11/10/2013
2 recensioniQuesta è la mia prima storia su questo fandom, spero vi piaccia.
Spero tanto di non aver reso Roy troppo OOC, ho messo comunque l'avvertimento per sicurezza.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e mi lasceranno un commento, positivo o negativo. Per quanto riguarda una possibile coppie è una storia ad interpretazione libera. Buona lettura ^^
Titolo: Aspettando il tuo ritorno
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste
Protagonista: Roy Mustang
Raiting: Verde
Presentazione: ... Eppure non posso arrendermi all’evidenza.
Ogni giorno osservo quella porta nella speranza di vederti entrare.
Mi basterebbe solo un attimo, scorgere anche solo da lontano la tua chioma bionda.
Anche oggi, in questo pomeriggio di pioggia sono seduto a pensarti.
Quanto può essere stupido un uomo?
Si accorge di ciò che ha solo il giorno in cui lo ha perso.
FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.
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Se un giorno non mi vedessi più varcare la soglia della porta
come sono solita fare,
alza gli occhi al cielo turchese di un nuovo giorno
e cercami fra le stelle che accendono la luce della volte celeste,
fra le odoroso ginestre gialle che incorniciano le nostre colline.
Cercami negli occhi di chi ami.
Cerami nel silenzio del tuo Cuore.
[Stephanie Sorrel]
come sono solita fare,
alza gli occhi al cielo turchese di un nuovo giorno
e cercami fra le stelle che accendono la luce della volte celeste,
fra le odoroso ginestre gialle che incorniciano le nostre colline.
Cercami negli occhi di chi ami.
Cerami nel silenzio del tuo Cuore.
[Stephanie Sorrel]
Sono già passati sei anni dalla tua scomparsa.
Alla tenue luce della lampada svolgo il mio incarico in silenzio, cercando inutilmente di concentrarmi sul lavoro.
Stanco appoggio il mento sulla mano destra e mi perdo ad osservare questa stanza che per tanti anni è stata il teatro delle nostre discussioni.
I mobili nuovi sono stati sistemati vicino alle pareti, assieme ai numerosi volumi di alchimia che tanto amavi ma ho deciso di tenere almeno il vecchio divanetto nel mio ufficio.
Lo stesso su cui ti sedevi quando venivi a portarmi i rapporti delle tue missioni.
Questi però sono solo oggetti, creature inanimate che non potranno mai riempire il vuoto che hai lasciato in ognuno di noi.
Ti sembrerò un vecchio sentimentale, immagino già l’espressione divertita sul tuo viso, ma solo adesso comprendo quanto questo luogo sia vuoto senza di te. Porto lo sguardo sulla porta, in attesa.
Mi basterebbe solo un segno, sentire la tua voce che urla il mio nome ed invece tutto rimane avvolto dal silenzio. Il ticchettio dell’orologio segna lo scorrere inesorabile del tempo, il passare di questa giornata infinita nei ricordi ma di te ancora nessuna traccia.
Quanto darei per rivedere un ultima volta le tue iridi d’orate, quel tuo irritante sorriso di sfida che riusciva a farmi dimenticare per un attimo la morte di Hughes.
Chiamami anche codardo se vuoi, fagiolino.
Ma ora che ho perso anche te preferisco nascondermi dietro un illusione, la vana speranza di vederti aprire quella porta e annunciare il tuo ritorno dall’ultima missione.
Non riesco a vivere in questa realtà, in un mondo nella quale il mio migliore amico è scomparso per aiutarmi e tu sei morto per colpa di uno stupido treno.
Alla tenue luce della lampada svolgo il mio incarico in silenzio, cercando inutilmente di concentrarmi sul lavoro.
Stanco appoggio il mento sulla mano destra e mi perdo ad osservare questa stanza che per tanti anni è stata il teatro delle nostre discussioni.
I mobili nuovi sono stati sistemati vicino alle pareti, assieme ai numerosi volumi di alchimia che tanto amavi ma ho deciso di tenere almeno il vecchio divanetto nel mio ufficio.
Lo stesso su cui ti sedevi quando venivi a portarmi i rapporti delle tue missioni.
Questi però sono solo oggetti, creature inanimate che non potranno mai riempire il vuoto che hai lasciato in ognuno di noi.
Ti sembrerò un vecchio sentimentale, immagino già l’espressione divertita sul tuo viso, ma solo adesso comprendo quanto questo luogo sia vuoto senza di te. Porto lo sguardo sulla porta, in attesa.
Mi basterebbe solo un segno, sentire la tua voce che urla il mio nome ed invece tutto rimane avvolto dal silenzio. Il ticchettio dell’orologio segna lo scorrere inesorabile del tempo, il passare di questa giornata infinita nei ricordi ma di te ancora nessuna traccia.
Quanto darei per rivedere un ultima volta le tue iridi d’orate, quel tuo irritante sorriso di sfida che riusciva a farmi dimenticare per un attimo la morte di Hughes.
Chiamami anche codardo se vuoi, fagiolino.
Ma ora che ho perso anche te preferisco nascondermi dietro un illusione, la vana speranza di vederti aprire quella porta e annunciare il tuo ritorno dall’ultima missione.
Non riesco a vivere in questa realtà, in un mondo nella quale il mio migliore amico è scomparso per aiutarmi e tu sei morto per colpa di uno stupido treno.
“Appena torno dalla missione voglio trovarla Generale!”
“Come desideri, Fagiolino”
“CHI HA CHIAMATO MICROBO!”
Edward, io ho mantenuto la mia promessa.
Sono diventato Comandante Supremo, ho un nuovo ufficio e molti più impegni.
Adesso è il tuo turno Fagiolino, torna da coloro che ti stanno ancora aspettando.
Sono diventato Comandante Supremo, ho un nuovo ufficio e molti più impegni.
Adesso è il tuo turno Fagiolino, torna da coloro che ti stanno ancora aspettando.