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Autore: amolefossette    10/10/2013    2 recensioni
E se negli ultimi tre mesi prima della battaglia di Hogwarts Fred si fosse innamorato? E se si fosse innamorato di una comunissima babbana? Cosa sarebbe successo?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-- Ti prego! Non puoi farmi questo!
Cheyenne continuava a cercare di convincere la matrigna anche il giorno della partenza; saltellava su e giù per casa tentando di attirare l’attenzione di un’indaffaratissima donna intenta a raccogliere le ultime cose, a dire il vero la scena era ridicola: una ragazza di diciassette anni che, nervosamente, si lamenta e chiede di restare.
Effettivamente le cose stavano così: Cheyenne era una ragazza dai lunghissimi capelli castani, aveva qualche sfumatura dorata assolutamente naturale. Gli occhi, di dimensioni notevolmente grandi, erano di un nocciola caldo e luminoso, aveva il naso piccolo e perfetto mentre le labbra erano sottili e rosee. La cosa che ella stessa preferiva del suo corpo era certamente il colore della pelle, un dorato scuro ma non troppo, che la faceva sembrare costantemente abbronzata. Per il resto, non dava troppa importanza né alle sue curve (che venivano spesso definite ‘al punto giusto’), ne alla sua altezza che sfiorava il metro e settantotto. Nel complesso Cheyenne era una ragazza bellissima, anche se il suo viso così angelico saltava all’occhio più del corpo equilibrato.
Riuscite a figurarvi la ragazza che ho descritto? Bene, ora immaginatela che indossa un jeans attillato scuro, un maglione rosso con scollatura a cuore e un paio di converse nere; i capelli lunghissimi legati in un’elegante treccia e il viso completamente struccato.
Un bell’effetto? Sicuramente no, dato che la ragazza in questione non faceva che piangere e starsene nervosamente alle spalle della donna.
Il motivo del suo rancore era dovuto all’ imminente partenza; la donna  in questione, il cui nome era Adele e che avrebbe a breve compiuto trent’anni , era la tutrice legale di Cheyenne.
La ragazza era stata adottata, ben dieci anni prima, da un’anziana e buona signora che l’aveva tenuta con sé fino alla sua morte, risalente all’anno precedente. Una volta morta la donna, Cheyenne, non avendo famiglia, era stata affidata alla figlia, Adele, che detestava la ragazzina con tutto il cuore. Dopo aver vissuto entrambe per un anno a Los Angeles (luogo che Cheyenne adorava e in cui era stata cresciuta dalla vecchina), Adele aveva deciso di tornare a casa sua, a Londra. Aveva dato la notizia alla ragazza la mattina stessa e, dopo qualche ora, era lì a raccogliere tutte le sue cose dato che il volo sarebbe stato tre ore dopo. Cheyenne, distrutta dalla notizia di lasciare i suoi amici e la sua casa, aveva tentato di ribellarsi annunciando che non sarebbe partita ma, dopo un’ora di proteste inascoltate, era stata costretta a tirare fuori il suo bagaglio e a ficcarci dentro tutto quello che poteva.
-- Come faccio con la scuola?
Chiese tra le lacrime Cheyenne.
-- Il trimestre inizia tra tre giorni, ti ho già iscritta.
Rispose bruscamente Adele, continuando a raccogliere le sue cose.
-- Ti prego Adele, lasciami almeno finire l’ann…
-- Smettila di piagnucolare, mocciosa. Piuttosto raccogli quello che puoi che il resto ce lo faremo spedire. Odio questa città e odio te, non vedo l’ora di essere a casa mia. E ritieniti fortunata che non ti lascio qui a marcire da sola.
Con queste parole Cheyenne era stata zittita,  non che si fosse offesa (se l’era sentito dire molte volte), ma aveva capito che era una battaglia persa. Così si era data da fare e, nel giro di due ora, aveva messo in valigia la maggior parte dei suoi vestiti e delle sue scarpe, i suoi CD, i suoi cosmetici e accessori personali e la cosa a cui teneva di più: i suoi libri. Cheyenne amava leggere più di ogni altra cosa, era la sua passione e il suo modo per rifugiarsi dal dolore causato dalla morte della donna che l’aveva adottata.
-- Il taxi è qui, muoviti!
Adele la chiamò dal piano inferiore; Cheyenne, con le lacrime agli occhi,era scesa, ma non prima di aver preso tre foto dal suo cassetto: una raffigurante i suoi genitori naturali quando erano ancora in vita, sorridenti e allegri che reggevano un fagotto che sarebbe diventata la ragazza con le lacrime agli occhi che quel giorno stava osservando la foto; una che mostrava una felicissima Cheyenne in compagnia dei suoi due migliori amici (Isabel e Matt), e una che mostrava la vecchina che tanto l’aveva amata che la sorreggeva a soli dodici anni. Quando si chiuse in macchina, dopo che i bagagli furono sistemati nel porta bagagli, si lasciò andare ad un pianto silenzioso.
-- Non vedevo l’ora di lasciare questa catapecchia che tu e mia madre chiamate ‘casa’.
Con queste ultime, sprezzanti parole da parte di Adele la casa dell’infanzia di Cheyenne era sparì in un baleno. La ragazza, in lacrime, prese il suo cellulare e mandò un massaggio ai suoi amici in cui spiegava tutto. Appena furono all’aeroporto, Cheyenne afferrò le sue due valigie e seguì Adele verso il banco del check-in.
--Cheyenne!
Mentre stava imbarcando la sua seconda valigia si sentì chiamare da una voce che ben conosceva; Matt era di fronte a lei e c’era anche Isabel. Senza pensarci due volte lasciò la sua valigia e corse verso i suoi amici: i tre si abbracciarono a lungo e, perfino Matt che non piangeva mai, si lasciò sfuggire una lacrima.
-- E’ una persona orribile, come può farti questo? Da un giorno all’altro poi!
Disse Isabel riferendosi ad Adele, che nel frattempo si stava occupando dei bagagli.
-- Crede che lei lo sapesse da giorni, ci prova gusto a farti soffrire.
Sentenziò Matt con una freddezza che non sembrava appartenere al ragazzo simpatico che era.
-- Muoviti, saluta questi due e vieni. Finalmente lasciamo questo schifo di posto.
Adele distrusse l’atmosfera che si era creata tra i tre amici con queste semplici parole. Matt sembrò sul punto di saltarle addosso, mentre Isabel trattenne a stento un’imprecazione; Cheyenne, abituata a quel maltrattamento psicologico, sospirò e si girò verso la matrigna annuendo.
-- Vi voglio bene, fatevi sentire e non vi scordate di me.
Concluse Cheyenne lasciandosi andare alle lacrime e abbracciò i suoi amici.
-- Non potremmo mai.
Disse Isabel con voce rotta, i tre si lasciarono solo quando Cheyenne entrò nella parte riservata alle partenze. Una volta lì si rese conto di essere sola con Adele, un’angoscia la invase da cima a fondo: è così che sarebbe stato? Sola con lei, senza amici, in una città sconosciuta. Cosa l’avrebbe salvata? Nulla! Come poteva uscirne? Non sarebbe stata ‘vita’.
Tanto era presa dal disperato tentativo di non pensarci che non si accorse che Adele si era alzata e avviata verso la porta d’imbarco.
-- Muoviti, idiota!
Le aveva urlato con voce seccata la matrigna; Cheyenne si era alzata, aveva asciugato le lacrime e, prendendo la sua borsa, si era avviata verso l’imbarco. Una volta salita sull’aereo si era seduta accanto al finestrino, alla sua destra c’era Adele. Avevano appena allacciato le cinture quando iniziarono a sfrecciare sulla pista e, un attimo dopo, l’unica cosa visibile era una distesa di candide nuvole.
-- Non disturbarmi fino all’arrivo, non m’interessa se stai crepando o roba del genere. Devo riposare.
Disse Adele con tale disprezzo nella voce da stupire anche Cheyenne e, subito dopo, si addormentò. La ragazza, invece, si mise a sentire musica e non chiuse occhi per tutto il viaggio. Non riuscì a leggere nemmeno una pagina del libro che si era portata, tanto era inquieta.
Ora, una cosa va messa in chiaro; da quello che sto raccontando, si può quasi pensare che Cheyenne fosse una ragazza lamentosa o debole, niente affatto! Cheyenne era una ragazza estremamente forte, dal carattere deciso e una personalità così chiara da saltare subito all’occhio. Non si lasciava trascinare dagli altri, aveva idee tutte sue. Non era nemmeno altezzosa o presuntuosa anzi, era fin troppo buona. La parte più bella del suo carattere era sicuramente il suo essere così socievole e solare, il saper riconoscere quando è il momento di parlare e quando quello di starsene zitti e il suo essere così estremamente empatica. Si deve anche sottolineare il fatto che era dotata di un’immensa pazienza, non poteva essere altrimenti dopo aver trascorso un anno in compagnia di Adele.
Chiarito quanto bella sia la personalità di Cheyenne possiamo tornare alla vicenda;
Dopo ben undici ore di volo una voce metallica annunciò che era ormai ora di allacciarsi le cinture e prepararsi all’atterraggio. Cheyenne si allacciò la cintura e cercò di svegliare Adele.
-- Che diavolo vuoi?
Le chiese  la matrigna togliendosi la mascherina da notte con un gesto nervoso.
-- Stiamo atterrando.
Disse Cheyenne con tanta calma che non si direbbe che era stata appena attaccata bruscamente; Adele si rilassò e allacciò la cintura, felice e pronta per l’atterraggio. Dopo dieci minuti scesero dall’aereo, erano le quattro del pomeriggio, subito si diressero verso il nastro trasportatore. Presi anche i bagagli le due si avviarono verso l’uscita, lì un’ auto sportiva rossa le aspettava.
-- A casa mia Ronald, presto. A Notting Hill.
Squittì Adele, l’autista annuì e partì velocemente. Nel giro di poco più di mezz’ora si fermarono d’avanti ad una grossa villa molto rustica, circondata da un giardino in fiore. Il venticello gelido di marzo sferzava il viso di Cheyenne e le faceva lacrimare gli occhi, avrebbe sempre ricordato l’inverno del 1997 come il più freddo di sempre, e anche la primavera a quanto sembrava. Non appena l’auto si fermò le valigie furono scaricate e portate di sopra; all’interno la casa era ancora più bella che all’esterno: calda, accogliente, particolare e luminosa. ‘E’ una persona orribile ma ha gusti notevoli’, pensò Cheyenne entrando.
-- Seconda porta a destra, terzo piano. E’ camera tua anche se ci sarebbe dovuta stare la mia migliore amica, vai e restaci.
Disse Adele e andò verso il secondo paino; Cheyenne si tolse sciarpa e giacca e corse di sopra, le sue valigie erano all’angolo destro di una camera abbastanza grande: le pareti erano di un caldo beige, il letto era grande e ricoperto da una trapunta colorata e i mobili sembravano quasi inutilizzati. Cheyenne si avviò verso il balcone e lo spalancò; per la prima volta da quando la giornata era iniziata, i suoi occhi vedevano qualcosa che le piaceva: tutto era diverso a Londra.

*spazio autrice*
allora, salve ragazze e, se ce ne sono, ragazzi. era da un sacco di tempo che avevo in mente un progetto del genere perchè amo tantissimo il personaggio di fred, quindi eccomi qui. cercherò di essere il più puntuale e continua possibile nell'aggiornare e spero di riuscire a farcela nonostante la scuola, i compiti e impegni vari. se il progetto vi piace fatemelo sapere su twitter (sono @amolefossette ) oppure in un recensione.
un bacio e a presto c:
  
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