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Autore: XShade_Shinra    09/10/2013    2 recensioni
{Dedicata a Kumiko_Walker}
Quando Tyki aveva posato le sue auree iridi su quel bracciale, mentre passeggiava con Road per le bancarelle sul lungo mare di un afoso venerdì sera, non aveva potuto fare a meno di pensare che sarebbe stato divinamente avvolto al polso di Ellen.
[ Gender Bender - Tyki x fem!Allen ]
[ Fanfiction partecipante alla Challenge "wTunes Desires" indetta dalla community Dieci&Lode ]
[ Fanfiction pubblicata per la "Poker pair Week 2013" ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Allen
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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-Debiti-
{Dedicata a Kumiko_Walker}
Quando Tyki aveva posato le sue auree iridi su quel bracciale, mentre passeggiava con Road per le bancarelle sul lungo mare di un afoso venerdì sera, non aveva potuto fare a meno di pensare che sarebbe stato divinamente avvolto al polso di Ellen.
[Gender Bender - Tyki x fem!Allen]
Fanfiction partecipante alla Challenge "wTunes Desires" indetta dalla community Dieci&Lode
Fanfiction pubblicata per la "Poker pair Week 2013"

-Titolo: Debiti
-Autore: XShade-Shinra
-Manga: D.Gray-man
-Pairing: fem!Allen/Ellen Walker, Tyki Mikk (Poker Pair)
-Genere: Sentimentale
-Avvertimenti: WI, Shounen-ai, Gender Bender
-Rating: Verde
-Prompt Dieci&Lode (tabella wTunes Desires): #04 - Your beauty’s not just a mask
-Prompt da "Two Hundred Black and White Pearls": Capitolo 4 - #44 Bracciale.
-Capitoli: One Shot
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: Era da un po' che non pubblicavo qualcosa - e non intendo in questo fandom, ma proprio in genere. Mi dispiace aver postato questa FF solo ora, visto che avrei dovuto farlo già da tempo, in quanto l'avevo promessa a Kumiko Walker come piccolo regalo da fan a fan. E scusatemi anche per l'assenteismo come recensore.
Auguro a tutti che questa FF possa essere una piacevole lettura e, naturalmente, buona Poker pair week (anche se è iniziata da ieri). ^^




- Debiti -

Quando Tyki aveva posato le sue auree iridi su quel bracciale, mentre passeggiava con Road per le bancarelle sul lungo mare di un afoso venerdì sera, non aveva potuto fare a meno di pensare che sarebbe stato divinamente avvolto al polso di Ellen. Lo comprò senza pensarci due volte. Era economico ma molto bello: tre grosse maglie d’argento che si intricavano tra loro e si richiudevano con un gancetto; nessun pendaglio, nessun colore oltre al grigio. Semplice e d’effetto.

Road sorrise e fece finta di essere troppo impegnata a contemplare dei carinissimi orecchini a forma di zucca per aver notato l’acquisto dell’altro Noah. Sapeva bene a chi l’avrebbe donato e lei non voleva intromettersi in un gesto così privato. Ne era certa: Tyki lo avrebbe tenuto con sé, attendendo l’occasione buona per darglielo.

E quell’occasione non tardò a presentarsi.

***


Ormai l’afa era un lontano ricordo, soppiantata dal gelo invernale, portatore di neve.

Ellen, Miranda e alcuni Finder avevano appena terminato la loro missione per controllare se degli strani fenomeni – rivelatisi poi solo delle stupende aurore boreali – erano in qualche modo interconnessi con i frammenti dell’Innocence, e avevano approfittato di quella mezza giornata libera per starsene al calduccio nella hall della loro baita ad attendere che si facesse l’ora per scendere a valle a prendere il treno.

Miranda era vicina al fuoco a riscaldarsi e chiacchierare con un Finder sul fatto che per una volta si erano fatti una vacanza, lontano dai Noah e dagli Akuma.

Ellen li ascoltava rivolta alla finestra, guardando la fine coltre bianca che aveva ricoperto nuovamente tutto durante la notte. C’erano alcuni bambini che giocavano lì vicino, mentre gli adulti spalavano la neve e qualche coraggioso camminava in mezzo ad essa senza aspettare che le strade venissero pulite dalla macchina spalaneve. Fu proprio una di queste persone a catturare la sua attenzione.

«Esco un po’», disse lei, andando verso il portone principale, prendendo il cappotto dell’Ordine lungo strada, seguita dal suo fidato golem.

«Dove vai?», domandò Miranda.

«A fare un giro», rispose, senza volerla allarmare. Non c’era traccia di Akuma nei dintorni – lo poteva sapere con certezza grazie al suo occhio maledetto ancora inattivo – e prima voleva accertarsi di quel che aveva notato.

«Tra due ore dobbiamo incamminarci, nobile Esorcista», gli ricordò educatamente un Finder.  Ellen disse che avrebbe fatto ritorno in tempo e uscì. Il freddo la accolse con un abbraccio che sapeva di morte – lo sbalzo termico tra dentro e fuori era molto più forte di quanto la ragazza avesse sospettato –, ma questo non la fece tornare indietro e camminò nella direzione che aveva preso un uomo passato da poco lì davanti.

Ci mise un bel po’ a raggiungerlo e quando fu a pochi passi da lui attivò la sua Innocence e fece diventare il braccio una spada che puntò alla schiena dell’uomo, toccandogliela senza fargli male.

«Fermo», intimò con voce decisa. L’uomo obbedì ed Ellen fece scorrere la spada fino a posandogli la lama sulla spalla con la parte tagliente sul collo. «Sei l’unica persona che io conosca che riesce a camminare sulla neve senza lasciare tracce dietro di sé. Tyki», il suo nome fu detto con uno sbuffo divertito.

Il Noah ridacchiò e sollevò le braccia in segno di resa. «Ciao, piccola. Qual buon vento?», domandò con voce ovattata dalla sciarpa, riconoscendo subito la sua amata nemica Esorcista. Lui non stava camminando nella neve ma sulla neve, non volendo ghiacciarsi le gambe.

«Vento di tempesta, Tyki, se non mi dici subito che cosa ci fai qui», rispose, rimanendo a debita distanza da lui e tenendo ben salda la presa sull’elsa dell’arma. Non si fidava di lui, ma non voleva attaccarlo finché non fosse stata attaccata.

Il Noah annuì. «Posso girarmi o dobbiamo parlare così?», chiese, non volendo fare mosse avventate; aveva già avuto il (dis)piacere di provare quella spada nel petto e non ci teneva particolarmente a ripetere l’esperienza.

«Lentamente», acconsentì lei, ferma, tenendo immobile il filo della spada contro il collo di Tyki mentre lui si girava in modo che fossero faccia a faccia. Oltre la sciarpa e la cuffietta, Ellen vide che la carnagione di Tyki era abbronzata e i capelli tenuti scomposti; unito alla sua espressione da farfallone sembrava un perfetto istruttore di sci, gli mancava solo la tuta.

I due si guardarono per qualche secondo negli occhi, ma non riuscirono a reggere per molto quel contatto visivo.

«Allora, Tyki? Che ci fai qui?», domandò ancora l’Esorcista.

Timcanpy si andò a posare sulla cuffietta in lana dell’uomo, come per ricordargli la sua presenza. In caso di combattimento ci sarebbe stato anche lui.

«Mah… in realtà sono qui a fare spese…», iniziò a dire, ma Ellen premette un po’ di più la spada contro la sua gola.

«In un villaggio dove c’è a malapena un emporio?», domandò scettica.

Tyki deglutì. «Ok, ok. Ero in missione», ammise, agitando le mani. Non era in una bella situazione e si diede dello stupido per aver abbassato la guardia, ma in fondo era contento per quel fortuito incontro. Erano mesi che non si vedevano. «Ma a quanto pare non ho trovato nessuna Innocence», puntualizzò. «Se credi che abbia trovato il frammento prima di te, puoi perquisirmi… in maniera approfondita». Nonostante il suo sorriso malizioso fosse coperto dalla sciarpa, Ellen non si dovette sforzare per immaginare come fosse lascivamente arricciato, aiutata dalla luce negli occhi chiari. Fu Timcanpy a ristabilire lo status quo, dando un colpo di coda in testa al Noah: nessuno doveva permettersi di essere volgare con la sua amica Esorcista.

La ragazza sorrise appena alla scena. «Mi fido», disse, guardando Tyki che si lamentava. «Così è stata per tutti una grossa perdita di tempo…», quasi sbuffò, allontanando la spada dal Noah, che la guardò ad occhi sgranati. «Va’, i miei compagni non sanno che sei qui».

Glielo doveva da quella volta in treno, quando avrebbe potuto affrontarla ma non l’aveva fatto. Stava solo ripagando un debito, era questo che si ripeteva mentalmente. Non era una traditrice.

Tyki la guardò con occhi complici, ben lontano dallo sguardo che si dovrebbe riserbare a un nemico. «Mi lasci andare così?», domandò.

«Non farmene pentire», rispose lei, allontanando l’arma ma tenendo l’Innocence attiva. Anche Timcanpy si allontanò da lui, volteggiando lento attorno a Ellen.

L’uomo annuì. «Ma così sarò in debito, ragazzina…», disse, sprofondando le mani nelle tasche del giubbotto e usando, non visto, il suo potere Noah per giungere fino alla tasca dei pantaloni, dove teneva nascosto l'oggetto dal quale non si era mai separato in tutti quei mesi.

«La prima ed essere stata in debito ero io, ora siamo pari», spiegò lei. Era nervosa e aveva fretta. Non voleva che la vedessero in circostanze così amichevoli con lui, quindi i suoi toni potevano sembrare freddi e distaccati, ma solo perché, in fondo, aveva paura – paura di se stessa e di quel sentimento che aveva da sempre provato per Tyki, fin dalla prima volta che si erano visti e che non era mai cambiato nonostante la guerra.

«Permettimi di offrirti un regalo, allora. In modo che tu mi sia ancora debitrice, per tempi in cui ce ne sarà più bisogno», disse, allungando verso di lei la mano con il pugno chiuso.

Lo sguardo di Ellen, da incerto e preoccupato, divenne sorpreso, quasi felice, quando Tyki aprì le mostrò il palmo e poté vedere il semplice bracciale in argento. «Per me?», domandò lei, incerta.

«Solo per te», confermò lui, annuendo. «Forse sarebbe stato meglio un anello, piccola? Ma cosa avresti detto a tutti gli altri quando te lo avrebbero visto?», ridacchiò.

Pensando che potesse trattarsi di una trappola, Tim si mosse più velocemente del cuore candido e puro di Ellen, e andò di persona a prendere il gioiello, mordendolo tra le fauci e volando nuovamente dall’Esorcista.

Tyki non disse nulla, nonostante avesse voluto che Ellen si avvicinasse a lui in modo da poterle mettere lui stesso al polso quel dono.

La ragazza se lo fece posare sul palmo della mano e sorrise, accarezzando l’argento come se fosse l’oro più puro. Lo strinse forte nel pugno, come a non volerlo perdere né farlo vedere da alcuno, e rivolse nuovamente lo sguardo avanti. «Gra—», ma le parole le morirono in gola quando vide che davanti a lei non c’era più nessuno. «Tyki?!», chiamò usando un tono di voce un po’ più alto del normale.

La neve ancora perfettamente pari, senza alcuna orma a testimoniare l’accaduto, come se non fosse mai successo. «Tim?», chiese lei, mentre si guardava attorno, sperando che il golem avesse registrato qualcosa, ma la creauturina dorata scosse il corpo a intendere un “no” – in quel momento stava guardando l’espressione di Ellen, non il nemico. Il Noah capace di manipolare la materia doveva aver preferito sprofondare nella neve piuttosto che sapere se Ellen avesse gradito o meno il regalo.

Perché Tyki era un uomo bugiardo e codardo, ma nonostante questo Ellen non riusciva davvero a cancellare quel sorriso dolce pitturato sulle labbra. Si portò la mano destra al cuore e ridacchiò appena.

Lo avrebbe indossato alla sinistra, cosicché Tyki avesse potuto vederlo sull’elsa della sua spada al prossimo incontro e avesse potuto capire che il regalo le era davvero piaciuto.

«Non vedo l’ora che questa guerra finisca, Tim…», sussurrò piano l’Esorcista, sospirando. Forse allora quel suo sentimento non sarebbe più stato un peccato e avrebbe potuto saldare quell’infinito debito posando finalmente le labbra su quelle di Tyki.


§Fine§
XShade-Shinra


  
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