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Autore: Lys3    10/10/2013    4 recensioni
Come sono arrivati Cato e Clove a rappresentare il Distretto 2? E cosa è accaduto loro nell'Arena? Questa è la storia di due ragazzi che volevano rendere fiero il proprio Distretto, due ragazzi che pensavano di vincere i 74esimi Hunger Games.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cato, Clove, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20 – Cato
 
Dalla morte di Thresh i Giochi presero una piega strana per me: non avevo un nascondiglio, non avevo cibo, non avevo nessuno.

Il temporale continuò per i giorni seguenti che non seppi contare data l’assenza del sole. Vagavo per l’Arena in cerca di non so cosa, smarrito, disperato. La pioggia mi fiaccava violentemente, ma non riuscivo a trovare un posto davvero sicuro dove ripararmi.
Rimanevo sempre nei paraggi del lago, per avere una fonte d’acqua sicura, ma il cibo scarseggiava. Dal mio Distretto non arrivavano più paracadute, nemmeno per premiarmi per aver ucciso un altro Tributo, per aver portato altra gloria. Ero stato dimenticato, ero un morto che camminava. Senza cibo stavo perdendo le forze, non so quanto ancora avrei potuto resistere mangiando i piccoli e insipidi frutti che di tanto in tanto trovavo.

Ad un certo punto riuscii a scorgere la ragazza del 5 che mi seguiva. Era spaventata e anche lei aveva l’aria affamata. Probabilmente durante la maggior parte dei Giochi aveva seguito noi Favoriti approfittandone per prendere un po’ di cibo, ma ora che anche io morivo di fame lei non sapeva cosa fare.
Ero troppo stanco per rincorrerla e cercare di ammazzarla. Ricordavo che era abbastanza veloce e furba da potermi fregare dato che non ero nelle condizioni migliori.
Data la situazione, però, se ne andò.

Quando finalmente la pioggia svanì, rimasi a lungo nella radura per asciugarmi.
Mentre mi crogiolavo al sole, cercai di ricordare da quanto tempo non parlavo con qualcuno, ma avevo perso il conto. Non sapevo nemmeno più da quanto tempo Clove era morta. Non sapevo e capivo più nulla.
Una volta asciutto mi dedicai alla caccia. Riuscii a guadagnarmi del cibo che mi sarebbe bastato a lungo e, contento, mi sedetti sul limitare della radura a mangiare.
Era pomeriggio quando sentii un colpo di cannone e sobbalzai.
Cos’era successo?
Aspettai con ansia la sera per vedere di chi fosse il cadavere che un hovercraft aveva portato via dal folto del bosco.
Apparve lo stemma di Capitol City e il viso della ragazza del 5.
Ora eravamo solo in tre, ed io non avevo davvero speranze.

Katniss e Peeta erano troppi per me, nonostante l’armatura che avevo ricevuto dal mio Distretto, che fino ad ora era stata per me completamente inutile.
Non volevo morire. Avevo paura, una tremenda paura.
Mi rintanai nella foresta per sfuggire al mio destino, sperando che ciò potesse ritardare le cose, ma mi sbagliavo.
La giornata trascorse all’insegna dell’agonia, del dolore e della paura. Sapevo il destino che mi attendeva quale fosse, e non c’era nulla che avrebbe potuto cambiarlo.
Dal momento in cui Clove era morta, lo ero diventato anche io. Da solo non avrei potuto vincere contro gli sventurati amanti del Distretto 12, e nessuno degli altri due Tributi allora in vita avrebbe fatto un’alleanza con me.
Ero condannato, come Jared e come tutti gli altri Tributi inesperti che si erano ritrovati qui.
Ero diventato io adesso quello che pregava per una morte indolore e rapida, e loro l’assassino che mi dava la caccia e che voleva la mia morte.
Quando il sole iniziò a tramontare pensai che forse ce l’avevo fatta a sfuggire al fato per un’ultima notte, che abbastanza lontano dal centro dell’arena non mi sarebbe successo niente, al sicuro tra gli alberi.

Ma se gli Strateghi volevano che accadesse qualcosa, avrebbero trovato un modo.

Così liberarono gli ibridi. Mostri dalle sembianze di cane-lupo troppo cresciuto. Era una dozzina forse e sbucarono dal nullo
Solo e disarmato non potei far altro che iniziare correre, ma era chiaro che erano loro a guidarmi: non appena cercavo di deviare di lato, me ne ritrovavo uno accanto che mi costringeva ad andare dritto.
Avevo i polmoni in fiamme quando sbucai nella radura.
Le gambe mi facevano male e mi mancava l’aria.
Immaginavo quante scommesse ci fossero state nell’ultimi venti minuti, chi credeva che mi avrebbero preso e chi no.
Accanto al lago c’erano i ragazzi del 12. Katniss mi puntò una freccia al petto, senza successo, ed io, troppo impegnato a scappare, passai in fretta tra di loro senza degnarli di uno sguardo. Corsi alla Cornucopia, pronto ad arrampicarmi per la sopravvivenza.
I due mi seguirono a rotta di collo non appena videro gli ibridi.
Riuscii a salire agevolmente, grazie al mio vantaggio. Loro invece se la videro brutta e la loro lotta con gli ibridi durò un bel po’.
Mi bastò, però, per riprendere fiato. Non appena riuscii a rimettermi in piedi, in un ultimo disperato tentativo di vivere, catturai Peeta in una mia morsa letale, soffocandolo quasi con il mio braccio.
Era troppo debole e ferito per reagire, ma Katniss mi puntò prontamente l’arco alla testa.
“Se muoio io, lui morirà con me” bisbigliai con rabbia.
Io non avevo più la mia Clove, lei non avrebbe avuto più il suo ragazzo.
I conti così sarebbero stati pari, no?
Volevo che lei comprendesse cosa significava vedere la persona che amavi morire senza poter fare nulla.
La mia presa sulla gola del ragazzo diventava sempre più forte, ma ero talmente immerso nei miei pensieri, talmente intento a progettare la mia vendetta, che mi accorsi troppo tardi del gesto di Peeta: aveva indicato a Katniss la mia mano e lei mi scaraventò una freccia lì.
In preda al dolore lasciai andare la presa e i due approfittarono dell’istante per scaraventarmi giù.
La caduta mi mozzò il fiato, quasi non riuscivo a respirare. Probabilmente mi si era rotto una costola.
Ma cosa importava della costola ora che più di una dozzina di ibridi si avventava sul mio corpo con fare famelico?
Urlai, a lungo, cercando di liberarmi, e all’inizio ci stavo quasi riuscendo. Riuscivo ad aprirmi un varco tra di loro, a vedere il luccichio della Cornucopia d’orata sotto i raggi di luna, ma poi smisi di lottare.
Lo feci perché ero troppo stanco, lo feci perché non mi andava più di vivere.
Non avevo più motivo di tentare di rimanere in vita: ero troppo debole per vincere, la lotta avrebbe solo prolungato la mia agonia, e poi non c’era un futuro per me al Distretto 2, perché senza la mia Clove non sarei andato avanti.
Pregai in silenzio per mia madre, che avrebbe pianto a lungo la mia morte, e per i miei fratelli. Sperai con tutto me stesso che la mia morte avrebbe convinto mio padre a non far seguire lo stesso percorso al mio piccolo fratellino Mat.
Io ero la prova che la forza non è tutto, che negli Hunger Games serve l’astuzia, l’intelligenza ma soprattutto la fortuna.
Ma la fortuna quest’anno non era stata a favore del Distretto 2.
E nemmeno dalla mia, dato che avevo perso tutto e adesso mi stavano privando anche della mia vita.
Pensavo a Clove, mi aggrappai al pensiero del suo sorriso splendente per non piangere e non supplicare aiuto. Ma ciò non mi impedì di urlare dal dolore, di urlare con tutto il fiato che avevo per la carne che mi veniva staccata lentamente dagli arti e dal volto. I miei organi vitali erano al sicuro e questo ritardava la mia morte, che si fece attendere tutta la notte.
Il sole stava sorgendo e il dolore non accennava a finire. Volevo morire, non volevo sentire più quel dolore.
Vidi Katniss guardarmi dall’alto della Cornucopia, l’arco ancora in mano. Cercai di dirle “per favore, uccidimi” ma ne uscì solo un flebile sussurrò.
Lei dovette capire. Incoccò una freccia, la puntò al mio volto e tese la corda dell’arco. La lasciò poi andare e, tra la bava degli ibridi e il mio sangue, vidi la freccia venire verso di me e in un solo istante era tutto finito.

Per sempre.







Ed eccoci alla fine di questa storia. Mi è piaciuto molto condividere con voi quelli che secondo me sono stati gli Hunger Games di Cato. Spero di non aver deluso le vostre aspettative ma soprattutto di avervi coinvolto. Insomma, io li adoro e mi è piaciuto scrivere su di loro, anche se ammetto che avrei potuto fare molto di meglio. Ma alla fine si tratta solo di una ff scritta per passare il tempo e condividere qualcosa con voi ^^ fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima e possa la fortuna essere sempre a vostro favore! :*
  
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