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Autore: Gondola89    10/10/2013    0 recensioni
E ora era lì: fragile e trionfale come sempre. Intimorito, pieno d'ansie, solo. Ed era lì per lei. Per i suoi occhi che si illuminavano di sorrisi repressi, per le grida soffocate in quel letto, per i sospiri ingoiati nella notte.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Pioggia

 

 

Non pensava, non sperava più di trovarlo lì, sotto casa; bagnato di piogge di giorni, di anni forse; perso in chissà quale infelicità, in quelle malinconie che lo rendevano tanto odioso eppure tanto adorabile.

Le sue guance arrossate, la sua bocca silenziosa e piena di parole che faticavano ad esplodere, i suoi occhi curvi e dolenti, come incapace di credere e far credere ai suoi sentimenti.

“Ti aspetto da ore...” sussurra nella pioggia.

Lei non riesce a rispondere, non riesce a pensare. Vede di nuovo quelle mani, che cerca di dimenticare; le sente su di Sé, ricorda quando l'hanno afferrata e stretta in una morsa e sfiorata dolcemente e poi scoperta ovunque. Ricorda quelle labbra che la mordono, la cercano, tremano su di lei. E ricorda quelle notti indimenticabili in cui niente aveva senso; o tutto ne trovava uno.

Le lenzuola disfatte, stropicciate, gettate con foga ai confini del letto; il vento dalla finestra, gli abbracci furtivi che l'avevano resa schiava di quelle memorie e di quei tormenti.

“Amami...” aveva pensato “ti chiedo solo questo”.

E questo sospirava nella solitudine del suo letto, di questo bagnava le guance e con questo accendeva i suoi giorni, uno dietro l'altro, volando di improvvise speranze e cadendo di cupe disillusioni.

E ora era lì: fragile e trionfale come sempre. Intimorito, pieno d'ansie, solo. Ed era lì per lei. Per i suoi occhi che si illuminavano di sorrisi repressi, per le grida soffocate in quel letto, per i sospiri ingoiati nella notte.

“Amami.” Pensava anche in quel momento. Amami come non hai mai amato nessuna. Fai di me il tuo sogno prepotente, il fantasma che torna e ti spaventa, la colazione alle dieci, la luce dalla finestra, il gelato senza panna, il tuo peccato migliore, il tuo desiderio e la tua paura. Trema per me, fallo con me; sorridi, urla, canta nei miei occhi, sulla mia bocca; canta sui miei seni e sui miei silenzi. Amami.

Stettero in silenzio, a guardarsi. In silenzio, bagnati della stessa pioggia.

“Ti amo” eruppe lui in una vibrante esplosione. E la baciò.

La baciò contro il muro. Come un sogno, come una parola, come il sesso; come il suo silenzio, la sua gioia, come quell'amore.

  
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