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Autore: pluviophilia    10/10/2013    2 recensioni
Louis non aveva mai creduto nell’amore più di tanto, a forza di ascoltare e riascoltare le fiabe sul principe azzurro, sul lieto fine, quelle che amavano tanto le sue sorelline, e dopo anni e anni, fiabe e castelli, si era convinto che nulla di tutto questo potesse esistere.
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Harry non aveva mai dato troppa importanza all’amore. Ci credeva, eh, eccome se ci credeva. Era facile vederlo mano nella mano di una ragazza, nei corridoi della scuola. Ragazza che un mese era mora, un mese bionda, quello dopo castana. Harry non capiva perché nessuna delle sue relazioni, nessuno dei suoi flirt, andasse a buon fine. Harry non capiva perché, dopo quelle due o tre settimane, fosse sempre lui a mollare la sua partner, sentendosi vuoto. Harry non capiva, non riusciva a capire, cosa fosse il vero amore.
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And you know my heart by heart

And you know my heart by heart

And you know my heart by heart.

[Larry!]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10102012 Un anno su efp. 10102013




 
When your soul finds the soul it was waiting for

Quando la tua anima trova quell’anima che stava aspettando
When someone walks into your heart through an open door

Quando qualcuno ti entra nel cuore attraverso una porta aperta
When your hand finds the hand it was meant to hold

Quando la tua mano trova la mano che voleva stringere
Don’t let go

Non lasciarlo andare
 

Louis non aveva mai creduto nell’amore più di tanto, a forza di ascoltare e riascoltare le fiabe sul principe azzurro, sul lieto fine, quelle che amavano tanto le sue sorelline, e dopo anni e anni, fiabe e castelli, si era convinto che nulla di tutto questo potesse esistere.

Nella sua classe, quel semestre, c’era una ragazza molto, molto carina. Sembrava una principessa. Era bionda, aveva gli occhi azzurri e profumava di primavera. Tutti i ragazzi della scuola avrebbero fatto qualsiasi pazzia per un appuntamento con lei, per poterla baciare, eppure Louis no. Neanche quando lei gli aveva chiesto di andare a prendere qualcosa insieme, dopo scuola, era riuscito a dirle di sì. Non provava nessun tipo di attrazione per quella ragazza, che invece sembrava così intrigata da lui. La cosa strana, pensava il castano, era che, caratterialmente, la bionda non aveva nulla di sbagliato. Era simpatica, divertente, un po’ timida forse, e molto gentile. Tutte qualità che Louis apprezzava. Ma allora perché, perché non riusciva a provare qualcosa, qualsiasi cosa per lei?

Louis, con il tempo, aveva definitivamente smesso di credere nell’amore. Nessun partito che gli si era offerto sembrava soddisfarlo. Ogni ragazza, donna, fanciulla che aveva incontrato per strada, in discoteca, a scuola.  Nessuna era riuscita a far scattare in lui qualcosa, per Louis erano tutte ombre, principesse o meno, non riuscivano ad attirarlo minimamente.

Ma no, non aveva mai pensato di essere sbagliato. Aveva sempre, semplicemente e costantemente pensato che l’amore non esistesse. Che tutte quelle coppiette fossero il prodotto di paura. Paura della solitudine. Senza alcun sentimento, alcuna emozione dietro.

Per il ventiduenne Louis Tomlinson l’anima gemella era una credenza, una sciocca superstizione degli antichi. Nessuno sembrava essere capace di entrare nel suo cuore e colpirlo. Colpirlo fino ad arrivare all’amore. Nessuno suscitava in lui quel fascino, quella paura della perdita, quella gelosia.

Non aveva ancora trovato una mano che si adattasse alla sua, degli occhi che riflettessero l’oceano delle sue iridi, qualcosa da stringere a sé e da non far scappare.
 

 
Someone comes into your world

Qualcuno entra nel tuo mondo
Suddenly your world has changed forever
Subito il tuo mondo cambia per sempre
 

Harry non aveva mai dato troppa importanza all’amore. Ci credeva, eh, eccome se ci credeva. Era facile vederlo mano nella mano di una ragazza, nei corridoi della scuola. Ragazza che un mese era mora, un mese bionda, quello dopo castana. Harry non capiva perché nessuna delle sue relazioni, nessuno dei suoi flirt, andasse a buon fine. Harry non capiva perché, dopo quelle due o tre settimane, fosse sempre lui a mollare la sua partner, sentendosi vuoto. Harry non capiva, non riusciva a capire, cosa fosse il vero amore.

La sua ultima fidanzata, di cui si era già dimenticato il nome, l’aveva travolto come la bella stagione dopo l’inverno. Si sentiva nuovo, attivo, pieno di sé, felice. Si era sentito così per due settimane, poi una mattina si era svegliato accanto a lei, le aveva accarezzato i capelli ramati, osservandola dolcemente, e si era accorto di non provare più nulla. Il vuoto totale. Si era alzato, vestito, e se n’era andato, lasciandole un’ultima carezza.

Harry si chiedeva se fosse un debole, se le persone approfittassero di lui, o se semplicemente avesse le idee troppo confuse, e gli ci volesse qualche giorno per chiarirle, qualche giorno per mollare ogni nuova fiamma.

Tante persone erano entrate nel mondo di Harry, tante persone tra scuola, casa, amici di quartiere, sport, vacanze, e semplici conoscenze passeggere. Tante persone erano entrate nel mondo di Harry, ma nessuna l’aveva cambiato.

Tante persone erano entrate nel mondo di Harry, ma nessuna aveva lasciato il segno.
 

 
No there’s no one else’s eyes

No, non ci sono occhi di nessuno
That could see into me

Che possano vedere dentro di me
No one else’s arms can lift

Le braccia di nessuno a sollevare
Lift me up so high

Sollevarmi così in alto
Your love lifts me out of time

E il tuo amore mi solleva oltre il tempo
And you know my heart by heart
E conosci il mio cuore a memoria
 

Louis era stanco. Aveva dormito poco, e gli uccellini che avevano deciso di appostarsi proprio sul suo davanzale erano una tortura. Un cinguettio continuo. Cos’avevano per essere tanto felici? Cosa li spingeva a cantare senza pensieri, come se la vita fosse una melodia e loro potessero decidere con quali note comporla?

Louis stava andando a scuola, come sempre, come ogni mattina, com’era d’abitudine, d’altronde. Come pensava avrebbe sempre fatto per due anni a venire, annoiandosi a morte. Quel giorno, però, qualcosa avrebbe stravolto la sua ordinaria routine. Qualcuno sarebbe entrato nella sua vita.

Il ragazzo arrivò alla fermata dell’autobus. Il vento gelido della prima mattina soffiava sul suo viso, sul suo torace e sulle sue braccia, sbattendo contro la camicia e il ciuffo saldato dal gel. Alzò gli occhi verso il segnale luminoso, che indicava i tempi d’attesa per le linee A, B e C. Louis doveva prendere la seconda, che, come sempre, era quella più in ritardo. Solo nove minuti questa volta. Guardando in alto, non si accorse del ragazzo che era chinato vicino alla panchina della fermata, e stava sistemando un libro nello zaino. Inciampò su di lui, e sarebbe bastato un attimo per cadere se il ragazzo non lo avesse afferrato per la vita, tenendolo in piedi.

I suoi occhi erano verdi come il prato perfettamente curato di casa di Louis, e una marea di riccioli castani gli incorniciavano il volto. Louis era allo stesso tempo affascinato e impaurito dal suo sguardo. Lo rassicurava, eppure sembrava potesse leggergli dentro. E a Louis non piaceva questo, nessuno sarebbe mai riuscito a capirlo.

Poi non era esattamente la situazione in cui si sarebbe voluto trovare. Ma cos’era sembrato, un’isterica ragazzina dodicenne che si fa salvare dal principe azzurro prima di cadere a terra? Patetico.

-Tutto bene?- domandò il riccio, quasi preoccupato.

-Dovrei essere io a chiederlo, dopotutto ti sono venuto addosso…-

-Mhpf, non è nulla. Comunque piacere, Harry.- gli tese la mano, mettendosi lo zaino in spalla.

-Louis.- la strinse -Non mi sembra di averti mai visto qui.-

-Infatti, sono arrivato da un paio di mesi. Prima vivevo ad Holmes Chapel, nel Cheshire.- spiegò lanciando un’occhiata al cartellone elettronico.

-Capisco.- mormorò Louis, sedendosi sulla panchina. Ma la verità era che non capiva, non capiva nulla. I suoi occhi, il suo sorriso, le fossette che si formavano sul volto di Harry quando muoveva le labbra. Gli sembrava di conoscerlo da una vita.

Gli sembrava di conoscerlo a memoria, come se non avesse mai fatto altro.
 
 
 
When you’re one with the one you were meant to be find

Quando sei un tutt’uno con l’unico che eri destinato a trovare
Everything falls in place, all the stars align

Tutto si mette a posto, le stelle si allineano
When you’re touched by the cloud that has touched your soul

Quando sei toccato dalla nuvola che tocca la tua anima
Don’t let go

Non lasciarla andare
 

I giorni passavano, e ogni mattina Louis incontrava il ragazzo dai capelli ricci alla fermata dell’autobus. Ogni mattina si alzava con uno strano sorriso sulle labbra, come se la vita avesse preso una nuova attrattiva, e valesse la pena di apprezzarla.

Louis, a volte, arrivava in ritardo alla fermata dell’autobus, con la conseguenza di entrare all’ora dopo, per vedere Harry. Vedere, non parlare con lui. Gli bastava solo poterlo osservare, in silenzio, cercando di capire cosa volesse significare questo strano sentimento che provava nei suoi confronti. Qualche mattina scambiavano un paio di parole, giusto sul tempo, sul freddo pungente e il caldo asfissiante, giusto da buoni vicini.

Ma Louis, l’aveva notato, aveva trovato Harry a guardarlo con la coda nell’occhio, per girarsi appena il castano lo capiva. Ma Louis, l’aveva notato, aveva capito che Harry si leccava le labbra appena prima di parlare quando era nervoso, e con lui lo faceva spesso. Ma Louis, l’aveva notato, gli occhi del riccio prendevano una sfumatura diversa quando, per qualche secondo, si fondevano con i suoi.

Ma Louis, l’aveva notato, Harry era diverso da chiunque avesse conosciuto.

In sua compagnia si sentiva stranamente leggero, tranquillo, come in una bolla di vetro dove niente poteva scalfirlo. E quando arrivava alla fermata troppo presto, o troppo tardi, e Harry non c’era, si sentiva in colpa per averlo lasciato andare, averlo lasciato da solo.

E non riusciva a mettersi il cuore in pace fino a quando lo rivedeva, sempre lì, sempre sorridente, il giorno dopo.
 

 
Someone comes into your life
Qualcuno entra nella tua vita
It’s like they’ve been in your life forever
Come se fossero sempre stati lì
 
Era il 23 marzo, e Harry non riusciva a crederci. Era esattamente un anno che conosceva Louis.

Da quando si era trasferito aveva creato numerose amicizie, tra scuola e vicini di casa, e sì, era stato con un paio di ragazze, ma forse semplicemente perché non sapeva cos’altro fare nel tempo libero. Si annoiava, si annoiava a morte. Si sentiva vuoto, scavato dentro. E nonostante tutte queste conoscenze, nessuna avrebbe battuto quella di Louis, così improvvisa, così casuale, e così... misteriosa? Intrigante, forse.

Harry sapeva di non aver mai visto Louis prima di quel 23 marzo, ma gli sembrava di conoscerlo da una vita. Gli sembrava che fosse stata lui, proprio lui, la persona che aspettava. Forse avrebbe potuto aiutarlo a capire, capire perché fosse così complicato, cosa c’era in lui di sbagliato, quale rotella non funzionasse.

Harry sperava che anche Louis sapesse, si ricordasse che era esattamente trascorso un anno dal loro primo incontro. Quando arrivò alla fermata dell’autobus, non ebbe più dubbi. Louis era lì, e lo guardava, lo salutava sorridendo come ogni mattina, ma si notava che c’era in lui qualcosa che Harry non aveva mai visto prima d’ora.

Si sedettero insieme, sulla panchina, e rimasero in silenzio per due minuti, guardando la strada vuota davanti a loro. Poi fu Louis a parlare.

-Vieni, ti faccio vedere una cosa- interruppe il silenzio alzandosi e infilando le mani nelle tasche della giacca.

Harry si alzò, e seguì il castano giù, lungo la via che portava fuori dal paese. C’era una sorta di tensione fra loro, eppure sembrava tutto così calmo, come se entrambi sapessero.
 
 
No there’s no one else’s eyes

No, non ci sono occhi di nessuno
That could see into me

Che possano vedere dentro di me
No one else’s arms can lift

Le braccia di nessun altro a sollevare
Lift me up so high

Sollevarmi così in alto
Your love lifts me out of time

E il tuo amore mi solleva oltre il tempo
And you know my heart by heart
E conosci il mio cuore a memoria
 

Louis aveva riflettuto a lungo. Come non aveva mai fatto in tutta la sua vita. Tutto il tempo speso a pensare se ci fosse qualcuno per lui, quale fosse il suo posto nel mondo e perché fosse proprio lui, non riuscivano ad eguagliare quello che aveva speso per pensare al riccio.

Era il 23 marzo, ed era esattamente un anno che l’aveva incontrato, un anno che i suoi occhi blu si erano scontrati e fusi in quelli verdi di Harry per la prima volta. Un anno che Louis, continuava a ripetersi, a sforzo di sembrare nervoso o pazzo, era cambiato in meglio.

Aveva preso lo zaino, senza sapere nemmeno quali materie dovesse portare quel giorno, e si era diretto giù, lungo la via, alla fermata. Gli uccellini cantavano e Louis li sentiva, ma la sua mente era altrove. Il profumo degli alberi in fiore gli penetrava nelle narici, arrivando al cervello, ma era troppo concentrato per lasciarsi distrarre.

Poi arrivò alla fermata.

E Harry non c’era.

Il suo cuore smise un attimo di battere, e sentì le ginocchia cedere. Con le mani che quasi gli tremavano, sfilò il cellulare dalla tasca dei jeans attillati e notò, con grandissimo sollievo, di essere in anticipo. Si sedette quindi sulla panchina, ignorando tutti gli autobus che passavano, e aspettò, la mano sudata che stringeva il cellulare, lottando contro il tempo.

Era così concentrato che quando arrivò il riccio non se ne accorse neppure. Poi lo vide sul ciglio della strada, e una sorta di adrenalina gli si iniettò nelle vene. Lo salutò, sfoderando i denti bianchi, pensando che nessuno sguardo riusciva a penetrarlo come quello di Harry. Un ragazzo così dolce, così particolare nei suoi tratti delicati, riusciva a metterlo all’angolo come nessun altro.

Harry si sedette a fianco a lui, e Louis indugiò un attimo sul da farsi.

Non riusciva più a capire nulla, quelle poche parole che si stagliavano nella sua mente i giorni prima erano ancora più confuse, e non riusciva, non riusciva, non riusciva a capire cosa fosse venuto a fare Harry nella sua vita. Si ricordava ancora quando, trecentosessantacinque giorni prima, il riccio l’aveva preso, prima che toccasse l’asfalto, e le sue braccia forti l’avevano retto, e l’aveva sollevato.

Sollevato oltre il suo scudo di malinconia.

Louis, allora, non sapeva nemmeno il nome di Harry, eppure aveva subito capito che la sua presenza non sarebbe stata una scia passeggera. L’aveva afferrato dal primo istante, assimilato dal primo sguardo e confermato dal primo sorriso. Lui conosceva Harry, lui aveva speso ventidue anni ad aspettare qualcuno.

E quel qualcuno era Harry.

Si alzò, come se sapesse già cosa voleva fare.

-Vieni, ti faccio vedere una cosa- si alzò, infilandosi le mani nella tasca della giacca, colmando il silenzio.

Harry si alzò, e seguì il castano giù, lungo la via che portava fuori dal paese. C’era una sorta di tensione fra loro, eppure sembrava tutto così calmo, come se entrambi sapessero.
 

 
So now we’ve found our way to find each other

Adesso abbiamo trovato la strada per trovarci
So now I found my way, to you
Adesso ho trovato la mia strada verso te

 
Louis scese giù, giù, per la strada che invece avrebbe dovuto risalire per andare a scuola. Harry si guardava intorno, per poi puntare gli occhi verdi sulla schiena dell’altro ragazzo. Proseguirono così per cinque minuti, fino a quando Louis arrivò fuori città, nel boschetto che costeggiava il lago.

Vi entrò, facendo attenzione a dove metteva i piedi, girandosi periodicamente verso Harry, per controllare che fosse tutto a posto, che nessun ramo gli fosse arrivato in viso, che nessun ceppo avesse ostacolato il suo cammino.

Per controllare che fosse ancora lì con lui, che non l’avesse abbandonato, ora che avevano trovato la strada per trovarsi.

Ora che erano entrati uno nei mondi dell’altro, ora che Louis, sperava con tutto se stesso, aveva finalmente trovato la strada verso Harry.

Ora che erano entrati uno nei mondi dell’altro, ora che Harry, sperava con tutto se stesso, aveva finalmente trovato la strada verso Louis.
 
 
No there’s no one else’s eyes

No, non ci sono occhi di nessuno
That could see into me

Che possano vedere dentro di me

 
Arrivarono vicino al lago, che rifletteva il chiarore del primo mattino. Durante la strada Louis aveva pensato più e più volte a cosa dire. A cosa fare. A come comportarsi. Ma ora, lì, sembrava che tutti i suoi progetti fossero scomparsi, usciti dalla sua mente per farsi un tuffo rinfrescante nel lago.

Si fermò in prossimità dello specchio d’acqua, e vi puntò le iridi azzurre. La sua immagine era riflessa, distorta dal movimento causato dal vento, e poté notare i capelli scompigliati e l’espressione disorientata sul suo volto. Improvvisamente sentì un calore al suo fianco, e il riflesso di Harry comparve accanto al suo. Il vento aveva trovato un piacevole passatempo nell’arruffare i suoi ricci, e nonostante le sue palpebre fossero semichiuse per l’aria fredda, agli occhi di Louis era perfetto. Era come se l’immagine di loro due ora fosse completamente chiara, e si stagliasse su ogni cosa.

Harry aprì meglio gli occhi, per poter guardare dentro il lago, e fu allora che l’acqua rifletté, nello stesso momento, i suoi pozzi verdi e gli oceani blu di Louis.

Il ragazzo alzò la testa, volgendola a destra, dove il castano aveva fatto lo stesso gesto. Esitò un attimo sul suo volto, ma quando guardò dritto nelle sue iridi vide la sola immagine di loro due, prima, affacciati. Uno a fianco all’altro. Vide se stesso, riflesso nello sguardo penetrante di Louis.

Allora fu un attimo, e le labbra del castano si posarono sulle sue.


 
No there’s no one else’s eyes

No, non ci sono occhi di nessuno
That could see into me

Che possano vedere dentro di me
No one else’s arms can lift

Le braccia di nessun altro a sollevare
Lift me up so high

Sollevarmi così in alto
Your love lifts me out of time

E il tuo amore mi solleva oltre il tempo
And you know my heart by heart

E conosci il mio cuore a memoria
 
 
Harry fu travolto da un’emozione nuova, mai provata in diciannove anni di vita. Forse una o due volte si era chiesto come sarebbe stato baciare un ragazzo, ma non gli era mai passato per la testa. Che potesse baciarne uno, s’intende, sul serio. E che potesse fargli provare sensazioni simili. Così diverse una dall’altra e così potenti. Lo muovevano dentro, sentiva il cuore in subbuglio e il cervello in tempesta, lo stomaco vuoto e i polmoni gonfi.
Non era stato lui a prendere l’iniziativa, eppure sentiva che con quello sguardo aveva detto mille cose che dalle sue labbra non sarebbero mai uscite.
 
Nonostante, tra i due, fosse Harry quello allegro, Harry quello sempre con nuove idee, e Louis invece fosse il chiuso, il pensatore, la situazione sembrava capovolgersi. Il riccio, che era sempre stato così sicuro delle sue conquiste, così attaccato ai volubili sentimenti, che erano forti ma indecisi, che continuavano a trovare un nuovo modo per ferirlo, il riccio, non riusciva a dare un nome a questa nuova sensazione di compiutezza, di felicità, di sovrannaturale, quasi. Il castano invece, che sembrava non provare nulla, pensare così tanto per dire e dimostrare così poco, il castano, si era lanciato sulle labbra di Harry come se da un anno, dalla prima volta, sapesse che quella e soltanto quella sarebbe stata la mossa giusta.
 
Infilò le mani fra i ricci di Harry, beandosi della loro morbidezza, e spostandogli la testa più in basso perché, a costo di ammetterlo, era Louis che doveva alzarsi sulle punte, proprio come una principessa, per baciare il suo cavaliere.
 
Forse, entrambi avevano trovato la propria strada.
 
 


 
And you know my heart by heart

And you know my heart by heart

And you know my heart by heart.
E conosci il mio cuore a memoria.


 
Correva il 24 marzo di quell’anno, e Harry e Louis erano fidanzati.
 
Da un giorno.
Da un anno.
Da un anno
e un giorno.
Da un giorno
e un anno.

Da sempre.
 
Nessuno poteva dirlo, l’unica cosa che entrambi sapevano era che avevano speso tutta la vita aspettando qualcuno che li capisse, e proprio quella persona aveva bussato alle porte della spensieratezza di Harry e della confusione di Louis esattamente un anno e un giorno prima.
 
Portando con sé l’amore.










































Joanne's space.
Come potete capire dall'intro, oggi faccio un anno su efp.
Questa è os è, oltre che per me, un ringraziamento a tutti quelli che mi hanno sostenuta,
mettendomi fra gli autori preferiti, aggiungendo le storie alle varie liste, commentando e appoggiandomi.
Spero che vi sia piaciuta.

 
   
 
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