare a fare i conti con le sue scelte e crescere, una volta e per tutte. Poi c'è Napoli, con i suoi odori e i suoi orrori, ci sono le birre di troppo, le Doctor Martens bordeaux, i party organizzati nelle aule occupate, le canzoni cantate a voce troppo alta e poi c'è l'amore. Soprattutto l'amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
- Questa storia fa parte della serie 'Tutti i brividi del mondo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tutti i Brividi del mondo.



 

Image and video hosting by TinyPic

 

I. Supersonica

Ginevra Lobianco odiava l'Università degli studi L'Orientale, di Napoli. La odiava profondamente. Odiava avere gli orari dei corsi che si sovrapponevano l'un l'altro, odiava dover frequentare Letteratura Italiana a Palazzo Corigliano, a Mezzocannone, e poi spostarsi per seguire la lezione di Inglese a Palazzo del Mediterraneo, in Via Marina. Odiava non aver potuto dare l'esame di Geografia Sociale, al primo semestre, perché gliel'avevano messo lo stesso giorno dell'esame di Storia Moderna. Odiava doversi spostare da una sede a un altra, ed essere sempre di corsa. Odiava i lettori saccenti, e i professori che non si presentavano a lezione senza neanche degnarsi di mettere un avviso sul sito. E odiava anche quel sito, che non faceva mai capire niente.
Allo stesso tempo, eppure, amava tutto ciò. Come Catullo con la sua Lesbia, anche Ginevra non poteva fare a meno di provare sentimenti contrastanti per la sua Università e per tutto quello che la riguardava. Compreso lo stupido sito internet mal gestito e poco aggiornato. D'altronde, Ginevra era la regina dei sentimenti contrastanti.
Per esempio, era profondamente innamorata di suo fratello, ma lo odiava per essersene andato a Chicago a seguire un inutile stage dopo la laurea in Scienze Politiche. Amava alla follia Noel Gallagher, ma lo odiava per non volersi ricongiungere con il suo altrettanto stupido fratello per riformare gli Oasis. Aveva un'infatuazione storica per Edward Rochester, ma non poteva perdonargli di aver tenuto nascosto a Jane Eyre il fatto che fosse sposato. Era ancora innamorata di quel fottuto stronzo del suo ex, ma lo odiava per averla lasciata e per essersi rifatto una vita. E, sopratutto, odiava se stessa per ciò.
In quel momento, Ginevra Lobianco si stava dirigendo a passo spedito verso una delle sedi della sua Università - Palazzo Giusso, per essere precisi - imprecando fra i denti contro i propri orari; dalle cuffie dell'ipod proveniva, sparata a tutto volume, Supersonic degli Oasis.
You need to be yourself, you can't be no one else.
La voce strascicata di Liam Gallagher le arrivava alle orecchie senza provocarle le solite palpitazioni: era troppo impegnata a maledire chiunque avesse avuto la brillante idea di assegnare più di cinque sedi diverse all'Orientale.
«Gin! Gin, aspetta!»
Voltandosi, la ragazza si accorse con ritardo che qualcuno la stava chiamando, e giusto in tempo per evitare di venire travolta da un vulcano dai capelli rosa e arancioni, sparati in tutte le direzioni. Nadine Corsaro, sua compagna di corso, aveva deciso di copiare il look ad Hayley Williams dei Paramore, qualche mese prima, e da allora sfoggiava dei capelli multicolor con una nonchalance che Ginevra, a volte, le invidiava.
«Ti sto chiamando da mezz'ora!»
«Mi stai chiamando da mezz'ora? Ti ho aspettata per quindici minuti, e sottolineo: quindici minuti, fuori la tua aula. Il mio corso che, nel caso te lo fossi scordata, è anche il tuo, iniziava cinque minuti fa. Ergo, siamo in ritardo»
Nadine scrollò le spalle. «E dai, cinque minuti di ritardo sono d'obbligo! Manco il prof arriva nei primi cinque minuti»
Ginevra sbuffò. Se c'era una cosa che detestava, era arrivare in ritardo. Anche se si trattava di cinque minuti. La sua amica era un caso perso, e lei aveva imparato ad accettarlo.
«Andiamo, su» la pregò Nadine, spalancando gli occhioni azzurrissimi.
«Vaffanculo» rispose Ginevra, con la sua abituale dose di finezza, ma le porse una cuffietta come segno di pace, che l'altra non esitò ad accettare. I'm feeling supersonic, give me gin&tonic. You can have it all, but how much do you want it?

 

 

 

 

Per fortuna, il professor Silvestro, insegnante di Russo, ancora doveva arrivare. D'altronde, neanche lui era famoso per essere un tipo puntuale.
L'aula era superaffollata, come al solito. E pensare che, quando aveva deciso di studiare Russo come seconda lingua, Ginevra si era illusa che fosse una scelta originale. Saremo in pochi, probabilmente, si era detta. Invece, molte volte si era ritrovata a dover assistere alle lezioni seduta per terra, perché non aveva trovato posto.
E anche quel giorno, infatti, sembrava non ci fosse traccia di una sedia disponibile neanche a pagarla.
«Gin and Tonic! Vi ho tenuto il posto!»
Gin and Tonic era il nomignolo con cui venivano chiamate Ginevra e Nadine. Si erano conosciute solo qualche mese prima, ovvero con l'inizio dei corsi, ma erano diventate inseparabili, così tanto da essersi guadagnate quel soprannome. Soprannome che, di solito, risultava carino e persino simpatico, ma non quando a pronunciarlo era chi l'aveva appena fatto, ovvero Fitzwilliam Calendoli. Un nome, un programma, sosteneva Ginevra, come diamine si fa a chiamare un bambino Fitzwilliam?! Lo releghi a una vita di sfottò e prese in giro, in pratica. ''Suvvia, si chiama come Mr. Darcy!'' le aveva detto Alessandra, la sua migliore amica. Peccato che Ginevra fosse fra le poche ragazze al mondo ad odiare Darcy (''un damerino ingessato e pieno di sé''), Orgoglio e Pregiudizio (''il romanzo Harmony dell'Inghilterra dell'Ottocento'') e la Austen (''che mira a far sposare tutte le sue protagoniste in quanto lei era una vecchia zitella inacidita'').
Alla sciapita Elizabeth Bennet, Ginevra avrebbe sempre preferito la brillante Jane Eyre, la capricciosa Catherine Earnshaw, o la passionale Anna Karenina.
Il fatto che poi Fitzwilliam ''per-gli-amici-Will'' si comportasse come se fosse appena uscito da un romanzo della scrittrice di Steventon, non aiutava di certo. Non che fosse veramente arrogante - almeno stando a quello che diceva Nadine, perché per Ginevra lo era - ma erano i suoi modi di fare a infastidire la ragazza. Quindi, mentre Nadine lo definiva un vero gentleman, Ginevra lo descriveva come affettato. Se per Nadine era estremamente acculturato - perché in grado di parlare fluentemente l'italiano, l'inglese e il francese - per Ginevra era borioso. Una persona detestabile, in pratica.
Peccato che lui non recepisse l'antifona, o fingesse di non farlo: continuava, infatti, a comportarsi in maniera gentile anche con Ginevra, noncurante del fatto che quest'ultima gli rispondesse male in continuazione. Cosa che non faceva altro che aumentare l'odio della ragazza nei suoi confronti.
«Ti prego, Nadi, non andiamoci a sedere vicino a lui!» mormorò Ginevra all'amica.
«Non fare la stupida. Will è stato così carino a tenerci i posti, e io non ho intenzione di passare due ore seduta per terra» le rispose Nadine, avviandosi verso il ragazzo.
Controvoglia, anche Ginevra la seguì. «Will è stato così carino!» borbottò fra i denti, scimmiottando l'altra.

 

 

 

 

Circa due ore dopo, Ginevra era sicura che quella fosse decisamente una giornata no. Il professore, arrivato in ritardo, aveva pensato bene di prolungare la durata del corso per recuperare il tempo perso. Eppure, la ragazza non era riuscita a seguire neanche mezzo discorso: la sua mente era altrove, e aveva passato tutto il tempo a scarabocchiare sul quaderno che teneva aperto davanti.
You need to find out, 'cause no one's gonna tell you what I'm on about.
Le parole del testo di Supersonic spiccavano sulla pagina bianca. Peccato che Ginevra si sentisse in qualsiasi modo, tranne supersonica, in quel momento. La sera prima, infatti, aveva scoperto che il suo ex storico, Lorenzo, aveva iniziato a frequentare un'altra, tale Barbara De Luca. ''Ma dai, lui c'ha vent'anni e lei ne ha sedici. Non si sente un po' pedofilo, dico io?'' aveva commentato Alessandra, quando gliel'aveva raccontato. Ginevra aveva annuito, ovviamente d'accordo, ma la cosa non cambiava. Lorenzo era andato avanti. Lorenzo, che quattro mesi prima le aveva confessato di amarla ancora, che l'aveva guardata con occhi lucidi, che le aveva detto che era l'unica, quello stesso Lorenzo, ora, stava uscendo con un'altra. Si stava rifacendo una vita e Ginevra era perfettamente consapevole del fatto che avrebbe dovuto farlo anche lei. Avrebbe dovuto smettere di pensare sempre a lui, erano passati otto mesi da quando si erano lasciati ufficialmente e quattro da quando avevano interrotto tutti i rapporti ed era decisamente il caso di iniziare a farsene una ragione. Forse dovrei iniziare anch'io a vedere qualcun altro, pensò, ma in cuor suo sapeva che non l'avrebbe fatto. Nessun ragazzo le sembrava all'altezza di Lorenzo, e nessuno l'avrebbe mai più fatta sentire come la faceva sentire lui.
Sospirò, e in quel momento notò che tutti gli altri si stavano alzando. Evidentemente, la lezione doveva essere terminata, ma lei non se ne era accorta, presa com'era dai suoi pensieri. Raccolse le proprie cose e si affrettò a uscire dall'aula.
«Finalmente un po' d'aria fresca!» commentò Nadine, già impegnata a rollarsi una sigaretta. «Ne faccio una anche a voi?»
«Sì, brava Nadi!»
«A me no, ti ringrazio Nadine. Ho le mie» rispose Will, e Ginevra dovette trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo. Lui fumava esclusivamente le sue preziose Winston Blue. Che facevano pure schifo, tra l'altro.
«Ginny, ho notato che oggi sei stata piuttosto distratta a lezione»
Che cazzo voleva, quello? E poi doveva assolutamente smetterla di chiamarla Ginny. Manco fosse una strega dai capelli rossi, con un fratello sfigato e un fidanzato sfregiato. Erano a Napoli, lì, mica ad Hogwarts.
«Mmh, già» rispose Ginevra, accendendosi la sua sigaretta.
«Se vuoi, posso prestarti i miei appunti. Tu ci hai scritto su quella canzone per tutto il tempo»
«No, grazie» la ragazza lo fulminò con lo sguardo «E non è quella canzone, nel caso in cui non lo sapessi. Mai sentito parlare degli Oasis? E dire che tua madre è inglese, cazzo»
Will fece per aprire la bocca, ma Ginevra non gli diede il tempo di rispondere. «Sai cosa? Non mi interessa. Io me ne torno a casa, che tanto non ho più corsi da seguire. Ci vediamo» aggiunse, prima di girare sui tacchi e allontanarsi, diretta verso la metropolitana.
Sapeva che più tardi si sarebbe dovuta sorbire le lamentele di Nadine per essere stata così scostumata con il povero, piccolo Will, ma in quel momento le importava poco.

You need to find a way for what you want to say, but before tomorrow.

 

 

 

 

Un the caldo (rigorosamente Earl Grey), un piattino di deliziosi biscottini al burro e Alessandra rappresentavano esattamente il rimedio perfetto contro il malumore, secondo Ginevra.
Ecco perché, appena tornata dall'Università, aveva telefonato all'amica per chiederle di vedersi e Alessandra, come sempre, aveva acconsentito. Non importavano la mole di libri che aveva da studiare o gli impegni che poteva aver precedentemente preso, per lei c'era sempre. Probabilmente quella era la cosa che Ginevra preferiva di lei.
Le due si conoscevano da cinque anni, dai tempi della prima superiore, anche se non avevano legato granché, inizialmente. Era solo dal terzo anno, infatti, che avevano instaurato un rapporto così stretto. Era con Alessandra che Ginevra aveva iniziato a fumare. Con Alessandra era andata a ballare di nascosto, per la prima volta. Con Alessandra era rimasta a telefono tutta la notte, quando Lorenzo l'aveva lasciata. Alessandra era, per Ginevra, la sorella che non aveva mai avuto, ma che aveva sempre desiderato.
Erano completamente diverse, sia caratterialmente che fisicamente, ma ciò non importava. Importava solo il bene che si volevano, e il fatto che sapevano di poter sempre contare sull'altra.
«Ti rendi conto? Mi ha persino offerto i suoi appunti, come se io fossi una povera capra!»
Alessandra la guardava da sopra gli occhiali da vista, che avevano sempre il vizio di scivolarle lungo il naso, con l'aria di chi la sa lunga.
«E poi mi ha detto, senti qua eh, ''hai scarabocchiato quella canzone tutto il tempo''! Sai di quale canzone parlava, eh? Di Supersonic! Supersonic, cazzo! Disco d'argento in Inghilterra!» continuò Ginevra, sputacchiando il the e i biscotti di cui continuava ad ingozzarsi.
«Dovresti smetterla di parlare e mangiare contemporaneamente, sei disgustosa» commentò l'amica, all'apparenza noncurante dell'insulto di Fitzwilliam Calendoli nei confronti della band di Manchester, accendendosi una sigaretta con tutta calma. «E dovresti anche smetterla di prendertela con quel poveretto. Io l'ho conosciuto, e mi è sembrato un ragazzo d'oro, quindi non capisco che razza di problemi hai con lui.»
Ginevra alzò gli occhi al cielo. A quanto pareva, facevano tutti parte del Fitzwilliam Fan Club.
«Primo: non tutti, come te, sono ossessionati da quei due bruttaccioni che si credono dei gran fighi, quali i fratelli Gallagher. Esistono anche persone normali, in questo mondo, fortunatamente» continuò Alessandra «Secondo: chiaro che Mr. Darcy c'entra poco con il tuo nervosismo. Sei incazzata con il mondo intero perché quello stronzo di Lorenzo si sbatte una che ha appena finito l'asilo e, giustamente, la cosa ti fa girare i coglioni»
Alessandra cacciò una nuvoletta di fumo, e sorrise soddisfatta.
«E tu dovresti smetterla di analizzarmi in questo modo. So che frequenti Psicologia, ma questo non fa di te una psicologa, sai?» Ginevra divorò l'ultimo biscottino, sorridendo acidamente.
«Sciocchezze, ti piace parlare con me perché io ti dico le cose come stanno. E comunque non mi sembra che tu abbia negato la mia tesi»
«No, non l'ho fatto. Suppongo tu abbia ragione»
«Come sempre. E comunque è normale che tu stia così: lui è stato il tuo primo amore, e siete stati insieme due anni. Non si scordano in fretta»
«Parla per me, a quanto pare, lui i due anni se li è scordati»
Alessandra le prese la mano. «Non se li è scordati, Gin. Anche se Lorenzo mi sta sul cazzo, non posso dire questa cosa, e non la puoi dire manco tu. Il fatto che lui stia con 'sta tipa non implica che si sia già dimenticato di te»
«Mi odio per questo. Mi odio perché penso ancora a lui, e mi odio perché mi brucia che lui stia già uscendo con un'altra»
«Non devi odiarti: è una reazione del tutto normale, te l'ho detto. Anzi. Stai reagendo piuttosto bene, non mi sembra che tu stia piangendo disperata, o ti stia strappando i capelli»
Ginevra ingollò l'ultimo sorso di the. «Già»
«Dai, domani è venerdì, ce ne andiamo a ballare, solo ragazze... Così ti svaghi un po'»
«Mi piacerebbe» la ragazza sorrise tristemente «Ma Annamaria compie diciotto anni domani, devo andare alla sua festa. E indovina un po' chi ci sarà con la sua nuova dolce metà?»
Alessandra sbuffò. «E allora farai vedere a quel gran pezzo di merda che la sciaquetta che si è preso non vale neanche la metà di te!»
Ginevrà scoppiò a ridere, la prima vera risata di quel giorno. «Sai cosa ti dico? Hai ragione. Lorenzo rimpiangerà di essersi preso una bambina, quando poteva avere una donna!»
«Questa sembra una merdata di Facebook, sinceramente» commentò Alessandra, ridacchiando «Però il senso è quello, insomma. Tu sei fantastica, che lui lo sappia o meno»
«Più che fantastica, oserei dire supersonica» rispose Ginevra, facendo alzare gli occhi al cielo all'amica «E lui lo saprà, te lo dico io. Lo saprà eccome»

 

I need to be myself, I can't be no one else, I'm feeling supersonic.









Note d'Autore: salve a tutti e, beh, grazie se siete arrivati fin qui con la lettura XD Questa long è una storia che ritengo molto importante, in primis perché c'è davvero tantissimo di me, al suo interno, e anche perché si tratta della prima long originale che scrivo e quindi, sì, ammetto di essere un po' emozionata XD
Su EFP è già presente uno "spinoff" di questa long - Quel che resta di Noi - una sorta di prequel, ambientato quattro mesi prima degli eventi narrati in Tutti i Brividi e che ha come protagonisti Ginevra e Lorenzo e che spiega meglio alcuni aspetti della loro relazione.
Alcune delle frasi in corsivo, nella storia, sono tratte da Supersonic degli Oasis (che dovreste assolutamente ascoltare se non conoscete *___*); la traduzione è la seguente: "Devi essere te stesso, non puoi essere nessun altro. / Mi sento supersonico, dammi del gin&tonic, puoi avere tutto ma quanto lo desideri? / Devi scoprirlo perché nessuno ti dirà cosa ho intenzione di fare / Devi trovare un modo per dire quello che vuoi dire, ma prima di domani / Devo essere me stesso, non posso essere nessun altro. Mi sento supersonico.
Un ringraziamento speciale va a Whisper per aver betato questo primo capitolo e ad AgnesDayle per essere sempre disponibile e gentile (oltretutto è un'autrice magnifica, quindi dovreste tutti leggere le sue storie u.u).
Spero che questo primo capitolo abbia attirato la vostra attenzione, una recensione è sempre cosa gradita <3


 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Emma Bennet