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Autore: Giulia23    10/10/2013    25 recensioni
A causa della sua amica Bonnie, Caroline si ritrova catapultata nel passato al fianco di Klaus, Signore indiscusso dello Hampshire. Ma un'importante ed inattesa missione la attende e dovrà rimanere al fianco del suo nemico se vorrà portarla a termine.
< Non preoccupatevi Caroline, non vi farò del male.> non era un mostro, almeno non in quel senso. < Giurate.> sussurrò lei fissandolo negli occhi quasi per voler leggervi attraverso.
Klaus si trovò a rispondere ancor prima di riuscire a capire l’importanza e lo sforzo sovrumano che quella promessa avrebbe comportato.
< Giuro.>le disse sorridendole e facendo un passo verso la sua direzione. Questa volta Caroline non indietreggiò. No, era rimasta abbagliata da quel dolce sorriso. Il primo sincero e spiazzante sorriso che la ragazza aveva visto comparire su quel volto irresistibile.
Caroline annuì.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qua, mi viene quasi da piangere. L’ultimo capitolo della storia che ho scritto insieme a voi e grazie a voi. Sappiate che senza i vostri commenti, il vostro supporto ed il vostro affetto non sarei mai riuscita a portare avanti questa fanfiction che è per questo un po’ anche vostra. Se dovessi iniziare con i ringraziamento non la finirei più e diventerei melodrammatica perché davvero vi devo tanto, ma non posso non dedicare questo capitolo a tutte voi, che avete seguito in silenzio, che avete commentato assiduamente o non e che mi avete sostenuta col vostro immenso calore.
Elisa, Mery, Terry, Alessia ( si lo so, vi chiamo per nome, ma solo perché siete mie amiche e capirete =)!) MariaMirella, team_Damon, buffy46, giudo, Amyvitamina, Anna Veronica, klaroline, ariaag, sabry e Mollica … Grazie, questo capitolo è dedicato  specialmente a voi, spero di non deludervi. Buona lettura =)!
 
 
 
Klaus spalancò la porta della sua magione. Gli occhi gialli ed il fiato corto, si indirizzò con la super velocità verso il vassoio degli alcolici e nel tentativo di afferrare una bottiglia di bourbon fece cadere a terra tutti i bicchieri. Un pezzo di carta precipitò al suolo assieme ai frammenti, ma Klaus decise di ignorarlo.
Gettò la bottiglia contro il muro ed urlò. Urlò nel tentativo di gettare fuori tutta la rabbia che sentiva spingerlo ad uscire fuori da quella casa e tagliare la gola a tutti quegli insulsi esseri che credevano di poter dire la loro su Caroline, su di lui.
Un altro grido di rabbia e dolore uscì dalle viscere del suo essere costringendolo a piegarsi. Fu in quel momento che Elijah accorse per aiutare il fratello.
Ma nessun nemico lo stava aggredendo, non stava sanguinando, non era ferito. Almeno non fisicamente.
Elijah assistette basito alla scena che gli si parò davanti. Cosa poteva fare? Cosa era successo?
Klaus sembrava impazzito.
L’ibrido tirò un pugno così forte contro la parete da trapassare il muro da parte da parte. Fu in quel momento che il fratello si sentì in dovere di intervenire.
 < Niklaus! Cosa ti succede? Caroline sta bene? > gli domandò allarmato Elijah mentre cercava di aiutare Klaus a tirare fuori il suo braccio rotto, dalla parete.
L’ibrido lo allontanò con un ringhio e liberò da solo la sua mano, noncurante del dolore.
Fu allora che Elijah notò a terra, quella che aveva tutta l’aria di essere una lettera. Si chinò per raccoglierla, era indirizzata a Klaus.
Andando contro le sue buone maniere, decise di leggerla. Klaus non sembrava minimamente in grado di dargli ascolto, tantomeno ragionare.
 <  È una lettera di Caterina . > sussurrò stupito, lei non lo aveva informato di nulla.
Al suono di quelle parole Klaus imprecò a bassa voce ed afferrò la lettera dalle mani del fratello.
Ci mancava solo quella stupida sanguisuga a completare il momento! Se non poteva sfogare la sua rabbia su quei molluschi degli amici di Caroline, lo avrebbe fatto su di lei.
Lesse in silenzio, sotto lo sguardo attento di Elijah che cercava di studiare ogni espressione di Klaus per capire cosa avesse Caterina da dire al suo peggior nemico.
< Una congrega di streghe sta complottando contro di me. > sibilò iracondo Klaus, gettando a terra la lettera. Col braccio ancora sano afferrò la bottiglia di bourbon e la scolò tutta d’un fiato.
Elijah decise di tenere per sé il monito che avrebbe tanto voluto rivolgere al fratello e prese la lettera da terra, per leggerla.
 < Dovremmo andare a New Orleans per vedere se quello che Caterina dice sia la verità.> osservò Elijah, voltandosi a guardare il fratello. Conosceva molto bene Caterina, sapeva che mentire per lei era un’abilità innata. Lo aveva sperimentato a sue spese.
 Klaus scoppiò a ridere, con aria crudele e saccente.  < Cos’è? Non ti fidi più della tua piccola amante fratello? Sai cosa ti dico? Fai bene … non appena commetti una leggerezza sono pronte a pugnalarti alle spalle.> sbuffò fuori massaggiandosi il braccio dolorante, ma già in via di guarigione.
 < Di che cosa stai parlando? Cosa hai fatto a Caroline? > domandò allarmato l’Originale.
 < Dovresti piuttosto dire, mio caro fratello, cosa ha fatto lei a me!> gli ringhiò quasi contro Klaus, mentre si lasciava cadere sul divano.
 Elijah lo raggiunse e si sedette di fronte a lui. Non poteva credere che Caroline avesse fatto qualcosa di male, ma di certo dirlo a Klaus non lo avrebbe aiutato a scoprire la verità.
 < I tuoi abiti sono sporchi di sangue.> osservò con finta calma Elijah.
 < Non preoccuparti, non ho ucciso nessuno. Per il momento. > osservò, con aria saccente l’ibrido mentre poggiava la testa sullo schienale del sofà, per guardare il soffitto.
 < Vedo che non sei in vena di compagnia. Ti informo che ho intenzione di andare a controllare come sta Caroline.> disse Elijah alzandosi e riallacciandosi la giacca.
Klaus lo afferrò prontamente per il bavero della camicia e con uno sgrullone lo avvicinò a sé.
 < Caroline sta bene, Elijah! Non azzardarti a ficcare il tuo naso nei nostri affari!> gli urlò contro, fuori di sé.
Elijah lo allontanò con forza, facendolo barcollare, stava perdendo la pazienza anche lui.  < Cosa è successo? Come posso aiutarti se non mi rendi partecipe della tua vita!>
 < Non ho bisogno d’aiuto Elijah, tanto meno del tuo!> gli ringhiò contro Klaus con una rabbia così profonda ed ancestrale da convincere il fratello che il motivo per il quale stavano litigando non era solo Caroline.
 < Cosa diavolo sta succedendo dentro questa casa?> domandò allarmata Rebekah, fermandosi sul ciglio della porta d’ingresso.
 < Esco per fare un po’ di shopping e quando torno è questo quello che mi ritrovo per le mani?> domandò stizzita la vampira raggiungendoli in salotto.
 < Va di sopra Rebekah.> sibilò Klaus.
 < Cosa? Non ho più quattro anni Nik! Non puoi dirmi cosa fare!> sbottò la ragazza, andando ad affiancarsi ad Elijah.
Klaus scoppiò a ridere, di una risata raccapricciante.  < Uno contro due, come al solito. Hai dato per scontato che il caro, vecchio Elijah fosse nel giusto, vero Rebekah? >
La sorella guardò allarmata Elijah e fece un passo nella direzione di Klaus. Gli posò una mano sul viso, per rassicurarlo.
 < Sei sconvolto Nik e sei sporco di sangue. Non ho intenzione di schierarmi da nessuna parte, non so nemmeno cosa è successo! Caroline sta bene?> domandò con aria calma la ragazza.
Klaus alzò gli occhi al cielo, trattenendo un’imprecazione.  < Visto che tenete tanto a lei perché non l’adottate e mi gettate nella fossa dei leoni?>
I tre fratelli rimasero in silenzio, gli occhi fissi gli uni negli occhi dell’altro. C’era tensione, ma soprattutto c’erano domande in sospeso che aleggiavano tra loro. Il silenzio durò fino a quando Rebekah non notò la lettera che Elijah aveva posato sul tavolo. La lesse tutta d’un fiato e si voltò per guardare scioccata i fratelli.
 < Cosa stiamo aspettando? Facciamo i bagagli, prendiamo Caroline e andiamo a New Orleans! > sbottò la vampira con tono stridulo e saccente.
 < Sono d’accordo con te Rebekah.> disse con eleganza Elijah, sperando di suscitare una qualsiasi reazione in Klaus.
L’ibrido sospirò pesantemente e si coprì il volto con la mano. Per riflettere.
 < Partiamo domani, ma Rebekah tu non verrai con noi.> ordinò perentorio Klaus.
 < Cosa? Non se ne parla! Io…> ma prima che la vampira potesse iniziare il suo sproloquio, Klaus la interruppe bruscamente.
 < Caroline non verrà con noi. Non credo abbia la minima intenzione di seguirmi, ma soprattutto se veramente una congrega di streghe sta cercando di uccidermi non voglio coinvolgerla. Non posso metterla in pericolo deliberatamente, per non contare il fatto che meno persone sanno del mio attaccamento a lei, meno possibilità ci saranno che le facciano del male per arrivare a me. Devi restare qui Rebekah e proteggerla in mia assenza.> si spiegò con calma Klaus mentre afferrava la lettera dalle mani della sorella.
 < Lo farò.> sussurrò Rebekah, consapevole che chiedere in quel momento il motivo dell’evidente screzio tra Klaus e Caroline, non l’avrebbe di certo portata ad una risposta. Molto probabilmente l’avrebbe portata ad un calcio nel sedere.
 < Jane-Anne Deveraux.> sussurrò Klaus, imprimendo in mente il nome della donna che lo voleva morto.
 
 
 
 
 
 
Il gelo era calato in casa Bennett l’attimo preciso in cui Klaus aveva varcato la soglia. Caroline era rimasta pietrificata al fianco di Tyler. Era inginocchiata vicino a lui, con una mano vicino al foro che la mano del suo amante, aveva creato nel petto del suo ex ragazzo per strappargli il cuore. Tyler non meritava di morire e se non fosse stato un ibrido lo sarebbe stato. Non era giusto.
Klaus si era dimostrato degno della sua fiducia, del suo amore ma vari erano stati gli errori commessi durante il tragitto. Si era obbligata a non ricordare la carneficina che aveva fatto nel villaggio vicino all’Hampshire dopo che avevano litigato …
Lui era cambiato con lei, forse con i suoi fratelli ma c’era ancora molto lavoro da fare e se voleva davvero aiutarlo, Caroline doveva cominciare a scavare più a fondo. Quell’irascibilità, la sua furia cieca … doveva aiutarlo ad imparare come tenerle sotto controllo o per lui … non c’era alcuna speranza.
Klaus doveva imparare che la vita di un qualsiasi essere umano o sovrannaturale aveva valore così come quelle dei suoi cari e Caroline non avrebbe più permesso lo spargimento di sangue, più o meno, innocente in nome della sua salvezza.
 < Caroline?> la voce di Stefan la riportò lentamente alla realtà mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. Avrebbe dovuto seguirlo, gli aveva fatto una promessa e per la prima volta non era riuscita a rispettarla.
 < Bonnie chiama Matt, Caroline vieni con me. > la dolcezza con la quale il suo amico la stava guardando la fece quasi sorridere, Stefan era sempre stato il suo cavaliere in armatura scintillante pronto a salvarla dalle situazioni più estreme senza mai chiedere nulla in cambio.
Afferrò la mano tesa del vampiro e lo osservò mentre prendeva in braccio Tyler. Non si voltò a salutare i suoi amici, tantomeno sua madre. Se c’era una cosa della quale era sicura, era che dopo l’attacco di Klaus il briciolo di fiducia che era riuscita ad ottenere da loro, se n’era andato.
 
 
 
L’offerta di Matt di restare a vegliare su Tyler per l’intera notte era stata accolta con calore sia da Caroline che da Stefan, che dopo aver caricato in macchina il corpo dell’ibrido lo avevano riportato a casa Lockwood.
 < Ehi.> le sorrise Stefan passando un braccio sulle spalle di Caroline per abbracciarla.
 < Ti riporto a casa, ok? Che ne dici di fare una passeggiata? > le domandò amorevolmente, incominciando ad incamminarsi.
 < Grazie.> rispose la ragazza, rivolgendo un sorriso sincero all’amico che contraccambiò solare.
 < Come stai?> le domandò dopo un po’ Stefan, Caroline aveva cominciato a tremare e temeva avesse freddo.
 < Uno schifo. Mi sento la persona peggiore del pianeta perché voi avete ragione, avete dei validi motivi per odiarlo ma Klaus merita di essere salvato e non so perché nonostante io pensi questo, l’ho cacciato da casa di Bonnie come se avessi visto in lui il mostro che tutti voi vi ostinate a vedere. Sarà così infuriato, ferito … E poi non lo so, credo di aver capito una cosa importante. Non basta che Klaus cambi quando ci sono io nei paraggi, non può essere buono solo con me o con le persone a cui io o lui teniamo. C’è ancora tanto da fare ed io … ho paura. Temo di non essere in grado di aiutarlo.> singhiozzò infine Caroline, affondando il viso nel petto di Stefan che l’aveva stretta a sé.
 < Veramente volevo sapere se avevi freddo, ma va bene comunque.> cercò di ironizzare il vampiro, nella speranza di tirarla su di morale.
La sentì ridere e quando Caroline allontanò il suo viso rigato dalle lacrime da Stefan, un sorriso di gratitudine apparve magicamente.
 < Care, sei la persona più cocciuta, testarda, maniacale e puntigliosa che io conosca. Tieni ai tuoi amici e alla tua famiglia più di quanto tu tenga a te stessa, se c’è una persona in grado di rendere Niklaus Mikaelson un uomo nuovo, quella sei solo tu.> le disse fissandola intensamente negli occhi mentre le sue mani erano posate sulle spalle di Caroline.
La ragazza gli sorrise, evidentemente più sollevata e lo prese sottobraccio.
 < Andiamo brontolone c’è un bicchiere di sangue fresco che ci aspetta a casa mia.>
 
 
 
 
La mezz’ora passata con Stefan le aveva fatto più che bene. Era riuscita a calmarla, a farla sentire amata e dopo essere stata attaccata da tutte le persone che considerava la sua famiglia, ne aveva avuto davvero bisogno.
Ma andare a dormire si rivelava sempre un’impresa terrificante. Lì, nell’oscurità della sua stanza non poteva sfuggire ai suoi pensieri.
Si distese sotto le coperte e sospirò guardando il suo riflesso allo specchio, non sapeva cosa fare ma di certo doveva parlare con lui. Magari il giorno dopo sarebbe andata a casa sua e lo avrebbe obbligato ad affrontare una discussione matura che non sarebbe finita con loro due nudi a fare l’amore o con qualche collo spezzato.
Un’ombra apparve alle sue spalle, Caroline notò a malapena il riflesso nello specchio e si voltò di scatto mettendosi a sedere.
 < Klaus!> urlò quasi, felice di poter chiarire con lui, ma l’ombra era svanita lasciando dietro di sé nulla se non una lettera.
Era posata sul cuscino, poteva ancora sentire l’odore di Klaus sulla carta, persino nella sua stanza. Super olfatto da lupi mannari.
Caroline prese la lettera e la lesse in silenzio, prima di sdraiarsi di nuovo sul letto e decidere che crollare le avrebbe fatto bene per una volta.
 
 
 
 
 
 
 < Andiamo Care, non fare storie! Devi venire alla consegna dei diplomi!> disse Bonnie passando all’amica un bicchiere di sangue fresco. Erano a casa di Caroline. Erano passati tre giorni da quello scombussolato pomeriggio e solo Bonnie e Stefan erano rimasti al suo fianco.
 < Bonnie sono mancata da scuola per mesi! Non penso proprio che mi diplomerò.> la rimproverò l’amica mandando giù una profonda sorsata, mentre in cuor suo sperava che Bonnie le avesse passato del whisky.
 < Riguardo a questo…> la strega si sedette al suo fianco con l’aria sbarazzina e le sorrise.
 < Cosa hai combinato?> domandò severa l’ibrido. L’unica cosa di cui non aveva bisogno in quel momento erano altri problemi.
 < Non sono stata proprio io … è stato Stefan. Io potrei aver dato una mano facendo magicamente apparire nel fascicolo della scuola una cartella con tutti gli ottimi voti che hai riscossi negli ultimi mesi e Stefan potrebbe aver soggiogato qualche membro del corpo studentesco.> confessò mettendo su una faccia così buffa ed innocente da far scoppiare a ridere Caroline.
 < Siete folli lo sapete?> sussurrò tra le risa generali Caroline.
 < Già … Tu come stai?> domandò all’improvviso la strega, tornando seria. Era molto preoccupata per Care, le erano successe così tante cose negli ultimi giorni che stentava persino lei a starle dietro.
Inoltre la partenza improvvisa di Klaus sembrava averle dato il colpo finale. Ma non sembrava volerne parlare.
Stefan le aveva detto che l’aveva sentita piangere la sera, quando era nel suo letto. Si era intrufolato in camera sua e l’aveva abbracciata per tutta la notte. La mattina dopo, al loro risveglio Caroline era sveglia e pimpante come se nulla fosse mai successo.
 < Elena non  mi parla più da giorni ormai, sto evitando in tutti i modi di dover affrontare di nuovo Tyler perché sono una tremenda fifona e non ho la più pallida idea di che cosa penso, figuriamoci se so cosa dirgli e mia madre e metà dei miei amici mi odiano o stanno al mio fianco senza farmi domande perché temono un mio crollo emotivo, ah e sono un ibrido. Dire che ho il controllo sulle mie emozioni sarebbe mentire. Ieri ho quasi ucciso una vecchietta perché ha attraversato sulle strisce senza guardare e stavo per metterla sotto. Per non parlare del fatto che Silas è ancora in giro. Si, insomma sto benone.> sproloquiò Caroline alzandosi per camminare un po’ e calmare i nervi. Avrebbe ucciso Bonnie se non si fosse tranquillizzata. Stupide cose da ibrido.
 < Mm … stai alla grande.> ironizzò Bonnie, facendo scappare un sorriso divertito all’amica.
 < Perché sei dalla mia parte Bonnie? Tu e Stefan? Non so nemmeno io cosa devo fare, ma voi siete con me. Mi appoggiate.> osservò sconfitta la ragazza, continuando a camminare avanti ed indietro.
 < Da un po’ di tempo agli altri, capiranno. Beh forse Tyler no … ma… non posso proprio biasimarlo.> disse Bonnie a mezza bocca.
 < Grazie, riesci sempre a tirarmi su di morale!> sbottò Caroline con sarcasmo.
Bonnie sorrise e scrollò la testa.  < Tatia mi ha mostrato il passato, o meglio il passato in cui gli Spiriti ti hanno catapultata ed ho potuto vedere … anche cose che avrei preferito non vedere!> osservò con aria disgustata e sconvolta la strega.
 < Bene, la mia vita privata è di pubblico dominio. Pervertiti.> scherzò Caroline facendo scoppiare a ridere Bonnie.
 < Ti giuro avrei voluto cavarmi le orbite oculari dopo!> scherzò, ma tornò subito seria.  < Ho faticato anch’io a capirti Care. E non credo che ci sarei mai riuscita senza l’intervento di Tatia e a dirla tutta ho ancora le mie remore su Klaus e dopo l’ultimo incontro … > al suono di quelle parole Caroline ebbe come un sussulto, l’amica lo notò e cambiò prontamente discorso.
 < Insomma sai benissimo quello che ha fatto, ma … c’è speranza. Possiamo salvare una vita, in realtà la vita di molte persone o possiamo contribuire a creare un mostro. Se questa è la scelta, scelgo di fidarmi del tuo istinto ed appoggiarti.> confessò con sincerità la strega.
Caroline la guardò con le lacrime agli occhi e fece segno all’amica di seguirla in camera sua.
 < Che c’è?> domandò allarmata Bonnie una volta entrata, ma Caroline non le rispose. Aprì un piccolo scrigno che aveva sul comò e ne tirò fuori una lettera.
 < Non so quale scelta fare Bonnie, sono bloccata … ho paura. Temo di trasformarlo nella bestia che ha strappato il cuore di Tyler, stando al suo fianco. Viviamo una vita pericolosa, lo sai bene e lui più di tutti. Cosa dovrebbe succedere se cominciasse a uccidere ogni persona che mi mette le mani addosso? > disse Caroline lasciando scorrere le lacrime sul suo viso.
Si sedette sul letto e porse la lettera che stringeva tra la mani, a Bonnie.
 < Klaus.> la strega lesse in un sussurro la firma posta sul retro del foglio ed incominciò a leggere.
 
 
 
Caroline,
   Sto partendo per New Orleans. Mi dispiace non avere il tempo di venire a salutarti di persona, ma credo che tu abbia bisogno di spazio per pensare, ora. Non ho intenzione di scusarmi, non mi scuserò mai per averti protetta, non posso tollerare che qualcuno ti faccia del male, perché significa farne a me. Ed ho sentito, tutto ciò che hai detto in mia difesa quando eri sotto attacco, dalla tua famiglia. Grazie, ti chiedo solo una cosa: non cambiare idea fino al mio ritorno. Ti spiegherò tutto, Rebekah resterà a Mystic Falls per proteggerti, non esitare a chiedere il suo aiuto. Sarò di ritorno il prima possibile.
 
Tuo,
Klaus.
 
 
 
 < Wow. Sembra così … diverso.> osservò sovrappensiero Bonnie una volta finito di leggere.
 < No, è arrabbiato. Ho dubitato di lui, non gli ho concesso la possibilità di spiegare, non ho capito. Ed ha ragione, ma… perchè diavolo è dovuto andare a New Orleans? Lasciandomi qui tutta sola ad affrontare questa maledetta situazione!> sbraitò infine Caroline gettandosi sul letto.
Bonnie la raggiunse  e le due amiche si guardarono negli occhi.
 < In realtà ha lasciato Rebekah.> scherzò la strega, ricevendo una cuscinata in faccia per tutta risposta.
 < Caroline … smettila di pensare. Pensi troppo. Lo ami? Bene, allora raggiungilo a New Orleans. Tua madre capirà come lo farà Elena, potrei obbligarle a starti a sentire se vuoi. Non so legandole da qualche parte!> scherzò Bonnie rivolgendole un sorriso sincero.
 < Grazie Bonnie.> disse infine Caroline, ringraziando il cielo di averle donato un’amica come lei.
 < Ma prima dovresti chiarire con Tyler, spiegare qualcosina a tua madre, seminare Rebekah e … partecipare al nostro diploma! Non te lo perdonerò se lo perderai!> disse Bonnie alzandosi in piedi.
 < Ok, ok … avrò più tempo per pensare almeno.> sorrise Caroline alzandosi di scatto per raggiungere l’amica che aveva già preso la borsa e, lo sapeva bene, la stava portando a fare shopping.
Un giramento di testa la fece barcollare, ricadde di nuovo sul letto e Bonnie la raggiunse prontamente.
 < Cosa è successo?> domandò la strega con aria preoccupata.
 < Non lo so, questa storia dell’ibrido mi sta destabilizzando più del dovuto … o almeno credo.> osservò Caroline prendendo un profondo respiro. In quel momento il suo cellulare cominciò a squillare e alla vista del nome apparso sullo schermo, l’ibrido fece un sorriso sbarazzino all’amica nel tentativo di commuoverla.
 < È un problema se Rebekah viene con noi?> ma prima che Bonnie potesse replicare, Caroline rispose al telefono, evitando la sua scenata ed invitando la vampira al pomeriggio di shopping.
 
 
 
 
 
 < Non è possibile … > sussurrò Klaus in pieno shock. Alzò lo sguardo per cercare di scorgere in quella ottusa strega la menzogna, ma non ve ne trovò traccia.
Elijah fece un passo verso di lui, il suo sguardo era sorpreso quanto quello del fratello ma era diverso. Era felice.
 < Niklaus questo bambino è una benedizione per la nostra famiglia. Accetta il patto che ti stanno offrendo.> disse lentamente il vampiro, come se Klaus non fosse in grado di sentirlo. Ed era così effettivamente.
Come lo avrebbe detto a Caroline? Non poteva essere vero. Lui non poteva essere padre! Non sapeva nemmeno come fossero fatti i veri padri… Non aveva mai pensato di poterlo essere, semplicemente perché non voleva esserlo.
 < Non mi farò ricattare da voi o da nessun altro!> urlò all’improvviso l’ibrido, spintonando via il fratello e gettandosi sulla strega di nome Sophie.
Elijah fu pronto a reagire, prese Klaus per il bavero della giacca e lo scaraventò contro il muro ponendosi di fronte alla strega.
 < Marcel è fuori controllo! Abbiamo bisogno del tuo aiuto, hai creato un mostro che solo tu puoi disinnescare e se dovrò uccidere il tuo bambino perché sei troppo orgoglioso per accettare questo accordo, lo farò.> disse Sophie con aria autoritaria, con tutta la rabbia che dopo la morte della sorella si portava dentro.
 <  Chi mi impedisce di ucciderti ora? > gli ringhiò contro l’ibrido ancora a terra.
 Sophie deglutì rumorosamente e le altre streghe presenti nel mausoleo si fecero vicino a lei.
 < Mia sorella non è morta solo per confermare la gravidanza, ma anche per legare la mia vita a quella della tua bella. Uccidi me e lei ed il bambino moriranno.> confessò Sophie con aria trionfante.
 < Stai mentendo! È tutto un grande bleff, io non posso essere padre!> sbraitò Klaus, sollevandosi con aria minacciosa. Ma c’era qualcosa che non incuteva timore guardandolo, ed erano i suoi occhi arrossati, provati.
 < Niklaus ragiona, sei un ibrido.> osservò Elijah avvicinandosi al fratello.
 < Sei nato come lupo, questa è una delle scappatoie della natura. Segui le nostre regole, diventa nostro alleato ed il tuo bambino sarà salvo.> disse con aria autoritaria la strega.
 < Non ho intenzione di restare ad ascoltare un’altra sola bugia!> urlò Klaus uscendo dal mausoleo grazie alla super velocità.
Non poteva essere vero, era tutto un tremendo scherzo del destino. Doveva tornare da Caroline, doveva tornare alla sua vita … alla sua vita con lei.
 < Datemi un po’ di giorni e vi prometto che lo farò ragionare.> disse Elijah voltandosi a guardare Sophie, cercando di nascondere la preoccupazione nei suoi occhi.
 Sophie annuì  < Quarantotto ore Elijah, non un minuto di più.>
Elijah annuì, in tensione. Ricevere la notizia più bella che avesse mai toccato la loro famiglia dopo ben novecento anni e vedere Niklaus scappare da essa non era un’esperienza alla quale era preparato.
 < Grazie, ma sappiate che se verrà fatto del male al bambino o alla madre dovrete vedervela con me. >
Detto questo il vampiro svanì nella notte, alla ricerca di suo fratello.
 
 
 
 
 
 
 < Sei bellissima, dovresti comprare questo vestito.> disse Bonnie, osservando Caroline fare capolino dalla cabina prove.
Era seduta vicina a Rebekah, l’aria era evidentemente tesa tra loro, c’erano state battutine, frecciatine, una mezza rissa, ma erano riuscite a scegliere il vestito di Bonnie e Rebekah senza problemi. Tutt’altra storia scegliere il vestito per Caroline. Si sentiva un cagnolino in mostra alle fiere di paese o un figlio conteso tra i genitori divorziati.
 < Per me è troppo lungo, ma se vuoi vestirti come una suora per il giorno del tuo diploma fa pure.> osservò Rebekah con nonchalance, guardandosi le unghie.
Bonnie la fulminò con lo sguardo.  < Non tutte per conquistare un ragazzo, devono mostrare l’ottanta per cento del loro corpo. Ma questa cosa vale solo per le ragazze con un po’ di cervello.> osservò la strega, facendo infuriare la vampira.
 < Come ti permetti, piccola straccion..> ma Caroline piombò tra le due.
 < Ok, basta! Smettetela! So che non vi siete simpatiche e mi sta bene, ma possiamo almeno non ucciderci a vicenda? Comprerò entrambi i vestiti, quello più lungo per la consegna dei diplomi e quello più corto per il party che faremo la sera stessa, ok?> domandò con aria implorante la ragazza.
Entrambe le amiche la guardarono accennando un sorriso, poi si guardarono con astio di sottecchi ed incrociarono le braccia al petto.    < Va bene.> bofonchiò Bonnie.
 < Se proprio devo.> sussurrò Rebekah beccandosi un’altra occhiataccia.
 < Bene …>la voce di Elena arrivò strozzata alle sue orecchie. Caroline si voltò di scatto per vedere lo sguardo colmo d’ira e rammarico che la stava scrutando.
 < Vedo che vi state divertendo.> disse Elena tenendo fin troppo stretta la busta che aveva in mano.
 < Elena, aspetta! Lascia che ti spieghi.> cercò di dire Bonnie avvicinandosi a lei, ma la ragazza fece un passo indietro.
 < Cosa c’è da spiegare? Hai deciso evidentemente da che parte stare Bonnie. > sibilò tra i denti la vampira.
 < No Elena, non mettere in mezzo lei. È colpa mia, ho invitato io Rebekah e non ti ho chiamata perché sono tre giorni che ignori i miei messaggi e le mie telefonate! Vuoi calmarti un attimo e starmi a sentire?> disse Caroline portandosi avanti a tutte.
 < Stai facendo shopping con la puttana psicopatica che mi ha uccisa. Vuoi parlare? Bene iniziamo dalla tua favolosa facoltà di dimenticare!> gli urlò contro Elena facendosi vicino a lei. Fu Rebekah ad intervenire, si parò davanti a Caroline, ma la mano che le afferrò il braccio per fermarla non servì a nulla.
 < Ho intenzione di sorvolare sugli epiteti che mi hai affibbiato piccola ragazzina dall’ego smisurato, ma se tocchi Caroline giuro che ti strappo la gola a morsi.> disse quelle parole con così tanta calma da renderle inquietantemente reali.
 < Rebekah …> sussurrò Caroline, ma la vampira sembrò non sentirla.
 < Visto che ti diverti tanto ad interpretare il ruolo della ragazza timida e comprensiva, l’angelo di Mystic Falls perché per una buona volta non dimostri al mondo, e non solo ai ragazzi che ti porti al letto, di esserlo. Hai dimenticato quello che Damon ha fatto a milioni di persone solo perché non le conoscevi, non facevano parte della tua vita, così per Stefan quando era lo squarciatore e solo perché tu lo amavi. Tutti hanno dovuto dimenticare il sangue sulle loro mani solo perché era Elena Gilbert ad ordinarlo. Ed ora che Nik può essere salvato, può essere redento da Caroline ti permetti di giudicarla? Perché? Perché Nik ha ucciso o ferito persone che conoscevi? Perché questa volta non sei tu l’eroina al centro dell’attenzione? Se non è ipocrisia questa non so davvero come chiamarla.> tutte e tre le ragazze rimasero basite ad osservarla. Il gelo più assoluto era calato tra loro.
Rebekah aveva maledettamente ragione, tutte quante se ne erano rese conto.
Elena indietrò scioccata, distolse lo sguardo da Rebekah e guardò per un momento Caroline prima di fuggire letteralmente dal negozio.
Caroline la inseguì, ma al suono dei passi di Rebekah dietro di sé, si voltò.  < No  Becka, devo risolverla da sola ,ma grazie.> le disse dal profondo del suo cuore prima di uscire dal negozio.
 < Siamo rimaste io e te a quanto pare.> osservò un po’ scocciata la vampira, guardando Bonnie.
 La strega annuì nervosamente.  < Beh … non hai ancora comprato il vestito per il party a casa Salvatore o sbaglio?> le domandò, facendo sorridere Rebekah stupita da quel cambiamento di comportamento nei suoi riguardi.
Ancora la odiava ovviamente, ma dopo quel piccolo siparietto Bonnie aveva potuto vedere qualcosa di buono in Rebekah. Se non altro voleva davvero bene a Caroline.
 
 
 < Elena!> la chiamò Caroline, ma la vampira non accennava a fermarsi. Caroline si guardò attorno. Erano nel parco di Mystic Falls, c’era poca gente a parte qualche bambino in bici, così usò la super velocità per pararsi davanti all’amica.
 < Mi dispiace per quello che ti ha detto Rebekah, è troppo protettiva a volte. Capisco perché ti stai comportando così, capisco che sei ferita. Klaus ha fatto del male a te più che a tutti gli altri, beh … forse c’è Tyer prima di te, ma con lui la risolverò un’altra volta, ad ogni modo. Non ti ho tradita, non è mai stata mia intenzione innamorarmi di Klaus, ho combattuto e Dio solo sa quanto! Credo di averlo odiato così tanto dal primo istante solo per mettere a tacere l’attrazione che provavo per lui, ma l’ho visto … nel passato ho visto un Klaus più umano ed ora è qui. Quei ricordi lo hanno davvero cambiato, so che non è perfetto ma chi di noi lo è? Permettigli di trovare la strada per diventare un uomo migliore, lo è già devi solo sforzarti di vederlo e se non ci riesci, devi fidarti di me.> blaterò all’impazzata Caroline, sperando che Elena non fosse scappata nel bel mezzo del suo sproloquio.
Inaspettatamente le braccia di Elena si strinsero attorno a lei.  < Mi dispiace Care.> sussurrò Elena contro la sua spalla.
Caroline la strinse automaticamente a sé, sorridendo con aria sconvolta.
 < Io mi fido di te. E sono l’ultima persona sulla faccia della Terra che può giudicarti, Rebekah ha ragione.> le disse l’amica sciogliendo l’abbraccio e sforzandosi di sorridere.
 < Emh … grazie. Hai capito davvero Elena? Cioè … credi di potermi perdonare, di potermi comprendere? > le domandò ancora sconvolta Caroline. Le parole di Rebekah dovevano aver colpito al cuore la sua amica, ma non poteva credere fosse così facile.
 < Si, anche se io non devo perdonarti nulla. Sono stata … una pessima amica, ma … forse stavo riversando su te e Klaus le mie paure riguardo Damon …> e furono le parole lasciate in sospeso a far capire ogni cosa all’ibrido.
 < Appuntamento a quattro allora? Forse Damon e Klaus non si ammazzeranno questa volta.> scherzò Caroline, così felice di aver ritrovato la sua migliore amica da aver voglia di fare le capriole all’indietro. Anche se una parte di lei voleva dirle che Stefan era la scelta giusta, sapeva bene che non era affatto il momento migliore per parlarne. Si erano appena ritrovate dopotutto.
Elena scoppiò a ridere con le lacrime a gli occhi.  < Non esagerare ora, mi servirà un po’ per abituarmi alla presenza di Klaus nella nostra vita.> disse con calma la ragazza.
Caroline annuì, felice.  < Avanti, vieni dentro con noi. Voglio vedere cosa hai comprato.>
 < Care … c’è Rebekah lì dentro ed io …> sussurrò Elena, tentava e allo stesso tempo disgustata dall’idea.
 < Dai potrai prenderla in giro insieme a Bonnie. Ti sei persa delle scene esilaranti!> scherzò l’ibrido, prendendola per mano e trascinandola dentro il negozio.
 
 
 
 
 
 < Cosa diavolo stai dicendo?> urlò Rebekah al telefono, rendendo momentaneamente sordo Elijah.
 < Abbassa la voce sorella, ci sento ancora molto bene nonostante la mia veneranda età.> sussurrò il vampiro, risistemandosi la cravatta.
 < Nik … padre. Povero bambino … diventerà un serial killer!> disse la vampira mentre si preparava per andare alla cerimonia dei diplomi che si sarebbe svolta quel pomeriggio.
 < Rebekah smettila di scherzare, la storia è molto seria. Non credo che Niklaus abbia veramente realizzato l’intera faccenda. È scappato, non crede addirittura che ci sia alcun bambino. È la nostra strada per la redenzione, è la nostra unica possibilità di tornare ad essere una famiglia Rebekah e lo sai bene.> disse Elijah con un’aria così sognante da far sorridere persino la sorella.
 < Credevo che con Caroline ci stessimo già riuscendo.> osservò la vampira mentre metteva le scarpe.
 < Forse questo è il modo per concludere il puzzle.> osservò Elijah mentre entrava nella loro vecchia dimora di New Orleans, sperando di trovare il fratello.
 < Caroline ne rimarrà scioccata. Dovrei dirglielo?> domandò allarmata Rebekah mentre si guardava un’ultima volta allo specchio ed afferrava la borsetta.
 < Spetta a Klaus farlo. Anche se ora è introvabile.> disse il vampiro dopo aver fatto il giro della casa.
 < Va bene, ma adesso devo andare. C’è la consegna dei diplomi e Caroline sarà lì, non prometto di tenere la bocca chiusa ma la terrò d’occhio. Fallo ragionare, ah e se puoi uccidi quelle megere che lo ricattano.> disse Rebekah prima di riattaccare, senza lasciare il tempo ad Elijah di replicare, che rimase basito ad osservare il telefono.
 < Sarebbe chiedere troppo riuscire ad avere un fratello nella norma?> domandò sconfitto alzando gli occhi al cielo.
 
 
 
 
 
 Caroline chiamò per l’ennesima volta Klaus, imprecando sotto voce. Silas era tornato vivo e vegeto e migliaia di fantasmi-non-fantasmi stavano uccidendo praticamente metà dei suoi amici. Uno dei cacciatori aveva sparato a Damon con un proiettile imbevuto di veleno di lupo e tutto perché lui non aveva voluto rivelare chi avesse preso la cura.
 < Klaus, maledizione! So che mi odi adesso, ma se non porti immediatamente il tuo culo qui ed aiuti Damon, giuro che ti odierò per il resto della mia vita.> di certo un messaggio in segreteria non troppo convenzionale.
Caroline riattaccò e raggiunse i suoi amici. Le toghe bordeaux donavano a tutti un’aria così seria, ma nonostante tutto il casino si sentiva realizzata. C’erano ancora mille problemi da risolvere e la storia di Silas era fuori controllo, ma era riuscita a fare una scelta e questa volta nessuno gliela avrebbe fatta cambiare.
 < Klaus non risponde, ma sono sicura che richiamerà.> disse Caroline agli amici che si erano voltati a guardarla con aria speranzosa.
 < C’è ancora tempo, il veleno agisce nell’arco di due giorni ed adesso c’è una cerimonia alla quale dobbiamo partecipare.> osservò con voce strozzata Elena.
Stefan le poggiò una mano sulla spalla e le sorrise, nel tentativo di rassicurarla.  < Dobbiamo fidarci di Caroline … e di Klaus.>
L’amica gli rivolse un sorriso smagliante e lo abbracciò.
 < Grazie Stef.> sussurrò Caroline mentre la presa di Stefan si faceva più forte.
 < Smettetela o mi metterò a piangere! > disse Bonnie facendo ridere tutti. I ragazzi si abbracciarono, sperando in cuor loro che tutto sarebbe andato per il meglio.
 
 
Quando arrivò il suo momento, Caroline salì i gradini del palco col cuore che le batteva all’impazzata. Si voltò a guardare la madre, la fissava con aria fiera e le lacrime agli occhi. Non importavano le loro discrepanze, i litigi, Liz era sempre rimasta al suo fianco. Afferrò il diploma dalle mani del sindaco e spostò il battocchio del suo cappello dall’altro lato, ma in quel momento qualcosa verso il fondo del campo attirò la sua attenzione.
Klaus in giacca e cravatta, elegante e sorridente la stava osservando. Sembrava teso, ma non le importava. Caroline si illuminò di un sorriso così abbagliante e luminoso da far tremare le ginocchia all’ibrido. L’aveva perdonato.
Gli amici di Caroline si voltarono per vedere cosa l’avesse fatta sorridere in quel modo e dietro la fila di sedie, in piedi c’era Klaus.
La ragazza scese dal palco quasi di corsa e si diresse verso di lui, ma quando arrivò col cuore in gola nel punto preciso in cui l’aveva visto, Klaus non c’era più. Era semplicemente scomparso.
 
 
 
 
 
 < Non ho intenzione di cedere ad una crisi di nervi Elena, tranquilla.> la rassicurò Caroline alla terza occhiata preoccupata che l’amica le aveva lanciato.
Erano a casa Salvatore, la festa del dopo diploma era ormai iniziata da un’ora e dopo la sua fugace apparizione durante la consegna, Klaus era andato da Stefan per dargli con riluttanza una sua fiala di sangue, per curare Damon. Il tutto senza farsi vedere da nessun altro e scomparendo con la stessa facilità con la quale era apparso.
 < Klaus non vuole vedermi, non mi farò di certo rovinare la festa di diploma per questo. > osservò stizzita Caroline mentre osservava Rebekah che si strusciava su Matt, in un ballo del tutto poco casto. Osservò il vestito rosso Dior che la vampira le aveva fatto scegliere ed arrossì un poco. Era davvero troppo scoperta con quel coso addosso. Lo scollo vertiginoso a “v” sulla sua schiena, arrivando fino al suo fondoschiena, non le aveva nemmeno permesso di indossare il reggiseno. La merlatura in pizzo che le “copriva” per così dire il petto era fin troppo trasparente ed il gancetto dietro il collo cominciava a pruderle. Ah si, aveva una voglia matta di squarciare la gola di qualcuno, ma erano solo dettagli!
 < Almeno loro due si divertono.> osservò Elena mandando giù una sorsata di bourbon.
 < Già. Sai qualcosa della situazione Silas? Cioè perché non ce ne stiamo preoccupando? > domandò tranquillamente l’ibrido, come se stesse parlando del tempo.
 < Perché è la festa del nostro diploma e perché entro poche ore il velo verrà automaticamente rialzato e saremo tutti al sicuro. > si spiegò Elena togliendo dalla mani di un ragazzo che era appena passato al suo fianco, una bottiglia di whisky.
  < Beh almeno siamo tutti insieme. A proposito hai parlato con Damon e Stefan?> le domandò Caroline con delicatezza.
 < Ancora no, conto di ubriacarmi e poi andare a spezzargli il cuore.> disse Elena mandando giù un’altra sorsata.
 < Ottimo piano.> osservò Caroline prima che le due amiche si scambiassero uno sguardo complice.
L’ibrido fece vagare il suo sguardo sulla sala, Bonnie e Stefan stavano prendendo un bicchiere di punch, Damon e lo spirito di Alaric stavano confabulando in maniera sospetta e Rebekah e Matt … erano spariti.
Ma all’improvviso Klaus apparve davanti a lei, poco distante tra la folla di gente che ballava e beveva. Era magnifico, severo, inquietante e seducente. Era lui.
Caroline afferrò la bottiglia di whisky dalle mani di Elena e mandò giù una profonda sorsata prima di riconsegnarle la bottiglia ed andare da lui. Pronta … beh dato lo strano comportamento di Klaus, pronta a tutto.
 < Sei tornato.> osservò calma ma guardinga la ragazza, facendo un passo verso di lui.
Klaus teneva le mani dentro le tasche dei pantaloni, la fissava con aria concentrata ed indecifrabile. Sembrava corrucciato in effetti. La sua espressione prima tesa e pensierosa si fece tutto d’un tratto scioccata, turbata, come se avesse avuto all’improvviso un’illuminazione o una rivelazione sconvolgente. Indietreggiò un poco senza mai allontanare i suoi occhi, a dir poco spalancati, da lei.
 < Cosa c’è?> domandò la ragazza, facendolo risvegliare dal suo torpore.
 < Lo so che ho sbagliato, lo so che avrei dovuto darti la possibilità di spiegare! So che dopo tutto quello che abbiamo affrontato non dovrei dubitare di te ed hai ragione! Ma dopo tutto quello che i miei amici mi avevano detto, le domande alle quali non sapevo dare risposta, tu che strappi il cuore di Tyler confermando i timori di tutti… la verità è che ho paura,  paura del mio futuro con te! Significa rinunciare a tutta la mia vita, andare contro ogni mio principio ed affidare il mio cuore a te che hai la facoltà di distruggerlo! Sono una fifona lo so … ma tu! Andare a New Orleans? Cosa ti viene in mente? Se hai intenzione di affrontare tutti i nostri problemi futuri, scappando allora …>
Ma Klaus non la lasciò finire, la raggiunse a grandi falcate e la prese tra le sue braccia, sollevandola da terra e facendola roteare. La baciò, un bacio che non chiedeva parole che cancellava tutte le loro preoccupazioni, le domande. Sapeva che sarebbero arrivate, avrebbero dovuto affrontare la realtà, ma in quel momento Klaus decise di annegare in lei, decise di dimenticare per un attimo ogni cosa. Decise che amarla era tutto quello di cui aveva bisogno. Decise che era fin troppo adorabile quando era in preda ad una crisi di nervi per non rassicurarla con un bacio.
Caroline intrecciò le dita ai suoi capelli e scoppiò a ridere tra un bacio e l’altro, la lingua calda di Klaus si insinuava leggera e passionale nella sua bocca, le sue mani vagano lungo la sua schiena mentre la faceva volteggiare come una bambina. Lui sì che sapeva come metterla a tacere.
Una dolce carezza le scivolò sul viso, facendola rabbrividire così come il contatto sotto le sue dita della leggera barba incolta di Klaus. Oh quanto le piaceva tutto quello, era assuefatta ad ogni particolare del corpo di lui, ad ogni suo tocco possessivo e seducente, al sapore fresco della sua lingua, al modo in cui stringendola a sé faceva aderire i loro corpi, facendola impazzire dal desiderio.
Quando posò i piedi a terra, Caroline rimase ad ogni chiusi saggiando quel momento assolutamente perfetto. Temeva di trovarlo arrabbiato al suo ritorno, temeva di averlo ferito ma tutto era tornato come prima. Anzi, con l’appoggio e la comprensione della sua famiglia tutto era diventato fin troppo bello per essere vero.
 < Emh … Care.> tossì fuori Elena, indicando di sottecchi Tyler, che dall’altra parte della stanza aveva assistito all’intera scena.
Caroline si allontanò imbarazzata da Klaus, che la teneva stretta a sé per la vita in modo possessivo e non sembrava intenzionato a mollare la presa.
Era vigile, sull’attenti, pronto ad un altro, inevitabile scontro stando alle iridi gialle di Tyler.
 Ma prima che Tyler potesse fare un solo passo, tutti i presenti si chinarono sotto il peso del loro stesso dolore.
 Klaus afferrò Caroline per la vita evitando che crollasse a terra, ma nessuno di loro riusciva a parlare o a  muoversi.
L’ibrido alzò a stento il viso per osservare tutti gli amici di Caroline agonizzare a terra, persino Bonnie. La sua unica speranza. Sapeva benissimo chi aveva deciso di fare il suo ingresso alla festa.
Abbracciò forte contro il suo petto Caroline e cercò di collegarsi mentalmente a lei, per alleviare il suo dolore facendosene carico e ci riuscì. Le grida di Caroline divennero più flebili e le mani della ragazza corsero al viso contratto di Klaus, che spalancò gli occhi per legarli a quelli di lei.
 < No, Klaus …no.> lo implorò Caroline che era riuscita evidentemente a capire cosa stesse facendo l’Originale.
Ma in quel momento il dolore sembrò svanire, all’improvviso, lasciandoli liberi di tronare a respirare, a muoversi.
Quando si alzarono, notarono però che tutti gli esseri umani che partecipavano alla festa erano ancora a terra. Sembravano addormentati.
 < Cosa diavolo sta succedendo?> domandò con rabbia Damon mentre si guardava attorno, notando solo i membri della sua sconclusionata banda.
 < Bonnie.> la chiamò Klaus, e tra i due non ci fu bisogno di spiegazioni. Erano gli unici in grado di avvertire quel potere, erano gli unici in grado di affrontarlo.
La strega annuì avvicinandosi a lui, ma il dolore cominciò di nuovo. Ed era più forte di prima. Caroline crollò a terra sbattendo la testa, Klaus non riuscì a prenderla … il dolore era stato così forte e repentino da averlo lasciato senza vista per un secondo.
Elena, Damon, Stefan e Tyler si contorcevano a terra per il dolore mentre Caroline … non dava segni di vita.
  < Vedo di aver attirato la vostra attenzione.> disse con un modo di fare così raccapricciante da essere chiaro a tutti, fin da subito che quello che si trovavano davanti non era Alaric.
 < Lasciali andare.> gli ringhiò contro Klaus mentre tentava di alzarsi, ma ad un cenno della mano di Silas l’Originale ricadde in ginocchio.
 < Oh no … mi ci è voluto un po’, ma alla fine ho capito chi aveva preso la mia cura. La tua dolce Caroline priva di sensi affianco a te. > esordì Silas-Alaric facendosi minacciosamente vicino a loro. Non si preoccupava nemmeno di oltrepassare i corpi dei ragazzi addormentati, gli passava sopra quasi fossero stati degli inquietanti tappeti.
 < Non provare a toccarla.> e nonostante la pena dipinta sul viso di Klaus, la rabbia e la concretezza di quella minaccia spinsero Silas a fermarsi.
 < Ma io ho bisogno di lei. Ho bisogno di riprendere ciò che è mio … di punire chi ha rubato qualcosa che non doveva toccare.> chiarì lo stregone come se stesse spiegando la cosa più lampante di tutte.
 < Punisci me allora, sono stato io a darle la cura.> sibilò l’Originale.
 < No, Klaus!> urlò Bonnie mentre tentava di strisciare verso di loro.
 < Basta parlare!> ordinò Silas accentuando la pena nelle uniche due persone che non erano state sopraffatte dal suo potere.
Klaus dovette poggiare le mani a terra, crollando sotto il peso del sensitivo mentre Bonnie stava per perdere i sensi.
Era la fine, erano spacciati. Lui non poteva fare niente senza l’aiuto della strega.
 < Visto che sei stato tu il piccolo Robin Hood che mi ha messo i bastoni tra le ruote, dovrei cominciare proprio da te.> osservò sadicamente lo stregone, avvicinandosi a Klaus.
Silas era ormai a un passo da lui, pronto a dargli il colpo finale ma la sua attenzione gravitò all’improvviso sul viso di Caroline.
 < Cos’è?> chiese allarmato, afferrandola per le spalle e sollevandola.
 < Non osare …> ma il dolore fece finire la minaccia di Klaus in un urlo agonizzante.
 < Possibile che non riesci a mollare la presa? Ho vinto, smettila.> osservò Silas prima di riportare la sua attenzione su Caroline. Quello che aveva sentito non era stato solo una tremenda allucinazione, il suo cuore batteva.
 < Un ibrido … l’hai resa come te. Inutilizzabile!> gli urlò contro Silas, furente prima di alzare una mano pronta ad affondare nel petto di Caroline.
Fu in quell’istante che Klaus notò dall’altro lato del salone sua sorella. Stava dolorosamente strisciando verso di lui. Silas non doveva aver amplificato la presa attorno alla sua mente, credendola innocua.
Un unico sguardo d’intesa, un ultima disperata speranza. Gli occhi di Klaus divennero improvvisamente gialli. Alla vista di Caroline in pericolo il bisogno di saperla al sicuro, la certezza di un piano concreto avevano avuto il sopravvento sul dolore. La pena che gli attraversava le ossa era nulla a confronto alla rabbia che sentiva nei confronti di quello psicopatico, per aver osato toccare lei.
Klaus si scaraventò contro Silas, immobilizzandolo al muro ed affondando i suoi canini nel collo del sensitivo, mentre Rebekah afferrava al volo Caroline, evitando di farla crollare rovinosamente a terra.
 Liberati momentaneamente dall’incantesimo e quindi dal dolore, Stefan e Damon accorsero ad aiutare Klaus, nel tentativo di tenere Silas immobilizzato, ma l’effetto sorpresa stava per finire..
 < Bonnie!> urlò Klaus, ritirando i suoi canini fino ad allora conficcati nella carne di Silas.
L’atmosfera cambiò, tutti riuscirono a percepirlo e la loro attenzione gravitò prontamente sulla strega.
I capelli di Bonnie erano agitati da una brezza soprannaturale e la sua mano tesa, adunca andava a stringersi ad ogni passo che faceva verso Silas, che aveva cominciato ad urlare.
 < Spezzerò ogni osso, disseccherò ogni vena e arteria del tuo corpo. Forse non posso ucciderti Silas, ma ti trasformerò in pietra!> gli urlò contro la strega mentre i suoi amici indietreggiavano, per lasciarle campo libero. Silas cominciò ad annaspare alla ricerca d’aria, la sua pelle cominciò a seccarsi come fosse stata fatta di fango e voltandosi per coprire il suo volto con le mani, diventò pietra come Bonnie gli aveva ordinato.
Le gambe della strega cedettero e fu Elena ad afferrarla, offrendole un sorriso sollevato.
Era impossibile, ce l’avevano fatta. Tutti si guardarono negli occhi trovando la stessa scintilla di gioia e felicitò, soltanto Klaus sembrava non riuscire a sorridere.
< Caroline?> domandò allarmata Rebekah alla ragazza che stringeva tra le braccia. 
Klaus si avvicinò alle due e fulminò la sorella. Prese in braccio Caroline e la guardò, sperando di vedere i suoi stupendi occhi celesti aprirsi.
Tyler si sollevò a fatica dal pavimento e si portò una mano alla testa dolorante, era vivo ma … Caroline? L’aveva vista svenire sotto il peso del potere di Silas.
 < Ciao, abbiamo vinto?> sussurrò Caroline mentre si sentiva svenire. Klaus le sorrise, solare e potè sentire i sospiri di sollievo che tutti i suoi amici, avevano emesso nel medesimo momento.  < Si, amore.> le rispose rivolgendole un sorriso stanco ma felice. Ma il suo umore cambiò repentinamente quando tornò a guardare la sorella.
 < Ti avevo chiesto di proteggerla! Dov’eri?> gli urlò contro Klaus mentre gli altri assistevano basiti alla scena. Insomma avrebbero dovuto festeggiare! Caroline era sana e salva, una botta alla testa non aveva mai ucciso un ibrido.
 < C’eri tu, credevo fosse al sicuro! Come sta il bambino?> domandò allarmata Rebekah, scostando una ciocca di capelli dal viso di Caroline, che era dolcemente adagiato contro il petto di Klaus.
Caroline spalancò gli occhi e si voltò a guardarla.  < Bambino?> domandò la ragazza con la voce strozzata dal terrore.
Un ringhio basso scosse il petto di Klaus e Rebekah indietreggiò, coprendosi la bocca con le mani.
 < Oddio … non glielo avevi ancora detto?> sibilò scioccata.
 < Rebekah!> urlò Klaus sconvolto dalla rabbia.
 < Bambino?!> gridò quasi Caroline, attirando l’attenzione di Klaus su di lei.
L’Originale la guardò, perdendo in un istante tutta la rabbia che aveva riservato alla sorella e le sorrise dolcemente.
La baciò, sentendo le labbra morbide di Caroline rispondere istintivamente al bacio e ne sorrise.
 < Stefan getta il corpo di Silas nel fiume. Chiudiamo una volta per tutte questa storia.> disse senza staccare gli occhi da Caroline che era evidentemente sotto shock.
Il vampiro annuì con fare incerto e guardò Caroline con aria impaurita, ma stranamente felice. Fu un attimo e Klaus e Caroline erano svaniti.
 < Bambino?> domandò sconvolta Elena che, come tutti gli altri, si voltò a fissare Rebekah in cerca di spiegazioni.
L’Originale accennò un sorriso forzato ed annuì.
Sul viso di Tyler apparve la sconfitta ed il dolore più sincero. Non poteva credere a quelle parole. Lui l’aveva persa per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Klaus depositò con delicatezza Caroline sul letto a baldacchino della sua camera. Era evidentemente provata, l’incantesimo di Silas doveva aver infierito su di lei più che su qualsiasi altro.
 < Klaus che significa quello che ha detto Rebekah?> domandò con un filo di voce Caroline.
 < So che sembra impossibile amore mio, ma sei un ibrido ora … come me. C’è un piccolo furfante dentro la tua pancia.> scherzò l’ibrido con le lacrime agli occhi.
Caroline sbarrò gli occhi ed il suo respiro cominciò ad accelerare all’impazzata. < Un … un .. io aspetto … no, cioè noi …. >
Le calde mani di Klaus corsero ad avvolgerle le spalle, per tranquillizzarla. I loro sguardi si intrecciarono scatenando quella magia e quel magnetismo che univa le loro anime in un solo battito.
 < Io ti amo, Caroline.> le disse con calma, con devozione e con una tale sicurezza Klaus da farle scaldare il cuore. Caroline ne sorrise, trovando la pace solo negli occhi di lui.
 < Ti amo anche io.> gli rispose la ragazza facendo apparire sul viso dell’Originale il suo medesimo sorriso.
 < Allora non dobbiamo preoccuparci di nulla. Possediamo tutto quello di cui abbiamo bisogno.> all’amore profuso in quelle parole Caroline non potè far altro che afferrare il viso di Klaus per donargli un bacio stanco ma sincero.
 < Devi riposare amore, ne parleremo quando ti risveglierai. Non preoccuparti, sarò sempre al tuo fianco.> e per la prima volta da quando l’aveva incontrata, Klaus usò i suoi poteri mentali su di lei, facendola scivolare in un sonno ristoratore.
L’ibrido scese le scale di corsa e si ritrovò in salotto con la testa tra le mani ed un insanabile voglia di uccidere Rebekah.
Lui avrebbe dovuto dirle tutto, si era sentito finalmente pronto quando l’aveva osservata. Quando si era trovato a pochi passi da lei, a casa Salvatore ed aveva potuto sentire il battito soffocato del piccolo essere vivente che stava crescendo dentro di lei.
Fino a quel momento aveva negato con tutte le sue forze quell’opzione. Non era pronto per diventare padre, non voleva esserlo, era sicuro di non poter avere figli.
In un istante tutte le sue certezze erano crollate, lasciandolo completamente disorientato. Sapeva di non volere quel bambino, ma pensare che era di Caroline, che una piccola Caroline stava crescendo dentro di lei … aveva cambiato tutto.
Aveva deciso di negare ogni cosa, persino l’ovvietà ma quando l’aveva vista, una strana sensazione di gioia e paura si era insinuata dentro di lui portandolo verso un’importante realizzazione … Caroline era incinta del loro bambino.
Ne sorrise, di sottecchi, quasi stupito e fu in quel momento che Elijah, facendo il suo ingresso in casa  Mikaelson, riuscì finalmente a vedere in Klaus l’umanità che suo fratello aveva perso da tempo.
 < Noi resteremo insieme come uno solo …> sussurrò Klaus con le lacrime agli occhi.
 Rebekah raggiunse i due fratelli nel salotto e sorrise loro di una nuova gioia.
 < Sempre e per sempre.> dissero in coro Elijah e Rebekah, commossi davanti allo spiegarsi del nuovo capitolo delle loro vite.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ragazze spero che questo capitolo vi sia piaciuto, è stato davvero triste e difficile scriverlo per me. Ed eccoci qui … il colpo di scena. Caroline è incinta di Klaus ed ovviamente Sophie ha legato la sua vita a quella della “bella” Caroline, ma so che la mia idea potrebbe lasciare l’amaro in bocca ad alcune di voi quindi “Timeless 2” o come la vorrò chiamare, ci sarà solo se questo risvolto vi è piaciuto e se ovviamente volete un sequel che si basi su questa mia idea =D ( panico ). Che altro dire, vi lascio in attesa dei vostri commenti e delle vostre opinioni. Ah! Già mi mancate! Però siate sincere, non mi sento troppo soddisfatta del capitolo ah e anche per il sequel … non voglio rendere sempiterna una storia che poteva finire decentemente con questo capitolo =)! Ok, basta…mi sto dilungando… Un bacio grande, grandissimo a tutte voi! Grazie, grazie, grazie, grazie e grazie di TUTTO! Siete state le sostenitrici e le lettrici più adorabili sulla faccia della Terra. Grazie dal profondo del mio cuore, Giulia. ECCOVI UNA NEWS: TIMELESS, AGAIN è già al secondo capitolo. Abbiamo un sequel ;) grazie a chiunque deciderà di seguirlo.
  
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