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Autore: larrytheway    10/10/2013    17 recensioni
Avevo ricevuto un nuovo paziente, nuove emozioni e nuovi discorsi da affrontare...
Il mio nome? Sono la dottoressa Austin, Serena Jane Austin e sono specializzata in psicologia
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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what do you expect to me OS

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Nove Ottobre 2012.
Avevo ricevuto un nuovo paziente, nuove emozioni e nuovi discorsi da affrontare.
Il mio nome? Sono la dottoressa Austin, Serena Jane Austin e sono specializzata in psicologia.
Da poco faccio questo lavoro, ma amo i miei pazienti, ascolto sempre i loro problemi e in molti casi li risolvo...in altri non c'è molto che posso fare; quella mattina mi svegliai un po' stordita per il fatto che avevo tanto lavoro da fare e poco tempo per farlo, mi vesti in fretta e furia e, dopo essermi preparata alla meglio per la giornata, uscì di casa.

Mi recai in ufficio e, mentre bevevo il caffé ancora caldo e sistemavo le scartoffie, entro Anne, l'assistente degli uffici psicologici della zona.
C'erano solo lei e un'altro ragazzo a sistemare il tutto; appena entrò nel mio ufficio le sorrisi dandole il buongiorno e aspettandomi la cartella del nuovo paziente che mi era sttato assegnato.
"Allora... -iniziò lei, cercando la cartella tra le tante che teneva fra le braccia- ...ecco a lei." Detto questo mi passo la cartella contente dei fogli, molti da quel che vedevo, sul paziente.
La ringraziai e lei, con un accennò di capo, uscì dal mio ufficio.
Tirai un lungo sospiro e, dopo essermi sistemata gli occhiali sul naso, aprì la cartelletta e vidi: il mio nuovo paziente era un certo Harry Styles, di 18 anni.
Corrugai la fronte, perplessa.
Harry Styles...l'avevo già sentito quel nome: forse era un nome comunque, ma non ne ero sicura.
Lessi l'ora e notai che per le dieci meno un quarto sarebbe arrivato per la seduta.
Preparai la stanza alla meglio, sistemandola come al solito e, appena sentì bussare alla porta, aprì sorridendo "Entra Harry..." gli dissi, invitandolo ad accomodarsi.
Lui entrò, inpacciato: notavo i suoi occhi rossi e le sue occhiaie profonde, forse per il troppo pianto.
Le guancie erano scavate, il volto era pallido: rabbrividì un po' nel vederlo.

"S-salve..." Disse lui, balbettando un po' spaventato; lo veci accomodare sul divano del mio ufficio, mentre io mi sistemai con il mio quaderno personale dei pazienti sulla poltrona, davanti a lui.
Stavo per iniziare la conversazione, quando dalla sua bocca uscì un suono striminzito, seguito da delle parole "Ho...ho perso una persona, a me molto cara e non riesco a uscirne...Ho provato a parlarne con mia madre e lei mi ha consigliato lei come psicologo." Sbottò tutto di un colpo, raccontando quello che gli stava succedendo e perchè era qui.
Rimasi un po' a bocca aperta, ascoltando la sua storia che era triste ma allo stesso tempo affascinante, per una come me.
Mi raccontò tutto: dalla separazione dei suoi, che ancora lo faceva stare male, fino al fatto che fosse bisessuale e stesse con un ragazzo, Louis, che lo aveva accompagnato.
Segnai parola per parola quello che mi raccontò nella prima seduta e continuai così per tutte le sedute che furono necessarie.

Sedici Ottobre 2012.
Stava per svolgersi la sua quarta seduta del mese.
Alla precendente non venne per il funerale della persona che aveva perso: non mi aveva ancora raccontato di lei, non sapevo niente...sapevo solo che le dava un pronome femminile, quindi capì che si trattava di una donna, a lui molto cara.
Bussò alla porta ed io, con un semplice gesto, mi alzai dalla poltrona aprendogli la porta; quella volta non venne solo, venne con il suo ragazzo Louis, che rimase seduto fuori ad aspettare.
"Allora Harry...come ti senti in questi giorni? Racconta tutto quello che senti, che provi..." Usai questa frase per incitarlo a parlare, ma lui non lo fece.
Rimanemmo in silenzio, aspettando che parlasse, invano.
Harry era a testa bassa, guardava il tappeto dell'ufficio dal divano, senza aprire bocca per più di cinque minuti, poi accennò qualcosa "...Lei che cosa si aspetta da me?"
Quella frase mi lasciò di stucco: non sapevo cosa rispondergli, non ero pronta a certe domande e cercai di trovare una risposta sincera e plausibile al momento stesso.
Picchiettai con nervoso la penna contro il quaderno, ancora chiuso, tentando di formulare una semplice risposta.
Lui mi guardava, aspettando tranquillo e notando la difficoltà in cui mi aveva messo.
"Io mi aspetto che tu stia meglio...che tu esca dalla tua depressione e che tu non faccia stupidaggini..." Questa frase la usai con mia sorella, aveva tre anni in più di me.
Era caduta in depressione per colpa del suo ragazzo e, tornando da una festa, aveva perso la vita a causa dell'alcool e della velocità.
Mi scese una lacrima ripensando a quell'accaduto e l'asciugai in fretta, tornando a pensare al caso di Harry.
Il ragazzo riabbassò la testa, sistemandosi la chioma riccioluta "Quella ragazza si chiamava Ash...era la mia ragazza. La lasciai per una stupidaggine...lei non ne volle più sapere di me, ma restammo amici. Una sera, tornando a casa, la trovai in bagno, morta. Si era suicidata, per colpa mia." Una lacrima solcò la guancia destra di Harry durante il suo discorso, che mi fece rabbrividire.
Scrissi qualcosa sul quaderno, appundando qualche semplice parola chiave e poi lo chiusi, appoggiandolo sul tavolino e sistemandomi gli occhiali "Non puoi sapere se è stata colpa tua o no, non puoi sapere se sei responsabile o meno...non puoi caricarti di qualcosa che non è successa per colpa tua Harry..."
Detto questo, lui alzò la testa, facendomi notare il suo viso bagnato dalle lacrime e i suoi occhi tendenti al rosso.
Il suo viso mi ricordava un bambino, un bimbo che vuole avere una vita felice, ma il fato non glielo permette: il suo modo di comportarsi, di fare e di dire sono introversi, impacciati...
Continuamo per altri venti minuti, poi lo salutai e lo rimandai a una nuova seduta verso il fine settimana.
Appena chiuse la porta, lo sentì parlare con Louis per qualche minuto, anche se non ascoltai a pieno dato che non erano cose di cui impicciarmi.

Quel giorno finì tardi, così ne approffittai per rimanere a sistemare le scartoffie negli scaffali all'archivio 11 del mio piano.
Mi diede una mano Anne, l'assistente, con la quale parlai un po' del mio nuovo paziente "O si io lo conosco -inziò Anne, guardandomi sorpresa - va a scuola con mio figlio Edward, dice che lo prendono sempre in giro..." Anne abbassò la testa un po' delusa, poi continuò il suo discorso "Mi ha anche raccontato che è un autolesionista, lo è diventato a causa degli insulti e delle continue perdite della sua vita... sembra che sia bisessuale, l'ho visto arrivare con un ragazzo oggi...erano così teneri." Finì il suo discorso e mi lasciò sola, tra le scartoffie.
Ripensai a tutto quello che mi disse Anne e mi preoccupai un po' sul suo stato di salute, sperai vivamente che mi avesse ascoltato durante la seduta.
Tornai a casa, stanca e mi svestì, andando a letto; mi addormentai subito dopo, ma il mio sonno fu bruscamente disturbato dal telefono.
Guardai lo schermo e vidi un numero sconosciuto, ma risposi comunque "Dottoressa Austin, sono Louis...Tomlinson, il ragazzo si Harry." Disse il ragazzo, dall'altro capo del telefono con voce tremante.
Mi tirai su, seduta e lo ascoltai "Dimmi Louis, che succede?" Lo incitai a continuare, sperando funzionasse: mi stavo preoccupando, la sua voce era interrotta da dei singhiozzi.
"Harry non mi risponde, gli ho detto che non doveva pensare ad Ash, non era colpa sua e mi ha chiuso il telefono in faccia e ora non risponde più..."
Mi preoccupai sempre di più e dissi lui di andare a casa di Harry, cercando di parlargli, mentre io sarei arrivata poco dopo.
Chiusi la chiamata e finì di prepararmi, uscendo di casa e salendo in macchina; mi diressi a casa di Harry, una vecchia casa in fondo a RockSide road a Londra* sperando di trovarlo lì.
Appena arrivata notai dei lampeggianti, un'ambulanza e una o due macchine della polizia.
Scesi dall'auto ed entrai in casa: essa era piena di strisce gialle lungo il pavimento, che conducevano al bagno, dove vi trovai Louis con le mani in volto.
Voltai la testa e vidi Harry, a terra, con la testa appoggiata alla vasca in un bagno di sangue: i suoi polsi erano pieni di tagli molto profondi e ricoperti da sangue fresco.
L'agente della polizia mi diede una lettera da parte di Harry, non la lessi subito: portai Louis a casa e tornai a casa pure io, scioccata e terrorizzata da quello che avevo visto.
La mattina dopo andai con malovoglia in ufficio, Anne aveva saputo quanto era accaduto e mi consolò tutta la giornata.
In una mezz'ora buca presi la lettera e l'aprì, leggendola fra me e me:

"Cara signora Austin,
Forse sarebbe meglio signorina, ma non sono bravo con le parole.
Volevo dirle che ha fatto un ottimo lavoro con me, anche se ha ben capito che non sono riuscito a dimenticare Ash.
Era la ragazza più forte che avessi mai conoscuito e ha ceduto...ha ceduto per così poco.
Quando la vidi scoppiai a piangere e scometto tutto che lo avrà fatto pure Louis.
Louis...cristo quanto amo quel ragazzo, lo amerò per sempre, glielo dica...la prego.
Non voglio che ci stia male, io ora sono felice, gli dica che sto bene e che andrà tutto bene.
Anche lui starà bene.
Gli dica di non piangere e gli dica di, almeno una volta, pregare per me e Ash.
Quello che chiesi, giorni fa, su cosa si aspettasse da me...la sua risposta mi ha lasciato sorpreso.
Ricorderò sempre quelle parole.
Saluterò sua sorella da parte sua,
   con amore.
                     Harry"

Ora ero sicura di una cosa: Harry era forte, più forte di quanto mi ha fatto credere, ma ha ceduto.
L'ha fatto per lei.











*Non credo esita quella strada, è stata inventata al momento




#MySpace

Sono tornata dall'oltretomba e ne vado fiera
BUONA SERA GENTE

Come vi sembra questa OS? Spero che vi piaccia, ci ho messo una vita e tutto il mio cuore.
Ci sono parti Larry come avete notato, non sono molte anche se sono una Larry Shipper ma non voglio scatenare litighe per una storia lol
Per l'altra storia aggiornerò a breve, spero.
Mi trovate su twitter sono @larrytheway

Spero vi piaccia, a presto!
Alessia







   
 
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