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Autore: eppy    10/10/2013    7 recensioni
"La nostra non è una storia di quelle che si vedono nei film, con paesaggi mozzafiato che si estendono a perdita d'occhio, e musiche di sottofondo che ci inducono sempre a pensare a una fiaba. Tu non eri un'ereditiera, una principessa moderna o una cavallerizza, e io non ero un principe.
Non ci siamo conosciuti nemmeno a scuola. Io non ero il quaterback della squadra di football, e tu non eri nè una cheerleader, nè la sfigata di turno.
Quando ti ho vista per la prima volta, eri una studentessa di lingue, arrivata da poco a Liverpool e costretta a lavorare in un bar la mattina, invece di seguire i corsi, per racimolare qualcosina per permetterti di pagare l'affitto del tuo angusto monolocale. E io ero uno studente universitario, da quel giorno innamorato dei tuoi cappuccini e ubriacato della tua dolcezza.
Piano, piano, imparai tutto di te.Ti spogliai lentamente di ogni velo che custodiva la tua anima, mi intrufolai nel tuo cuore, e lo sai amore? Ancora oggi, sono bloccato lì, sono la parte più intima di te, sono incastonato fra il cuore e l'anima, ma sto bene dove sono, e voglio restarci per sempre."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Liverpool, 28 aprile 2014

" Ciao Amore mio!
Ecco, adesso le tue labbra si saranno già increspate in un sorriso, e statai scuotendo la testa avanti e indietro chiedendoti il motivo per il quale ho scelto di iniziare questa lettera in modo così poco scontato. Nessun 'Cara Emma, come stai?'..no, fortunatamente tu sei parte della mia vita, e non c'è certo bisogno di un testo scritto per sapere come stai, mi basta guardarti negli occhi ogni giorno, per scoprire ogni tuo più intimo segreto. Noi due comunichiamo anche così, non è vero? Sguardi, che esprimono i nostri sentimenti meglio di quanto sappiano fare le parole.
Stammatina sono uscito presto, tu dormivi ancora, non ho voluto svegliarti con un bacio, anche se so che non ti sarebbe affatto dispiaciuto, e invece, sono andato via silenziosamente, senza che tu nemmeno te ne accorgessi..forse perchè se ti avessi destato dal mondo dei sogni,  i nostri baci posti a sigillo di un giorno speciale qual'è oggi, non avrebbero avuto fine, e avrei tardato al lavoro. E tu sai quanto è rompi scatole il mio capo..è un tipo intrasigente!
Auguri amore! Esattamente cinque anni fa, a quest'ora tu eri in camera tua, più bella e raggiante che mai, ti guardavi allo specchio e sorridevi tra lo stupore di tua madre, di tua zia e della tua migliore amica che continuavano a ripeterti quanto fossi perfetta, quanto quell'abito bianco con lo scollo a cuore, stretto in vita e pomposo all'altezza delle gambe ti donasse; indossavi pure i guanti bianchi, il velo ti copriva i capelli rigorosamente raccolti in uno chignon..eri meravigliosa. E io, il fortunato uomo con il quale avevi deciso di condividere la tua vita, il tuo sposo, il tuo unico amore.
Questa lettera è il mio regalo di anniversario per te. Non so come mi sia venuta questa stramba idea, ma l'ho trovata una cosa molto dolce. Così, quando la nostra piccola Jasmine, e Matt (si, ho deciso che si chiamerà Matt) il maschietto a cui tra pochi mesi donerai la vita, diventeranno grandi, scopriranno l'amore e ti chiederanno 'mamma, tu e papà come vi siete conosciuti?" tu potrai mostrargli questa lettera. 
Lo so cosa stai pensando amore..' magari non me lo chiederanno mai' e forse hai pure ragione, ma metti caso che uno dei nostri figli abbia bisogno di un consiglio, di un'esortazione a seguire il cuore, questa lettera saprà spiegargli quanto è bello l'amore, e quanto noi due siamo stati fortunati a trovarci a vicenda."

Le mani le tremavano già, gli occhi già lucidi, e lo sguardo già sognante, Emma afferrò saldamente quel foglio di carta spiegazzata e se lo strinse al petto, pensando a quanto amasse suo marito, lui era tutta la sua vita, assieme alla piccola Jasmine, o come spesso la chiavama lei Jamie, e al nascituro. Matt, si corresse all'istante, si sarebbe chiamato Matt. Tornò a posare gli occhi su quelle righe, impaziente di leggere cosa Harry le aveva scritto.

"Te lo ricordi, eh amore? Te lo ricordi il giorno in cui i nostri sguardi si sono intercettati per la prima volta? Sono sicuro di si, ma voglio rinfrescarti la memoria.
La nostra non è una storia di quelle che si vedono nei film, con quei paesaggi mozzafiato che si estendono a perdita d'occhio, e quelle musiche di sottofondo che ci inducono sempre e comunque a pensare a una fiaba. Tu non eri un'ereditiera, una principessa moderna o una cavallerizza, e io non ero un principe.
Il nostro amore non corrisponde nemmeno a quel genere di film tanto amato dai teenager, nel quale il campione di football perde la testa per la ragazza più timida e insicura della scuola. Io non ero il quaterback e tu non eri una sfigata, non lo sei mai stata. 
E non mi sei nemmeno caduta accidentalmente addosso in un giorno di pioggia. Quando ti ho vista per la prima volta, eri una studentessa di lingue di origini italiane, arrivata da poco a Liverpool e costretta a lavorare in un bar la mattina, invece di seguire i corsi, per racimolare qualcosina in modo tale da permetterti di pagare l'affitto del tuo angusto monolocale. E io ero uno studente universitario, da quel giorno innamorato dei tuoi cappuccini e ubriacato della tua dolcezza.
Quella mattina, la sveglia aveva deciso di non suonare, io mi ero alzato più tardi del solito, ero quasi ruzzolato giù per le scale mentre scendevo in cucina, vivevo con i miei genitori, ma loro erano già usciti come sempre, e tanto per cambiare, mi dovevo preparare la colazione da solo. Ma era tardi, mia madre non mi aveva nemmeno lasciato il caffè già freddo nel ripiano superiore, accanto allo zucchero, dove lo metteva sempre, e io avrei impiegato troppo tempo per rifarlo con la macchinetta, avevo fretta, e la cosa più sensata da fare mi parve quella di lasciar perdere tutto, vestirmi in fretta e uscire di casa. Avrei fatto colazione al bar.
Entrai come furia,  ma tu facesti finta di niente, e tra un caffè e l'altro ti rivolgesti a me con quel tuo accogliente sorriso. "Buongiorno! Dimmi pure" avevi ventiquattro anni e mi parlasti dandomi del tu, perchè si intuiva al volo che io ne potevo avere al massimo due in più di te "un cappuccino" ti ordinai alzando finalmente lo sguardo, specchiandomi nel tuo "arriva subito" mi sorridesti di nuovo per poi tornare alle tue faccende. E io restai lì imbambolato.
Prima di ordinarti quel cappuccino, di cui io la mattina non potevo proprio fare a meno, non so perchè ma avevo sempre tenuto lo sguardo basso, fisso sull'orologio al polso, e quando i nostri occhi si incontrarono, mi dimenticai dell'ora, così, di punto in bianco. Ti guardai mentre trafficavi con la macchinetta del caffè, e intanto disponevi un paio di tazze sul ripiano d'accaio del bancone del bar, pronte a essere riempite, eri veloce, agile, spigliata e bellissima. Indossavi il grembiule bordeaux con il logo del bar, una camicia bianca a mezze maniche poco scollata, un semplicissimo jeans scuro, e tenevi i capelli legati in una coda di cavallo, funzionale al lavoro, ad eccezione di quei ciuffi che sfuggivano alla presa dell'elastico e ti incorniciavano il viso.
 "Ecco a te" posasti il cappuccino proprio sotto il mio naso,e io non ti ringraziai nemmeno, tanto che ero preso a guardarti; tu continuasti a servire gli altri clienti mentre io poggiavo le labbra sull'orlo della tazza e ne gustavo il contenuto. Fu questione di meno di un minuto, eri indaffarata e si vedeva, ma mi accorgevo perfettamente che ogni tanto mi guardavi con coda dell'occhio, io finii il mio cappuccino e andai a pagare alla cassa "arrivederci" salutai uscendo "buona giornata!" tu eri gentile con tutti.

Il cappuccino che mi avevi servito era sublime, amore, ma questo fu soltanto il motivo apparente che mi indusse a tornare a far colazione al bar dove lavoravi il giorno dopo. La verità era che mentre tentavo perlomeno di seguire le lezioni all'università, invece di concentrarmi sui tomi di ingegneria da cinque kilogrammi l'uno, rivedevo la ragazza che mi aveva preparato il cappuccino al bar, la stessa che aveva un sorriso raggiante e un paio di occhi scuri e penetranti.
Davvero, il tuo sorriso è la ragione del mio, e i tuoi occhi mi trasmettono una miriade di sensazioni che faresti fatica soltanto a immaginare.
Il nostro secondo incontro fu quasi uguale al primo, c'era sempre gente in quel bar, e tu non potevi trattenerti a chiacchierare con me, anche se so che lo avresti voluto, lo capivo da come mi guardavi di sottecchi, pensando chissà cosa di quello studente che aveva preso l'abitudine di bere quasi tutte le mattine i tuoi deliziosi cappuccini, e che ti sorrideva quando lo servivi, senza essere capace di articolare frasi.
Sapevo che lavorari lì da poco, perchè mi era già capitato diverse volte di svegliarmi tardi e imprecare contro mia madre che si era finita tutto il caffè, diverse volte ero entrato in quel bar, però non avevo mai trovato te ad accogliermi, sempre sorridente."

Emma cambiò posizione, stendendosi interamente sul letto matrimoniale, facendo attenzione al rigonfiamento che si ritrovava all'altezza della pancia, dovuto alla gravidanza, e stringendo la più bella lettera che avesse mai ricevuto tra le mani, perdendosi a tentare di rivivere quei primi giorni successivi all'incontro con Harry. Ricordava tutto alla perfezione. 
Si, era vero, lei era gentile con tutti, perchè era giusto che fosse così, perchè era nella sua  indole, e perchè anche i suoi datori di lavoro pensavano che un sorriso gratutito donato dalla ragazza che serve i cappuccuni a tutti i clienti super indaffarati del bar, fosse un modo ideale per augurare una buona giornata.
Però con Harry, era diverso. Sin dalla prima volta che lo aveva visto entrare, non aveva potuto fare a meno di notare quanto fosse affascinante, avvenente, e al tempo stesso tenero come un bambino, non lo conosceva, non sapeva neppure quale fosse il suo nome, intuiva soltanto che doveva gradire parecchio il cappuccino, ma a parte questo, per lei era un perfetto sconosciuto. Comunque, il fatto di ignorare ogni cosa che lo riguardasse, non le aveva impedito di restare ammaliata da quegli occhi più verdi che azzurri, e più azzurri che verdi che si ritrovava ad avere, da quelle fossette che prendevano vita sul suo viso ogni volta che increspava le labbra in un sorriso, dalla scompigliata e riccia capigliatura, da quelle braccia toniche e muscolose, e dal quel fisico così perfetto. Cavolo, se era bello!
Era la prima cosa che aveva pensato quando lo aveva visto entrare, e sorrise, ripensandoci sdraiata su quel letto, perchè all'epoca era stata una ragazza italiana appena arrivata a Liverpool, con tanta voglia di imparare la lingua, di divertirsi, e magari anche di trovare l'anima gemella...e lui, con quello sguardo magnetico, l'aveva stregata sin dal primo istante. Quando i loro occhi si erano incrociati, lei ricordava benissimo di aver avvertito dentro di sè scintille, un fuoco, ardente di emozioni nuove, ancora ignote, e assurdamente coinvolgenti.
Durante quella prima settimana, si era ritrovata più volte a spiarlo quasi, con la coda dell'occhio, e mentre svolgeva il proprio lavoro, si era maledetta più volte da sola, convinta di essere l'unica in preda a una fastidiosissima cotta.

" Sono sicuro che ricordi anche che trascorsero una decina di giorni, prima che ci decidessimo a dirci qualcosa di diverso da quelle semplici battute, dal buongiorno, seguito dall'ordinazione, da qualche sguardo non troppo indiscreto, e dal saluto. Mi sembra di averti già detto milioni di volte, che da quando ti ho conosciuto, sono diventato un ritardatario cronico, e non a caso, la nostra prima vera conversazione amore mio, si fondò proprio..sul mio essere perennemente in ritardo!
Era giovedì, e come sempre, ero seduto al secondo sgabello a partire da sinistra, aspettavo la mia colazione ingannando il tempo guardandoti, e voltandomi puntualmente dall'altra parte ogni volta che tu ti sentiva fissata.. diventavi rossa in meno di un istante, le tue guance andavano a fuoco rendendoti ai miei occhi ancora più carina, ti portavi sistematicamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio e senza nemmeno rendertene conto, ti mordevi nervosamente il labbro inferiore, non appena ti voltavi verso la macchinetta del caffè. Nessuno se ne accorgeva, soltanto io, semplicemente perchè non riuscivo a fare a meno di posare i miei occhi su di te... però devo ammettere che ero bravo, non mi facevo scoprire, perchè prima di quel giovedì non c'era mai stato un momento in cui i nostri sguardi si erano incrociati quando non eravamo l'uno di fronte all'altra, e stavamo facendo qualcosa di diverso.
" chissà se riuscirò mai ad arrivare in orario" pensavo di averlo soltanto pensato, invece lo avevo detto ad alta voce nel momento esatto in cui tu mi avevi servito la colazione "posso consigliarti di impostare l'orologio dieci minuti più avanti?" restai spiazzato, non mi aspettavo che mi avresti risposto, e non mi aspettavo che avresti detto una cosa simile, forse non te lo aspettavi nemmeno tu, perchè mi regalasti un altro dei tuoi sorrisi e poi abbassasti lo sguardo. Notai che eri imbarazzata, probabilmente pentita di ciò che ti era sfuggito di bocca, ma ti era venuto spontaneo, magari perchè mi vedevi ogni mattina, sempre di corsa. "Potrebbe essere davvero una buona idea" non so dove andai a prendere il coraggio, ma risposi, e se te lo stai chiedendo, pensavo sul serio che fosse una genialata; a quel punto tu scoppiasti a ridere, e io persi completamente il senno. Te l'ho sempre detto, e te lo ripeto anche oggi, la tua risata è il suono più dolce e travolgente che abbia mai udito, un po' come i tuoi baci, dolci e travolgenti all'ennesima potenza.
Un paio di minuti più tardi, tornasti da me per riprenderti la tazza, ti vidi esitare prima di parlare "nemmeno io sono mai stata una che spacca il secondo, e quello di mettere l'orologio qualche minuto più avanti, è il trucchetto che ho escogitato per essere perlomeno puntuale" mi spiegasti ridendo "da oggi in poi sarà anche il mio trucchetto, ti dispiace?" era bello chiacchierare con te, anche se quel giorno stavo tardando più di tutti gli altri giorni. 
Sul tuo viso si fece largo un sorriso che per poco non mi fece rincitrullire del tutto, e notai un luccichio nei tuoi occhi "no, affatto" fu la tua risposta, poi tornasti alle tue faccende, e visto che quella mattina, il bar era misteriosamente molto meno affollato del solito, decisi di trattenermi ancora un po'..ora che avevamo avuto una pseudo-conversazione, non potevo scappare via. Non volevo andarmene, perchè i tuoi occhi fissi nei miei mi intrigavano da pazzi, perchè mi piacevi.
" comunque mi chiamo Harry" esclamai, tu eri intenta a fare caffè come al solito, ti voltasti verso di me e mi porgesti la mano "sono Emma" ti presentasti, io strinsi la tua mano, e una scarica elettrica si impossessò di me, quello era il nostro primo timidissimo contatto puramente fisico, la tua mano era calda e morbida, era piacevole stringerla, e lo sai amore, è piacevole tutt'oggi camminare con le dita intrecciate nelle tue, come se fossimo fidanzati, invece che marito e moglie da ben cinque anni.
Anche tu percepisti un brivido, vero? Quando le nostre mani si strinsero, nei nostri corpi si sprigionò energia pura, e tutto per un banalissimo contatto.
" Sei italiana?" me ne ero accorto dal nome "perspicace" commentasti tu, mollando lentamente la presa e sorridendomi... quel giorno avevi proprio intenzione di mandarmi in tilt, eh? C'era qualcosa che ci legava senza che due ce ne rendessimo conto, e i nostri occhi incatenati gli uni altri altri erano la prova tangibile che quel qualcosa che stava nascendo dentro di noi, sarebbe sbocciato, prima o poi.
" Sei a Liverpool da poco?" ormai non mi frenava più nessuno, dopo l'imbarazzo iniziale, desideravo conoscerti, sapere tutto su di te. "Soltanto tre settimane. Hai indovinato, sono italiana, e sono qui per studiare lingue, ma l'affitto del monolocale in cui vivo è più alto di quanto io possa permettermi, ci tengo a restare qui, perciò la mattina lavoro in questo bar per guadagnare qualcosina.. tanto i corsi sono facoltativi" mi spiegasti, senza alcuna vergogna "e tu? cosa studi?" mi chiedesti curiosa, avevi intuito che frequentassi l'università sempre per la faccenda dei ritardi "Ingegneria.. E' veramente dura, e io non sono il classico studente modello" a quel punto sorridesti di nuovo "però tu hai l'obbligo di frequenza" mi facesti notare, sempre con quella luce negli occhi che mi impediva di concentrare la mia attenzione su qualcosa che non fossi tu; mi scossi all'improvviso, intuendo cosa avevi voluto dire "oggi avevo già deciso di seguire solo il corso delle dieci.." mi giustificai "umm..certo certo" avevi pure senso dell'umorismo..eri perfetta. Sei perfetta.
Mi resi conto di essermi tirato la zappa sui piedi da solo, visto che solo..venti minuti, quaranta minuti? non lo sapevo più...mi ero lamentato di non riuscire ad arrivare mai in orario. Quella mattina chiacchierammo ancora, io seduto sempre allo stesso sgabello, e tu dietro il balcone; e la stessa scena si ripetè per più di un mese, parlavamo anche mentre tu servivi gli altri clienti, ci conoscemmo un po' meglio, io ti parlai di me e tu facesti lo stesso; e ricordo perfettamente che di tanto in tanto, eri addirittura costretta a mandarmi via per non farmi perdere pure il corso delle dieci, anche se mi accorgevo che lo facevi a malincuore, e che spesso e volentieri mi fissavi, come se nei miei occhi vedessi la tua ancora di salvezza e contemporaneamente l'oceano più profondo, ci annegavi, ti ci perdevi dentro rifugiandoti da tutto, salvandoti mentre affondavi nel mio sguardo, rubandomi il cuore. 
Ci siamo amati silenziosamente dal primo giorno, l'ho sempre saputo. 
Piano, piano, imparai tutto di te. Ti spogliai lentamente di ogni velo che custodiva la tua anima, mi intrufolai nel tuo cuore, e lo sai amore? Ancora oggi, sono bloccato lì, sono la parte più intima di te, sono incastonato fra il cuore e l'anima, ma sto bene dove sono, e voglio restarci per sempre.
Ho sempre adorato chiacchierare con te, di qualunque cosa si trattasse, è sempre stato facile parlarti di me stesso senza vergogna e restrizioni, e poi tu hai il potere speciale di strapparmi un sorriso, o addiritura farmi ridere, quando non vorrei far altro che piangere. Mi hai sempre salvato in tempo amore, e quando anche la voglia di voltare le spalle al mondo era condivisa, ci siamo sempre stretti in un abbraccio convulso, e spesso, abbiamo finito per piangere l'uno sulla maglietta dell'altro, finendo chissà come, labbra contro labbra, e dimenticandoci lentamente di qualunque cosa che non fossimo noi due mentre ci amavamo. Eh lo so..ne abbiamo passate tante insieme, e ne superaremo il doppio, il triplo, il quadruplo sempre e solo insieme.
La tua risata, i tuoi occhi, e il tuo sorriso, sono la mia ricetta personale per la felicità, e lo scoprii giorno dopo giorno.
Non uscimmo mai insieme, ci vedevamo sempre e solo a colazione, e il nostro amore aumentò d'intensità tra un cappucino e una tazza vuota da lavare. Lo so, non è molto romantico da dire, e tantomeno da scrivere, ma è così che andarono le cose, e te lo giuro, fu tutto meraviglioso. 
Scoprii che se ti domandano 'qual'è il tuo colore preferito?' tu rispondi citandone quattro o cinque, senza saperti decidere; scoprii che il frutto che mangi più volentieri è l'anguria, che ami gli spaghetti e il gelato con i gusti extracalorici, ma che nulla per te può battere una buona pizza. E poi che ami l'estate con tutta te stessa, e che per controsenso, ti piace leggere un libro coperta da un plaid e con una tazza di camomilla in  mano, mentri rischi di bruciarti i piedi come Pinocchio. Scoprii che sei un tipo sportivo, ma che non ti dispiace indossare vestiti nelle occasioni speciali, che ami le converse e le ciabatte, e che non sopporti i tacchi, che adori i bracciali e gli smalti colorati, ma proprio non ti piace l'ombretto sugli occhi. Matita e mascara per la vita, vero?
Mi raccontasti pure che da quando a tredici anni, avevi avuto un problema con gli orecchini, avevi vissuto come se quelli non esistessero, mai più indossati, come il rossetto... quello non lo sopporti proprio, e te ne sono grato perchè proprio non mi entusiasma l'idea di ritrovarmi con un bel timbro in faccia ogni volta che mi baci, e tu lo fai spesso amore. 
Scoprii che a scuola eri piuttisto brava, tra le migliori della classe, ma c'erano alcune materie che ti facevano venire l'ansia solo a sentirle nominare, tipo latino, è sempre stata la bestia nera per te, così come la fisica, non voleva saperne di entrarti in testa; in compenso eri un asso in inglese, in italiano, e pure in storia e filosofia; matematica, chimica e biologia ti piacevano, ma solo quando ti venivano gli esercizi, e perdevi pomeriggi interi a cercare di bilanciare reagenti e prodotti, o a memorizzare le fasi di mitosi e meiosi. Scoprii che ti sei diplomata con cento, e che hai scelto lingue all'università, perchè avevi una voglia matta di viaggiare, e anche perchè ci ero portata, e speravi di poter lavorare nel settore turistico un giorno.Beh, direi che hai realizzato il tuo progetto firmando il contratto di guida turistica della nostra bella Liverpool! 
E chiacchierando con te capii che sei solare, generosa, altruista, spontanea, intrapendente, determinatata (tranne per quanto riguarda la scelta di un colore piuttosto che di un altro, pure quando si tratta di comprare un paio di calzini)  ..bella da togliermi il fiato, e pure stonata come una campana, disordinata negli spazi che consideri soltanto tuoi, ansiosa, e volte seriamente pazza! 
Pensavi che ti avrei ricoperta soltanto di pregi eh...beh mi dispiace amore mio, ma tu sai bene che se ti amo così tanto, è anche per tuoi difetti. Lo so che li odi, tutti vorremmo esserne privi, ma te lo giuro, per me sei perfetta. E la perfezione non consiste nell'essere senza difetti, ciò significherebbe non essere più umani... tu sei perfetta perchè tutte le componenti del tuo carettere, del tuo aspetto, dei tuoi modi di fare, tutto ciò che è parte di te, si fonde in un mix che ti rende ciò che sei. La mia ragione di vita, ecco cosa sei."

Fu costretta a interrompere la lettura, semplicemente perchè necessitava di recuperare il respiro, dopo quelle ultime frasi. Rivolse lo sguardo al soffitto con gli occhi ormai colmi di lacrime, lacrime di goia, e con il cuore in tumulto. Desiderava abbracciarlo, baciarlo e fare l'amore con lui non appena Harry fosse rientrato a casa, ma c'era Jasmine che glielo avrebbe sicuramente impedito, e avrebbe dovuto aspettare fino a quando non fossero rimasti soli.
Suo marito le aveva scritto una lettera d'amore per il loro quinto anniversario, e per lei, quel semplice foglio di carta arrotolato su se stesso, bagnato delle sue lacrime e testimone degli innumerevoli sorrisi che si erano impossessati suo viso mentre leggeva, era il regalo più bello al mondo, il più prezioso..non avrebbe scambiato quella lettera nemmeno con il diamante più grande e brillante mai visto sulla Terra. Quella lettera significava che aveva lui, il ragazzo che aveva amato con tutta se stessa e che era diventato l'uomo della sua vita, e se aveva Harry, non poteva desiderare niente di meglio,aveva tutto. Tutto.

" Amore mio.. non ti nascondo che mi fa male la mano, perchè ti sto scrivendo di getto, ma non posso fermarmi qui. Ti devo scrivere del nostro primo bacio.
Ci conoscevamo da circa un mese e mezzo, non ci eravamo mai incontrati al di fuori del bar, e non so esattamente il motivo per il quale non ti chiesi mai un appuntamento, ma comunque non lo feci, anche se persi la testa per te praticamente dal primo giorno. Era sabato mattina, ormai venivo a fare colazione lì pure quando i miei erano a casa, pure quando non c'erano i corsi da seguire all''università, semplicemente perchè venire a bere uno dei tuoi cappuccini, significava trascorrere altro tempo con te, e permetterti di rimbambirmi ancora di più di quanto non lo fossi, semplicemente specchiandoti nei miei occhi e donandomi dei sorrisi mozzafiato, oltre che a spezzoni della tua vita e calorose risate.
Di sabato al bar non c'era mai tanta gente, più che altro perchè quest'ultimo ero situato a pochi metri dall'università, e vuoi o non vuoi, i clienti più affezionati erano proprio gli studenti..ero convinto che alcuni venissero per te, però si limitavano ai giorni feriali, il sabato preferivano dormire fino a tardi, invece io preferivo vederti, e non te l'ho mai detto forse, ma mi gasava da morire il fatto che tu avessi ormai preso l'abitudine di servirli quotidianamente scherzando e ridendo con me, guardando sempre nella mia direzione, e rischiando più volte di non centrare la tazzina con il cucchiaino colmo di zucchero!
Non si poteva più negare c'è tra noi esistesse una certa sintonia, tenerezza, passione e complicità, altrimenti chiamato amore.E quel sabato eravamo soli al bar. 
Stavamo chiacchierando mangiandoci con gli occhi, io ero seduto al solito sgabello, e tu eri intenta a lucidare il bancone d'acciaio; ciuffi di capelli ti ricadevano sul viso come sempre, e ogni minuto che passava mi sembravi sempre più bella. Sapevo di farti lo stesso effetto, mi accorgevo che eri diventata dipendente dai miei occhi e dal mio sorriso, perciò feci ciò che feci senza troppi preamboli. 
Ad un certo punto, non so come facesti di preciso, te l'ho sempre detto che sei stonata, rovesciasti il caffè a terra, mentre ne versavi i chicci nella macchinetta, ricaricandola, dopo aver finito con le pulizie del locale. Combinasti un macello amore, ti mettesti le mani tra i capelli, non sapendo da dove iniziare a raccogliere tutto quel caffè, sopratutto perchè avevi appena terminato di pulire; io non ci pensai due volte, ti raggiunsi dietro il bancone, tanto non c'era nessuno, tu eri chinata a ripulire il pavimento, e io volevo darti una mano.
 "non puoi stare qui, se ti vedesse qualcuno saremmo nei guai" affermasti, quando ti accorgesti di avermi accanto, in quel momento ti afferrai per le spalle costringendoti a guardarmi negli occhi mentre mi avvicinavo impercettibilmente a te, ormai i freni inebitori non funzionavano più "non puoi stare qui" ripetesti tu, quasi sussurrandolo, con il fiato corto per via di quella vicinanza tra i nostri corpi che non c'era mai stata prima "e questo posso farlo?" ti domandai filtrando inequivocabilmente con te, non ti diedi il tempo di rispondere, e meno di un secondo dopo le mie labbre erano sulle tue. Non ti sottraesti a quel dolcissimo primo bacio, e quando ci staccammo, ti provocai ancora "posso?" domandai di nuovo, sempre in un sussurro, guardandoti dritta negli e soffiandoti quella parola sulla bocca, eravamo vicinissimi. 
Di nuovo non ti lasciai il tempo di replicare, ti baciai ancora, e questa volta tu schiudesti lentamente le labbra permettendomi di assoporarti sul serio. Non volevo altro che quello, tutti e due non desideravamo niente di meglio che baciarci dietro il bancone di un bar,inginocchiati sul pavimento impregnato di caffè. Fu un bacio più passionale del primo, ma nulla rispetto ai successivi. "Puoi" "anche dieci, cento, mille volte al giorno" mi dicesti, inducendomi a sorridere a più non posso e infiammandomi il cuore, un attimo prima che le nostre labbra combaciassero di nuovo.
Un incastro perfetto, un'emozione profonda e inspiegabile, una scossa elettrica, un brivido, una vampata di calore, il desiderio di appartenerci. I nostri corpi si incollarono l'uno all'altro, impedendo persino a uno spiffero d'aria di mettersi tra noi, le mie mani prima sul tuo viso e poi sui tuoi fianchi, ti attiravano sempre di più a me, le tue braccia intrecciate dietro la mia nuca, e non sembravamo intenzionati a smetterci di baciarci. Non ci impotava dove fossimo, che ora fosse e se qualcuno ci avesse visto, era come se all'improvviso il mondo circostante fosse sparito di punto in bianco, come se un pittore si fosse divertito a dipingere tutto con un pennello macchiato di un colore invisibile...esistevamo noi e basta, e non c'era nulla di meglio.   
Ricordo perfettamente i tuoi occhi quando riuscimmo a mettere fine a quel bacio, avevano assunto la forma di due cuoricini, avevamo il respiro affaticato, eravamo pazzi l'uno dell'altra, e le uniche due parole che in quel momento sembravano calzare a pennello, erano 'ti amo'. Ce lo sussurrammo quasi nello stesso istante, si, ci amavamo davvero, e avevamo finalmente trovato il coraggio di confessarcelo a vicenda. 
E da quel momento amore, siamo stati inseparabili, non ci siamo mai più divisi, arrivando all'altare tre anni dopo il nostro primo incontro. 
Potrei continuare a scriverti della nostra vita insieme, di tutte le volte che mi hai mandato in tilt e che continui a farlo mordendoti il labbro inferore, delle sensazioni che provo guardandoti negli occhi e della voglia che ho di stringerti e amarti in tutti i sensi, ventiquattro ore al giorno; ti scriverei delle mille passeggiate, delle risate, degli abbracci, delle coccole, dei baci; ti scriverei raccontandoti ancora una volta cosa ho provato quando mi hai giurato amore eterno e quando mi hai reso padre. Amore mio, scriverei un libro, anzi un'intera collana, soltanto per dimostrarti quanto intensamente ti amo, e forse prima e poi lo farò sul serio, come ne 'Le pagine della nostra vita', ma fino ad allora, godiamoci ogni singolo istante, continuiamo ad amarci, sempre più profondamente. Credimi, se ti dico che la mia vita senza te farebbe schifo, e fidati, quando ti dico che non vedo l'ora di dare un fratellino alla nostra Jamie.
Sei tutto ciò che ho, e tutto ciò che desidero. Ti amo così tanto...come non amerò mai nessuno. Il mio cuore è tuo, e il tuo è mio. Sei....vita."  

                                                                                                                                                                                                                                            Tuo Harry.

In quel preciso istante, sentì suonare il campanello, si precipitò ad aprire con gli occhi gonfi di lacrime, e si ritrovò davanti la sua bambina."Ciao tesoro!" la salutò schioccandole un bacio sulla guancia, somigliava tanto ad Harry, sua figlia aveva i meravigliosi occhi del suo papà ,e il sorriso di sua madre "tutto bene a scuola?" le domandò ancora accovacciata accanto a lei "si" si sentì rispondere, l'abbracciò sapendo benissimo di avere gli occhi gonfi di pianto "mamma, sei triste?" le domandò la piccola stringendola "no amore, la mamma è felice, tanto felice" rispose carezzandole dolcemente i capelli "e lo è anche il fratellino?" Jamie era un amore "si, certo" rispose lei sorridendole. "Dov'è papà?" domandò alla bimba, Harry era andata a prenderla a scuola, ma la piccola era salita da sola.. era davvero vivace "giù, stava parcheggiando" "amore ascolta, tu vatti a lavare le mani bene bene, così ci sediamo a tavola e ci racconti cosa hai fatto oggi, d'accordo?" la piccola annuì entrando in casa "la mamma torna subito!".
Emma scese le scale velocemente, poteva ancora permetterselo, visto che era all'inizio del quarto mese, arrivò al piano terra del condominio in cui vivevano, e si precipitò fuori, finendo direttamente tra le sue braccia, si lasciò stringere in quell'abbraccio così intenso che sapeva soltanto d'amore, e non riuscì a fare a meno di piangere sempre stretta contro di lui.
 "ei" Harry le accarezzò teneramente una guancia, non appena riuscirono a staccarsi "auguri anche a te amore mio!" disse lei, guardandolo dritto negli occhi e legandogli le braccia intorno al collo, lui sorrise calorosamente "non ho parole per dirti quanto sia bella quella lettera, e forse non esistono proprio parole che rendano giustizia a ciò che provo per te. Dirti che ti amo più della mia vita, più della distanza esistente tra la Terra e il suo pianeta gemello situato in chissà quale galassia dell'universo, dirti che sei la mia stella, la mia luce, il mio cuore, il mio tutto, non basta. Nulla è abbastanza, nemmeno l'infinito dei numeri, i secondi che compongono una vita intera...pensa quanti ne sono, impossibili da contare, così come è impossibile quantificare il mio amore per te. Non esistono grandezze, non esistono simboli, non esistono limiti in ciò che provo quando mi guardi, quando mi sorridi, quando mi stringi, quando mi baci, quando mi rendi tua, soltanto tua. E forse è banale ciò che ti sto per dire, ma io Harry, lo giuro sulla mia stessa esistenza, ti amo da morire."  
Lui la baciò di tutta risposta, attirandola a sè con passione e dolcezza allo stesso tempo, le loro labbra si cercavano e i loro respiri si fusero in uno solo, Harry teneva le mani sui fianchi di sua moglie, e lei tra i suoi ricci scompigliati, e si baciavano ardentemente, come se non ci fosse un domani, lasciando che i gesti si esprimessero per loro. Lui poggiò una mano sulla sua pancia, accarezzandola dolcemente, per poi chinarsi e parlare al futuro nascituto.
"ei ragazzo, ascoltami bene, perchè devo dirti una cosa: tua madre, è la stessa ragazza che mi ha rubato il cuore semplicemente preparandomi un cappuccino, ed è l'unica donna che amerò ogni giorno sempre più intensamente, fino a quando non esalerò l'ultimo respiro. Tua madre è la mia voce, è l'essenza della mia felicità, ricordalo sempre, piccolo Matt" Emma gli prese il viso tra le mani facendolo rimettere in piedi "e ricordalo anche tu" sussurrò Harry sulle sue labbra, baciandola ancora, desiderando amarla in ogni cellula del corpo. Ancora non sapeva quale fosse il suo regalo per lui, e quel weekend che lei aveva organizzato solo per loro due, affidando la loro bambina ai nonni, non avrebbe saziato la sua sete di averla. Però sarebbe stato sicuramente una buona occasione per amarla tutto il giorno e tutte le notti. 
" Sei il dono più bello che la vita potesse farmi" sussurrò lei, quando riuscirono a staccarsi, dovevano tornare a casa, Jamie li stava aspettando, e sicuramente aveva anche fame; ma quando furono sul pianerottolo, Harry la bloccò fermandola per un braccio, prima che potesse entrare "ti amo" le disse rubandole un altro bacio "anche io, ti amo da morire" rispose lei, perdendosi in quello sguardo come se fosse la prima volta. 
Poi entrarono in casa, Harry le schioccò un bacio sulla fronte stringendola per le spalle, e la bambina di fronte a loro sorrise, pensando che la sua fosse una famiglia, per dirlo con le sue parole, tanto tanto ma tanto bella.





Salve a tutti!
Non so da dove mi sia venuta l'idea di scrivere una cosa del genere..ma spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta! :DD
Dire che sono una sognatrice, è dire poco! ahahahah :DD
Ci terrei davvero a sapere cosa ne pensate! ♥
Un bacione, alla prossimaaaaaaa <3<3<3



   
 



 
  
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